Controcorrente - anno XV - n. 12 - mag.-giu. 1959

per Berlino, garantiscano la permanenza del sistema da essa creato intorno ai propri confini. Io credo che neppure la Russia possa ga1-antirsi la tranquillità a que6te condizicmi. Se pure le potenze occidentali si pdtessero sinceramente impegnare alle condizioni desiderate dalla Russia, nessuno potrebbe illudersi di ottenere con ciò una pace permanente. Si può facilmente affermare che il nazionali9mo è una forza bruta, irrazionale, che l'umanità sarà immensamente più vicina alla pace permanente quando avrà compreso di essere un tutto unico, indivisibile, che il lavoro è la comune patria. Ma non si può in effetto sminuire l'i-nfluenza dei sentimenti scatenati da passione nazionalistica. Anzi, li comprimerli forzatamente può solamente rendere più temibile l'espld3ione. Che cosa ,può avvenire in Germania quando la divisione del paese diventi una condizione garantita da tutte le potenze? Non è difficile prevedere lo spostamento di forze politiche, almeno per quanto riguarda la Germania occidentale. In essa due blO'Cchi si sono contesi finora il potere: se anche il più conservatore, il gruppo detto cristiano-democratico, ha effettivamente retto le sorti della nazione, fino dalla fine della guerra, i 1Social-democratlci hanno esercitato finora un freno alle tendenze più reazionarie del governo di Adenauer. Una delle ragioni del loro apptelld alla nazione 'Stava prd.prio nella ,speranza che l'unificazione della nazione potesse essere raggiunta attraverso un compromesso colla Russia. Intorno al socia! democratici gravitava una parte, purtroppo non ,grande, ma intellettualmente e politicamente notevole, delta popolazione tedesca, disposta a riconoscere le colpe del nazismo, ed impegnata a evitare •gli eccessi del nazionalismo. Esempi non frequenti, ma altamente significativi, cc.me il rifiuto da ,parte dei fisici tedeschi, quasi in massa, di daTe il proprio lavoro a preparare armamenti, potevano far sperare che la Germania fasse veramente avviata a diventare di nuovo, come alla fine del secolo scorso, parte della famiglia delle nazioni civili in senso morale. La realizzazione, portata dagli ultlmi avvenimenti, che la Russia non intende considerare la riunione delle due Germanie senza dubbio indebolisce il partito socialdemocratico, e caccia tutti coloro che danno 10 importanza fondamentale al problema della unificazione nazionale nelle braccia di coloro che più clamorosamente si agitano per essa, cioè tutti gli elementi rabbiosamente nazionalisti. Aibbiamo visto con sgomento, nei tempi ,più recenti, vari rapporti sull'atteggiamento della popolazione tedesca in confronto alla storia del loro paese fra il 1930 ed il 1945. Se la pretesa ignoranza degli adulti sulle enormità e sulle bestialità commesse dai nazisti (e in effetto da tutta la Germania di quei giorni) può eS'Sere interpretata come rigetto individuale di colpa per delitti ingiustificabili commessi da una grande nazione collettivamente, la vera ignoranza delle nuove generazioni di ogni avvenimento dell'infausto periodo hitleriano che si volga a disonore nazionale è tale da atterrire. Nell'atmosfera ohe certamente prevarrà entro pochissimi anni, quando i pochi ted€13chi che hanno overamente soffeTlo la tirannia nazista saranno scomoparsi dalla scena politica, quando i giovani saranno nuovamente incantati dalla speranza che la forza possa raddrizazre i rortl, reali o immaginari, fatti alla nazione, anche la Russia dovrà sedere tremante intorno a Berlino. A meno che, come tragicamente fece vent'anni fa, si illuda di compeTarsi una pace transitoria a •spese della Polonia e, ora, anche delle altre nazioni legate nel blocco da essa dominato. • • • Per questa fallace speranza, di risolvere il problema della pa·ciflcazione dell'Europa centrale attraverso a transitori aggiustamenti in cui solamente gli immediati interessi delle grandi Illazioni sono considerati, mi pa~ che la conferenza di Ginevra non pos,a portare che a altre delusioni. Possiamo noi fare qualche cosa, oltre che piangere sulla occasrone, ~rduta oramai da quindici o sedici amni, di creare attraverso all'Europa una zona di popoli veramente l!leutrall, liberi di sviluppare le loro istituzioni, di rinnova:re alle radici sovrastrutture politiche e sociali oltrepassate dai tempi? Fino a qualche mese fa circoli ,politici di notevole Importanza ISCorgeva,no una uscita dalla situazione insostenibile che si andava creando in Europa attraverso ad uno ,sganciamento delle ,grandi potenze dalle posizioni militari da esse occupate, con graduale e conseguente ritiro delle loro truppe entro I propri confini. Il pTogetto CONTROCORRENTE

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