Controcorrente - anno XIV - n. 6 - mag.-giu. 1958

Coloro che hanno assistito alle scene pietose di mogli, di sorelle, di madri, di congiunti di sfortunati condannati alla pena capitale, imploranti, supplicanti perdono, sono rimasti sorpresi e meravigliati della sua freddezza e imperturbabilità. Voglio ricordare un episodio che dà un'idea del sadismo e della crudeltà di quest'uomo. Sacco e Vanzetti erano nella cella della morte a Charlestown. Alvan T. Fuller decise di fare loro una visita di sorpresa. Cioè, visitò Vanzetti. Sacco rifiutò di stringergli la mano e di conversare con lui. Per Sacco Fuller era il rappresentante della classe che perseguita e opprime. Sacco vedeva soltanto l'abisso che divide gli sfruttatori e gli sfruttati. Vanzetti, più riflessivo e sereno, l'accolse con la cortesia e la socievolezza che lo distinguevano. Conversarono per oltre un'ora. Visitai Vanzetti la mattina seguente. Era di buon umore. "Tutto andrà bene" - mi assicurò. - "Il governatore Fuller fu qui ieri. Mi parlò a lungo come un amico, come un fratello. Mi strinse la mano. Mi guardò negli occhi con simpatia e comprensione. Egli sa che io e Nicola non avremmo mai potuto commettere un delitto". Non dissi nulla. Non volevo essere io a distruggere quell'illusione e prolungare l'agonia. La natura saidistica di Fuller, più di una volta l'aveva indotto a visitare poveri cristi destinati a morire sulla sedia elettrica, facendo cosl sorgere nel loro cuore ottimismo e speranza. Egli possedeva la diabolica raffinatezza di Torquemada. Godeva nel torturare le sue vittime. L'intimo e ben nascosto senso di crudeltà non gli impediva di apparire cortese e gentile. Esibiva un quasi voluttuoso senso di soddisfazione e di gioia nei momenti in cui iJ dolore gli passava, davanti rotto, genuflesso, umiliato, incontenibile. Gli uomini e le donne che all'ultima ora si recavano da lui emozionati, imbarazzati, timidi, confusi, ad implorare, a chiedere la grazia di salvare la vita dei loro congiunti, lo trovavano sorridente, affabile, cortese. Quell'atteggiamento inspirava confidenza, metteva nel cuore speranza e riconoscenza. Quella visita dava sempre l'impressione di trattare con un gentiluomo dotato di nobili sentimenti umani. Il suo trattamento a Rosa Sacco e a Luigia Vanzetti, che lo visitavano un'ora prima dell'esecuzione dei due innocenti, fu una tipica dimostrazione di questa sua abilità di inspirare simpatia e confidenza. L'occasione di quella visita al suo ufficio, in un momento in cui tutta la città soffocava nell'emozione e il mondo intero tratteneva il respiro, sembrò considerarla una funzione sociale normalissima, senza speciaJe significato. Ascoltò con deferenza le due donne, come aveva ascoltato Vanzetti nella cella della morte qualche giorno prima. Strinse loro la mano con affabilità. Disse parole di simpatia come aveva fatto con Vanzetti. Il suo sorriso nascondeva come una maschera la crudeltà che nessun druore riuscl mai a penetrare o disarmare. All'avvocato Musmanno che aveva accompagnato le due donne e aveva supplicato a loro nome, Fuller diceva: "Quello che avete detto mi ha immensamente impressionato. Ma anche questo è niente in confronto alla eloquente presenza di queste donne". E si inchinò rispettosamente. Un'ora più tardi Sacco e Vanzetti venivano bruciati sulla sedia elettrica. Dal momento che questo crudele assassino aveva deciso di bruciare gli innocenti, se egli avesse posseduto un senso di decenza avrebbe rifiutato di prolungare Ja visita delle due donne o di riceverle addirittura. Ma non Fuller. Il sadista non voleva privarsi dell'occasione di prolun10 CONTROCORRENTE

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