munque contiamo sul buon senso e l'intelligenza di chi ha compreso il nostro proposito. Vogliaci bene. * PHILADELPHIA - P. R. - Non saprei cosa consigliarti. Presentemente non ho nessun contatto con persone che potrebbero essere interessate in un progetto di quel genere. Un suggerimento: a Philadelphia è il quartiere generale del "Friends." Perchè non comunichi ad essi l'idea? E' probabile che entri nello schema delle loro attività. Tentare non nuoce. Auguri. * UTICA - A. A. - Il giudice Thayer non finì in un ricovero, nè in una sentina poliziesca. Sfortunatamente morì come tutti i mortali, di vecchiaia. Il sadismo dimostrato nel perseguitare Sacco e \'anzetti gli aveva fatto meritare una fine diversa. Il suo nome è ricordato come una cosa ignominiosa. Spero che questa risposta risolva le vostre differenze. Saluti. * NEW YORK - V. I. - In questo numero troverai la spiegazione del silenzio. Sono stato immobilitato per due mesi. Ora va meglio. Conto di scriverti presto. Molti saluti. * HARRISON - R. M. - Si tratta di un di• sguido. Rispediamo i numeri che sono andati smarriti. Grazie delle parole di incoraggiamento. Molti auguri. * CHICAGO - E. - Devi scusare il lungo silenzio. La ragione la troverai leggendo questo numero. Sto meglio. Fra poco spero di potere scrivere dettagliatamente sulle ultime novità. Salutisslmi a tutti voi. DEARBORN - G. M. - Non ho potuto richiamare l'attenzione di T. sul tuo rilievo. Lo farò alla prima occasione. Se la proposta di Q. ottenesse davvero il risultato che prevedi sarebbe possibile cambiarne la frequenza. Noi lo faremmo proprio volentieri. Le ragioni che adduci sono più che giustificate. L'altra tua contribuzione fu pubblicata nel No. 2. Se non l'hai ricevuto fammelo sapere. Auguri. * WATERBURY - M. - Avrei dovuto scrivere ma non mi è riuscito. Devi pazientare. Il ritardo di questo numero era incvilabile, come puoi immaginare. Manda quello che puoi presto. Il No. 8 dovrà essere spedito nel mese di ottobre. Cicia è venuto a trovarmi e ti saluta. Tante buone cose. * TRENTON - T. P. - Abbiamo sospeso a quell'indirizzo. Grazie per avercelo notifi· cato. Molti auguri. * NEWARK - M. - Quell'informazione fu pubblicata nella rubrica "Fra Noi". Certe cose devono essere condensate per ragioni di spazio. L'opuscolo non è stato ancora pubblicato. Appena sarà pronto te lo manderemo. , * NEW YORK - L. P. - Per non ritardare oltre la chiusura di questo numero ho dovuto ignorare le ultime comunicazioni. Cl metteremo al corrente col ,pros51mo numero. * ALBANY - G. R. - Interessanti i commenti su quello che hai potuto o:;servare in l talia. Si sente che hai lasciato molte cose non dette. Se hai tempo e voglia perché non elabori? Ti faccio molti auguri. LE BRIGATE NERE 32 Fu soprattutto per merito delle bande sanfediste che il famigerato card. Fabrizio Ruffo riusci a restituire le Calabrie e Napoli ai Borboni. Lo Stato Maggiore delle bande della Santa Fede era composto di piissime e onoratissime persone, da tre briganti come Fra Diavolo, Panzanero e Gaetano Mammone che abitualmente beveva nel cranio dei liberali uccisi, ed esigeva sempre che le teste fossero recise di fresco. Il card. Rutto non era indegno del suo Stato Maggiore: egli, per incoraggiare (e non ve n'era bisogno) lo zelo dei Militi di Dio, aveva promesso sei ducati per ogni testa di "ribelle" che gli venisse portata. Le conseguenze furono quali nemmeno il cardinale avrebbe pensato: i suot militi (come si legge nel volume "La s, Fede" di Leli, ed. Mondadori Milano) presero a trascurare i liberali di sesso maschile, dedicandosi di preferenza alle donne incinte, in modo da guadagnare con una sola operazione ben due teste (quella della madre e quella del bimbo) e dodici ducati. Altri cristianissimi Militi di Dio, trucidciti i liberali, ne mangiavano con ostentazione le carni abbrustolite. Tutte uguali le Brigate Nere! CONTROCORRENTE
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