Controcorrente - anno XIV - n. 2 - set.-ott. 1957

IL PROBLEMDAEIDIRITTICIVILI La teoria costituzionale americana presuppone l'eguaglianza del cittadini dimi.nzl alla legge, ma la realtà delle cose persiste nell'accentuare sempre più le disparità economiche e le disugu,aglianze sociali, oltre a nullificare i cosidetti diritti civil1. La Dichiarazione d'Indipendenza parla di "verità evidenti" nel ributtare il dominio inglese sulle colonie, e specifica "che tutti gli uomini sono creati eguali, e sono dal Creatore dotati di alcuni inalienabili diritti, tra i quali quello alla vita, alla libertà e al conseguimento della felicità." Il "Bill of Right.s" della Costituzione, codifica questi diritti. Tanto la Dichiarazione che il "B111of Rights", dicono che la funzione del Governo, cioè dello Stato, è quella di assicurare ai cittadini Il godimento di tali diritti, e che il Governo deriva Il suo potere dal "consenso del governati". I due documenti non fanno parola di razze o di colore. Essi semplicemente parlano di "uomini" e di "cittadini", e perciò si suppone che i negri abbiano gli stessi diritti dei bianchi. Ma nell'ordine delle cose esistenti al tempi della formulazione di questi documenti, i negri erano schiavi e non erano considerati "uomini" ma chattels, cioè "beni mobili", e quindi essi erano al di fuori di ogni diritto costituzionale. Con la Guerra Civile si dettero a! negri, a.Imeno sulla carta, quei diritti che erano goduti dai bianchi. Ora non erano più schiavi, ma le loro condizioni non migliorarono di gran che, ed in molte Istanze peggiorarono. Per quanto riguarda Il diritto di partecipare alla vita pubblica, questo si nego al negro con mille scuse e cavilli. Se qualche negro esercitò il suo diritto di voto, lo fu perchè doveva votare secondo quando diceva il bo.ss politico bianco, ed anche in questo, per esercitare questo diritto, egli, il negro, doveva pagare una tassa. SI capisce che l'imposizione della tassa elettorale era f,atta con lo scopo di 20 togliere il voto ai negri. La loro povertà dimezzava o annientava la loro cittadinanza. La condizione de! negri è il riflesso del regime economico in cui essi vivono. Nelle campagne essi vivono in uno stato di perenne miseria, e nelle città generalmente il loro tenore di vita è al disotto del tenore di vita del lavoratore bianco. II negro in un certo qual modo ha parità di condizioni col bianco solo se fa parte di unia unione operaia, dalla qualcosa si può presumere che solo l'organizzazione sindacale è effettiv.a nel far valere i suoi diritti. Ma anche le unioni operaie, nel Sud, rigettano i negri, perchè gli unionisti bianchi non si vogliono -associare con loro. Il contrasto tra la realtà delle cose e le belle parole delle Carte costituzionali, è evidente. La questione dei "diritti civili" non è nuova nel campo politico americano e non riguarda soltanto i negri. Dal tempo delle Colonie sino ad oggi se n'è discusso parecchio. Quando si dibatteva la questione della schiavitù, nel decennio prima della Guerra Civile, Hen.ry David Thoreau pronunziò due eloquentissimi discorsi sulla schiavitù, uno in Concord e l'altro iill Framingham, i quali furono ignorati a bella posta per viltà politica. Si ammira Thoreau come studioso della natura, ma si fa la congiura del silenzio sulla sua filosofia politica. In tal modo !',atmosfera politica della nazione rende nulla e vana l'azione dei partiti socialisti, ! quali attualmente sono nell'impossibilità di presentarsi nell'agone elettorale. I politicanti borghesi vantano le glorie della democrazia capitalistica, ma questa democrazia non ha tra le sue braccia nemmeno posto per quel visibile socialismo della democr,azia. Questa democrazia, con la legge sul "Sindacalismo criminale", ha annullato il diritto dell'operaio di appartenere ad una org.anizmzione di sua scelta - diritto garentito anche dalla CONTROCORRENTE

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