determinismo storico, interpretato alla luce delle condizioni esistenti In Europa all'alba della prima rivoluzione industriale, alla rivolta contro la classe possidente. Per Marx la sete di profitto del datore di lavoro non poteva essere soddisfatta che attraverso il progressivo immlserimento del lavoratore. Egli non poteva prevedere, dall'esame delle condizioni del suo tempo, che l'industriale del ventesimo secolo dovesse legare, attraverso alla produzione di massa, la propria fortuna alla elevazione economica di sempre più vaste masse popolari. Finora, e sia pure attrav e r s o radicali trasformazioni, il sistema economico-sociale chiamato capitalismo ha sopravvissuto. Insieme ad esso, frutto della stessa evoluzione spirituale che demoll l'ordinamento feudale e chiesastico del medio evo, sono sopravvissuati il principio della fondamentale secolare eguaglianza de gli uomini e quello che fattori ideali, oltre che stimoli economici, muovano l'umanità: prlncipii accettati, se non ovunque, da una grande parte dei popoli. Non è certo mia intenzione collegare la permanenza tdl questi moventi ideali colla sussistenza del capitalismo. E' anzi mia speranza che essi durino ben più a lungo del sistema economico e socia.le capitalistico. Ma, come non posso concepire che il capitalismo classico possa sopravvivere alla situazione che si sta creando, io scorgo in essa un nuovo ambiente, in cui la base morale che è per noi fondamentale in ogni società, cioè il rispetto per l'individuo e per la sua integrale dignità, per i valori ideali senza cui un essere vivente non è uomo, può essere in mortale pericolo. Il capitalismo classico aveva come presupposto la posslbilltà della concorrenza fra gli imprenditori, il continuo adattamento della produzione al mercato. Come conseguenza, ed almeno In teoria, esso riconosceva In ogni Individuo la capacità di un giudizio indipendente ed il diritto al riconoscimento dei propri successi e della propria personalità. E' soltanto trqppo vero che In ogni particolare momento coloro che, attraverso li 18 controllo di mezzi di produzione, riuscivano pure a garantirsi il controllo politico, hanno sempre cercato di stabllizzare la situazione al proprio vantaggio, tentando con ciò di contra vvenlre ai princip!i basici del sistema sociale in cui affermavano di credere. Ma ciò non impedl che nuovi gruppi di Imprenditori li scalzassero dal potere, come non impedi che sorgessero sempre nuovi agitatori, nuovi profeti, molte volte nuovi martiri, a riaffermare vecchi o a reclamare nuovi diritti per l'umanità. In tondo, il capitalismo industriale ammetteva che una nuova Iniziativa, una nuova idea, potessero sorgere a far concorrenza ad una impresa esistente. Non poteva Impedire a colui che offriva un nuovo prodotto, o che metteva in effetto un mezzo di produzione meno costoso, di sviluppare una piccola bottega in una grande industria. E come l'Iniziativa individuale non poteva essere bandita nel campo economico, essa pure non poteva essere esclusa nel campo dello spirito e delle relazioni sociali. :f. :f. :f. Nel campo economico, l'automazione pone necessariamente un termine a ciò. Da una parte l'enorme costo di impianto dl una industria automatizzata preclude lo sviluppo dell' Iniziativa Individuale. Da ora In avanti, non sarà più po.ssib!le all'lntell!gente meccanico, che aggiusta primitive biciclette o macchine da cucire, di trasformare la sua officina gradualmente prima in una azienda che mette sul mercato una falciatrice automatica o una automobile al mese, poi In uno stabilimento capace dl produrre lo stesso meccan,iSmo In un giorno ed infine nella colossale industria che getta sul mercato migliaia di complicati oggetti all'ora. D'altra parte l'automazione impone una rigida programmazione di produzione. L'Imprenditore non può più adattare la sua produzione giorno per giorno alla richiesta del mercato. Fino a quando l'Investimento capitale richiesto dalla sua Impresa non era CONTROCORRENTE
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