Controcorrente - anno XV - n. 8 - set.-ott. 1958

RICORSDUIRUDORLOFCK Vidi Rudolf Rocker l'ultima volta dieci giorni prima che morisse. Lo e la mia compagna eravamo andati a fargli visita quella.domenica come era nostra abitudine anche perchè quello era l'ultimo giorno che rimaneva a Crompond, prima di ritornare in città a casa del figlio. Ml abbracciò e baciò come al solito, poi ci >sedemmo alla medesima tavola, allo stesso posto e si cominciò a conversare come eravamo abituati a fare per tanti anni. Negli ultimi tempi era difficile parlare con lui perchè aveva quasi completamente ,perso l'udito. Come al solito volle essere informato sugli ultimi eventi Italiani, sui compagni, sulle attività del movimento in generale. Era ansioso di sapere come procedesse il lavoro per la pubblicazione del suo libro "Nazionalismo e Cultura" attualmente in corso di stampa in Italia. Soprattutto voleva sapere se la prefazione al libro era stata tradotta. Quella prefazione è l'ultimo scritto uscito dalla 'SUa penna nella versione inglese. Io avevo già spedito la copia a Virgilio Gozzoli perchè la traducesse e la rimettesse direttamente alla casa editrice. Mi raccomandò di fargliene avere copia per esaminarla nella versione italiana e conservarla nel suo archivio. Quella domenica Rocker era preoccupato per la situazione politica creata•si in Francia con l'avvento al potere del Gen. De Gaulle. Mi diceva che se De Gaulle dovesse venire a patti con Franco, sarebbe la fine dei nostri compagni spagnoli attualmente in Francia. "Sono convinto - aggiungeva - che I compagni resisteranno e sapranno dar conto di sè stessi, ma cosa ,poti,ebbero fare di fronte alle forze dell'armata francese?" La piega presa dagli eventi lo preoccupava molto. Era impossibile formulare proponimenti e prevedere quello che Il futuro tenesse in serbo. Ci intrattenemmo con lui oltre due ore e parlammo di tante cose. Nel corso della nostra conversazione avevo notato che era molto dimagrito. Dopn la morte di Mllly, avvenuta tre anni or sono, ogni volta che lo vedevo mi sembrava sempre più magro. • • • Conobbi Rudolf Rocker a New York poco dopo l'ascensione al .potere di Hitler in Germania. Un gruppo di compagni ebrei 6 ml aveva invitato ad una riunione intima in casa di questo rifugiato. Avevo sentito parlare di lui sovente. Avevo letto suol articoli su "Studi Sociali", il giornale che pubblicava Luigi Fabbri a Montevideo, tod in altre pubblicazioni che a quel tempo ricevevo. Quell'incontro fu una rivelazione. Fu il principio di una forte amicizia che durò fino alla sua morte e il cui ricordo sarà con me fino alla fine. I nostri incontri si fecero più frequenti. Sono sempre presenti nella mia mente gli incontri che generalmente avvenivano in casa nostra - la cara Milly e lui, Armando Borghi e la Catina, Mare Murachny, a quel tempo redattore del "Freie Arbeiter Stimme" e la sua compagna Johanna, Louis Zugati con Lisa, un compagno 'Spagnolo che ritornò In Spagna durante la guerra civile e ci lasciò la vita. Quelle sere, dopo una modesta cena, le discussioni si protraevano fino alle ore piccole del mattino. Si superavano le difficoltà linguistiche parlando in francese, inglese, italiano, spagnolo. Rocker che conosceva bene tutte le lingue, a•scoltava e rispondeva molto affabilmente, mantenendo la discussione viva. Quando Milly e Rudolf si trasferirono a Crompond, nella casetta donata loro dai compagni ebrei, situata nella Colonia fondata da Harry Kelley sulle sponde del Lago Mohegan, si andava spesso a far loro visita. Se si ritardava più dell'ordinario, era la immancabile cartolina di Milly che ci ricordava l'Impegno. Erano rarissime le volte che non trovassimo compagni e runici che si recavano da loro per passare un'ora, discutendo sulle cose nostre. Vi si incontravano compagni provenienti da tutte le par.ti del mondo che di passaggio da New York, desideravano incontrarsi e conoscere Milly e Rudolf Rocker. Insomma non era possibile passare da New York senza vi'Sitarli. Molte volte ho servito da guida a compagni venuti da lontano, desiderosi di incontrare i Rocker, prima di ritornare al loro paese. Ricordo una compagna di Buenos Aires, diretta al Canada, che fermandosi qui, la prima domanda rivolta ai compagni che andarono ad incontrarla allo sbarco, fu questa: - "Come faccio a vedere Rocker?" Bastò una ,telefonata e l'IndoCONTROCORRENTE

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