all'avvocato Nelles per il proseguimento del suo lavoro legale, tanto e tale era Il suo timore ed il suo spavento. Dopo il colloquio avuto col marito, gli agenti le avevano promesso che l'avrebbero ricondotto nel seno della famiglia qualche giorno dopo il primo maggio. Le imposevo, ancora una volta Il silenzio più assoluto, sia per la visita fatta al marito, sia nei riguardi delle sue condizioni tisiche che essi tentarooo attribuire a naturale e passeggera indisposizione. Ma quella sera, antivigilia del primo maggio, la poveretta parlò. L'indomani venne, in mia compagnia, nell'ufficio dello avvocato Nelles per dare, finalmente, le necessarie informazioni che avrebbeno potuto liberare il marito ed Elia, come si era riuscito a liberare il Cannone. Troppo tardi s'era decisa a ,parlare. L'alba nascente del quarto giorno di maggio rifleJSSe luci su di un tetro ammasso di ossa frantumate e <li carne maciullata che in una ,pozza di sangue coagulato, giaceva sul freddo pavimento del cortile interno del palazzo di Park Row ove operavano gli agenti del Dipartimento di Giustizia. Quell'ammasso sanguigno di resti umani era tutto ciò ch'era restato del corpo dell'infelice tipografo italiano. ' Fu l'ultimo delitto del "regno del terrore". Noi gridammo all'assassinio. Essi parlarono di suicidio. Quei frantumi umani, li avevano finalmente costretti alla difensiva. Uno dei più autorevoli quotidiani della città, scosso dal nero delitto, scrisse un editoriale che fece storia. Ne ripubblicammo immediatamente dieci.mila copie che inviammo a tutte le autorità rappresentative della nazione, incluso il signor Palmer, al quale mancò il coraggio di ordinare il nostro arresto. La lena rintanava. Sentinella vigile L'opinione pubblica dava finalmente segni di vita. Quella tragedia l'aveva scossa. PiOchi mesi dopo, fraternamente sorretta dal Camita to, la povera vedova, con i figli, tornò anch'essa in Italia con l'animo ed il cuore affranto, maledicendo l'America che per lei sarebbe sempre restata l'a:ssasslna del padre dei suoi tigli. Verso la fine del mese di aprile, In una mattina piena di sole e di luce, mi recai di buon'IOra in ufficio. Solo, mentre sfogliavo i •giornali del mattino, intravidi un uomo AGOSTO, 1958 che cautamente entrava attraverso la ,porta sospinta. Era Bartolomeo Vanzetti che, sempre vigile e sempre a disposizione, era stato inviato dai oompagni di Boston ad assumere informazioni dirette sulla situazione locale. La detenzione di Elia e Salsedo destava apprensioni in tutte le altre località ove vi erano gruppi di compagni. Ci abbracciammo fraternamente e parlammo. Parlammo di Salsedo e di Elia e di quanto era possibile tentare per sostenerli nella difficile ora. Con questo .proposito, poco dopo eravamo nell'ufficio dell'avvocato Nelles che, a discUISSione conclusa, impartl a Vanzetti precise e chiare istruzioni, tutte miranti all'eliminazione di altre possibili retate tra i compagni del Massachusetts: "LIBERATEVI DI QUALSIASI LIBRO O GIORNALE CHE POTREBBERO VENIR CONSIDERATI MATERIALI SOVVERSIVI E FORNIRE AGLI AGENTI IL PRETESTO PER I VOSTRI ARRESTI". A visita terminata, Vanzetti volle a tutti i costi fare una scappata all'isola ove troneggia la statua della Libertà. "Voglio vederla da vicino" mi dhsse, "chi sa quando mi sarà possibile fare un'altra scappata". "Banditi" Il cinque maggio, di buon mattino, Vanzetti iniziò la distribuzione dei volantini tra gli amici. La sera, in compagnia di Sacco, continuarono la distribuzione da villaggio a villaggio fino all'ora del loro arresto che ·avvenne verso le 10 p.m. di quel giorno. Sg,omentati dalla violenta morte di Salsedo, preoccupati del pericolo che sovrastava Elia, la nuova del loro arresto aumentò I nostri timori e chiedemmo subito notizie. Ci sl rispose di non pensare a Boston, nulla di serio o di pericoloso. Non poteva trattarsi che di un altro dei soliti arresti di "rossi" e fummo esortati a proteggere Elia. Continuammo il nostro lavoro e riuscimmo a strappare anche Elia dagli artigli di Palmer. Lo vedemmo prendere la via del ritorno verso il paese natio, col cuore pesante e triste. Al quartiere di polizia ove vennero tradotti d!opo il fermo, gli arrestati vennero Interrogati sulle loro idee politiche e sulle loro attività. Si tentò di sapere se essi erano socialisti, sindacalisti, comunisti o anarchici. Da simili indicazioni e con i tempi che si attraversavano, essi ben dedussero di essere caduti nella rete degli agenti di Palmer e 21
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