QUOVADISRES-PUBLIC Se questo scritto non verrà fuori mezzo impasticciato (come quello del numero soorso in difesa della lupa), ricorderà al lettori che l'avessero dimenticato che, secondo il concordato, lo Stato italiano, mentre riconosce al matrimonio religiooo gli effetti civili, si riserva il diritto del nulla osta, per la nomina dei vescovi. Tenendo dunque presente quell'articolo sette della Costituzione che i signori deputati di tutto l'aroobaleno laico hanno votato, il processo di Firenze al vescovo di Prato (e anche l'altro rpiù recente di Fano a fratti Toschi ... ) ci appare come un punto Interrogativo. Dove va la Repubblica? E' la Chiesa nello Stato, o lo Stato nella Chiesa? Non è facile risp0ndere. E quelli stessi che votarono ... l'articolo sette, non lo sanno neppure essi. Se Il Santo Padre, col codazzo dei cardinali, non fosse entrato In scena, avremmo forse assistito ad una farsa, brutta ma, divertente. Lo Stato che ritira Il nulla O$ta, dato al vescovo di Prato. Costui, meravigliato, si rivolge al cardinale. Il quale, già al correnti! della trama, legge al vescovo l'articolo sette. Il vesoovo lo guarda negli occhi come se volesse dire: Ma che nulla oota d'Egitto! Ma quando mai!? ... E il cardinale: "Bè, bè ... Lasciamo andare ... Dobbiamo sentire Roma ... ". Ma ... Il Santo Padre ha voluto drammatizzare lo spettacolo. Con la sua memoria di ferno si ricreò la scen1\ di Canossa ... con tutti i personaggi, maschi e femmine. C'era la contessa Adelaide - 30 anni, bella, appetitosa, vedova ... di professione-; e c'era anche Matilde .. . Si mise con piacere al posto di Gregorio VII; il quale si stava rileggendo questa lettera di Enrico IV: Gennaio 24, 1076 Enrico, re non per usurpa.zione, ma per grazia di Dio, a Ildebrando, al presente non papa ma falso monaco. Questo ~ il saluto che ti meriti, per tutte le tue manowe sobillatrici; inguanto che hai cosl provveduto a d®oorare tutti i gradi nella chiesa facendoli obietti non di GIUGNO, 1958 onore ma di confusione, non di benedizi<me ma di maledizione. Per ricordarti alcuni casi fra i tanti: hai avuto l'ardire non solo di alzar le mani sui padri della santa chiesa, - arcivescovi, vescovi e preti - ma te li sei messi sotto i piedi come schiavi ignoranti di ciò che il padrone sta face1UW. Ti sei guadagnato i favori del gregge mettendotelo sotto i piedi. Nessuno sa ,ii ente, tu solo sai tutto. Ma intantlO, del tuo molto sapere ti servi no>t per edifu;are ma per distruggere; perciò abbiamo ragione di credere che San Gregorio, il cui nome hai usurpato, volesse proprio riferirsi a te quando diceva che "la vanagloria di chi si trova al potere cresce in raggiane del numero dei soggiogati, ed egli pensa che da solo può fare più di tutti gli aUri". E noi, veramente, abbiamo lasciato correre tutto questo, avendo a cuore l'onore della santa sede apostolica. Ma tu scambiasti la nostra umiltà per paura e hai minacciato di toglierci il potere reale conferitoci da Dio. Come 88 ,ioi avessimo ricevuto questo potere da te! Come se il regoo e l'impero f08scro tielle tue mani, e non i,i quelle di Dio! Ciò, quantunque il nostro Signore Gesù Cristo che ci chiamò a regnare non abbia. affatto chiamato te nella sua chiesa. Nella quale, tu vi sei entrato per le seguenti vie: senza scrupoli di sorta sei riuscito ad arricchirti - ciò che la professione dei frati aborre -, e con la moneta hai oUenuto favori. Col maneggio della spada hai conquistato il trono della pace; e da questo hai disturbata la pace, inguanto che armasti la mano dei cittadini contro le autorità. Tu che non sei stato chiamato a quel posto, hai predicato che i nostri vescovi chiamati da Dio devono essere disprezzati. Anche su di me hai allungata la tua mano, su me che - come i santi padri insegnano, non posso essere deposto per alcun crimine, fintanto che, Dio me ne scampi, io dovessi allontanarmi dalla fede - son soggetto solo al giudizio di Dio. I santi Padri lasciarono a Dio, non lo pretesero essi, fl diritto di giudicare e deporre persino Giuliano l'Apostata. E il vero papa, Pietro, dice: "Temete Dio e onorate il re". Ma tu che non temi Dio, disonori me il suo prescelto. San Paolo che non 21
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==