GLI UOMINI DELLA RESISTENZA DUCCIOGALIMBERT Il 4 dicembre 1957 ricorre ,l tredicesimo a11niversario del bmtale assassinio di Duccio Galimberti, figura ormai leggenctarù:I, della meravigliosa resistenza partigiana. Questo r1;cordo di Galimberti fu pubblicato in Controoarrente del Febbraio 1948, riprodotto eta Italia libre di Buenos Aires. E' il primo di una serie cU episodi del movimento della re_sistenza che intendiamo far conoscere agli italiani d'America. Quel movimento tanto diffamato nei rece11ti a>mi deve essere ricordato. E' l'1mico modo per esprimere il 11ostro tributo a coloro che si sono sacrificati per Uberare l'Italia dalla malabestia nazi-fascista. . Duccio Galimberti è stato nella vita e nella morte l'esempio tipico del civile ,tallano, che mantiene accesa nell'anima, no11osta,1te tutto, Za idea imperitura di libertà, dign!ità e indipendenza di fronte a chicchessia ed è disposto a difenderla col sacrificio della vita. Sorto d'·un tratto alla ribatta politica in tutta la sua personale grandezza nelle giornate di passione e di smarrim.eiito collettivo che seguirono alla cad1,ta ,li Mussolini, Duccio Galimberti dive,me in brevissinio tempo l'anima delta resistenza piemontese contro l'invasore tedesco e lo sperimentato orga11izzatore delle bande parVigiane di Giustizia e Ubertà. Oggi, se vivesse, sarebbe certamente, insieme a pochi altri, il difensore di quell'ideale polittco ed umano per cui, tredici anni or sono tutto il nostro popolo si la11ciò allo sbaraglio i11 una lotta che rimarT<ì il fatto più glorioso della nostra storia millenaria. Nellli11tenzione di tributare un degno om.aggio alla Sua memoria r,iportiamo etlc1mi cwcumenti sulla sua fine che hanno un incalcolcwile valore storico ed effettivo giacchè sono stati pubblicati il 15 dicembre 1944, undici giorni dopo il suo assassinio, nel Numero Speciale del gwmale clandestino Il Partigiano Alpino. Si tratta di parole sprovviste da ogni artificio e dettette solamente dal dolore e dalla passione, vergate alla macchia dai suoi compagni sotto la minaccia permanente del piombo nazi-fascista. In esse è contenuto il maggior e migliore omaggio che si possa rendere alla memoria d·i chi 11,tto diede per la libertà dell'Italia. IL PENSIERO E L'AZIONE I fascisti non hanno osato tradurre Duccio Galimberti dinanzi ai loro tribunali, poichè sapevano con certezza che di fronte alla loro ferocia e bassa criminalità, alla loro colpa tremenda nel confronti della nazione, egli da accusato sarebbe ldlvenuto accusatore, ed esaltanto in sè stesso l'eroismo di un popolo che ricerca e ritrova nel martirio la via del riscatto e della rinascita, avrebbe pubblicamente fatto pesare sugli aguzzini del paese la testimonianza ultima e radiosa della sua fede e della sua abnegazione. Temevano inoltre l carnefici di acuire troppo nell'attesa e nelle fasi di un pur sbrigativo processo la tensione dello sdegno e della emozione popolare, e perciò preferirono freddarlo simulando un tentativo di fuga e abbanldonandone il cadavere in aperta campagna. La morte, ainche se lo ghermiva a tra.ldlmento e alla insaputa di tutti, subito ne ingigantiva la figura, coronando e suggellando nella 6 sublimità del martirio la perfetta coerenza di una vita, cui un pensiero e un Ideale furono di luce e di stimolo ad un'azione travolgente impetuosa efficace. La figura di Duccio Galimberti è e resterà indissolubilmente legata alla storia gloriosa della lotta di liberazione nazionale, nel cui centro egli si è posto come uomo di partito e come combattente del Corpo Volontari della Libertà. Erede per parte materna e cultore egli stesso di una profonlda devozione alle idealità mazziniane fu sempre antifascista convinto e fervente repubblicano. Venuto nel 1942 a ·contatto con elementi del Partito d'Azione, riscontrò in esso il movimento politico che forte di una lunga e tenace tradizione di lotta contro 11fascismo, ricco di energie confluenti dalle più varie correnti liberali democratiche e socialiste attraverso ad un comune processo di revisione critica CONTROCORRENTE
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