UOMINI D'ALTRI TEMPI AMILCARCEIPRIAN di PAOLO VALERA Viviamo in temtpi difficili. Tutto quello che ci circonda parla un linguaggio nuovo. Col pericolo di essere spazzati via dalla bomba atomica Za vita ha cambiato scopo. Non c'è posto pe,· l'idealismo. Nessuno pensa agli uomini che diedero la loro vita per affrettare un migliore domani per tutta l'umanità. Fra i pi,onieri che seminaro,w per vedere in atto la giustizia sociale, ve ne sono alcuni che i nostri lettori conoscono attraverso quello che si è scritto di loro. Altri 00110 poco conosciuti. E' un dovere ricordarli. Uomini della tempra di Amilcare Cipriani devono vivere per i giovani che intendono lavorare per raggiungere la vetta. Ricordiamo Cipriani con la prosa di uno che l'ha conosciuto bene. Siamo certi che i lettori, specialmente i giovani, leggeranno volentieri questo studio di Pa;:,lo Valera, che mette Cipriani sul piedistallo che merita. Lo contimlo61'emo nei prossimi numer-i.-Questa è la seoonda puntata. L'AMBIENTE 2 Il federalismo mi è venuto In mente tutte le volte che mi è capitato di ambientare un uomo. La popolazione di una regione differisce cosi tanto d'a quella di un'altra che non si riesce a capire come possano vivere in una stessa unità nazionale. Sembrano razze disgiunte dalla conformazione fisica, dal dialetti che parlano, dalle abitudini, dal costumi, dalla politica, dalle tendenze. L'ambìente sovraneggla e plasma. E' Il massimo fattore degli Individui. Mette nelle carni l'aria natale. Dà loro l'anima, un modo di ,pensare, di cucinare, di vestire, di acoonclarsl. Non c'è pitocca napoletana che non circoli con una capigliatura gonfiata e adattata dalla pettinatrice. Il siciliano di città è sempre attillato come un signore. Gli abiti sgMglanti dell'abruzzese per la gente settentrionale sono carnevaleschi. In poche parti d'Italia si mangia co.me In Romagna. Hanno tutti uno stomaco divoratore. Il piemonteise è devioto alla monarchia. Si fa ammazzare 12 ROMAGNOLO per le strade per trattenerla in Torino. Il romagnolo di Cipriani adolescente era rivoluzionario In culla. Odiava papa e re. Cospirava. Nelle vie e nei ritrovi era armato di coltello 10di pistola. Guai a Ingiuriarlo! El'a una condanna a morte. Tutte le autorità erano maledette, stramnledette. Non poteva soffrirle. La polizia che pedinava, che faceva delle visite domiciliari, che agguantava I patrilotl, che vituperava le riputazioni aveva tutti I suoi risentl~ntl, tutti i suol od!!. Non era che della sbirraglia. Perseguitato, ammazzava. cadeva un agente, di grado alto o <basso, In mezzo alla strada, di glovno o di notte, senza che alcuno fiatasse. C'era solidarietà. Il torto fatto a uno era fatto a tutti. Tutti sentivano lo stesso 10ltraggio; tutti smaniavano per la stessa punizione. Nelle disgrazie giudiziarie, nelle sventure iperson:all, nelle bufere politiche Il romagnolo era con i romagnoli. Si accumurravano nelle sventure come nelle gioie. Piangevano assieme, deliravano assieme, si accendevano dello stesso sdegno o della stessa disperazione e cooperava1110 CONTROCORRENTE
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