mani eravamo a Crompond. Un altro incidente è tuttoro vivido nella mia memoria: un compagno brasileno postergò il suo ritorno a Rio de Janeiro, perchè nella sua breve permanenza non era riuscito a vedere Rocker. Citerò anche il caso di uno studente indiano venuto a fare delle ricerche nella biblioteca di Ann Arbor Michigan che voleva mettersi a contatto con Rocker. Gli fu dato il mio nome ed io provvidi per l'Incontro. Il compagno di Detroit che me lo aveva indirizzato, mi scriveva dicendomi che il giorno passato dallo studente in compagnia dei Rocker e nostra era stato il più bel giorno della sua vita. Potrei citare centinala di casi consimili, ma non farei che ripetermi. La ca-sa dei Rocker era sempre aperta ai compagni che venivano a cercare consigli, a ritemprarsi per essere pronti alla lotta, dopo avere ascoltato il consiglio e la parola del maestro. Dopo queste visite tutti se ne andavano sollevati e fortificati. • • • Stabilitosi negli Stati Uniti, la sua attività di conferenziere e scrittore divenne prodigiosa. Oratore fecondo era molto ricercato. Notevole la sua attività giornalistica. I,'ra i primi scritti pubblicati In America citerò "The Spanish Tragedy", come pure Il precedente "Spain Today". Per i tipi della casa editrice Seeker and Warburg di Londra nel 1938 pubblicò il libro "Anarcho-Syndicalism". Una seconda edizione ampliata e corretta fu pubblicata a Bombay, India. Nel 1937 la casa editrice Covicl-Friede di New York pubblicò il suo capolavoro "Nazionalismo e Cultura", libro •Che fu tradotto in 16 lingue. Della versione spagnola se ne sono pubblicate dodici edizioni e vendute più di centoventimila copie. Venne la volta del suo lavoro ,poetico "I Sei", tradotto e pubblicato in diverse lingue, fra le quali la cinese. Anche "Pioneers of American Freedom" usci poco tempo dopo. Quando Rocker seppe della morte del suo amico Max Nettlau, si decilse a scriverne la biografia e venne fuori "Max Nettlau l'Erodoto dell'Anarchismo". Fu allora che decise di seguire il consiglio insistente del Nettlau di scrivere la sua autobiografia. Questo lavoro che coni31ste in tre volwni (un complessivo di milletrecento pagine) fu pubblicato a Buenos Aires. Il secondo volume venne pure pubblicato in ebraico e In inglese sotto il titolo "The London Years" e fu commentato favorevolmente dalla OTTOBRE, 1958·· stampa inglese. A tutta questa produzione letteraria va aggiunto il suo articolo settimanale per il "Freie Arbeiter Stimme", il giornale dei compagni ebrei. La sua corri•spondenza era numerosa. Nel periodo che seguì la seconda guerra, quando il movimento libertario riprendeva vita e attività, riceveva lettere di compagni da tutti i paesi del mondo, nelle quali si chiedevano pareri, consigli, aiuti. Rocker rispondeva a tutti. Fu la sua influenza sui compagni e il movimento ebraico se questi esplicarono una grande attività di Croce RK>ssa e vennero in aiuto dei compagni bisognosi in ogni parte del mondo, attività che ancora continua. Nell'inverno del 1953, quando aveva passato gli ottanta anni, lui e Milly intrapresero l'ultimo dei giri di oonferenze negli Stati Uniti, giro che li portò fino a Los Angeles e San Francisco in California. Al ritorno ci raccontarono della bella acooglienza ricevuta ovunque si recarono. Ove fu ,possibile organizzare una conferenza i compagni erano ansiosi di ascoltarlo. Ritornarono nel Maggio 1954, stanchi e strapazzati dal viag,gio, ma entusiasti per lo spirito trovato fra i compagni residenti nei paesi visitati. • • • Dopo la morte di Milly nel Novembre 1955, Rocker scrisse quel piccolo cenno biografico di lei che è un vero gioiello. Fu pubblicato da J oseph Ishll in una edizione artistica privata, per i compagni e gli amici più intimi. Ma la perdita della sua Milly fu una perdita irreparabile. In lei perdette la compagna inseparabile di 58 anni e il dolore l'accasciò. Cercò conforto nel lavoro, nel figlio e il nipotino, nella corrispondenza, nel movimento, negli amici. Ma non val- 'Sero gli affetti e le cure. Non valsero le migliaia di lettere di conforto e di affetto dei compagni di tutto il mondo. L'ultimo suo compleanno, il 25 Marzo 1958, ero a casa sua. Mi mostrò centinaia di lettere e telegrammi ricevuti. Un compagno spagnolo, che insegna in una delle università di New York, veniva a casa sua due sere alla settimana ad aiutarlo nella corrispondenza in spagnuolo, lui badava a quella in francese, tedesca ed ebraica, il figlio badava a quella inglese. Quando stavamo per salutarci nella nostra ultima visita mi disse: "Sai Valerio, non posso più concentrore, non posso più produrre". Cercai di oonsolarlo dicendogli che 7
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