Il problemdaeidi itticivili Nel numero scorso notammo Il contrasto che c'è tra la concezione della uguaglianza politica della Magna Carta americana e la realtà della vita. SI disse che non solo i cittadini negri sono menomati nell'esercizio dei diritti civm, ma anche per un vasto numero di cittadini bianchi non è tutto pane e rose, come lo dimostra il ratto che per le minoranze difficile, se non impossibile, è il loro partecipare alla vita politica. Le camerille !dominanti del partiti borghesi hanno cosl manovrato le cose, che l'elettore deve per necessità votare per questi partiti. All'elettore disgustato, resta solo il diritto civile dello astensionismo, reso anch'esso difficile per la straordinaria propaganda che si fa di far venir fuori Il votante. Dicemmo anche che le carte che proclamano l'uguaglianza, fanno derivare questa da una fonte divina - il Creatore - che, in uno Stato laico come quello americano, certo è un intruso. Gli antichi Greci, più logici dei nostri Padri ... putativi, opinavano che in natura tutti gli uomini erano eguali, e che solo il costume tramandato dalla tradizione, nato dalla cattiveria umana, faceva gli uomini disuguali. Da questa disuguaglianza nascevano i loro re, i loro dignitar!i, insomma tutta quella gente che viveva alle spalle degli altri. In un certo modo peggiorato, Il concetto dell'uguaglianza fu ripreso dai primi cristiani che non avevano conosciuto Il Cristo di poi, per asserire il diritto alla vita dei nullatenenti di fronte .alla cupidigia e all'arroganza delle classi abbienti. Ma questo concetto fu dalla sopravvenuta Chiesa cristiana deturpato alla maniera che tutti noi sappiamo. Dopo la notte del Medio Evo, venne Il Rinascimento ed i dotti, riprendendo I rimasugli dei vecchi testi, rifecero a nuovo la conoscenza umana. La Rivoluzione francese !doveva riasserire il concetto dell'uguaglianza, ma ciò DICEMBRE 1957 facendo mise nelle strettoie della legge borghese i diritti civili e l'uguaglianza divenne una parodia. La concezione divina dell'uguaglianza lascia gli uomini in balia del capriccio di un Ente soprannaturale. SI è visto come i potenti, aiutati in questo dai preti di tutte le religioni, hanno voltato a loro favore questo concetto, ed i preti hannq assolto e benedetto la disuguaglianza degli uomini. Purtroppo, l'ignoranza dà ragione al preti, perchè la gran parte degli uomini adora il ... buon Dio. In realtà Il concetto americano de l'uguaglianza !deriva anch'esso da uno stato di cose naturale, cioè dall'opera dei Coloniali in rivolta contro il potere regio. Quell'ideallzzarlo come derivazione divina, suona però come una campana fèssa. Dicendo che gli uomini erano dal Creatore fatti nascere eguali, essi si mettevano sullo stesso gradino o falsariga di Giorgio m, che faceva derivare la sua qualità di re da un Essere superiore. Ma l'affermazione egualitaria dei Coloni.ali voleva dire solo che i loro diritti, quali che erano: civlll, economici o morali, valevano tanto quanto quelli della Corona britannica, e degli interessi che questa Corona rappresenta va. Il loro grido di libertà, il loro lottare contro la tirannilde inglese volevano significare l'asserimento del loro ldiritto al commercio, specie sui mari, voleva dire che se essi dovevano essere tassati, essi, i Coloniali, volevano dire la loro parola sUl potere di tassazione. Tali pretese non uscivano dal guscio della società borghese come nelle Colonie si osservava, e il popolo minuto, quello costituito dalla gente che lavora per guadagnarsi il pane, era estraneo a tutte queste cose. Quella democrazia che si vuole desumere dalla cosidetta Rivoluzione americana fu una democrazia di possidenti, che non avevano niente in comune con quelli che non possedevano nulla. Quando quel giacobino di Giorgio Washington (cosl lo chiama23
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