Controccorente - anno XIV - n. 3 - nov.-dic. 1957

Per rendere giustizia a Salvemini educatore occorrerebbe un lungo studio. Forse, anche il poco che abbiamo 1detto servirà a chiarire in che senso dicevamo che un solo Maestro della sua tempra riesce a smuovere maggiori energie intellettuali e morali a fin di bene, che intere falangi di educatori comuni. Ma i veri Maestri come Salvemini sono non meno rari dei grandi artisti e dei grandi scienziati. LEO VALIANI Ma tu scrivi pure, camminando per la tua via. Si tratta di "muovere un po' le idee". Questo importa. Addio, bollente amico". Cosi, in una lettera ancora inedita del 4 maggio '98, scritta alla. vigilia d'essere imprigionato e condannato per i tumulti milanesi contro la carestia, che non aveva contribuito a provocare e che non intendeva trasformare in alcuna rivoluzione, premendogli soltanto di non abbandonare il proletariato alla deriva, Filippo Turati prendeva commiato provvisorio da Gaetano Salvemini, il giovane collaboratore meridionale della sua "Critica sociale". Dieci anni dopo, quando si diffuse la notizia, per fortuna inesatta, della scomparsa di Salvemini sotto le macerie di Messina colpita dal terribile terremoto, (in cui peri tutta la sua famiglia) Turati, che si rifiutava di credere ad una cosi grave perdita, defini il suo grande amico come "il più colto dei socialisti italiani". Oggi, sono già 45 anni che Gaetano Salvemini, pur non cessando mai di restar fedele agli ideali socialisti della sua gioventù, si rese indipendente dallo stesso partito socialista, per poter meglio camminare per la propria via, per difendere più efficacemente i derelitti del Sud, che l'organizzazione operaia concentrata nelle regioni industriali, e in Val Padana, allora ignorava. Salvemini infatti voleva stimolare le idee di tutta la nazione, e non di una classe sociale soltanto. Ed è cosl che, ~lla tormenta della prima guerra mondiale si trovò a "nuotare contro il torrente", secondo l'insegnamento degli ideologi meridionali che avevano dovuto affrontare, attraverso i secoli, il rogo, il patibolo, il linciaggio, nella battaglia 12 Enzo Tagliacozzo L'Espresso per la libertà, contro gli oscurantismi, vecchi e nuovi. E' noto che il fondatore del meridionalismo radicale aggressivo, lo Ispiratore del "Non mollare" e di "Giustizia e Libertà" nella lunga lotta senza quartiere contro la dittatura fascista, il polemista più impulsivo e tagliente della democrazia italiana, il fustigatore implacabile di ogni malgoverno, consorteria, tirannide, corruttela e viltà, fu altissimo scienziato, uno dei maggiori maestri degli studi storici; forse il solo fra gli italiani che potesse vantare una sua. scuola anche nei paesi a,nglo-sassoni. Come l'uomo d'azione e lo scienziato si conciliassero in lui, l'ha spiegato egli stesso, una ventina di anni or sono, in una sua lezione universitari-a americana, dedicata al problema se e in qual misura la storia possa dirsi scienza. "Io sono lungi dal negare, confessava, che il piacere del lavoro intellettuale disinteressato è il più bel privilegio concesso allo studioso. Se dovessi tornare ,a nascere, chiederei di essere dotato di nuovo di questo privilegio, anche se dovessi di nuovo passare la mia vita in quella categoria economica che gli statistici definiscono "titolari di piccoli redditi". Ma altro è il dire che lo studioso dev'essere lasciato libero nell-a sua opera in modo che egli non si senta obbligato a trasformare i risultati in dollari e centesimi ed altro il proclamare che la società non ha alcun diritto di aspettarsi una utilità pratica dell'opera degli studiosi". Gaetano Salvemini apri nuove prospettive, e diede respiro più ampio, già sessant'anni fa, alla. storiografia del Medioevo italiano, con i suol lavori sulla vita sociale nel comune di FiCONTROCORRENTE

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==