Controccorente - anno XIV - n. 3 - nov.-dic. 1957

rastrellamento tedesco in Valgrana, in un combattimento di retroguardia riporta tre ferite; non abbandona tuttavia il suo posto di comando sino a che non ha messo i suoi uomini al sicuro, rivolge loro ancora parole di incitamento e di entusiasmo dopo di che soltanto accondiscende ald essere trasportato con mezzi di fortuna in un ospedale dove sarà operato. Breve è tuttavia l'interruzione della sua attività, che egli ben presto riprende, chiamato ad assumere il comando regionale delle Formazioni Giustizia e Libertà e a fare parte del Comando piemontese del Corpo Volontari della Libertà. Conscio dei compiti di grande responsabilità affidatigli, ricco di esperienza Idi guerra partigia111a, dotato di una volontà è di una capacità incomparabili di lavoro, profonde in questo le notevoli energie intellettuali, morali e fisiche. Fu degno continuatore dell'opera iniziata da Paolo Braccini, che nel martirio lo aveva preceduto. Alle Formazioni Giustizia e Libertà riusci a dare un incremento notevolissimo ed un compito organico inquadramento, da affinarne la sensibilità politica ed accrescerne lo spirito e la capacità di offesa. Al movimento partigiano nel suo assieme diede l'instancabile apporto ICiellasua attività, adoperandosi al massimo perchè fra le varie formazioni si raggiungesse una totale e proficua collaborazione nella comunità di sforzi e di intenti. Va di lui ricordata infine l'iniziativa di stabilire contatti col movimento francese di resistenza nelle regioni di frontiera; contatti che furono e sar=o fecondi di risultati non solo sotto l'aspetto della collaborazione militare, ma anche perchè con essi sono state gettate le basi della nuova solidarietà italo-francese nella lotta contro il nazi-fascismo e per la nuova Europa. Duccio Galimberti è e resterà, nel ricordo della sua opera, nel valore del suo esempio, vivo tra di noi, tra i compagni di partito e i combattenti dell'esercito della liberazione. E dal sacrificio suo, come da quello di tutti gli altri valorosi che sono caduti sul campo di battaglia, noi sapremo attingere le energie necessarie per superare vittoriosamente le dure e sanguinose prove che ancora ci incombono. LA PRIGIONIA E LA MORTE Sulla breve prigionia e sulla morte di Duqcio Galimberti abbiamo potuto raccogliere i seguenti particolari. Duccio venne arrestato nella mattJlna del 28 novembre ad 'Opera di agentli. della squadra politica nella questura di Torino e trasportato in una camera di sicurezza della questura stessa. Chi ,procedette al Sll'O primo interrogator:io fu di famigerato commissario Maselll, tristemente noto per il suo accanimento contro i combattenti per la libertà e già denunciato dalle radilO alleate - insieme al soo collaboratore Cunzi - come criminale di guerra. Il 1.o 'dicembre Duccio venne trasferito alle Carceri, dove rimase tutto il giorno successivo. Il federale di Cuneo, Ronza, informalto della sua rottura, intervenllva pN!SSOle autorità fasciste di Torino perchè DuccÌ'O venisse me&"Oa sua d'isposlzione, e vedeva esaudita }a sua richiesta grazie all'appoggio dei vicefederali Costa e Tealdy. Da sera del 2 Duccio era prelevato dalle carceri - all'insaputa della stessa squadra politlica della questura - e portato a Cuneo nella caserma delte brigate nere. Qui, dopo essere brutalmente percosso (e forse tlorturato: H suo cadaVE!'l"epresentava infatti la frattura del due mascellari) da militi agli ordini di Renzo Franchi, veni\·a ucdiso con quattro col,pl di arma da fuoco, sparatigli da tergo a bruciapelo. La morte, Istantanea, era provocata da un oolpo alla nuca con fuoruscita del proiettile dall'occhio. Cominciava allora la t:Iiiste mascheratura del delitto. Il cadavere era caricato su un camioncino e nei pI'eSSi di Centallo buttato ai margini della strada. La più evidente smentita alla versiane ufficiale dell'attacco da pante dei partigiani e dell'attentato di fuga sta nel fatto che accanto al cadavere illon ve=ero trovate tracce di sangue; il che dimOIStra che Ja morte era già avvenuta da alcune ore. La partecipazione della popol:azlone dli Cuneo al lutto per la morte di Duccio è stata immensa, n,onostante l'ondata di terrore scatenata ,proprio ,i,n quei giorni illella regione dai banditi neri. La sua tomba provvlsoI1ia nel cimitero è stata letteralmente sepolta dai fiori, tanto che le au1l<ilrltà han dovuto oroinare la chiusura del Cimitero. Sono stati operati numerOSi arresti. 8 CONTROCORRENTE

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