Un banchetto Ho letto nei giornali che il 13 Aprile sarà dat,o un banchetto a Biagio Farese. Costo del biglietto $12.50. Ho saputo di visite fatte a domicilio di famiglie italiane dall'inveterato Dulcamara per "perltUadere" i reticenti all'acquisto del biglietto onde par- .tecipare alla "spontanea" manifestazione di italianità. Il metodo di persuasione per fare riuscire la manifestazione "plebiscitaria" non è nuovo. E' venuto co,i le attività dei propagandisti del fascismo, dei quali il Farese è stato un vociferoso sparafucile. A coloro che si sono mstallati al microfono non mancano i mezzi di "persuadere" l'emigrato a battere le mani tutte le volte che si fa il nome della patria. L'emigrato sa che non è prudente assentarsi da manifestazioni che hanno già avuto il benestare delle autorità consolari e dei parroci che concionano dallo stesso microfono, impartendo benedizioni, vendendo medagline benedette ... E sa sopratutto, l'emigrat;o, che deve baciare la mano dell'annunciatore che si è specializzato in salamelecchi per la massaia, della quale spesso e volentier·i menziona il nome con effusione e reverenza, per indurla a mandare contribuzioni per le sante cause ... In, altri tempi questa combinazione di uccellacci del malaugurio non avrebbe avuto fortuna. Ma ora la maglia è talmente stretta che se uno può sfuggire all'agguato dell'avvoltoio in cerca di pezze e di plebisciti, non può scansare la voce di persuasione e di rimprovero che passa attraverso la grata del confessionale. E' facile prevedere che il banchetto di saluto a Biagio Farese sarà un successone. Lo sarà nonostante le dicerie propalate dai "colleghi" del festeggiato, i quali conoscendo bene Il soggetto, non hanno una ùuona parola per lui. Sarà la glorificazione dell'impudenza e dell'imbroglio. I sottovoce che corrono sulle bocche degii "amici" del festeggiato sono sufficienti per far venire il mal di cuore. Se si dovesse raccogliere quello che si dice, verrebbe da domandarsi perchè le "distinte" personalità hanno preAPRILE, 1958 stato il loro nome per indorsare una manifestazione in onore di un inveterato gaglioffo. Noi ci chiediamo senza attenderci risposta: perchè questo banchetto f Quali sono i meriti e le benemerenze di Biagio Farese f Chi è questo impudente che pretende onori e pezze, ora che se ne vaf Abbiamo detto che non attendiamo risposta a questi interrogativi. Conosciamo bene uomini e cose. Possiamo affermare senza temere smentite che l'unica be,iemerenza di questo cialtrone è quella di essere stato fascista e di aver servit;o il fascismo. Per chi avesse dimenticato riepiloghiamo. Riproduco un commento apparso su CONTROCORRENTE del luglio 1945, quando lo sparafucile fu rilasciato dal campo di internamentio, ove era stato inviato per attivitcì. fasciste. Eccolo: I lettori conoscono il nome di Biagio Farese, "l'enfant terrible" del programma radiof<mico diretto allora da Franco Gallucci, dalle stazioni WMEX e WCOP. Farese e Gallucci erano i fondatori dei Circoli del Dopolavoro nel Massachusetts. Il microfono serviva loro - oltre a sbarcare il lunario - a coordinare attività fasciste. I due soldati di ventura facevano a gara a chi inventava le menzogne più spudorate. Farese si era creato la reputazione di essere un "vero genio" in materia di organizzazione fascista. Posava a squadrista. Il suo linguaggio, sguaiato e osceno, aveva toccato i nervi a più d'uno. Egli non faceva mistero della sua fede cieca nella causa del fascismo. Scriveva bozzetti, nei quali infiltrava il ridicolo per le democrazie e il liberalismo e finiva sempre con l'osannare il duce e le camicie nere. Durante la guerra spagnola il suo linguaggio contro il popolo che difendeva la sua casa e la sua libertà aveva superato, i11 violenza, quello del Puttana di Richmond Street. Il che è tutto dire ... Poi venne Pearl Harbor. Dicemmo altre volte che, quando Farese e gli altri compari furono agguantati dalle autorità federali, il loro ooraggio squadrista si era trasformato in piagnistei infantili. Fu faUo di tutto allora, da parte dei loro amici, per far credere che gli spacconi di ieri - fieri esaltatori delle gesta delle camicie nere - erano ora dei bravi ragazzi, che non erano fascisti, che amavano la causa delle democrazie ... Non fu lasciato niente di intentato per salvarli. Poi gli stessi politicanti finirono col trovarsi nell'impossibilità di fare di più. Era 21
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