cì fa pensare a Mazzìnì o a Salvemìnì, non hanno bisogno di presentazione anche in questi giorni di ansimante corsa all'arrembaggio e di fameliche "sbafate" nella grassa mangiatoia della politica. Di figure losche di capi di governo, di nomi politici ed uomini di affari che lasciano la coscienza a piè dell'altare dell'oro o di effimera gloria, di funzionari corrotti e venali se ne trovano nelle storie e sulle cronache di tutti i Paesi, e la famosa e ormai classica letterastaffilata di Bovio ali' Ambasciatore francese a Roma nel 1888 dovrebbe esser tradotta in tutte le lingue ed inclusa nei libri di lettura di tutte le scuole del mondo nella lieve speranza che tale richiamo all'onore e all'integrità LSiadi esempio a tutti gli uo· mini. C'è chi dirà: "Ma chi pensa più a Bovio, è un vecchio tronco •.. " Si, ma tronco venerablle, e ancor pieno di succhi svegli e mussanti, e che ha perduto ben poco nonostante le potature di circa un secolo. Riproduco la lettera ehe Giovanni Bovio scrisse allora. E' un documento che commuove e fa pe111S8re: Napoli, 5 dicembre 1888 "Signore, con la lettera assicurata da Parigi, in data 1. dicembre e in carta intestata al vostro nome, voi scriveste a me: Ho l'onore di avervi conosciuto ed udito .•• Potete voi chiedere al ministro Magliani, se è vero che il governo italiano abbia assolutamente bi· sogno di collocare a breve scadenza cinquanta o sessanta milioni di buoni del Tesoro •.. f Se sì, potete assicurare che, se il tasso è accettabile, fra otto giorni dal dì della risposta verr11111,wrecati a Roma i cinquanta o sessanta miliOni •.. Per incomodi e cure, se l'affare si fa, verrà messa a disposizione vostra la somma di un miliOne e duecentomila franchi" (più di mezzo miliardo, oggi!). La proposizione fattami indica chiaramente che voi mi avete veduto e udito ma no,i mi avete co1wsciuto. Per fare a me siffatta proposta, voi avete dovuto indicare ai banchieri che verranno in Roma il mio nome; permettete che lo difenda io, che 1wn ho altro da c1uitodire e da trasmettere. l,o difenderò spìegandovì in poche parole il fatto e me. Il fattJo, comunque colorito e velato, è di quelli che si chiamano affari, e che i deputati non debbono trattare, nè coi ministri, nè con uffici e co,npagnie dipendenti dal Governo. Non c'è legge che vi si opponga, ma i fatti peggiori mm son quelli che cadono sotto le sanzioni. Quanto a me, nè a voi che siete stato in Napoli, nè ad altri può essere ig1wto che io sostengo me e la famiglia dì per dì, insegnando e scrivendo filosofia, congiunta con un po' di matematica, ma c01i aritmetica che non è arrivata mai al milione. Se il lavoro mi frutta l'indipendenza, il milione mi è soverchio. Voi scrivete che tutto sarebbe fatto di cheto, in Roma, senza che altri ne sappia. E non, lo saprei iof E non porto nella mia coscienza 1m codicet I banchieri possono lasciare la loro coscienza a pie' delle Alpi e ripigliarsela al ritorno: ma io la porto dovunque, perchè là dentro ci s01t-0 gli ultimi ideali che lw potuto salvare dalle delusio,ii. Voi scrivete che è opera di buo-n cittadino questa mediazione, ed io vi dico che è opera di onesto uomo non, far mai ciò che si ha bisogno di tacere e di coprire. Ed ora, credetelo a me, che ,wn ho da chieder nulla e neppure da accettare, voi non inc01itrerete un italiano che non si auguri buone relazioni con la Francia, 1w11 per i buoni affari, ma per la buona ragione. La democrazia italiana non è ricca; ama il decoro e la libertà della Francia e dalZ' oro francese non si lascia abbagliare. lo ed i miei amici non pronwnzieremo il vostro nome, qui noto e stimato; ma voi avete l'obbligo di dire ai vostri compagni che in Italia il sentimento della dignità è vivo, e che, se un giovane italiano, da noi educato, dovesse scegliere tra il canape austriaco e l'oro francese, senza un istante di esitanza 8i darebbe al canape". Ad un Bovio, un Salvemini, il grande intelletto non servi ad esercizi di masochismo cerebrale e la coscienza non divenne un mero quadrante dell'utile personale. Solitario NAPOLEONEE I PRETI Tutte le nostre religioni sono figlie dell'uomo. P>erchè ce ne sarebbero <tante? Perchè la nostra non sarebbe sempre esistita? Perchè è essa esclusiva? Che cosa sarà dei nostri antenati virtuosi? Gli uomini sono sempre uomini ed i preti han sempre seminato dappertutto la frode e la menzogna. 4 CONTROCORRENTE
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