Controcorrente - anno XIV - n. 5 - mar.-apr. 1958

giudice Sica basta a far capire persino ai preti che in Italia esiste ancora una magistratura che non intende piegare la schiena davanti agli eredi del Santo Uffizio. E il vesoovo si rimangia i bollenti propositi di non riconoscere la giurisdizione dello Stato. Il processo si farà. Ormai l'opinione pubblica si è destata. Avvocati illustri, come Leopoldo Piccardi e Battaglia, si offrono per sostenere in tribunale il buon diritto del Bellandi. Qualcurto (non i comunisti, naturalmente ... ) organizza una sottoscrizione per coprire le spese del processo e soccorrere la povera famiglia Bellandi: la stampa è piena di polemiche sul caso Bellandi: uomini di parte democratica e socialista organizzano pubblici dibattiti sulla questione. A questi dibattiti pubblici, per lo più, i clericali si sottraggono. Anzichè alla luce del sole, preferiscono man10vrare nell'ombra, col solito metodo dell'intrigo gesuitico. Il giornale del Partito Repubblicano "La Voce Repubblicana", accusa il ministro della Giustizia, Guido Gonella, di stare cercando di manipolare il tribunale, con una serie ben calcolata di trasferimenti e di prommioni di magistrati, perchè la faccenda vada in mano a giudici favorevoli al vescovo di Prato. Il presidente del tribunale di Firenze, davanti a cui verrà discussa la causa, in effetti, risulta essere il fratello di un alto papavero democristiano, on.le Paganelli. Giuristi di alta fama di ,parte cattolica sono mobilitati ,per costituire il consiglio del1f difesa. Il Pubblico Ministero, anzichè chiedere una condanna, chiede il proscioglimento degli imputati. I clericali attendono l'assoluzione come 10rmai sicura. Al termine del dibattito pubblico, allorché I giudici si ritirano in camera di consiglio per deliberare, la folla staziona davanti al tribunale nervosa ed eccitata: si sente nell'aria che è un momento decisivo per le sorti della libertà in Irtalia. Alle nove di notte, dopo lunghe ore di discussione in camera di consiglio, i giudici rientrano nell'aula, pallidissimi, col volto teso tlall'emlOZrone. Anche i magistrati sono uomini e sanno valutare forse ancor meglio degli altri uomini tutta la portata delle proprie sentenze. E la sentenza reca la condanna del vescovo ad una multa. Una condanna minima, in sè stessa. Ma di una importanza immensa nei suoi effetti. La società moderna ha vinto sul Medioevo. La coscienza dei giudici, malgrado ogni presAPRILE, 1958 sione o personale inclinazione, ha reagito. La folla nella piazza antistante al tribunale saluta con un uragano di applausi la signora Bellandi ed I suoi avvocati che escono dal tribunale, al grido di uviva l'Italia!", "viva i giudici!". Come nel 1870, l'Italia ha vinto contro lo Stato Plontifìcio. Sconfitto sul terreno della legaHtà, il Vaticano cerca di rifarsi sul terreno dell'intimidazione illegale. Si annunzia subito che per la loro sentenza i giudici solllO incorsi nella scomunica: il papa cancella un programma di festeggiamenti in suo onore, onde manifestare il proprio sdegno: il vescovo di PratlO paragona pubblicamente il proprio caso a quello dei vescovi dei ,paesi comunisti perseguitati: i clericali cercano di inscenare manifestazioni clamorose, come quella dell'arcivescovo di Bologn·a, cardinale Lercaro, che ordina alle chiese della sua diocesi di suonare a morte le cam.pane in segno di lutto. E poi, daccapo, bruscamente, i preti rimettono zitti zitti la coda tra le gambe: le manifestazioni di cordogli!O ie di sdegno cessano d'incanto, come per un misterioso ordine di scuderia. Lo "Osservatore Romano" prende un tono bonario, come per dire che quello che è stato è stato e non conviene drammatizzare la cosa. Gli avvocati del vescovo formul!IJllO un a1ppello ad una corte superiore contro la sentenza del tribunale di Firenze, come si trattasse di una pratica di ordinaria amministrazione. Evidentemente qualcuno si è accorto che la corda, troppo a lungo tirata, può strapparsi: le elezioni sono imminenti e certi isterismi potrebbero costare voti ai clericali, rivelando agli italiani cosa li aspetti dietro la facciata "democratica" dello scudo cnociato. Fallito ·n colpo della forza, davanti alla resistenza di un uomo inflessibile, secondato da un'opinione ormai Infiammata, si ritorna al solito metodo sornione delle ambiguità: gli italiani, si sa, son buona gente, e dimenticano presto. : E alle elezioni ormai imminenti, si cercherà di menarli per il naso daccapo, col solito spauracchio del pericolo comunista, inducendoli a votare per la Democrazia Cristiana. Poi, in caso di vittoria democristiana, ci sarà tempo per servirli a dovere. Purtroppo per i preti, tuttavia, la lezione del caso di Prato è abbastanza lampante. Ha dimostrato quello che i clericali intendono per "democrazia cristiana": cioè ritorno puro e semplice al Medioevo, com15

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