Controccorente - anno XIV - n. 3 - nov.-dic. 1957

molto ingente rispetto alla spesa per mano d'opera, egli poteva fronteggiare una crisi di mercato riducendo il suo personale, oppure, se era stato intelligente abbastanza per prevedere in tempo nuove correnti nella richiesta di beni, modificando i suol prodotti, o addirittura spostando la sua produzione in un nuovo campo, purché tutto ciò non involgesse investimenti di capitale superiori alle sue possibilità. L'imprenditore non era preoccupato se le variazioni della sua produzione si riflettevano in sbalZi, talora crudeli, nel numero o nella utilizzazione delle persone da lui impiegate. Ciò non è più possibile 1n regime di produzione automatizzata: nessuno può licenziare la metà del macchinario acquistato, o ottenere da una complicata catena di meccanismi un prodotto diverso da quello :per cui essa fu progettata. Cosl pure non può illudersi di poter ridurre le spese correnti, come interessi sul finanziamento richiesto da macchinario, la sua manutenzione ed ammortamento, nello stesso modo come può ora confrontare un operaio colla scelta fra il licenziamento e una riduzione di salario. E nemmeno può pensare che, se sospende il lavoro per un periodo di tempo, egli potrà certamente ritrovare la specializzata mano d'opera necessaria per il funzionamento e la manutenzione di impianti altamente complicati, al momento in cul egli potrebbe riprendere a lavorare. Ciò significa che l'automazione Industriale esige necessariamente una pianificazione economica, tale da garantire che la relazione fra produzione e richiesta del mercato sia controllata e determinata per lungo tempo. Di conseguenza mette in moto tutta una serie di provvedimenti sociali per realizzare questi plani, che privano di significato il principio della concorrenza fra gli imprenditori, come pure l'attuale concetto di monopolio. Per certo questa radicale trasformazione non può essere considerata leggermente. Anzi, proprio in questa occasione, sarebbe necessario che la opinione pubblica esercitasse un controllo efficace per impedire che la DICEMBRE 1957 sìtuazìone venga crlstalllzzata e sfruttata per costituire nuovi privilegi a favore di gruppi limitati. E noi crediamo fermamente che soltanto una opinione pubblica allenata alla critica, alla discussione può esercitare un efficace controllo. Questa considerazione è tanto più importante, in quanto l'automazione, pure avendo come conseguenza un progresso tecnologico, postulando una maggiore stabilità economica ed una enfasi nella elevazione dei segmenti popolari meno fortunati, rappresenta in sè stessa una minaccia alla iniziativa individuale. Perciò tende a deprimere il valore dell'individuo di fronte alla società come un tutto, ed a aprire la via a ordinamenti politici autoritari. :(, :(, :(, E questo conduce all'esame, ben lontano dall'essere ottimistico, della particolare situazione americana. Proprio nel momento in cui sarebbe importante che la trasformazione produttiva avvenisse in un cllma di libertà più vasta possibile, per ragioni contingenti, questa libertà viene limitata. Se anche la situazione politica internazionale si calmasse oltre quanto ci è lecito sperare, il problema di salvare non il sistema capitalistico (che gli americani sono stati condotti a credere caratteristica del loro sistema sociale, e la cui difesa sembra a noi del tutto impossibile) ma di fortificare l'ideale della fondamentale libertà dell'individuo sarebbe e sarà di una tremenda difficoltà. L'inerzia causata da una situazione prestabilita, con tutti gli interessi costituiti che l'accompagnano, sarà esaltata da la scarsezza di elementi allenati a riconoscere nel dissenso uno dei diritti umani fondamentali. Nell'atmosfera politica del paese manca non soltanto il senso della urgenza di questo problema, ma perfino la nozione che noi siamo sulla soglia di una trasformazione della struttura economica e sociale del mondo occidentale, e in modo particolare dell'America, che assumerà 19

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