Controcorrente - anno XV - n. 9 - nov.-dic. 1958

si disse che, di fronte alla questione morale rappresentata dalla insurrezione meridionale, non si può essere cinquantun per cento per la giustizia. In complesso quindi mi pare che le ultime elezioni indichino che l'opinione pubblica sente che il "moderato progressivismo", programma della presente amministrazione e della corrente di filosofia polltica che la ispira, non corrisponde più alla urgenza della situazione. Per altro possiamo scorgere veramente nelle elezioni qualcosa di più che una manifestazione di disapprovazione, di delu• sione, di malcontento lnespretSSO? E' forse ancora troppo presto per giudicare: in effetto l'origine delle debolezze della amministrazione EisenhO<Wer, o per lo meno di gran parte di esse, sta nell'Indirizzo politico delle amministrazioni precedenti. Fi• nora nessun figura capace di concentrare su se stessa l'attenzione nazionale ha espresso Idee capaci di Infiammare l'immagina· zione popolare. Anche Stevenson, che fu la speranza di Intellettuali liberall, non fu capace, In occasione di un viaggio In Russia alla vigllia delle elezioni, di ripor• tarne altro che una raccolta di Impressioni degne di un giornalista principiante. E' vero che Il Comitato direttivo del partito UN DELITTO IMPUNITO democratico ha assunto una pclS!zl.one co• raggiosa contro le mln:accie del politicanti meridionali. Ma la sua azione appare im• personale, le sue deliberazioni sono soste· nute da una maggioranza di decine di voti, ma del tutto anonimi per Il pubblico in generale. E, per di più, ognuno sa che queste bellicose dichiarazioni saranno decisamente annacquate da coloro che hanno potere di legislare, fra cui i senatori e rappresentanti meridionali hanlllO ancora Influenza dominante. Cosi, In totale, mentre Il problema della Integrazione razziale nelle scuole degli stati meridionali sta diventando una piaga purulenta, ogni giorno più Irritata da demagoghi decisi a rischiare Il futuro della gioventù americana per difendere un sistema di privilegi, mentre la Russia sfrutta il desideri.o di pace e di neutralità fra I due grandi contendenti, espressione delle nuove nazioni e di quelle da lungo stabilite, immllserite da due guerre mondiali, l'opinione pubblica americana cerca, finora Inutilmente, il suo rappresentante; un rappresentante che Impersoni le tendenze, ,per ora Informi, ma non meno imponenti, che riconoscono la necessità di nuovi approcci al suoi problemi. Davide Jona LALEGGENDAI CARLOTRESCA 11 gennaio 1943 Ricordate, amici dal capelli bianchi o grigi, l'entusiasmo suscitato nell'Italia d'attorno Il 1900 per le lotte della libertà sociale? Tutti credevano che il socialismo fosse sul punto di trionfare. C'era la teoria là bell'e fatta, proprio per dirci che il sole dell'avvenire un giorno o l'altro doveva diventare il sole dell'oggi. Pochi compresero che la ragion non conta se non è fatta valere; e assai meno sentirono il •bisogno di combattere e di mettere a repentaglio tutto, I ,pochi comodi, la famiglia e gli amici, la propria libertà e infine la vita. Tra questi pochi nessuno ha più di Tresca diritto all'aureola del ribelle. Ribelle, prima, alla <propria famiglia e ai modelli di moralità pubblica e privata che le condizioni pseudo feudali del proprio 6 paese imponevano a tutti. Che lui, il ri• belle, avesse ragione, i suoi seguaci lo capivano perchè anch'essi erano "cattivi soggetti". Ma al di fuori di loro, nessuno o soltanto sua madre, che non sapeva 'bene se lo amava perchè era bello o perchè era cattivo. Eppure Tresca aveva ragione: la sua ribel!lone era contro una morale tradizionale di classe per una moralità univer· sale, contro una ragione codiflcata dall'uso per una ragione creatrice di libertà. Tresca non era certo nè un moralista nè un pensatore, eppure egli ha fatto di più ,per la morale e il pensiero sociali che un battaglione di quei "professori" per i quali aveva molta diffidenza e un poco anche timore, lui il cavaliere senza paura. La sua vita e Il suo mondo consistevano nel ribellarsi e combattere. Gli bastava CONTROCORRENTE

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