RIVISTA DI CRITICA E DI BATTAGLIA Fondata nel 1938 - Direttore, Aldino Fellcani Indirizzo: CONTROCORRENTE, 157 Mllk Street, Boston 9, Mass. CONTROCORRENlTsEpublisllcdbi-monthly.Mali address: 157 Milk St., BostDIIA. ldiro Ftlicanl, Editor and Publlshtr•. Offict of publidation 157 Milk Strttt, Boston9, Mass.Secood•classR\1.llprivilegesauthoriztdal Boston,Mass. Subsaiption$3 a year. Voi. 14 (New Series) No.6 BOSTON, MASS. May-June, 1958 Ricordandi oRosselli diGaetanSoalvemini La banda di fascisti francesi che assassinò Carlo Rosselli a Bagnoles de l'Orne, in Francia il 9 giugno 1937, non aveva nessuna ragione di volere la morte di un italiano la cui anima era tutta tesa verso l'Italia e che non prendeva nessuna parte nelle lotte politiche francesi. L'organizzazione cui gli assassini appartenevano preparava un colpo di stato in Francia. Mussolini le forniva i fondi e le armi. Il mercato fu: io vi dò il denaro e le armi, voi datemi l'uomo. Non appena l'assassinio fu conosciuto, tutti senza esitazione ne fecero risalire la responsabilità a Mussolini. A quella certezza morale si aggiunsero presto le prove materiali. Carlo Rosse11i era uno dei pochi capi che fossero sorti dalla generazione del dopoguerra. Aveva guadagnato la sua autorità nel carcere e nelle molteplici attività illegali. Il suo nome significava per centinaia di giovani in Italia, coraggio e intransigenza morale. La sua agiatezza gli consentiva di dedicare tutta la sua energia alla lotta politica, e con il suo patrimonio egli contribuiva largamente alle spese per il movimento antifascista. Mussolini, facendolo assassinare sperava che 11 settimanale "Giustizia e Libertà", fondato e diretto da Carlo, avrebbe cessato di uscire quando l'opera e i contributi di Carlo fossero venuti meno. Poteva sperare che tutto il movimento che si era sviluppato intorno a lui in Italia si sfasciasse e che la sua morte seminasse il terrore fra gli antifascisti fuori d'Italia. Ordinando l'assassinio di Carlo Rosse1li, Mussolini intendeva schiacciare l'uomo che nel 1925, nell'ora del suo trionfo, lo aveva sfidato in Firenze insieme con Ernesto Rossi, pubblicando il "Non Mollare"; - l'uomo che nel 1926, insieme con Ferruccio Parri, aveva condotto Filippo Turati a salvamento fuori d'Italia; - l'uomo che nel 1927, nel processo che ne segui a Savona, si era trasformato da accusato in accusatore e aveva strappato una condanna che era trionfo morale; - l'uomo che nel 1929, insieme con Emilio Lussu e Fausto Nitti, gli era sgusciato fra le dita da Lipari, in un'evasione che è passata alla storia insieme con
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