delle vecchie ideologie e basi programmatiche, maturato a riscontro di una esperienza europea oltrechè italiana, rispondeva alle esigenze di rinnovamento delle istituzioni politiche e sociali, alla ricostruzione di uno stato che, nel suo ortdinamento profondamente democratico e ad opera di una classe dirigente tratta dalle classi lavoratrici, realizzasse la necessaria unità fra le libertà politiche e le attuazioni di una maggiore giustizia sociale. Diede pertanto al partito la sua entusiastica adesione e subito promosse in Cuneo la costituzione di cellule clandestine che dalla cerchia cittadina si estesero ai principali centri della provincia. Fu il 26 luglio che Duccio rivelò assieme alle sue capacità di agitatore e organizzatore, la chiarezza e la maturità del suo pensiero politico: primo tra tutti egli, invero, voce isolata ancora nel frastuono di quanti, ebbri e disorientati dalla rapidità Id.e gli avvenimenti, perseguivano falsi miraggi e allettanti e tacili soluzioni di semplici avvicendamenti al potere o di restaurazione delle vecchie posizioni additò agli italiani come compito urgente e ad ogni altro sovrastante la preparazione alla guerra contro il nazismo. La guerra contro Hitler, come necessità di ratto derivante da la nuova situazione italiana, la guerra di popolo, come esigenza morale e politica per li riscatto del paese di fronte al mondo e per la rottura definitiva colle forze reazionarie e conservatrici, favorevoli a nuovi nefasti compromessi, ecco il tema principale del due discorsi da lui pronunciati dinanzi alla folla il 26 luglio, a Cuneo dal balcone di casa sua e a Torino in Piazza Castello, durante un comizio promosso dai partlglant e interrotto dal brutale Intervento degli scherani del generale fascista Adamo Rossi. Con la posizione politica cosi assunta, e che egli sostenne pure a Firenze al primo congresso tenuto dal Partito d'Azione, cui partecipò quale membro della direzione regionale piemontese, Duccio ormai, si avviava, evadendo dalla cerchia provinciale, dove in precedenza si era svolta e sosta.nzlalOICEMBRE 1957 mente contenuta la sua attività, ald operare e, sopratutto ad affrontare i problemi dell'ora su un pia.no nazionale. Ed è su questo plano che grandeggia la sua figura da quel lontano 10 Settembre, quando iniziatasi la guerra da lui prevista e auspicata, oltre che combattente e uno dei principali artefici della resistenza, in Piemonte, contribui con l'intuizione precisa dell'eslgenze della lotta, con l'impostazione coerente delle direttive sul terreno della organizzazione e de l'azione, a rivelare, difendere e potenziare il carattere popolare, 11 significato e 11valore politico, le finalità democratiche della guerra partigiana. "Dopo 10 mesi Idi dure prove e di vittoriose battaglie abbiamo il diritto e 11dovere di guardarci d'attorno" cosl scriveva nel luglio 1944. "Si comincia finalmente a comprendere che la nostra non è ma.novra di eserciti combattenti per dovere sia pure superiore, e con finalità limitate all'esito immediato delle operazioni militari, ma lotta di popolo, spontanea, mossa da intenti di rinnovazione e di trasformazione del vecchio mondo, le cui colpe tennero a battesimo fenomeni quali 11 nazismo e 11 fascismo, di cui sono l'ultima causa". L'll Settembre 1943, sopra Valdieri, ad opera 'CiiDuccio e di alcuni suoi compagni era costituito quel primo modesto nucleo di combattenti, dal quale dovevano in seguito sorgere le valorose e ben agguerrite divisioni Cuneesi delle Formazioni Giustizia e Libertà, che unitamente alle altre bande del luogo imprimeva.no 11.lla guerra partigiana nella provincia di Cuneo (che meno di ogni altra pareva per fattori ambientali e tradizionali rispondere alle caratteristiche e alla asprezza della lotta civile) un ritmo, un grado di intensità e di estensione tali da portare in breve la provincia stessa alla testa dell'intero movimento piemontese Idi resistenza. Duccio, con le armi in pugno, nella consapevolezza superba di riprendere a continuare la tradizione gloriosa della prima Colonna di "G. L." in Spagna, partecipa a varie operazioni militari. Nel Gennaio del 1944, durante un 7
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