IL CASO SACCO E VANZETTI Uncommento di "UMANITA'NOVA" L'udienza del 2 Aprile sul caso Sacco e Vunzetti ha avuto anche in Italia una ripercussione imprevista. La stampa - tutta la stampa - se n'è occupata diffusamente. Ci piacerebbe riprodurre i commenti e le impressioni più notevoli. Non possiamo farlo per ragioni di spazio. Ne siamo dolenti. Riproduciamo invece quello che stampa UMANITA' NOVA del 17 Maggio, sotto il titolo "La campagna per Sacco e Vanzetti ". Questo commento aiuta a comprendere un atteggiamento secondo noi ingiustificato. Siamo tuttora confusi, nonostante l'attitudine amichevole di colui che cerca spiegare a modo suo il disinteresse della stampa anarchica in questa campagna. Ci sembra che le riserve fatte in quel commento manchino di logica e di buon senso. Il movimento tendente a riabilitare i nomi di Sacco e Vanzetti non dovrebbe essere limitato a nessun gruppo particolare. Far rifulgere l'innocenza di due dei migliori militanti dell'anarchismo non è prerogativa di nessuno, E' dovere di tutti. In America la grande stampa, fa uso delle pnime pagine per registrare la nostra protesta. Perchè la nostra stampa si tira in disparte? Il movimento di oggi non è che la continuazione di quello che precedette l'esecuzione. Lo spirito che ha animato l'agitazione dal momento dell'arresto ad oggi non dovrebbe cessar-e fino a tanto che gli assassini non ammetteranno di avere mandato a morte due innocenti. Questo è quello che pensiamo. Comunque ognuno è padrone di scegliere la strada che vuole. Noi abbiamo scelto la nostra. Continueremo ad agitare il nome degli assassinati fino a tanto che saremo in condizioni di farlo. Chi sente la giustezza di questa protesta farà la stta parte. Il. COMMENTO L'argomento su Sacco e Vanzetti è diventato da un po' di tempo l'argomento del giorno. Ne harmo parlato giornali di tndole conservatrice, ne ha parlato "L'Unità", ne iparla ora "L'Avanti!,, e noi riceviamo lettere e telefonate per domandarci perchè del nostro silenzio. Un compagno di New York, come si vedrà In questo arnmero, ha già voluto esprimere la sua opinione che non è distante dalla nostra: quella ciOè, non dell'avversione a ciò che si fa per rivendicare l'innocenza del due che vennero bruciali sulla sedia elettrica, ma della impossibilità di entusiasmarci per una campagna che - a parte che l'>nnocenza è provata nel mondo - non riesce a sollevare un interesse proporzionato alla ondata di simpatie e di proteste che provocò la condanna dei due innocenti. Ragione per cui Il risultato può essere di far parlare assai della cosa all'estero, con stonature inevitabili, data la distanza di tempo e dei luoghi CIUCNO, 1959 e col probabilissimo risultato di stringere un pugno di mosche. Questa dev'essere la ragione perchè all'infuori di "Controcorrente", che si pubblica a Boston dove fu li terreno di tutta la tragedia, dai primi dati dell'accusa fino alla mano del boia; all'infuori, diciamo, di "Controcorrente" la stampa anarchie-a internazionale non ha preso ,parte alla nuova protesta del giorno. Ma, ri,petiamo, sembra a molti qui in Imlia (dove l'eco di quanto avviene In America ingrandisc~ nell'orecchio di Dionisio attraversando l'Atlantico) che no.i non dobbiamo tacere sulla faccenda. Un'ultima nota giornalistica su Sacco e Vanzetll la troviamo sull' "Avanti!" del 10 ~ggio. Naturalmente ali' "Avanti! " non possiamo rimproverare qualche slabbratura del suo informatore da Pompei, il quale ha intervistato un itala-americano. Ritagliamo senz'altro quanto I' "Avanti! " 5
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