Unapaginadi storiaantica di GAETANO SAJ.VEMINI NOTA-Discorso tenuto dall'Autore il 16 ottobre 1949 all' Università di Firenze nel riprendere l'insegnamento di Storia moderna dopo 25 a,mi di esilio. - Questa è la terza puntata. Titolare di quella che allora si chiamava cattedra di grammatica latina e greca, era Pietro Cavazza. · Mentre il Vitelli nelle lezioni traduceva lui, con Cavazza dovevamo tradurre noi. Era un i,omagnolo, educato nella tradizione umanistica di Vincenzo Monti. E aveva un gusto squisito dello stile italiano. Dopo avere emendato, se era necessario, il testo, ci faceva tradurre in italiano semplice senz'essere sciatto, In periodi brevi alla l.€'opardi, nei quali il complesso periodare latino e greco doveva snodarsi senza perdere nulla della sua dignità, ma evitando il gonfiore dei traduttori acoadem1c1. Da lui imparai, se non a scrivere bene l'italiano, ad invidiare chi lo scrive bene. Ottimo lavoro fece anche l'insegnante di letteratura italiana, Ad10lfo Bartoli, l'esaminatore che aveva sorriso quando avevo detto che "al mio paese" nessuno ml aveva insegnato a cercare i noccioli nelle leggende. Aveva potentemente contribuito a mettere la storia della letteratura su basi, come si diceva allora, "positive". Niente fantasie E.'stetlche: fatti e prove di fatti; testi e interpretazione di testi. Spirito finissimo e ironico, pungeva con una sola parola le più iridescenti bolle di sapone. Chi non av,eva dati seri da mettere sul tappeto, se ne stesse zit1lo. Ma provocava la discu'SSione. Quell'anno parlava di Petrarca. Cominciò col discutere come si fosse chiamata la donna, che senza avere le carte In regola, era stata madre di Petrarca. · Dopo lunga fatica conchiuse non potersi conchiudere se si chiamasse Eletta o Elettra, ma quasi ce,:,tamente il cognome era Canigiani. A me, ammiratore di De Sanctls, e caldo caldo di Malfatti, Trezza e Villari, quel nome ,non !ace.va nè caldo nè freddo. Una madre un uomo non può fare a meno di averla, e Il 'SUO nome è Indifferente. Non poteVIOnon ammirare la rigidità con cui procedeva la dimostrazione, 12 ma mi pareva che tanta industria potesse essere impiegata meglio. Ci dette da interpretare sotto la sua guida una sestina del Petrarca. La sestina è la più artificiosa forma metrica che sia stata mai inventata da versaioli perdlgiorni, una vera aberrazione dello spirito umano. In quell'andirivieni di sei sestine in endecasillabi, che dovevano finire sempre con le stesse sei parole, secondo un ordine rigido prestabilito, l'autore di Chiare fresche e dolci acque e di Fulmin del ciel sulle tue trecce cada non era migliore di qualunque altro sciagurato che non abbia nulla da dire. Che cosa avesse voluto dire non lo sapeva probabilmente neanche lui. Ma dovevamo saperlo noi. Non c'era via di scampo. Ogni parola doveva avere un senscY, e tutte le parole messe insieme dovevano dare un senso. Il professore e noi sudavamo sangue da tre lezioni su quell'abracadabra, quando io non ne potei più, e dissi. "PI'Ofessore, perchè ci fa perdere il tempo su questa scempiaggine, invece di !arei commentare Chiare fresche e dolci acqu,ef"... Lui sorrise, come a~,eva fatto quando avevo parlato del "mio paese", e oontinuò a domandare che cosa Petrarca avesse voluto dire con quelle parole là. Aveva ragione lui, e avevo torto io. Lui voleva darci l'abitudine allo studio ooscenzioso, non <sviantesi in fantasticherie. Quella orribile sestina serviva allo scopo meglio assai che una oanzone bellissima, ma più facile. E la ricerca asfissiante di Eletta o Elettra Canigiani ci faceva toccare con marno quanto difficile fosse, per chi voleva parlare onestamente e non a vanvera, determinare anche un minimo particolare. Troppa gente 'Sputa sentenze estetiche, interstellari, mentre farebbe meglio a intendere i testi prima di sfoggiare la boria del suo obbrobrio o entusiasmo. So di un dipl'Omatico il quale suole farsi beffa di chi sciupa mesi a provare un iplccolo !atto. "La verità - dice - si fabbrica, non si cerca". Anche Hitler insegnò che più grossa è la bugia, più facilmente è creduta. Il guaio per le verità fabbricate è che mentre è facile fabbricarle, prima o poi mostrano la corda, contraddicendosi: CONTROCORRENTE
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