quale vennero a trovarsi Bartolomeo Vanzelli e Nicola Sacco. Vanzelti vi pervenne nel 1908 dalla sua Villafalletto della Provincia di Cuneo e Sacco vi giunse qualche anno dopo da Torremaggioce della Provincia di Foggia. Eccoli finalmente nella terra della Libertà, patria di Lincoln, il grande emancipatore, che vi aveva proclamata, come sacra, la eguaglianza di lutti i cittadini. Di già inclinati verso il nuovo verbo del sociallsmo, che in quei tempi fioriva In Italia, essi sfuggirono presto i miasmi appestanti che esalavano dalle "Piccole !talle" delle grandi città americane. Sostarono nei fiorenti piccoli centri rurali disseminati alla periferia di Boston, la metropoli della Nuova Inghilterra d'America, ove l'andare del tempo, fe<:e di Sacco un "buon calzolaio" e tramutò Vanzetti, solitario ed in perenne colloquio con la sua anima irrequieta e desiosa, in un "povero tpescivendolo". Senza dubbio anche per essi la vita del nuovo mondo potea scorrere monotona e tranquilla se si fossero accontentati del solo pezzo di pane che erano riusciti a trovarvi. Ma essi sognarono, non solo per loro, anche delle rose con le quali abbellire la vita e renderla più giusta e più fattiva. Questo sogno, nobilmente auspicalo, costituì una delle maggiori cause che li pose, inesorabilmente, sulla strada che doveva condurli al patibolo. Lawrence - 1912 Tra quella tormentosa oscurità qualche fiaccola ardimentosa veniva alzata qua e là ad illuminare il buio cammino a questa marea di popolo in tumulto. Sorsero anche tra i nostri emigrati i primj circoli operai, le prime sezioni socialiste, sindacaliste, i primi aggruppamenti anarchici. Sorsero cosi anche i iprimi periodici Italiani per richiamare i pensanti e spronare i buoni. Siamo alla rigida invernata del 1912 quando gli operai dell'industria tessile di Lawrence, Mass., disertarono in massa I telai ed i laboratori di tintoria, decisi a migliorare le loro condizioni di schiavi. La lotta fra lavoratori e padroni incominciava e delineansi. Essi erano determinati a forzare i padroni al riconoscimento del loro sindacato che con cura avevan,o creato sotto gli auspici dell'I.W.W. (Unione Industriale del Lavoratori del Mondo). Questa organizzazione era guidata da Bill Haywood, americano puro sangue, che aveva dedicata la 18 sua esistenza alla elevazione dei lavoraoori d'America. Questa sua dedizione gli !ruttò più tardi venti anni di galera, che evitò rifugiandosi in Russia ove fini I suoi giorni. La grande maggioranza dei tessitori in lotta era formata da stranieri, molti di essi cran gente nostra. Alla loro guida si posero subito Joe Ettor il fiero organizzatore della California ed Arturo Giovannilti che, nella prigionia che seguì lo sciopero, rivelò al mondo la sua grande anima di Poeta. Tra il freddo intenso, il perenne cadere della neve, il luccichio delle baionette innastale su i fucili dei soldati, inviati a sostenere il diritto dei forti, e le sofferenze dei laV10ralori che eroicamente continuavano la lotta, si giunse al premeditato eccidio. Una donna italiana, Anna Lo Pizzo, cadde vittima della mitraglia, somministrata dalla 'POiizia. Ettor, Giovannitti cd il giovane tessitore Caruso, divennero bersaglio della reazione. Contro di essi si elevò l'accusa di assassinio che li tenne per vari mesi al cospetto della sedia elettrica. L'eccidio inumano, l'arresto e l'accusa elevata oontro i prigionieri della guerra ru cla:sse, ed il pericolo di morte che su di essi sovrastava, generarono il più grande movimento di solidarietà operaia che la storia dell'epoca possa ricordare. Sorse il Comitato Difesa che agitò le folle proletarie d'America e la coscienza del mondo civile finchè le autorità furono costrette ad abbandorae la preda ghermita. Tradotti in ceppi al cospetto dei giurati, Ettor, Glovannitti e Caruso, vennero esonerali da ogni responsabilità e ridonati alla vita ed ai lavoratori. Il terrore di Palmer Ed eccoci alla prima guerra mondiale. Sacoo e Vanzelli odiavano la guerra. Non erano religiosi; ma credevano fermamente in uno dei dieci comandamenti cristiani, quello che vieta di uccidere. In forza di tale credenza fecero del loro meglio per evitare di essere mandati ad uccidere o a farsi uccidere. Sfuggirono la coscrizi,one .militare rifugiandosi nel Messico. Più tardi, questo gesto umanamente diferulbile, si levò contro di loro e venne usato per sostenere la loro colpa, da chi aveva deciso di perderli. L'eco delle cannonate dell'orrenda carneficina non s'era ancora spento che ì grandi magnali della stellata repubblica americana cominciarono a preoccuparsi dei bagliori che CONTROCORRENTE
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