Controcorrente - anno XV - n. 12 - mag.-giu. 1959

nei paesi scandinavi, che seguono le orme della Socia! Democrazia tedesca. La questione sociale, sempre viva e pressante, è rimandata da questi partiti alle calende greche, mentre il capitalismo si fa più grosso e pingue e le masse operaie sonQ sempre alle prese col bisogno e la fame. A Napoli, gli autonomisti, ritornali all'assalto hanno vinto, non -tanto per bontà della loro tesi, quanto per effetto postumo degli incidenti ungheresi del '56. La vittoria avrebbe dovuto facilitare l'apertura a slni• stra, ma che cosa nel frattempo è avvenuto? L'unità socialista non si è avverata, rimanendo la frazione, Saragat ancora fuori dei partito. La sinistra democratico-cristiana sulla quale Nenni contava per un governo di alternativa, è rientrata umilmente nell'ovii,e. Le gerarchie ecclesiastiche hanno ordinato al partito di Gronchi la chiusura dei ranghi e delle file. Dal pulpito si fulmina contro ogni specie di socialismo. Dappertutto le forze della reazione e dell'oscurantismo prendono le armi per un assalto decisivo contro li movimento operaio e socialista per batterne le velleità. Oggi Nenni si trova con le pive nel sacco e la sua vittoria ormai non significa altro che un ritorno del P. S. al suo tradlziona· lismo politico, rinforzato da un classi· smo ... parolaio. Ciò si desume da un articolo di Francesco De Martino, direttore di Mondo Operaio, che nel numero dooppio di gennaio-febbraio c. a., diceva il P. S. non potere trastullarsi in "avventure trasfornùstiche" anche In un regime di alternativa democratica, giuocando una parte subordinata alla D. C. Dunque, secondo i socialisti l'andata al potere si potrebbe realizazre come l))'llrtito di maggioranza, ma essi sono ben lungi dall'esserlo. Il ritorno al tradizionalismo è una velata confessione della impossibilità dei socialisti di partecipare n qualsiasi governo di sinistra di cui essi non siano 11 perno centrale. In questi frangenti la situazione potrebbe sembrare disperata, ma io non credo che questo sia il caso. Quel che il proletariato organizzato deve fare è 11 rafforzamento delle sue posizioni di classe, non curandosi della democrazia borghese, aguzzando i suoi appetiti, battendo in breccia le posizioni economiche, politiche e morali della borghesia. Facilitare quest"opera sarebbe buon lavoro per un partito socialista - opera molto più utile e proficua e .. rivoluziOll\aria che non i fatui successi elettorali e parlamentari. M. De Clampls NOTA - ~rmettete una 1)()6tilla all'articolo PREZZI E SALARI apparso nell'ultimo numero. Un'affermazione eri·onea ·nel mio ultimo articolo necessita di una rettifica. In un punto dicevo: "Noi non sappiamo raffigurarci un ritorno ad un regime economico di libero scambio, come vel)uto da alcuni economisti borghesi, altro che in un mondo socialista." In una società socialista veramente non è possibile un regime di libero scambio, che è proprio di una società mercantilistica. In un'economia socialista si produrrà per i bi· sogni umani e non per lo scambio utilitario (profittevole) dei prodotti. La nostra formula è, su per giù, "a ciascuno secondo il bisogno, da ciascuno quel che può dare." Quella mia affermazione fu motivata dal fatto, che non può avere nessuna relazione con una economia socialista, che tutti i socialisti degni del nome furono (e sono) libero-scambisti nella presente società. Anche il sindacalismo rivoluzionario fu cd è libero-scambista nel presente assetto sociale. Ma chiaramente in un mondo nostro il libero, scambio sarebbe un nonsenso. Oggi il llbero soambio è sostenuto anche dal P,residente Eisenhower, ma per una ragione del tutto diversa da quella socialista. Gli Stati Uniti hanno un bisogno coerclvo di piazzare la loro mercanzia all'estero, e nell'Istesso tempo si trovano in posizione di scarsezza di materiali grezzi cd anche di materiali d'importanza per il processo produttivo. Ragioni politiche e ... militari di "guerra fredda" consigliano ad <Un settore della borghesia americana di propendere per il libero scambio, ma questi sono giuochi di regime economico ben lontani da quelli del liberismo classico. -M. D. C. CONTROCORRENTE, giova ripel<·rlo, e' una pubblicazione volo111aria. E' e111re.,ione di r,n gruppo ,li uomini che •i e' dedicato alla lolla in difesa 1/ella liberla'. Neuu110 di coloro chr sono intere,sati nella .sua pubblicazione percepi1ce un aoldo di rirrut• nerazioue. E' /atta nei ritagli di tenipo. La rivista conia M.tlla cooperazione volo11• 1aria degli uomini liberi che credono la •.ua opera e/licace. 20 CONTROCORRENTE

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