siero che volesse lanciarsi sul reticolato ad alta tensione e cadere fulminata. Ma Edyta si limitò a gridare ripetutamente tra le palme delle mani: - Szari ... Szari ... Szari ... Riuscimmo anche n-oi a distinguere, tra la !olla dello scalo, un'esile figura che era uscila dai gruppi già allineali per cinque. Oon il braccio sinistro si premeva al petto un neonato che portava un cappuccetto rd,a. Aveva certamente riconosciuto sua sorella Edyta, poichè le fece un cenno con la mano libera, in segno di gioioso saluto. - Szari - chiamava Edyta, vincendo un improvviso strozzrunento di voce - consegna il bambino alla nonna. Il bambino alla nonna, Szari ... dopo capirai tutt~. Ti spiegherò. Si vedeva l'altra che, ubbidendo alla sorella consegnava, entro l'imbottilina, li piccolo ad una vecchia, avvolta in uno scialle nero. Proprio allora Il gruppo si mOS!le più svellame:nte. Si vede che nel crematorio si erano resi liberi nuovi posti. Szarika con la mamma e la nonna ci sparirono di vista. Ntt1oslante ciò, Eldy,ta era ancora là, ipresso il reticolato, e 11\0ieravamo dietro a lei. - Sicuro - affermò qualcuno pacata· mente - senza il bambino può essere scelta all'ultimo momento per il lavoro. Oon Il bambino invece, ,si sa, sarebbe andata ... al camino. " " " Mery era una ragazza di Bruxelles, condotta a Birkenau in un lungo trasporto belga. Quando la vidi per la prima volta, mi sembrava più ombra che essere umano. SI muoveva quasi forma incorporea davanti al blocco, aspettando Insieme a.gli altri la zuppa, sorreggendo la scodella con le sue mani quasi trasparenti. I suoi grandi occhi, cerchiati di un'ombra livida, ei;primevano l'infinita tristezza di una creatura che sapeva come non esistesse per lei alcuna speranza di salvezza. Questa espressione degli occhi e la strana delicatezza dei lineamenti, a cui la miseria aggiungeva l'impronta della spiritualità, costituiva.no le sue principali caratteristiche. Scambiammo qualche parola un po' in francese, un po' In tedesco. Mery mostrava timore e sfiducia. I suol occhi, come quelli di un animale Impaurito a morte, guardavano vigilanti, per non dire sospettosi. Aveva paura. Sul suo ~stilo spiccava una grande stella. Sul suo braccio, sotto il numero tatuato, aveva 22 anche un piccolo triangoletto. La sua via era nota, era stata battuta da centinala di migliaia di predecessori. Era,amo davanti al biacco 25 B, quasi presso il reticolato del campo. Oltre il reticolato si profilava nettamente il crematorio. La ragazza sapeva che quel fumo puzzolente e acre, che si abbassava in dense volute come l'offerta di Caino, era il !umo della geinte bruciata. Per questo i suoi grandi occhi guardavano larghi e lontani nel mondo con un particolare espre.sione di addio, per questo dai suoi movimenti traspariva sempre una paura vigilante. Quelle ,persone magre cosi come lei, chiamate qui "mussulmani", venivano inviate al blocco 25 A, da cui vive o morte erano qiortate al orematorto. Al momentlo della distribuzione della zuppa la folla si precipitò avanti. Si era infatti saputo che quel giorno era stato diminuito considerevolmente il numero delle marmitte per il blocco. Si ruppero perciò le file sino allora pazienti e si iniziò la lotta per quel boccone di nutrimento caldo. Aiutandoci reciprocamente cercammo di conservare I nd.,--triposti tra la folla oscillante, riuscendo ad arrivare sotto il bastone dei guardiani che colpivano alla cieca. Quel giorno Mery Invece del pranzo ricevette qualche colpo di mestolo fissato ad un bastone. Si allontanava asciugandosi la zuppa di rape dalla testa rasa, quando accorse la donna che ricopriva fra le prigioniere la più alta carica, la " Lageraelteste ". Fermatasi a poca dìstJanza, gettò uno sguardo a •noi ro alla folla che lottava intorno alla marmitta. Scoppiò a ridere. - Hanno ragione gli SS. La gente può facilmente essere abbrutita ,per fame. La civiltà fa presto a scomparire ... - Poi si buttò urlando sulla folla tumultuante. Mery ed io d ritirammo da un lato, ci l'ermammo accanto alla parete della baracca dove arrivava un po' di sole autunnale. Era necessarl'O far qualcosa per dimenticare gli stimoli della fame. La nostra convensazione, ricordo, ml procurava un grande 'J)iacere. M'incantava la sveglia Intelligenza di quella ragazza che, pur ridotta in si misere condizioni, non era stata tuttavia annichilita dalla brutalità e dalla barbarie del campo e brillava, a volte, di un fine umorismo. Ml raccontava con una certa espressione di profondo stupore che a Brux,elles, nei suol rapporti con le altre persone, non sapeva mal sentimi CONTROCORRENTE
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