Controcorrente - anno XV - n. 8 - set.-ott. 1958

epicurei e •saremmo andati all'inferno. Invece a Firenze essere stato epicureo diventa va ' titolo di gloria. E io era stato epicureo I Un altro che mise fuoco - e che fuoco! - alla legna secca, fu Pasquale Villari, titolare di storia medioevale e moderna. · Era un omarino rtutto pepe, che dietro al tavolo verde da cui parlava, mostrava solo una vasta fronte. Ci spiegava le teorie sulla storia dell'umanità dovute ai grandi pensatori di tutti i tempi: Sant' Agostino e Bousset, Dante e Machiavelli, Vico e Monte'squleu, Buckle e Tocqueville. Le idee non ce le dava 1belle e fatte, perchè le ripetessimo a pappagallo e ne facessimo guanciali alla nostra pigrizia intellettuale. Ne suscitava in noi il bisogno, esponendoci le idee altrui. Ci lanciava nel mare aperto e malfido, ma affascinante, delle sintesi storiche immense. Se riuscivamo a nuotare, bene. Se no, avremmo 'Sempre fatto a tempo a ritirarci nella picoola navigazione di cabotaggio. A Napoli, sui venti anni, era stato alunno di De Sanctis - li mio De Sanctls. Fra li 1849 e li 1859 si era orientato definitivamente verso gli studi storici, in Toscana, ambiente imbevuto di reallsmlO metodico e prudente, ma fervido anch'esso colle preoccupazioni morali della, formazione nazionale. Accettava e predicava la necessità di sottomettersi alla rigida disciplina del metodi filologioo e storico. Ma cel'lti eccessi ed errori - Insegnava - che occorrono spesso nel costruire le grandi sintesi, mentre debbono essere criticati e eorretti, non debbono farci condannare quel tentativi. Essi sono una prova del bisogno, che sospinge il nostro spirito a unificare i dati della ricerca, sia pure con ipotesi provvisorie, sia <pure in sintesi fallaci. · Lo st,orico deve spiegare il passato, cioè risolvere il problema, per dir cosl quantitativo, di concatenare l fatti in sistemi di concomitanze e causalità. Ma nella scelta degli argomenti, a cui vuole applicare la curiosità, deve essere guidato da un vigile sentimento della funzione che hanno i suoi studi nella coltura politica e nelle preoccupazioni m'<>ralidel suo tempo. Un nostro alunno - raccontava - spese due anni nello studio di una ,pessima poesia In un dialetto italiano prodotta nel secolo XVIII, e ne scopri le fonti. Questa ricerca era fatta con tanta dottrina, con metodo dOSl rigoroso e con tale Ingegno, che lo addottorammo con lode. Ma ad quid per14 àitio haec1 Non sarebbe stato meglio occuparsi di altro? Non v'ha errore più ,pericoloso alla coltura politica di un pae'se, che negare la storia per la erudizione, e rompere cosi ogni ponte di passaggio fra il passato e il presente. Che le sue fossero lezioni di metodo st,orico, non direi. Altri In quella casa smobilitata o male ammobiliata che era la mia coltura, si prendeva cia•scuno la sua stanza e insegnava a metterla in ordine, restaurare i mobili sciancati, eliminare quelli di cattivo gustiO. Lui entrava in tutte le stanze, spalancava porte e finestre, faceva circolare l'aria e la luce, disfaceva magari l'ordine degli altri. Ufficialmente insegnava storia medioevale e moderna. In realtà ml insegnò a non essere una mummia. Fu lui che mi fece sentire la necessità di leggere L'ancien regime et la revoZution di Tocqueville, una delle opere più geniali che siano mai state scritte su un grande avvenimento storioo. Fu lui che mi fece scoprire la storia della letteratura inglese e l saggi critici e le origini della Francia contemporanea di Taine. Nel febbrai·o del 1891 Villarl andò a Roma ministro della pubblica istruzione. E fu supplito dal titolare di storia antica, Achille Coen. · Questi, al po'sllo del Villari, cl fece un corso sulle conquiste barbariche, e l'anno dopo, per la storia antica, un corso su le fonti per la storia di Alessandro Magno. Allora gli aeroplani · e i carri armati erano ancora di là da venire. Oggi, Villari mi fa pensare a un aeroplano, e Coen a un carro armato. Nelle sue lezioni l'analisi delle fonti, e la discussione di tutte le soluzioni possibili per un dato problema, si avanzavano, ogni notizia al suo posto, ogni idea al suo tempo, erano come i macigni di certe fabbriche ciclopiche fatte per sfidare i secoli. Nessun passo In avanti, prima che fossero anche scrupolosamente esplorati i più riposti nascondigli delle retrovie. E quando l fatti arrivavano, dopo settimane di ,prove, di correzioni, di controlli, a congegnarsi in un sistema omogeneo di affermazioni e di ipotesi, voi sentivate che quella, proprio quella, era la sola coordinazione di cui essi fossero capaci. Erano lezioni, oltre che di metodo storico, di ;probità intellettuale e di serietà morale. Spesso riuscivano pesanti; e gli esami facevano paura. Ma chi seguiva giorno per giorno, e poi ristudiava tutto Insieme per la prova CONTROCORRENTE

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