Controcorrente - anno XV - n. 10 - gen.-feb. 1959

nei nostri tempi" deve essere il motto degli operai giacenti sotto la schiavitù dello sfrutt·amento capitalistico. La classe lavoratrice francese non ha detto l'ultima parola. Certamente er..sa•aspetterà la Quinta Repubblica al varoo, per darle il colpo mortale. La moderne Forche Caudine segneranno il tracollo definitivo del capitalismo gallico ed in quel momento tutti i De Gaulle di questo mondo non basteranno ,a fermare il proletariato nella sua avanzata alla ribalta della sboria. Gli operai non l3i J1acciano deviare dagli allettamenti che la borghesia mette loro davanti, ma mirino diritto alla meta. L'avvenire è nostro, dei lav'Oratori di tutto il mondo, degli UQl'llini con i calli alle mani! M. De Clampls SULLEPISTE DELLA BESTIA UMANA I CAMPI DI STERMINIO Questo racconto sulla ferocia timana ha eccitato alcuni dei nost.-i lettori. Essi ci hanno scritto pregandoci di non fare uso di materiale come questo. Megl>0 dimenticare, essi dicono. Noi siamo di parei·e diverso. Questi episodi di bestialitcì umana devono essere sempre presenti. E' cosi che vogliamo ricordare i milioni di fratelli oocrificati dalla ferocia nazista e fascista. 2 Noi abbiamo assistito allo sterminio In massa eseguito nelle camere a gas. I forni crematori non bastavano più a far sparire i cadaveri, mentre i convogli di prigionieri destinati all'annientamento immediato continuavano ad affluire al campo, quasi ininterrottamente. I cadaveri cominciavano a de=porsi, a puzzare. Mantenere questo stato di cose era pericoloso. Perciò i nazisti chiusero con una siepe naturale di betulle e di pini un appezzamento di terreno nelle vicinanze del crematori e vi ammucchiarono i cadaveri in decomposizione, per poi bruciarli a poco a poco, man mano che i crematori lasciavano posti liberi. I nazisti tornaro11J01ad impiegare i vecchi metodi del 1942. Molti cadaveri furono bruciati all·aria aperta, in fosse scavate lungo gli avvallamenti e nei boschi. Ciononostante i nazisti non facevano in tempo a ridurre in cenere i corpi provenienti volta per volta dalle celle a gas. Ciò che dovl'lva restare un segreto era diventato ormai di pubblico dominio in ,tutto il campo, era una malattia ossessionante che tutti gli SS avevano oontratto. Ubriachi, inumani e terrificanti, si aggiravano tra di noi perseguitati dal lezzo dei cadaveri che, dai crematori, giungeva in ogni parte del campo alla minima flolata di vento. Questa situazione durò per molti mesi del 1943 e del 1944. Perchè meravigliarsi 22 che le grida dei moribondi non giungessero nè a Vru,savia, nè a Parigi, a Londra t0 a Stoccolma, dato che queste grida non giungevaru::,nemmeno 'a coloro che qui a Oswiecim stavano schierati davanti alle porte del crematorio ed aspettavano il loro turno per entrafl'l? Ma le barriefl'l più impenetrabili, le chiusure più ermetiche non possono resistere alla forza della verità. La verità si apre un varco fra gli uomini, questa è la sua legge storica. Noi abbiamo assistito a crimini che venivano compiuti secondo un piano studiato minuziosamente, crimini a cui non potevano credere nemmeno coloro che ne erano vittime. Dieci anni ci separano da quei giorni. La vita cresce rigogliosa come un giovane arbusto e oopre di verde I luoghi bruciati dalla guerra. Il vento ha disperso nelle vicine campagne le cen'eri di coloro che furono ingannati dalla parola nazista. Le loro fisionomie sono ormai dimenticate, essi sono spariti nel silenzio, ma noi che siamo riusciti a scampare, noi che siamo soprav• vissuti per caso o per la fretta dei nostri aguzzini, noi non dimenticheremo. • Mi ritJOrnano alla memoria lineamenti offuscati dagli anni, fisionomie ridotte in cenere e disper.;ie nelle campagne di Oswiecim. Mi ritornano alla memoria, si ricomCONTROCORRENTE

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