~DNDT~IOIII ,- . ,t,,t~Jr:\;, ; t'. "i-:,, October 1958 Rudolf Rocker
I FRANOI \ I COLLABORATORI faranno bene a farci tenere i loro scritti in tempo. Dovrebbero giungerci non più tardi della fine del mese successivo alla pubblicazione della rivista. • CONTROCORRENTE vuole circolare. Coloro che approvano la sua propaganda mandino un nuovo indirizzo oggi stesso. Aiutateci a penetrare nella casa proletaria. • LA BUSTA di ritorno che inviamo sovente con la rivista deve essere conservata. E' inviata per facilitare comunicazioni e rimesse di aiuti. Tutte le contribuzioni contano - non importa quanto modeste esse siano. • I COMPAGNI che desideran;o vedere la rivista uscire puntualmente si facciano vivi. Esprimano la loro solidarietà con due righe o una modesta contribuzione. • CONTROCORRENTE è una pubblicazione nonconformista. Non oonosce misoneismi. Combatte gli arrivisti di ogni colore. La sua porta è sempre aperta a coloro che hanno qualche cosa utile da dire. • COLORO che ricev01110la rivista e non la desiderano sono pregati di notificarcelo. Questa cortesia ci metterà in condizione di eliminare dalle liste nomi superflui. • COLORO che inviano contribuzioni e desiderano che il loro nome non appaia nelle liste della sottoscrizione faranno bene a oomunicarcelo. LE NUOVE disposizioni postali ipermetton.o un limitato numero di COPIE DI SAGGIO. Presto dovremo sospendere l'invio a coloro che non avra·nno inviato l'abbonamento. Chi desidera ricevere regolarmente la rivista provvede.. • LA STEREOTIPATA notifica della posta "Mloved - Left no Address", ci ha costretto a sospendere l'invio della rivista a molti compagni. Fra questi ve ne sono di quelli che siamo certi riceverebbero volentieri. Coloro che ci leggono sono pregati di mandare il nuovo indirizzo. • I COMPAGNI che non vedessero registra.te le loro contribuzioni correttamente sono pregati di notificarne l'amministrazione . CON VERO RAMMARICO registriamo la scomparsa di alcuni vecchi militanti, comunicataci dopo l'uscita dell'ultimo numero. Le loro attività nell'opera di seminagione per realizzare un migliore ordine sociale, saranno ricordate per lungo tempo. Erano quasi tutti lettori e sostenitori della rivista. Volendo evitare ripetizioni in eulogie sua:>erflue ci limitiamo alla menzione del nome e della data in cui il decesso è avvenuto . * RUDOLF ROCKER (86 anni>, a New York, il 10 settembre 1958. * ADOLFO BERTOLI, (78 anni) a Miami, Florida, il 16 settembre 1958. * ALBERTO GIULIANI (87 anni) a Philadelphia, il 20 settembre 1958. * MODESTINO RUSSO (69 anni> a E. Boston, Mass., il 5 ottobre 1958. * ALBINO SIMONCELLI, (69 anni) a New Eagle, Pa., il 27 settembre 1958. In questa triste circostanza Controcorrente esprime alle famiglie degli scomparsi i più vivi sensi di cordoglio. STATEMENT REQUIRED BY THE ACT OF AUGUST 24, 1912, AB AMENDED BY THE ACT OF MARCH 3, 1933, AND JULY 2, 1946 (Tille 3!), Unlted States Code, Sectton 233) SHOWING THE OWNERSHIP, MANAGEMENT, ANO CIRCULATION OF CONTROCORR:ENTE, publlshed Bl-monthly at Boston, Mass. ror Oct. 1 1958. 1. The names and addresse-8 ot the publtsher, editor, manatlng editor, and business managers are: Publisher, Aldino Fellcanl - 157 Milk Street, Boston 9, Mass. Editor, Aldino Fellcanl - 157 Milk Street, Boston 9, Mass. 2. The owner ts: (If owned by a corporation, Ila name and addrcss must be stated and al~o lmmediately U,1ereunder the names and addresses of stockholders ownlng or holding 1 percent or more of total amount of stock. If not owned by a corporatton, lhe names and addresses of the Jndtvldua.1 owners mu.st be gtven. If owned by a partn~:-shlp or other untncorporated flrm, its name and acldress, as well as that of each individuai member, must be glven.) Aldino Felfcar..1 - 157 Mtlk Street, Boston 9, Mass. 3. The known bondholders, mortgagees, and other secur'lty holders owntng or holding 1 percent or more of total a:nount of bonds, mortgages, or other securltles are: ,(If there are none, so state.) There are none. 4. Paragraphs 2 and 3 Include, tn cases where thestockholder or sccurity holder appears upon the books of the company as trustee or in any other ftduclary relatlon, the na.me of the person or corporaUon for whom such trustee 1s acUni;:; al!O the statement,5 tn the two paragraphs show the afftant's full knowledge and beltef a.s to thci clrcumstances and condltlons unde~ whlch stockholders and securlty holders who do not appear upon the books of the company as trustees, hold stock and securltle« In a capactty other than that of a bona fide owner. 5. The averaoe number of coples ot each tssuc of this publication sold or dlstr1buted, through the malls or otherwise, to pald subscribers durlng the 12 months precedlng the date' shown above was: (T.h1s lnformallon 1s requtred from datly, wl!ekly, semlweekly, and trlweekly newspapers only.) ALDINOFELICANI, Editor & Publisher Sworn to and subscrlbed before me lhls J~th day of October, 1958. My commtsslon explres Nov. 14., 1958. MARYG. HOGARTYN, otaryPublic
RIVISTA DI CRITICA E DI BATTAGLIA Fondata nel 1938 - Diretto-re: Aldino FellcanJ Indirizzo: CONTROCORRENTE, 157 Mllk Street, Boston 9, Mass. CONTROCORRENlTs Epubllshedbl•monthly.Mail addms: 157 Milk St., Boston.Aldiro Felicanl, Editor and Publlshe.r. Office of publicatlon157 Milk Strett, Boston9, Mass. Seccnd,tfass mail privllegesauthorizedat Boston,Mass. S.bscription $3 a y,a,. Voi. XV-No, 2 (New Serles J: 8) BOSTON, MASS. Sept.-Oct., 1958 INTEMADI SICUREZZ Scopo principale della politica estera di ogni nazione è quello di garantire i propri cittadini contro il pericolo di un attacco da una potenza straniera. DI fronte a que<sta fondamentale necessità ogni considerazione di prestigio nazionale, di estensione di mercati, di espansione territoriale diventa soltanto secondaria: in verità ogni successo ottenuto in altri campi diviene illusorio, se acquistato a prezzo di un rischio eccessivo della sicurezza nazionale. Mi pare quindi che ogni mossa nel campo della politica intHnazionale dovrebbe essere esaminata alla luce della seguente questione: la nuova situazione garantisce alla nostra nazione una maggiore oppure una minore sicurezza? Naturalmente questa domanda deve riferirsi non soltanto a fatti ed elementi presenti al momento attuale o di immediata attuazione, ma deve anche tener conto di quanto la nuova situazione sta creando, delle sue prevedibili conseguenze nel futuro, al• meno fino al punto che le facoltà umane possano con•sentlre. Cosi, per esempio, la incerta stabilità della società romana, al tempo in cui l'impero cominciò a decadere, non fu rafforzata dall'arruolamento mercenario nell'esercito di soldati e generali barbari, ma anzi l'immissione di questi elementi malfidi rese inevitabile in pochi decenni la distruzione dell'impero, anche se la sua agonia si protrasse per due o tre cento anni, attraverso a devastazioni, invasioni, insurrezioni e decadimento sociale. In questa luce, io credo, dovrebbero essere considerati gli avvenimenti di questi giorni nell'Estremo Oriente. Colla sospensione delle attive azioni offensive dei cinesi comunisti, può apparire che la politica americana di inflessibilità nell'appoggio del governo di Chian-Kai-shek abbia ottenuto una vittoria, procedendo nella strada della estensione della sicurezza per gli Stati Uniti nel Pacifico occidentale. Le ragioni della sospensione del bombardamento delle isole di Quemoy da parte dei cinesi non appaiono chiare, e gli ambienti direttivi della politica americana non ,possono nascondere il timore che non tutto sia cosi roseo come appare a prima vista. Ma ammettiamo pure che il governo comunista cinese abbia riconosciuto che non poteva ottenere un successo locale, che la rigidezza dello State Department americano non gli permetteva di scacciare da queste isole le forze nazionaliste senza arrischiare una terza guerra mondiale. Questa è evidentemente l'ipotesi più favorevole alla re• cente poiitica degli Stati Uniti, quella che fa gongolare I commentatori del tipo di Fulton Lewis. Quali saranno le conse• guenze? Due vie sono ora aperte allo State Department. La prima è quella di appro• fittare della tacita tregua, di far pressioni su Chiang perchè egli ritiri la miglior ,parte delle sue truppe dalle isole a poche miglia dalla costa cinese; ciò però significa che Chiang non soltanto rinuncia a imbarazzare la navigazione costiera dei cinesi, e a impedire loro l'uso di due porti importanti, ma anche che, evacuand-0 le basi militari di approccio per una invasione del conti•
nente, rinuncia al sogno di una riconquista della Cina continentale. Se pure questo piano appare ad ogni persona di buon senso un sogno irrealizzabile e destinato alla rovina di chi lo tentasse, esso è per altro la giustificazione dell'esistenza di un governo nazionalista cinese in Formosa. E' di fatti opinione generale che la rinuncia alla riconquista della Cina continentale, la distruzione delle remote speranze dei profughi giunti a Formosa con Chiang di ritornare oome pa• droni o almeno con la ristorazione di parte degli antichi privilegi alla loro patria, provo• cherebbe lo sfaldamento del governo nazlo• nalista. Probabilmente una buona parte dei profughi accetterebbe le offerte, più volte ripetute, di tolleranza da parte del governo cinese comunista, e ritornerebbe in patria sottomettendosi al nuovo ordine. Altri do• vrebbero cercare, ottenendo asilo In paesi stranieri, di crearsi finalmente una nuova vita, rinunciando all'illusione impossibile del ritorno ad un ordine sociale orma! sepolto. In ogni modo la esistenza di Formosa, come bastione contro l'espansione comunista, non potrebbe essere garantito altro che dalla aperta sua ,occupazione da parte di truppe americane. Perfino una internazionalizza• zione dell'isola, o la creazione di un nuovo stato indipendente neutrale, anche ammesso che ciò possa essere accettato dal governo di Pekino, non potrebbe che demolire ogni piano di difesa militare degli Stati Uniti basato sull'integrità della linea che va dal• l'Australia, attraverso le Filippine, Formo• sa, la Korea del Sud, fino al Giappone. L'altra via offerta allo State Department, senza una completa revisione della sua politica per il Pacifico ,occidentale, sta nel seguire ancora una volta i pian! militari di Chlang, di aiutarlo a rendere più forti le isole contese, dichiarandole parte integrale della difesa di Formosa, sfidando con ciò il giudizio dei critici militari degìi alleati europei, l'opinione pubblica di una grandissima parte del mondo e di una notevole parte degli americani stessi. Come conseguenza ogni soluzione ragionevole e razionale della situazione verrebbe pre· clusa. La proclamata intenzione di impedire 1SOluzlonidi forza ai problemi internazionali diventerebbe ridicola poichè evidentemente al governo cinese di Pekino verrebbe preclusa ogni via, eccetto quella della violenza, per eliminare la minacela di una guarnigione poderosa e pronta al· l'offensiva, in vista della sua costa. E' 4 concepibile che il governo di Pekino non possa, allo stato attuale dei suoi armamenti e delle sue risorse, arr!;chiare una spedizione che ,potrebbe esporre il suo territorio a rappresaglie di bombe nucleari. Forse anche il timore di essere abbandonato dal· l'alleato russo, se veramente le cose si mettono male, nonostànte le proclamazioni di amicizia e di fedeltà, ,pub e'SSere per ora un freno a passi irrimediabili. Ma nessuno si può oramai illudere che la Cina, che fu capace di sbaragliare MacArthur nel 1950, non sia destinata ad accrescere rapidamente nel futuro la propria capacità militare ed a modernizzare sempre più il proprio equipaggiamento di guerra. Che avverrà se fra qualche mese i cinesi comunisti riprendono il bombardamento di Quemoy e Matsu non oon artiglierie di vecchio modello, ma con "mi'SSiles" anche soltanto di piccola portata, con esplosivi di tipo classico? Che avverrà se, come è facile prevedere, le nuo• ve artiglierie a reazione permetteranno al governo di Pekino di colpire anche i porti di Formosa, se non pure di ridurre questa isola intex,a in rovina? In fondo, i tedeschi quasi quindici anni fa, bombardarono Londra da una distanza non molto minore di quella che separa Formosa dalla terraferma: se anche gh americani potranno controbattere con ,simili artiglierie impiantate su Formosa, il tentare di ridurre al silenzio batterie ben piazzate e protette è un compito ben divenso da quello di lmpe· dire il traffico in porti navali ed aerei in zone ristrette. Ma più ancora oome potrà una politica americana condotta sui presenti binari ~alvarsi nel caso della morte di Chiang? Questi è oramai più che settantenne, e, se pure vogliano evitare la vecchia polemica sulla incapacità e la corruzione del governo nazionalista cinese, sulla sua insensibilità al progresso sociale e morale del mondo, pure non possiamo dimenticare che i Formosan! accolsero Chiang, nove anni fa, con una rivolta, che solo mesi di sanguinosa repressione poterono domare. Come pure non possiamo trascurare il fatto che nessuna sanzione popolare, nè nella Cina continentale, nè in Formosa, ci autorizza a credere che il governo nazionalista p05sa sopravvivere ad una crisi che colpisce il piccolo · gruppo dirigente. Cl si dice che Chiang, in previsione della inevitabile morte, stia preparando il proprio figlio primogenito, ora ministro di polizia nel suo governo, alla CONTROCORRENTE
successione. .Ma che è questo? Quali diritti può vantare una dinastia di Chiang? Possiamo proprio essere sicuri che la fedeltà dei vecchi gruppi nazionalisti sarà trasferita ad un nuovo leader tsenza contrasti? E' seria una politica estera che, anche ammettendo la continuazi-one dell'armistizio intorno a Formosa, il che è tutt'altro che certo, ba>sa i suoi plani sulla sopravvivenza di un settantaduenne? Per quanto tempo noi saremo sicuri in queste circostanze? Non mi pare quindi che si possa sostenere che la presente situazione sia solidamente favorevole alla politica degli Stati Uniti, quale essa è ora. Si deve trovare un'altra alternativa ai problemi che confrontano la nazione nei rapporti cogli altri paesi, che riconosca l'ineluttabile, senza riserve di ipocrita moralismo. Cioè che ammetta, sia in confronto della Cina che di altre nazioni nuove o rinnovate nella loro struttura, la necessità della creazione di forme sociali e di governo anche se esse sono in contra>sto con ordini costituiti e sopratutto con i punti di vista del sistema politico americano, che offra veramente con spirito fraterno un aiuto ed un esempio a chi lotta contro l'asservimento e la povertà. In questa occasione, l'esame delle condizioni che garantiscono la nostra sicurezza potrebbe estendersi anche a campi ben ,più vicini a noi che la costa cinese. L'acer.bità delle polemiche relative alla situazione nell'estremo oriente si è riflessa In varie dichiarazioni di elementi respon'Sabili nella amministrazione, che sono assai indicative di uno stato di mente molto pericoloso. Esse vanno da demagogiche distorsioni di verità, come l'affermazione del presidente Eisenhower, nel suo appello alla nazione, che il governo di Chiang deve essere sostenuto come rappresentante delle forze della libertà e della democrazia, fino a ben più vigorose manifestazioni di autoritarismo. Accenno al caso del discorso del segretario Dulles, che affermò che l'opinione pubblica non poteva avere influenza nella determinazione della politica da seguire, a1i•esplosione di Ira del vice presidente Nixon, che denunciò come quasi tradimento la comunicazione, fatta da un impiegato dello State Department, ,sulla percentuale cli lettere dal cittadini americani contrarle alla politica estera dell'amministrazione pervenute a Washington, ed alla sconveniente accoglienza del presidente alla lettera del senatore Green, che privatamente gli esprimeva i suol fondati timori. Tutti questi casi Indicano un serio peggioramento dell'ambiente spirituale entro cui l'amministrazione americana agisce. Se da una parte è giustificato che l'opinione pubblica non debba Influire definitivamente sulle decisioni di politica estera, in mancanza di documenti e prove che non possono essere fatti palesi, è dovere della amministrazione di presentare i suoi punti di vista senza ricorrere a sotterfugi, come pure di accettare e valutare correttamente l'espressione dell'opinione dei cittadini. Nel clima politico in cui ancora crediamo di vivere, alla difesa del quale l'ammini1Strazione ,pretende di agire, ogni incidente del genere può soltanto creare dubbi, diminuire la fiducia popolare nel governanti, Infine minare il senso di sicurezza che una savia politica estera dovrebbe garantirci. Davide Jona LA SOLITA SPECULAZI O'NE La morte del Papa è stata sfruttata dai furbi,. E' facile comprenderne le ragioni. Un Papa non muore tutti i giorni. E' stata una gara nel produrre fotografie di ogni dimensione, con le quali si sono arredate le vetrine dei negozi più noti - dai negozi di lusso at produttori di ricotta. Gli annunciatori italiani alla radio hanno approfittato dell'evento per fare sfoggio di rettorica sconclusionata. Il "Papa della pace" è stato il tema preferito, anche se coloro che hanno maggiormente sfruttato l'evento sono stati sostenitori, partigiani della guerra mussoliniana, in Grecia, in Abissinia . .. Essi - i fascisti di ieri - si sono consumati negli elogi più sperticati di Papa Pio XII perchè sapevano di osannare il pontefice che in vita fu sempre pronto a benedire i soldati di Mussolini e di Hitler •. . La storia dirà se Pacelli non sia stato sostenitore det criminali del teschio di morto e della guerra. Buffoni! OTTOBRE, 1958 5
RICORSDUIRUDORLOFCK Vidi Rudolf Rocker l'ultima volta dieci giorni prima che morisse. Lo e la mia compagna eravamo andati a fargli visita quella.domenica come era nostra abitudine anche perchè quello era l'ultimo giorno che rimaneva a Crompond, prima di ritornare in città a casa del figlio. Ml abbracciò e baciò come al solito, poi ci >sedemmo alla medesima tavola, allo stesso posto e si cominciò a conversare come eravamo abituati a fare per tanti anni. Negli ultimi tempi era difficile parlare con lui perchè aveva quasi completamente ,perso l'udito. Come al solito volle essere informato sugli ultimi eventi Italiani, sui compagni, sulle attività del movimento in generale. Era ansioso di sapere come procedesse il lavoro per la pubblicazione del suo libro "Nazionalismo e Cultura" attualmente in corso di stampa in Italia. Soprattutto voleva sapere se la prefazione al libro era stata tradotta. Quella prefazione è l'ultimo scritto uscito dalla 'SUa penna nella versione inglese. Io avevo già spedito la copia a Virgilio Gozzoli perchè la traducesse e la rimettesse direttamente alla casa editrice. Mi raccomandò di fargliene avere copia per esaminarla nella versione italiana e conservarla nel suo archivio. Quella domenica Rocker era preoccupato per la situazione politica creata•si in Francia con l'avvento al potere del Gen. De Gaulle. Mi diceva che se De Gaulle dovesse venire a patti con Franco, sarebbe la fine dei nostri compagni spagnoli attualmente in Francia. "Sono convinto - aggiungeva - che I compagni resisteranno e sapranno dar conto di sè stessi, ma cosa ,poti,ebbero fare di fronte alle forze dell'armata francese?" La piega presa dagli eventi lo preoccupava molto. Era impossibile formulare proponimenti e prevedere quello che Il futuro tenesse in serbo. Ci intrattenemmo con lui oltre due ore e parlammo di tante cose. Nel corso della nostra conversazione avevo notato che era molto dimagrito. Dopn la morte di Mllly, avvenuta tre anni or sono, ogni volta che lo vedevo mi sembrava sempre più magro. • • • Conobbi Rudolf Rocker a New York poco dopo l'ascensione al .potere di Hitler in Germania. Un gruppo di compagni ebrei 6 ml aveva invitato ad una riunione intima in casa di questo rifugiato. Avevo sentito parlare di lui sovente. Avevo letto suol articoli su "Studi Sociali", il giornale che pubblicava Luigi Fabbri a Montevideo, tod in altre pubblicazioni che a quel tempo ricevevo. Quell'incontro fu una rivelazione. Fu il principio di una forte amicizia che durò fino alla sua morte e il cui ricordo sarà con me fino alla fine. I nostri incontri si fecero più frequenti. Sono sempre presenti nella mia mente gli incontri che generalmente avvenivano in casa nostra - la cara Milly e lui, Armando Borghi e la Catina, Mare Murachny, a quel tempo redattore del "Freie Arbeiter Stimme" e la sua compagna Johanna, Louis Zugati con Lisa, un compagno 'Spagnolo che ritornò In Spagna durante la guerra civile e ci lasciò la vita. Quelle sere, dopo una modesta cena, le discussioni si protraevano fino alle ore piccole del mattino. Si superavano le difficoltà linguistiche parlando in francese, inglese, italiano, spagnolo. Rocker che conosceva bene tutte le lingue, a•scoltava e rispondeva molto affabilmente, mantenendo la discussione viva. Quando Milly e Rudolf si trasferirono a Crompond, nella casetta donata loro dai compagni ebrei, situata nella Colonia fondata da Harry Kelley sulle sponde del Lago Mohegan, si andava spesso a far loro visita. Se si ritardava più dell'ordinario, era la immancabile cartolina di Milly che ci ricordava l'Impegno. Erano rarissime le volte che non trovassimo compagni e runici che si recavano da loro per passare un'ora, discutendo sulle cose nostre. Vi si incontravano compagni provenienti da tutte le par.ti del mondo che di passaggio da New York, desideravano incontrarsi e conoscere Milly e Rudolf Rocker. Insomma non era possibile passare da New York senza vi'Sitarli. Molte volte ho servito da guida a compagni venuti da lontano, desiderosi di incontrare i Rocker, prima di ritornare al loro paese. Ricordo una compagna di Buenos Aires, diretta al Canada, che fermandosi qui, la prima domanda rivolta ai compagni che andarono ad incontrarla allo sbarco, fu questa: - "Come faccio a vedere Rocker?" Bastò una ,telefonata e l'IndoCONTROCORRENTE
mani eravamo a Crompond. Un altro incidente è tuttoro vivido nella mia memoria: un compagno brasileno postergò il suo ritorno a Rio de Janeiro, perchè nella sua breve permanenza non era riuscito a vedere Rocker. Citerò anche il caso di uno studente indiano venuto a fare delle ricerche nella biblioteca di Ann Arbor Michigan che voleva mettersi a contatto con Rocker. Gli fu dato il mio nome ed io provvidi per l'Incontro. Il compagno di Detroit che me lo aveva indirizzato, mi scriveva dicendomi che il giorno passato dallo studente in compagnia dei Rocker e nostra era stato il più bel giorno della sua vita. Potrei citare centinala di casi consimili, ma non farei che ripetermi. La ca-sa dei Rocker era sempre aperta ai compagni che venivano a cercare consigli, a ritemprarsi per essere pronti alla lotta, dopo avere ascoltato il consiglio e la parola del maestro. Dopo queste visite tutti se ne andavano sollevati e fortificati. • • • Stabilitosi negli Stati Uniti, la sua attività di conferenziere e scrittore divenne prodigiosa. Oratore fecondo era molto ricercato. Notevole la sua attività giornalistica. I,'ra i primi scritti pubblicati In America citerò "The Spanish Tragedy", come pure Il precedente "Spain Today". Per i tipi della casa editrice Seeker and Warburg di Londra nel 1938 pubblicò il libro "Anarcho-Syndicalism". Una seconda edizione ampliata e corretta fu pubblicata a Bombay, India. Nel 1937 la casa editrice Covicl-Friede di New York pubblicò il suo capolavoro "Nazionalismo e Cultura", libro •Che fu tradotto in 16 lingue. Della versione spagnola se ne sono pubblicate dodici edizioni e vendute più di centoventimila copie. Venne la volta del suo lavoro ,poetico "I Sei", tradotto e pubblicato in diverse lingue, fra le quali la cinese. Anche "Pioneers of American Freedom" usci poco tempo dopo. Quando Rocker seppe della morte del suo amico Max Nettlau, si decilse a scriverne la biografia e venne fuori "Max Nettlau l'Erodoto dell'Anarchismo". Fu allora che decise di seguire il consiglio insistente del Nettlau di scrivere la sua autobiografia. Questo lavoro che coni31ste in tre volwni (un complessivo di milletrecento pagine) fu pubblicato a Buenos Aires. Il secondo volume venne pure pubblicato in ebraico e In inglese sotto il titolo "The London Years" e fu commentato favorevolmente dalla OTTOBRE, 1958·· stampa inglese. A tutta questa produzione letteraria va aggiunto il suo articolo settimanale per il "Freie Arbeiter Stimme", il giornale dei compagni ebrei. La sua corri•spondenza era numerosa. Nel periodo che seguì la seconda guerra, quando il movimento libertario riprendeva vita e attività, riceveva lettere di compagni da tutti i paesi del mondo, nelle quali si chiedevano pareri, consigli, aiuti. Rocker rispondeva a tutti. Fu la sua influenza sui compagni e il movimento ebraico se questi esplicarono una grande attività di Croce RK>ssa e vennero in aiuto dei compagni bisognosi in ogni parte del mondo, attività che ancora continua. Nell'inverno del 1953, quando aveva passato gli ottanta anni, lui e Milly intrapresero l'ultimo dei giri di oonferenze negli Stati Uniti, giro che li portò fino a Los Angeles e San Francisco in California. Al ritorno ci raccontarono della bella acooglienza ricevuta ovunque si recarono. Ove fu ,possibile organizzare una conferenza i compagni erano ansiosi di ascoltarlo. Ritornarono nel Maggio 1954, stanchi e strapazzati dal viag,gio, ma entusiasti per lo spirito trovato fra i compagni residenti nei paesi visitati. • • • Dopo la morte di Milly nel Novembre 1955, Rocker scrisse quel piccolo cenno biografico di lei che è un vero gioiello. Fu pubblicato da J oseph Ishll in una edizione artistica privata, per i compagni e gli amici più intimi. Ma la perdita della sua Milly fu una perdita irreparabile. In lei perdette la compagna inseparabile di 58 anni e il dolore l'accasciò. Cercò conforto nel lavoro, nel figlio e il nipotino, nella corrispondenza, nel movimento, negli amici. Ma non val- 'Sero gli affetti e le cure. Non valsero le migliaia di lettere di conforto e di affetto dei compagni di tutto il mondo. L'ultimo suo compleanno, il 25 Marzo 1958, ero a casa sua. Mi mostrò centinaia di lettere e telegrammi ricevuti. Un compagno spagnolo, che insegna in una delle università di New York, veniva a casa sua due sere alla settimana ad aiutarlo nella corrispondenza in spagnuolo, lui badava a quella in francese, tedesca ed ebraica, il figlio badava a quella inglese. Quando stavamo per salutarci nella nostra ultima visita mi disse: "Sai Valerio, non posso più concentrore, non posso più produrre". Cercai di oonsolarlo dicendogli che 7
era venuto il tempo di godere un po' di riposo. - Hai ragione, mi di•sse- ma questo non mi doveva accadere. Dieci giorni dopo moriva per esaurimento cardiaco. Quel cuore generoso che aveva avuto tanti palpiti per l'umanità sofferente, quella mente poderosa che aveva dato I frutti del isuo pensiero a noi e ha dato alla nostra vita lo soopo di essere vissuta, quel cuore e quella mente Il giorno che non poterono più dare non vollero più vivere. 13 Ottobre 1909 Ai suoi funerali ho visto le lagrlme sul vh~o di tanti compagni presenti. Ho visto uomini e donne con le cruccle e nella sedia degli Invalidi. Ho visto e provato cosa è il dolore di perdere Il più caro, Il più amato del compagni. Adesso, per espresso suo desiderio, le sue ceneri sono mescolate con quelle della sua Milly - come furono 'Uniti In vita, c<1sl sono uniti nella morte. Valerlo RIEVOCAZIONE DIFRANCISFCEORRE Ogni anno I liberi pematorl commemorano l'anniversario della morte di Francisco Ferrer y Guardia, fucilato Il 13 ottobre 1909 sotto l'accusa di ever promosso la rivolta di Barcellona contro la spedizione al Marocco. Ferrer, anche se approvò nell'animo quei moti, come fu allora dimostrato e largamente documentiato sulla stampa francese, non vi ,partecipò direttamente. La sua fucilazione perciò ebbe Il cerattere d'una rappresaglia Iniqua del governo clericale contro il fondatore della Scuola Moderna, che non faceva mistero della 'Sua qualità di Libero Muratore. Francisco Ferrer fu soprattutto anarchico, non solo per aver partecipato al movimento libertario spagnolo e Internazionale, ma specialmente per le dottrine pedagogiche professate. Non bisogna confondere I principi della pedagogia libertaria con la accusa che la Scuola moderna di Ferrer fosse antireligiosa o soltanto enticlericale. Il S'llo fondatore !SOSteneva che certi problemi non si dovevano porre ai fanciulli, e appunto per questo, combatteva l'Insegnamento catechistico della scuola confessionale. Ma l'ideale pedagogico, a cui s'Ispirò, fu quello della tradizione libertaria, che cominciò subito dopo la rivoluzione francese col Godwln ed ebbe notevole sviluppo nel secolo XIX. Un gruppo d'Iniziativa per la scuola libertaria pubblicò nel 1898 un opuscolo intitolato "La llbertè par l'enselgnment", in cui si precisava un vero programma pedagogico e didattico. Quello scritto portava la firma di Eliseo Reclus, 8 Luisa Miche!, Jean Grave, Carlo Malato, Pietro Kropotkin. Gli anarchici 'SOstenevano che la scuola ufficiale sofl'oca lo spirito di iniziativa, impone idee preconcette, spegne l'individualità, devia le naturali energie dei fanciulli, mentre una scuola sana deve svegliar le naturali energie, suscitar l'iniziativa, mettere In luce le attlt'lldini varie favorendone la libera esplicazione, suscitando lo spirito critico, elevando Il senso di dignità e responsabilità ,perSOnale, educando Il sentimento di 'SOlldarletà umana. Per quanto concerne la didattica, la pedagogia libertaria bandisce ogni coercizione fisica e morale, la disciplina Imposta, i programmi obbligatori e Il sistema delle classificazioni propugnando l'Insegnamento integrale per lo sviluppo armonico di tutto l'essere umano, razionale, ossia ba!Sato sulla ragione conforme agli sviluppi della scienza, misto pel benefico Influsso morale della coeducazlone. Fine dell'educazione: l'avvento d'uomini liberi e rispettosi della libertà altrui, capaci di vivere In una società esente da ogni coercizione. Non mancarono, anche prima della Scu'Ola moderna di Ferrer, I tentativi di libere scuole Ispirate al principi libertari. Paolo Robin, anarchico francese, amico di Bakunln, creò la famosa scuola di Cempuls, che Il Governo s'affrettò a sopprimere. La scuola di Tolstol a Jsnala Poliana ebbe il carattere particolare prevalentemente religioso, che tutti sanno. Il gruppo d'Iniziativa di Parigi, sebbene incoraggiato da Emll!o Zola, per mancanza di fondi si limitò a corsi serali, che dettero poi luogo ad UniCONTROCORRENTE
versità popolari. Non vita lunga ebbero la "Ruche" (l'Alveare) fondata da Sèba•stien Faure a Rambouillet e l'"Avenir Socia!" di Maddalena Vernet ,a Elpinay. A Clivio, paesello del Comasco, a spese d'operai italiani residenti in America, visse per qualche anno una scuola regolare con criteri libertari, ma fu soppressa naturalmente dal fascismo, che impedl pure la realizzazione di una più vasta iniziativa pr-0mos3a da Luigi Molinari, fondatore della rivista Università Popolare. Di tutti questi tentativi il più valido e perciò il più temuto, anche per l'ambiente, in cui operò, fu senza dubbio quello di Francisco Ferrer, che, disponendo di notevoli mezzi finanziari, riuscì a creare non solo una Scuola molto frequentata a Barcellona ed altre in diverse città della Spagna, ma soprattutto una Casa editrice e tre riviste scola'Stiche. Egli stav,a per creare a Barcellona anche una Scuola Normale, considerata indispensabile per la carenza di maestri capaci d'applicare il metodo libertario nelle Scuole Moderne, quando fu arrestato e ucciso. Chi scrive ebbe corrispondenza con lui, perchè "La Pace" di Genova si occupava di edizioni pedagogiche per merito d'una sua redattrice libertaria: Fanny Dal Ry, che fondò e diresse un Istituto per fanciulli anormali, creato per iniziativa dell'Amministrazione comunale democratica. Col nome di Francrsco Ferrer, poche settimane dopo l'assassinio, sorse a Genova un ricreatorio laico, diretto dalla stessa Dal Ry. "La Pace", nel primo anniversario della morte ,pubblicava un autografo del martire dedicato ai Maestri, da cui stralciamo queste parole, che sono purtroppo ancora di tri•ne attualità: "Pensiamo che la guerm è l'aberrazione più criminale (la mas criminai aberracion de los h-Ombres) e il militarismo !'accolta de' suoi esecutori: l'una e l'altro sostengono il privilegio. Prendiamo quindi impegno a mettere in luce che la pace fondata sulla giustizia sociale è il maggiore bene, a cui possa aspirare l'umanità, come la fratellanza della società futura 'sarà la sua più luminosa ricompensa". Ezio Bartallnl RICORDANDO CARLO TRESCA In questo scrltbo non parliamo dell'infamia del nemico, la quale tutti ben conosciamo e sappiamo altresl che quando si tratta d'arrestare la marcia ascensionale del lavoro esso si serve di tutti i mezzi non escluso l'aS9assinio. Ci riferiremo invece ai nostri fratelli di lotta, i quali anche essi oome noi avrebbero avuto l'Imprescindibile dovere di difen• dere la vittima. Invece, non senza disgusto, abbiamo visto oome essi se ne siano re-stati tranquillamente a tacere scusando il loro menefreghismo dietro Io stupido pretesto che Tresca non si disse anarchico. Ma via! Scoprite le vostre zucche in• giallite. La cronistoria della tormentata odissea del proletariato non è fatta solo dagli anarchici. Il martirio di Giacomo Matteotti fece una propaganda più efficace di mille v,oiumi scritti dai dottrinari che sono la vera peste del nostro movimento. Durante la rivoluzione spagnuola alcuni dei soliti dottrinari, cui piace la vita dei comodi salotti, scrissero a Durrutl impegnato in trincea a far fronte al nemico. Gli si chiese se avesse potuto lasciare provvisoriamente il fronte per recarsi in città, onde aiutarli a risolvere certi problemi che OTTOBRE, 1958 li preoccupavano. Durruti rispose di ar· rangiarsi fra loro ,perchè egli e I suoi compagni al fronte problemi che aspettavano di essere risolti ne avevano abbastanza. Questo per la storia. E che sia detto •non solo per i santoni della sacra confrater· nita di qui, ma anche per quelli del firmamento Europeo i quali - grazie al loro stomaco di cemento armato - anche essi non si sono fatti scrupolo d'adattarsi al silenzio vile, perchè altrimenti le bric• ciole della pagnotta di qui non sarebbero arrivate mai più. Triste privilegio dei gazzettieri ignobill che scrivono solo per chi può ,pagare e può premiare. Non avendo noi nè bricciole da difendere e nè scomuniche da temere, restiamo pienamente solidali e sentiamo pure una riconloscenza infinita fatta d'amore e di ammirazione per tutti coloro che lottarono e diedero la vita ,per la fratellanza economica e la libertà integrale di tutti. Perchè anche se non si dissero anarchici, il sangue che essi hanno versato ha giovato lo stesso alla causa delle nostre idee e ci ha aiutati a salvare l'onore della nostra bandiera. L. Cairo San J 0':9e, Cali f. 9
La Repubblica Federale Tedesca Grazie agli aiuti ed ai favori americani, la Repubblica federale tedesca, alla quale presiede Conrad Adenauer, è oggi la meraviglia del mondo borghese. La Repubblica federale nacque da una necessità della "guerra fredda" - quella di dimostrare alla Germania orientale che per i tedeschi valeva farsela con l'Occidente. Essa ,perciò fu una creazione unilaterale, più per opporsi, da parte dl Washington, Londra e Parigi alle domande di risarcimento di danni avanzate dall'Unione Sovlettica per le deva•stazioni e distruzioni subite per mano della Germania nazista, che per le usuali considerazioni idealistiche messe avanti dai politici borghesi per coglionare il grosso pubblico. Ii capitalismo aveva di mira li potenziale dell'Industria germanica e voleva acciuffarlo a qualunque costo. Contrariamente a quanto si crede, i bombardamenti strategici Alleati non avevaillO di•strutto che il dieci ,per cento dell'apparato industriale tedesco, che se non funzionante, era in massima parte intatto. I capitalisti anglo-americani sin dai tempi di Hitler avevano avuto le mani. in ,pasta nelle industrie maggiori della Germania, e le relazioni erano state continuate con dissimulazione durante il conflitto. Gli americani e gli inglesi avevano avuto forti connessioni con il monopolio dell'acciaio Krupp e con quello chimico I. G. Farben. Quest'ultimo aveva forti ramificazioni internazionali, quasi dominando l'industria chimica di ogni paese borghese con l suoi interlocking directorates. Per gli Alleati occidentali si trattava allora di salvare dalle grinfl~ dell'orso russo, come tacitamente ammettevano, questo va'Sto impero economico; ciò non si poteva fare se non mandando a monte l'alleanza di guerra e mettendosi decisamente contro le domande di riparazioni avanzate da Mosca. Tutti gli incidenti diplomatici e militar! • che da quindici anni a questa parte si sono avuti tra l'Occidente e l'Oriente, hanno avuta la loro origine nella difesa degli interessi capitalistici in Germania. Da amica (anche 'Se amica per necessità) l'Unione Soviettica è stata considerata e trattata come una nemica. Dalla ostile politica del Governi occidentali la Russia non solo si è sentita offesa, ma si è sentita anche defraudata. Dopotutto l'Unione Sovlettica 10 era una vittima della guerra delle nazioni borghesi, anche perchè queste nazioni avevano a suo tempo finanziato la preparazione bellica nazista con l'intendimento che un giorno sarebbe stata rivolta contro li paese del socialismo. L'idea di fare della Germania occidentale una entità statale si sviluppò durante il periodo dell'Amministrazione di Truman, in cui John Foster Dulles fungeva da consigliere repubblicano per quanto concerneva la politica estera. In questo momento i monopolii Krupp e Farben operavano dietro le quinte, in America e ln Inghilterra, perchè la loro Germania fosse dichiarata Stato indipendente. Questo Stato fu dichiarato tale e ben ,presto rivelò un atteggiamento arrogante e presuntuoso verso l'Unione Sovlettica, manifestando desideri! di rivincita. Ii nuovo Stato divenne per gli Alleati capitalistici Il "bastione'' confessato della lotta contro !I comunismo. Venuti al potere i repubblicani In America la politica di "containment" di Truman divenne ,politica di "liberazione" sotto Foster Dulles - significando che i popoli cosidetti "satelliti" dovevano con una nuova guerra ritornare sotto il dominio borghese. La politica Alleata è riU'SCitacosi bene a fare della Germania occidentale - il cui nome ufficiale è quello di Repubblica Federale - il perno del sistema bellico occidentale, che Il suo apparato militare è sotto il comando di noti utflciali hitleriani. Un generale rimasuglio degli eserciti nazisti è il comandante europeo delle forze della Nato che, nella sua parte politica è presieduta da quel ... bel tipo di ... socialista che risponde al nome (molto riverito negli ambienti della borghesia) dl Paolo Enrico Spaak del Belgio. La Repubblica federale è parte cospicua della capitalistica alleanza, e nella vita economica e politica dei ,pae-si continentali li suo peso è sentito dappertutto. Ciò che non riusci a fare Hitler oon le sue legioni e con la sua dottrina della superiorità germanica, riuscirà a farlo la Germania di Adenauer, anche perchè dietro dl lui c'è la Chiesa cattolica e Il mondo è pieno zeppo di fessi. Gli scribi borghesi tutbo ciò descrivono come un "miracolo''. Ma guardando ai fatti e scartando Il romanticismo, facilmente sl 'J>UÒ vedere che Il miracolo è stato fatto CONTROCORRENTE
dai dollari americani. Non solo i finanzieri internazionali hanno fatto un buon affare investendo capitali nelle industrie tedesche, ma quando Il Governo di Washington è stato generoso con le prestazioni dal fondi dell'erario pubblico. I prestiti governativi non saranno mai ripagati, perchè lntenzlo• nalmente sono stati fatti a fondo perduto, e poi essi sono stati fatti col preciptt0 ·scopo di servire I fini della "guerra fredda", fa. cendo della Repubblica federale una mostra di riabilitazione politica, economica e morale, per dimostrare ai popoli orientali le ... superiorità del capitalismo sul socialismo. Intanto, gll effetti deleteri di questa politica per le economie dei paesi benefattori sono fortemente 'Sentiti e tacitamente deprecati. I prodotti industriali tedeschi Invadono sempre più Il inercato americano e fanno attiva concorrenza alla produzione inglese nel mercato Internazionale. I .tede• schl possono fare questo, in primo luogo per gli aiuti americani, In secondo iperchè I lavoratori della Repubblica federale sono del buoni asini da soma, facendosi docilmente sfruttare, ed In terzo perchè questa Repubblica, fln'oggi, non è stata gravata di spese militari di grande portata, usando cosi i suoi capitali per le industrie. Questa è una delle ragioni per cui l'economia ca• pitalistlca è in seri! guai. Quello che sembrava una dimostrazione di rinascita e di intraprendenza si è risolto In un disastro generale per il mondo borghese. Questo mondo deve ringraziare J ohn Foster Dulles - l'architetto della nuova Santa Alleanza della reazione e del conservatorismo mondiale - per tale penoso risultato. In ogni modo il suo primo accolita - Conrad Adenauer, raccoglie I frutti a piene mani per ora, mentre pantalone, ovvero quelli che in America pagano le tasse, cl rifonde di tasca. M. De Clampls CONTROCORRENTE, giova ripeterlo, è una pubblicazione volontaria. E' espressione di un gruppo di uomini che si è dedicato alla lotta in difesa della libertà per convinzione e non per tornaconto. Nessuno di coloro che sono interessati nella sua pubblicazione percepisce un soldo di rimunerazione. E' fatta nei ritagli ài tempo. La rivista conta - come sempre - sulla cooperazione volontaria degli uomini liberi che credono la sua opera efficace. .JOSEPB B. ZAVAREIJ.A L'8 ottobre 1958 cessò di vivere J oseph B. Zavarella, editore del fu "Il Risveglio" di Dunkirk, N. Y. Lo Zavarella era nato a Pratola Peligna, negli Abruzzi, 78 anni or sono. Si dedicò al giornalismo sin da giovanetto, collaborando a "Il Germe" e "La Demo· crazla", ambedue pubblicati a Sulmona, per scuotere l'apatia secolare della massa contadina, !Sfruttata e maltrattata dagli ingordi baronl locali. Emigrato in questo ipaese al principio del secolo, riprese le isue attività collaborando con "L'Avvenire" di Pittsburgh, Pa., diretto da Car1o Tresca. Anzi fu lo Zavarella che fondò "L'Avvenire", mentre Tresca era In prigione, ,per sostituirlo a "La Plebe" alla quale le autorità negarono l'abbonamento postale, in seguito a scandali, suscitati da Tresca, in cui erano coinvolti I preti locali. Si dedicò poi a i>Ubbllcazionl di carattere commerciale. Fu editore de "La Tribuna" di Erie, Pa. Dopo essersi stabilito a Dun· OTTOBRE, 1958 kirk, N. Y., fondò un isettimanale "Il Risveglio", che per circa 34 annl visse una vita pulita e Indipendente. Joseph B. Zavarella fu sovversivo tutta la sua vita e durante l'era fascista tenne Il suo giornale 1n lotta aperta contro le camicie nere e i gerarchi del regime. Durante l'agitazione pro Sacco e Van• zettl le colonne de "Il Risveglio" furono ape11te per tutte le comunicazioni che pervenivano al giornale, In sostegno della loro innocenza. Sferzatore del prominenti Impennacchia• ti, con l suol foglietti volanti "La Scopa" e "Il· Pif Paf Puf", fece loro perdere più di un sonno. I figli rispettarono 11 SU/O volere e i funerali ebbero luogo senza preti. Andrea Zavarella NOTA-La redazione di "Controcorrente" manifesta alla famiglia Zavarella le più vive espretssionl di cordoglio. 11
Unopaginadi storiaantico di GAETANO SAI.VEMINI NOTA-Discorso tenuto dall'Autore il 16 ottobre 1949 al!' Università di Firenze nel riprendere l'insegnamento di Storia moderna dopo 25 anni di esilio. - Questa è la seconda puntata. Scoprii in terza liceo un altro scrittore, al quale, oltre che alla Bibbia e a Jules Verne, e ad Euclide, e al miJo maestro di storia, dovei quel poco che c'era di buono nella mia formazione intellettuale, prima che venissi a Firenze: Francesco De Sanctis. I suoi Saggi critici e la Storia della letteratura italiana confermarono nel mio spirito l'aspirazione, per quanto confusa, verso le idee generali - e nel lavoro intellettuale e nella pratica morale - mastice necessario per tenere insieme I fatti individuali. Questo era il bagaglio spirituale, che io portai con me a Firenze nell'autunno del 1890. Il bagaglio morale non era, oserei dire, cattivo: i profeti d'Israele, il Vangelo e Jules Verne avevano fatto buon laroro. Il bagaglio intellettuale era sconclusionato, arruffato, pieno di lacune, anzi spelonche, enormi. Per esempio, nessuno mi aveva mai parlato nè di Carducci nè di D'Annunzio. Passi per D'Annunzio: sono persuaso che non avevo perduto molto. Ma venire a Firenze a studiare lettere e non aver mal sentito parlare di Carducci! C'erano, però, in quella Ignoranza disordinata, alcuni germi da non disprezzare: il bisogno di chiarezza e di ordine imparato da Euclide; il bisogno di cercare i legami fra i fatti, imparato dal maestro di storia e dal De Sanctis; e una certa pratica del latino e del greco - pratica brutale, ma preziosa quando avessi trovato buone guide. Questa scu~la si chiamava allora "Istituto di Studi Superiori Pratici e di Perfezionamento". A quel tempo la gente non si spaventava del titoli che prendevano una settimana ad essere .pronunciati. E perciò non si usavano le parole formate con Iniziali. Era una facoltà di lettere e filosofia, come tutte le altre, ma in aggiunta consentiva al laureati di "perfezionarsi" con un altro anno di studi ed una tesi '!)lù elaborata delle solite. 12 Mi avevano detto che qui si potevano ottenere borse di studio per concor.w. I più bravi ricevevano novanta lire al mese; alla seconda categoria toccavano settanta lire; e a quella meno brillante, ma sempre buona, sessanta lire. Venni a tentare il palio. Mi toccò l'ultimo posto fra i vincitori. Credo di avere d•ovuto quella fortuna al mio Euclide, al maestro di storia e al De Sanctis. Essi mi aiutarono a mettere insieme un componimento italiano, al quale non dovè mancare un certo buon senso. E dovè anche aiu~armi la facilità nel risolvere gli ind;ovinelli latini e greci. Ma ho l'impressione che me la cavai grazie ad una risposta, non del tutto stupida, data negli orali. Uno del tre esaminatori mi domandò quale fosse "il nocciolo della leggenda di Enea". Rimasi trasecolato. Ohe oosa. poteva mai essere il nocciolo di una leggenda? Con un mezzo singhiozzo nella gola - chè mi sentivo perduto - dissi che non capivo la domanda. "Se vuole che le faccia un sunto dell'Eneide, lo faccio; se vuole che traduca l'Eneide ad apertura di libro, credo che me la caverei. Ma al mio paese nessuno mi ha mai insegnato che le leggende hanno i noccioli". Uno dei tre esaminatori sorrise. Ml congedarono, e mi assegnarono sessanta lire al mese. Senza quelle sessanta lire, avrei dovuto tornarmene al "mio paese", primo maschio fra nove fratelli e sorelle, a diventar prete - chè questo era nell'Italia meridionale di allora Il destino dei ragazzi non analfabeti e non stupidi delle famiglie povere. Questa scu~la salvò me da quel d~stino - e risparmiò anche, credo, al vescovo del "mio ,paese" qualche guaio. Chi in vita sua ha avuto sempre il pane sicuro, fa presto a dire che non di solo pane vive l'uomo. Questo è vet,o, ma senza pane non si vive. Il pane dello stomaco non è niente, se nella testa non c'è nulla che trasformi quella forza motrice. Ma quella forza motrice è indispensabile. Sessanta lire al mese, ridotte a cinquantasei dalla ricchezza mobile, non bastavano a sbarcare il lunario neanche allora. Il solo pasto della sera divorava una lira, o meglio ero lo che divorav:o lui. AndaCONTROCORRENTE
vamo ad attutire l'appetito, in Via dei Servi, in una trattoria che .portava il nome fatidico di Napoleone. Ma noi in omaggio alla fabbricante di veleni contemporanea a Claudio e Immortalata da Tacito, lo chiamavamo Locusta. Ho volubo dopo tanti anni fare un sopraluogo. La trattoria col suo nome eroico sta sempre Il, cosi come sono rimaste sempre al loro posto in Bologna la farmacia della Pigna che risale al Dugento, e in Siena la Consuma dove la brigata spendereccia andava a disperdere la vigna. Da Napoleone, oggi "un pranzo fisso" costa quattrocento lire. La vita è rincarata. In un eccesso di nostalgia per il mio famelico passato sono stato tentato di provare ancora una volta, ma a settantasei anni lo stomaco ha meno coraggio che a diciassette. Al libri provvedevano la biblioteca dell'Istituto, la Nazionale e la Marucelliana. Quest'ultima ·badava d'inverno anche al riscaldamento la sera fin,o alle dieci, dopo di che correvamo a ripararci in letto, e dalla bocca e dalle ,nari si eleggevano colonne di vapore acqueo che era un piacere vederle. Ma in quelle 56 lire la iprima e la seconda colazione, e la stanza, e la lavandaia e la carta da scrivere e il giornale non ci entravanro. Yenne in aiuto una ripetizione privata: sei ore la settimana, e venticinque lire al mese, per insegnare a un ragazzo crune risolvere gli indovinelli latini. Il bilancio fu in pareggio. Alla fine del primo anno, le 56 lire mensili, per voto unanime della Facoltà, furono portate a 90, cioè 84 lire per via della ricchezza mobile. Il bilancio poteva ora essere ,pareggiato anche senza lezioni private. Queste servirono ai viaggi di andata e ritorno fra Firenze e il "mio paese", a comprare qualche libro, e finanche ad andare al teatro ogni morte di papa. ti Il primo anno di studi in questa scuola fu l"'annus mirabill:s" della mia vita. Insegnava geografia Bartolomeo Malfatti, uomo di varia dottrina, al quale dobbiamo due volumi, tuttora ottimi, sulla storia delle relazioni fra la Chiesa cristiana e gli imperatori rrunani fino a Carlo Magno. Cominciò con lo spiegarci la teoria della evoluzione, dalle prime forme della vita organica alla comparsa dell'homo sapiens. Prendendo gli appunti io sbuffavo inquieto, con quei volumi di dissertazione sulla Sacra OTTOBRE, 1958 Bibbia in corpo. A un certo punto non ne potei più, e mormorai a bassa vroce, ma non cosi bassa che il ,professore non sentisse: "Dunque, noi discendiamo dai vermi". Il caro vecchietto sostò, tossì e disse quietamente: "Che male ci sarebbe?". Mi sprofondai negli appunti. Ma un grande fermentio era entrato Qlel mio spirito. :Addio Adamo ed Eva che parlavano latino nel paradiso terrestre. Malfatti mori quell'inverno, e gli successe Giovanni Marine Ili: spirito lucido, ordinato, rettilineo, che cl fece lezioni di geografia astronomica. Mi ricordò Euclide. Ma il mio 'Spirito non fermentò ,più con lui come nelle poche settiman·e in cui •aveva ricalcitrato sotto Malfatti. Un altro maestro, che mi fece fermentare, fu il !professore dì letteratura latina, Gaetano Trezza, quell'esaminatore che avrebbe voluto sapere il nocciolo della leggenda di Enea. · Nella crisi attraversata dal clero cattolico durante il Risorgimento italiano, si era spretato, passando dalla fede nella Bibbia alla fede in Lucrezio. Era uomo bellissimo e splendido parlatore. Ci fece quell'anno tradurre Catullo. E Catullo gli era occasione per risuscitare innanzi a noi l'ambiente in cui Catullo era vissuto: Lesbia, che Catullo rodiava ad amava; e Cesare contro cui Catullo lanciava invettive arroventate; e Cicerone, che era sempre di parere contrario; e Orazio che se l'era data a gambe a Farsaglia; e Lucrezio, il filosofo-poeta, sempre presente nel rpensiero del maestro, che cl aveva tramandato la sapienza di Epicuro. Quegli uomini n:on avevano mai pensato a congegnare indovinelli per me. Avevano amato, odiato, creduto, sofferto, magari ci avevano rimessa la pelle. Il loro latino era la strada per entrare nel loro cuori. Era la finestra che sì spalancava sul mondo. Un mondo da scoprirei E tanti mondi ' da scoprire, quante eran'O le lingue. E io avrei potuto scoprirli tutti. A diciassette anni tutti i mondi sono innanzi a voi. Basta stendere la mano. Quando avevo otto anni, nella quarta elementare, il maestro ci aveva parlato con entusiasmo della spedizione di Garibaldi contro l'ultimo Borbone, e lo a taV!Olaspifferavo alla parentela quanto avevo sentito a scuola, esercitandomi incoscientemente nell'arte dell'eloquenza. Ma lo zio prete, che era borbonico, montò su tutte le furie, e sentenziò che il maestro ed io eravamo 13
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