Controccorente - anno XIV - n. 3 - nov.-dic. 1957

italiana emersa 1 dalla guerra e dalla liberazione: ecco un nudo ed incompleto elenco delle principali buone cause alla cui difesa Salvemini dedicò le sue energie. Per dare un'idea della mole di lavoro accumulato da quest'uomo straordinario basterà dire che se si volessero ristampare tutti i suoi scritti storici e politici non sarebbero sufficienti una trentina di volumi di trecento pagine l'uno. C'è stata nella esistenza di Salvemini una mirabile unità di pensiero e di azione, di ricerca storica e di attiVità politica che raramente si trova in altri. Il filo conduttore per la comprensione idi Salvemini è che, abbia fatto storia o politica, Egli è stato soprattutto un grainde educatore e maest110 di vita morale. Benchè la sua carriera universitaria fosse bruscamente interrotta dal fascismo nel 1925, quando Salveminl scelse l'esilio, era già riuscito a indirizzare ed influenzare non pochi studenti, alcuni dei quali sono stati o sono oggi tra i nostri migliori storici e professori universitari. Ne ricorderemo solo alcuni: Nello Rosselli e Federico Chabod, Pietro Silva e Raffaele Ciasca, Ernestlo Sestani .e Piero Pleri. Ma quante diecine e forse centinaia di giovani che sono oggi insegnanti liceali non seguirono i corsi di Salvemini o si laurearono sotto la sua guida ricevendone ammaestramenti di cui certamente non si sono dimenticati? E questa fu soltanto la sua opera di professore. Senonchè fin dalla gioventù sa1vemini non si accontentò di ammaestrare dalla cattedra, e senti il bisogno di comunicare il suo pensiero a cerchie sempre più vaste di persone. Ed ecco che scrisse libri di storia come il "Mazzini" e la "Rivoluzione francese", che, pur essendo opere di scienza, erano animate da alte idealità politiche e sociali, e furon lette da un gran numero di persone colte. A ciò aggiungasi la sua opera di polemista di grande vivacità ed efficacia, profusa con una generosità da gran signore In una miriade di giornali e riviste, da!Ja "Critica sociale" di Turati ali' "Avanti!", dalla "Educazione politica" di Arcangelo Ghislerl al "Secolo", al "Tempo" a tanti altri fogli. Il suo settimanale "L'Unità" fu certamente fra il 1911 ed il 1920 la palestra di studi politici più viva che esistesse In Italia, e sulle sue ,pagine si formarono i migliori giovani della classe dirigente Italiana. E quando la democrazia italiaina venne travolta dal fascismo, anelato al governo con l'appoggio degli elementi più conservatiVi della società italiana e perfino dei poteri del vecchio Stato liberale, molti del giovani formatisi sulla salvemlnlana Unità divennero i leaders de!Ja resistenza alla dittatura. Fra i combattenti antifascisti che si formarono alla scuola di Salvemini (alcuni dei quali patirono prigione, esilio, o furono uccisi per le loro idee) ricorderemo solo pochi nomi che farebbero da soli la gloria di qualunque maestro: Piero Gobettl, Carlo e Nello Rosselll, Giuseppe Donati, camll!o Berneri, Ernesto Rossi, Umberto Zanotti-Blanco. E quanti altri non lessero In quegli anni l'Unità essendone fortemente Influenzati. Da Tommaso Fiore a Guido Dorso, da Angelo Tasca ad Antonio Gramsci, si può dire che non vi sia stato scrittore politico In Italia della generazione che era sui vent'anni allo scoppio della prima guerra mondiale che non abbia Incontrato sul suo cammino Salveminl. E si aggiungano, se si vuole considerare la cerchia sempre più vasta di persone raggiunte dal suo pensiero e dalla sua azione, i professori da lui 10rganlzzati nella Federazione degli Insegnanti Medi e le migliaia di contadini pugliesi che affollarono i comizi In cui Salveminll si batteva perchè al lavoratori analfabeti venisse accordato il diritto di voto, e 10 CONTROCORRENTE

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