Controcorrente - anno XV - n. 8 - set.-ott. 1958

se gll domandassimo di farci dlormlre in qualche posto, per terra nell'isba, o nella stlalla, non importa dove, purchè non sia nella foresta dove il terreno è indurito dal gelo". "Stiamo facendio una bestialità" dico io, ma rimango lo stesso, sono troppo stanco, dopo tutto quell,o che si I! visto e passato. All'alba ho ancora la testa pesante, ma vedo il 'contadino che si alza ed esce. "Partiamo - dico - il vecchio d sta combinando qualcosa". Ci alziamo e ci vestiamo in fretta: ecco il contadino che ritorna: "VI mostrerò la strada", ci dice gentilmente. "Bene" dioo io e faocio segno ai compagni di non seguirlo. Ma è li contadino che ci .segue e ,più lontano, in un campo, ecco un altro contadino che sta in attesa, munito - come il :nostro - di un grosso bastone. "No, non cadremo più nelle mani di quelle beve, senza difenderci prima". Alza il bastone l!)er colpirmi sulla testa, allora io mi curvo e gli Infilo il mio piccolo coltello nel ventre e l'altro contadino riceve lo stesso regalo da Saul. Filiamo verso la foresta. E passiamo ancora due giorni e due notti a digerire quello che abbiamo mangiato. Il terzo giorno cl troviamo al margine di un bosco, vicino ad un grande villaggio. Esitiamo ad entrarvi. All'improvviso, ecco comparire cinque uomini armati di fucile, sono a cento metri da noi. Corriamo verso il villaggio: ci sparano dietro ed una pallottola colpisce al cuore Chaskel Kozecki che cade ucciso. Io mi nasoondo dietro una capanna. Poi, quando le fucilate cessano, esco. "Chi è quella gente?" chiedo ad un contadino. "Dei prigionieri eva:si", Ml sono appena avviato su una strada quando un uomo mi ferma: "I vostri documenti". E' un agente boche In borghese. Faccio finta di non capire. Egli grida, si arrabbia, mi conduce al posto di polizia di Gawrollne. Invento una storia: "Sono polacco, sono andato a Bialystock e ritorno a casa mia a Wlozsewo, ho perdutio I miei documenti". Mi mettono le manette ed un gendarme boche mi accompagna al posto di polizia polacca, a quattro chilometri. "Di le tue preghiere" mi dice il commlssariJo. "Nel nome del Padre, del Figliolo e dello Spirito Santo". "E poi continua". "Non le oo più", dico io. "Come disgraziato, sei polacco el non sai le tue ,preghiere". "Mio padre è morto quando avevo tre anni e mia madre era serro, "al mattino alla sera, lavorava e non aveva tempo d'inse28 gnarml le mie preghiere". "Svestiti e coricati per ,terra". Le guardie polacche mi spogliano di tutto e mi chiudono in prigione. Viene portato un gruppo di polacchi e di polacche, selvaggina raccolta dopo una caccia all'uomo. Vengo unito a questo gruppo di lavoratori "volontari", e sotto Il =e di Marcinkowski, sono mandato alla capitale stessa di questi assassini. ' Nessuno mi ha riconociuto come ebreo. La mia testa e la mia IJ)arlata contadina ml hanno salvallo la vita. Appena avevo un momento di respiro, sapete dove andavo? A vedere le rovine, certo, tutti quei bei palazzi distrutti dai bombardamenti, quelle strade intere ridot- ,te in macerie, quelle migliaia di uccisi che essi portavano via con i cam~on. "No, non è abbastanza - dicevo - non pagherete mai abbastanza per Treblinkl". lii. Quel giorno in cui, finalmente, li ho visti per terra, ero libero e non sapevo che farne della mia libertà. I francesi che lavoravano con me rientravalllO in Francia, i cechi in Cecoslovacchia, gli jugoslavi in Jugoslavia e tu, mio vecchio Chmoul, mi dico, bisogna che tu ritorni nella tua Polonia. Mi metto In cammino. Arrivo a Lodz: qua e là Incontro un raro sopravvissuto, uno o due ,per -villaggio e spesso neppure quelll e tutti mi dicono che i polacchi non SOlllO cambiati, che sono ancora più astiosi che prima: si dà la caccia, si uccidono gli ebrei, hanno paura che si venga a riprender loro ciò che hanno preso. No, dico io, non voglio più restare in questo paese, diove Il nostro sangue ebreo è scorso a fiumi. /mdare a Wloszewo, rivedere il mio pezzo di terra che un altro lavora, forse ancora la mia vacca, Il mio cavallo che avevo appena attaccato Il mattino che sono venuti ad arrestarci, ,poi le stanze dove vivevano mia moglie, mio figlio e trovarvi degli estranei. No, ml dico, no, · mio vecchio Chmoul, vi è ancora un solo ,posto per te, va in Palestina e là riprendi Il tuo aratro. · Ed eccomi che rifaccio la strada. Alla frontiera tedesca, incontro del soldati russi. "Dove vai?", mi chiedono. "In Palestina", dico. "Ma è lontano, e perchè val a piedi? Sai condurre un cavallo?". "Eh, sono contadino", dico io. "Allora, vieni con noi". Andiamo in una fattoria tedesca. Hanno CONTROCORRENTE

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