da tutti noi. Egli non era abituato a fare uso di guanti quando si trattava di mettere alla gognia i nemici della libertà. La sua. penna stroncava. Era implacabile con i disonesti, non importa se vestissero la sottana del prete o la camicia rossa. Negli anni in cui abbiamo diviso questa tribuna, Salvemini non si è dato pose di superiorità. Modesto e semplice come tutti i grandi. Egli non ha mai avuto ragione a lagnarsi di noi. L'abbiamo considerato un fratello maggiore. La sua intransigenza era fonte di ispirazione. Serviva di spinta a fare. Se qualche volta risentiva il linguaggio follaiolo usato da qualcuno di noi, non gettava acqua sul fuoco. Gli piaceva stare in compagnia di persone che si muovevano anche se 11loro atteggiamento poteva sembrare esagerato. Quando cominciammo a denunciare la politioo di adattamento di alcuni dei leaders dell'antifascismo che erano ritornati in Italia come emissari del Dipartimento di Stato americano, egli consigliava moderazione. Quelli furono i soli casi in cui egli cercò di frenare la nostra impazienza. Una volta convinto che l,a nostra ribellione alle sudicerie dei politicanti istrioni era giustificata non ebbe più reticenze. Si mise lui in prima linea a sferrare l'attacco. La collezione di CONTROCORRENTE è piena dei suoi scritti poderosi, contenenti la sua rampogna contro i demagoghi di ogni risma. Noi siamo orgogliosi della nostra associa.zione con un uomo meraviglioso che la storia italiana riconoscerà come il più grande storico del suo tempo. Aldino Fellcanl Salvemienil demon di GIORGIO DE SANTILLANA E' scomparso l'ultimo grande Italia.no dei nostri tempi. Già si sente l'Italia cambiare aspetto. E' come se non vi fosse più metro per misurare la consistenza degli uomini e delle idee. Molti, in Europa, avranno sentito qualcosa di simile nell'anno della morte di Voltaire. Può sembrare strano un ravvicinamento fra l'occhietto aguzzo del signore di Ferney e lo sguardo candido, 11 sorriso espansivo dell'uomo di Molfetta ("Senti, quello che non puoi spiegare a un contadin,o pugliese, è inutile che tu provi a spiegarlo a me"), ma la somiglianza c'è: la ragione come una spada affilata sempre in atto a pro della chiarezza e della giustizi.a, una intransigenza intellettuale che nulla riesce a scalfire, 11dono della parola incisiva. Salvemini fu, anche lui, l'.anti-Rousseau, fu un autentico pamphlètatre dell'illuminismo; la sua molteplice figura non si organizza bene che attorno a un aspetto centrale, quello del massimo pubblicista italiano. Il maestro, 11 teorico politico, lo storico d.alla ferrea documentazione sono quasi aspetti sussidiari, perehè l'insieme delle sue capacità si forgiava e sfavillava giorno per giorno in risposta ai problemi dell'oggi. Tutto il suo studio del passata non si assestava in opere "definite" per le biblioteche universitarie, ma faceva capo alla formazione delle menti, a una rigorosa e polemica analisi del presente. Fu grande storico in quanto seppe essere uomo di parte (e questo si può dire di più d'uno fra i grandi storici, se pur le parti che presero furono meno ,apparenti). Ben le sentiva chi aveva da temerlo: in questi ultimi anni gli onori accademici non gli furono lesinati, ma quando si parlava di fargli avere un giornale, 6 CONTROCORRENTE
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