pensione non più grande di quella che è qui, e con appena un po' più di comodi, ma pagati assai più cari. L'Ida mi manda da mangiare con molta cura, e anche da questa parte non ho nulla da desiderare. Mi riesce solamente penoso di non poter lavorare ai miei lavori. Ma spero che presto ciò mi sia possibile. Vorrei correggere e licenziare al più presto la nuova edizione della "Rivoluzione Francese" e il primo volume della "Politica estera dell'Italia". Poi vedremo quale altro lavoro mi con,viene intraprendere. In attesa leggo qualche libro della biblioteca del carcere. Ma tu sai come è fatto U mio cervello: non sa distrarsi dai lavori che ha in corso: esso è tutto polarizzato verso quei due libri, e non mi interessa altro. Non appena potrò riprendere i miei interessi intellettuali, non appena abbia carta calamaio e penna, non una sola volta la settimana per scrivere fuori del carcere, ma in permanenza. per mettere suila carta quel che mi passa per la testa, credo che questa vita non presenterà per me nessun disturbo apprezzabile. Aggiungi che presto dovrò "andare in compagnia" avendo già esauriti i miei interrogatori: cioè potrò passare qualche ora del pomeriggio in conversazione con altri detenuti: argomento di osservazione e di studi, che spero di sfruttare per la mia cultura utilmente. Insomma, cara la mia vecchia, se la va di questo passo, finisco per fare qualche corbelleria apposta per obbligare il governo a tenermi in carcere giustamente. Il mio avvocato, Marchetti, è un giovane intellige1'te, buono, attivo. Dunque all right. Se sarò assolto, come credo, sarà un bel fiasco per chi mi ha messo dentro, e se sarò condannato, sarà più che un fiasco; sarà uno sproposito dei più grossi, che si pagano cari non da chi ne è la vittima, ma da chi ne è l'autore. Quel che mi preoccupa è che i miei amici si mettano troppo in moto per me, ed esagerino la tragicità della mia condizione, facciano cattivo sangue per me che non me ne faccio affatto. Di te, cara vecchia, sono sicuro. So che la tua intelligenza e il tuo carattere ti condurranno ad affrontare virilmente e dignitosamente questa goffa mia avventura, anche se il tuo affetto e il tuo orgoglio ldebbano soffrirne e sentirsi feriti. Ti prego, mia cara, di mandare le mie notizie a tutti gli amici: s'intende agli amici che si sono mantenuti degni di essere nostri amici. Se qualcuno di essi ha mostrato di oscillare, si è squagliato, mi ha biasimato prima di conoscere la realtà delle cose, tu lascialo perdere, e disprezzalo come lo disprezzo io. Ma io sento che nessuno del nostri amiQi può averci abbandonati. Puoi fare di queste lettere quello che facevi delle lettere che ti scrivevo dal Carso; mandane una copia a ciascuno degli amici. Senti quel che mi capitò a Roma ... Non posso scrivere più di quattro pagine. Eppure ,avrei da dirti mille altre cose interessanti della mia tragica vita di ... martire politico. Ma come si fa? Addio, cara vecchia. Abbraccia per me i nostri ragazzi, tutti i nostri ragazzi senza eccezione. Con affetto e riconoscenza immutata Gaetano 16 CONTROCORRENTE
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