Controccorente - anno XIV - n. 3 - nov.-dic. 1957

sicuro alle spalle. Retrovie ostili tagliano i nervi ai soldati meglio agguerriti. Chi è vissuto in guerra a contatto con soldati, sulla linea del fuoco, sa che il morale è tutto. Le masse rurali italiane distrussero 11 mol"ale dei tedeschi e dei mussoliniani. Chi svaluta la efficienza dei partigiani italiani nell'ultima guerra, sarà forse un bravo ufficiale di stato maggiore, ma è certo un pessimo conoscitore dei valori umani. Negli ultimi mesi del 1944 e nei primi del 1945 in Italia il morale tedesco-fascista andò del tutto in pezzi, non solo per le notizie ca.tastroftche provenienti da tutti gli altri teatri della guerra, ma per il sabotaggio continuo che ne avevano fatto per diciotto mesi i contadini italiani. In quei mesi, per la prima volta nella storta d'Italia - dial secolo XIII in poi - le popolazioni rurali parteciparono attivamente a una guerra civile, non più stando dal Lato reazionario, ma sommosse da una coscienza nazionale e sociale, confusa quanto si vuole, ma sicuramente orientata e pronta ad affrontare anche l'ultimo sacrificio. L'esperienza di quei mesi ha dimostrato che esiste in Italia nelle popolazioni rurali una coscienza nazionale con la quale chi non vorrà trovarsi a mal partito dovrà sempre contare. Per valutare adegu,atamente l'azione delle popolazioni rurali italiane dall'armistiw del 1943 alla primavera del 1945, bisogna, mettere in conto anche l'assistenza da esse data ai prigionieri di guerra, agli interna.ti e ai disertori, assi.stenza che comportava la pena di morte. Il Governo inglese ha riconosciuto a cinquantamila italiani, specialmente contadini, lil merito di avere assistito prigionieri e internati inglesi. Se tanto mi dà tanto... Alcuni giorni or sono, un giovane jugosLavo, fuggito da un campo di concentramento, mi parlava con emozione della semplicità silenziosa con cui i contadini delLa Ciociaria lo accolsero ovunque, divisero con lui il loro scarso pane, lo aiutarono a travestirsi, se lo passarono dall'uno all'altro, e nessuno mai tradl. Una donna gli disse: "Che ce vo' fa? Ce tocca esse boni!". E lui ripetev.a queste parole colle lagrime agili occhi. Lo scoppio universale d'entusiasmo con cui fu salutata in Italia, il 25 luglio 1943, la caduta di Mussolini, e più ancora il movimento partigiano, formatosi spontaneamente e consolidatosi assai prima che i servizL di in'formazione inglesi e americani si decidessero a scoprirlo, dimostrano che il regime fascista e l'uomo che lo impersonava non erano stati mai popolari negli strati profondi della popolazione itialLana. O popolo italiano, destituito di senso comune, di senso politico, di senso giuridico, di senso religioso, di senso economico, di senso morale, di tutti i sensi possibili e immaginabili nell'universo ma ricco come nessun altro popolo della terra di un senso solo, il senso di umanità. Questo rtscatta in te la mancanza di tutti gli altri sensi! La resistenza unanime del popolo italiano (di molti fra gli stessi fascisti) alla politica antisemita v.oluta dall'Uomo della Provvidenza, e poi la partecipazione spontanea dei contadini italiani alla resistenza del 1943-45 resteranno per sempre fra le pagine più luminose della storia italiana. La bellezza di quelle pagine dovrebbe essere compresa anche da quei giovani che militarono sotto le bandiere della Repubblica di Salò, senza calcoli personali, per onesta fedeltà atd un ideale che essi credevano giusto, portando anch'essi la loro parte di fardello nella sventura comune di un'atroce guerra civile, di cui nè essi nè i partigiani furono responsabili. Gaetano Salvemlnl DICEMBRE 1957 5

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