vita. Tutto ciò bastò agli agenti di Palmer per trarli in arresto. Furono tenuti in "custodia" in un ufficio del Dipartimento di Giustizia, al quindicesimo piano di un palazzo in P.ark Row, che era una delle arterie più congestionate della vecchia New York. L'arresto violava i diritti garantiti ad .ogni cittadino dalla Costituzione Americana; ma chi pensava ormai più che in America vi era ancora una Costituzione? Elia venne tratto in arresto nel cuore della notte nena sua tipografia in Brooklyn. Salsedo venne strappato dal seno della sua famigliuola nel centro di Harlem, un altro dei rioni deJJa metropoli, dove da anni abitava in un povero appartamentino rpriVIOdi riscaldamento e di altre cose essenziali. Alla povera moglie, sotto minaccia di arresto, venne imposto il più rigoroso silenzio, Di nascosto, fiutando, spiando e chiedendo, anche noi iniziammo le temerarie ricerche. Dopo giorni di dubbi, di sospetti e di ansie, li scoprimmo per puro calS-0,una domenica mattina, vicino al monumento di \Terrazzano, nel Battery Park, ove quattro agenti di scorta li avevano condotti, dopo che essi si erano rifiutati di andare ad ascoltare la santa messa domenicale. Da lontano, timorosi e guardinghi Il seguhnmo sulla via del ritorno e li vedemmo entrare nel palazzo di Park Row. L'indomani, con Tresca, spendemmo ore negli uffici di una ditta legale ove l'avvocato Nelles, dopo ponderata deliberazione, accettò di perorare Il caso. Necessitavano lnfiormazioni precise che solo la moglie di Salsedo poteva dare poichè era l'unica persona che aveva assistilo ad uno degli arresti. Bisognava mettere l'avvocabo in condizioni di chiede!'e la traduzione degli arrestati al cospetto del magistrato per convalidare l'accusa o per la immediata 'SCarcerazione. Con Carlo tornammo quindl nell'u!flcio de "Il Martello" ove attendevamo altri pochi compagni. Quel giorno stesso nacque il Comitato Italiano per la Difesa delle Vittime Politiche del quale divenni 'Segretario. In quel giorno non si fece vivo un altro del nostri. Verso sera ricomparvero i soliti agenti per la quotidiana visita, che ci andavano facendo da tempo. Dalle domande semibeffarde che ci rivolsero, intuimmo subito che anche l'amico che non s'era visto era stato tratto In arresto. Era Gaspare Cannone. Egli veniva dalla ardente Sicilia ed era 20 tra noi da qualche anno. Idealista puro e tenace, aveva l'animo ed Il corpo gentili al pari di una fanciulla in età primaverile. Cl mettemmo al lavoro senza perdere tempo. Lo strappammo dalle grinfe dei bravi del Dipartimento di Giustizia. Fu un vero trionfo legale che seppe ot.tenere l'avvocato Nelles. Il povero amico usci da questa esperienza flsicamen te irriconoscibile ed in uno stato tale di nervosismo e di sdegno che non volle più saperne dell'America e degli americani. Non appena fu possibile, se ne tornò nella sua isola natia. Quello di Cannone fu l'ultimo arresto, nella zona di New York, perpetrato nell'era Palmeriana. Segnò Il principio della fine dell'avventura ignominiosa che è restata indelebile nella storia del Dipartimento di Giustizia d'America. Ma ci V10llero ancora altre vittime, altre lagrime ed altro sangue per far rintanare la famelica belva umana. Ancora una volta, furono vittime, sangue e lagrlme italiane a segnalare l'erta ascesa del calvario degli italiani emigrali. "Suicidio" SI approssimava il primo maggio 1920. La ricorrenza del primo maggio costituiva allora lo spauracchio internazionale che doveva indicare l'ora precisa dell'inizio della rivoluzione sociale. Le precauzioni che le autorità americane usavano prendere per la Innocua ricorrenza, rasentava un assurdo ridlcoio. La Casa Bianca, le chiese, le banch-e, gli edifici pubblici cittadini, statali e federali, le residenze di alti prelati, di giudici, di ,sindaci, di governatori, di banchieri e di cittadini eminenti venivano protetti In tutta la nazione, da speciali distaccamenti di polizia flnchè le attività "rivoluzionarie" si esaurivano negli innocui comizi e nel placidi cortei. Forse perchè insospettiti dalle attività legali che li J110StroComitato andava ampliando e che già erano riuscite a strappare dalle loro mani Gaspare Cannone, gli agenti federali, permisero alla moglie di Salsedo una breve visita al detenuto. L'infelice ne venne fuori terrorizzata. A stento il !SUO povero Andrea era riuscioo a mettere assieme qualche idea e scambiare con lei qualche parola. Le sevizie patite, la perdita del sonno ed i timori del domani lo avevano addirittura trasformato. Fino a quel momento non eravamo riusciti ad ottenere dalla sventurata donna le necessarie informazioni indispensabili CONTROCORRENTE
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