Controcorrente - anno XV - n. 9 - nov.-dic. 1958

alimentarsi di illusioni, essi erano pronti a credere alle promesse naziste, contro ogni evidenza, Tutti i bagagli avevano dovuto deporli accanto ·al binario della ferrovia. "Non andrà perduto nemmeno uno spillo" - avevano detto loro. Ed era vero. Da quello scalo, che noi chiamavamo scalo della morte, nulla poteva sparire. La proprietà privata dei nuovi venuti era destinata a soddilSfare 1 fabbisogni del Reich. I nuovi arrivati venivano avanti in fila per cinque. Erano ormai a pochi passi dal vasto edificio a mattoni rossi sormontato da un gran camino fumante. Sapevano che in quell'edi· ficlo avrebbero potuto fare la doccia; lo avevano sentito dire poco prima. Venivano avanti tranquillamente. Da una parte e dall'altra il binario era costeggiato dalle baracche. Un'infinità di baracche, scaglionate In profondità a destra e a sinistra della strada ferrata, dietro un ,semplice recinto di filo gpinato. Tra una fila e l'altra di baracche c'eravamo noi, I prigionieri. Al vederci i nuovi venuti oominciavano a ·oonvincersl di non essere capitati in un luogo di sterminio, ma di trovarsi In un campo dove si poteva vivere. Da quando il binario era stato prolungato sino al bosco chiamato Brzezinka, potevamo osservare tutto quanto accadeva allo scalo. E' vero che venivamo cacciate nelle baracche da dove non era permesso U!SCire.Ma dopo settimane e mesi di prigionia quel divieto aveva perduto ogni vigore. Si esce dunque, per andare al lavoro, o per prendere acqua, e si osserva tutto. Estenuati dalla fame, dalle malattie e dalle peroosse, I prigionieri osservano ciò che accade di giorno e di notte, ciò che è visibile da lontano. La ge,nte che è scesa dal treno continua ad avanzare sulla strada del crematorio, pa,sso passo, man mano che le prime file, entrando nell'edificio, lasciano un pò di spazio libero. Questa gente è trattata con ogni Indulgenza e ancbe questo i!! tranquillizzante. Possono sedersi al margine del bosco dopo aver steso per terra le ooperte, possono pregare in tutte le pose consacrate dalla religione, possono tenersi sottobraccio, possono aprire ombrelli, occuparsi del loro bambini, allattarli, fasciarli, metterli a dormire nei carrozzini. La gran flolla fa un'ultima sosta davanti ai crematori I e II, situati l'uno di fronte all'altro, al due lati della strada. Tra poco, DICEMBRE, 1958 dopo la conta e l'allineamento per cinque, questa gente sparirà nell'interno dei due edifici. Le madri stanno oon le :figlie, i padri cercano di restare coi figli, le famiglie decidono di tenersi unite. Entrano senza protestare perchè non conoscono di quegli edifici a mattoni rossi e dal camini fumanti l'orribile verità, quella che noi tutti conosciamo. La folla è ignara, entra senza il minimo sospetto. Folle innumerevoli sono state ingannate in questo modo. L'atrio è una sala pulita. Non vi sono oggetti che si possano rovesciare: è come la cabina di una nave. Tutto è fissato solidamente al pavimento o alle pareti. Accanto alle pareti sono allineate delle panchine di metallo, come nelle sale d'aspetto dei medici. Sull'entrata di un lungo corri· doio c'è una freccia oossa; sotto la freccia una scritta in sei lingue: "Al bagno e alla disinfezione degli abiti", Ora ognuno riceve una saponetta d'ottima qualità e un asciugamano pulito. Un Inserviente gentilissimo li invita a spogliarsi. Si tolgono i vestiti e li depongono con cura, sicuri di riprenderne posseS!IOdopo la doccia, e si incamminano per il corridoio che porta "al bagno e alla disinfezione degli aJbiti". Sono nudi. Entrano in una gran sala ben riscaldata In cui non v'è altro che un orifizio chiuso, assai simile ad un ventilatore. Le lampade elettriche non sporgono dalla superficie piatta del soffitto. Quando la porta si chiude dietro l'ultima persona del gruppo, cessa la mistificazione. E' venuto il momento della verità cruda senza veli. Il coperchio del "ventilatore" si solleva, lasciando cadere piccoli frammenti di una sostanza azzurrogoola - il gas cyklon. Il crematorio, perfettamente attrezzato ed ermeticamente chiuso, attutisce e soffoca le grida più acute. No, non è 0061facile morire asfissiati dal gas, la morte non è rapida. Nel campo, tutti sanno che, per il numero ingente delle persone destinate ad essere gassate o per altri motivi, si fa eoonomia ne!l'impiego del gas. Una forte dose di Blaugas (cyklon) procura la morte istantanea. La dose che viene correntemente impiegata, invece, permette al condannati di morire lentamente. I prlgooneri incaricati di riparare le attrezzature elettriche del crematorio entrano, qualche volta, nella cella a gas pochi minuti dopo il massacro e vedono dei cadaveri 25

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==