sfruttare la popolazione rimanente. Alle teorie generali, ai "sistemi", preferiva lo studio dei problemi concreti, definiti in modo da poterli bene afferrare in tutti i particolari: suffragio universale, tariffa doganale, perequazione tributaria, edilizia scoJ.astica, indipendenza della magistratura. Quando, l'anno scorso, tenemmo a Roma un convegno degli "amici del Mondo" sul problema della scuo1a, criticò l'arnpiezza eccessiva del tema. Sarebbe stato meglio se avessimo messo in discussione la scelta degli insegnanti, oppure l'ordinamento degli esami, oppure il controllo sulle scuole private. Discutere sulla riforma della scuoJ.a in generale era come discutere sulla riforma sociale. Chi troppo abbraccia niente stringe. Il fatto poi che persone di diversa provenienza, arrivassero alle stesse conclusioni richiamandosi a teorie positivistiche o a teorie idealistiche, al liberismo a al soci,alismo, al cristianesimo o al laicismo, aveva per lui scarsa importanza. Importante era che si mettessero d'accordo su soluzioni pratiche da valere per qualche anno, su particolari problemi concreti. Nei primi tempi della nostra amicizloa, discutendo sul socialismo, un giorno gli dichiarai che non avrei mai potuto entrare nel partito socialista perchè ritenevo infondata la teoria del plusvalore, sulla quale Oarlo Marx aveva costruito tutto il suo sistema. - E che te ne importa del sistema? - replicò Salvemini. - Guarda se le camere del lavoro, le cooperative, i deputati socialisti hanno fatto e possono fare ancora qualcosa per migliorare le condizioni di vita della povera gente. Giudicalo su questo li socialismo; non sulle ideologie. Il Capitale l'hanno letto in Italia qualche diecina di persone, e ben pochi l'hanno capito, anche se migliaia di socialisti giurano nel verbo "scientifico" di Marx. Al sua rientro in patria dagli Stati Uniti, in un diario in cui ogni sera riassumeva le conversazioni avute durante il giorno, :per informarsi sulla OTTOBRE 1957 situazione politica italiana, in data 5 agosto 1947, annotava: "SI è discusso di socialismo, marxismo e generi simili. Io ho detto francamente che ormai credo solo In Critone di Platone e nel discorso della Montagna. Questo è il mio socialismo, e me lo tengo Inespresso nel mio pensiero, perchè a esprimerlo ml pare di profanarlo. Cerco di esprimerlo meglio che posso nelle opere. Affrontare problemi concreti Immediati, seguendo le direttive di marcia dettate dalla morale cristiana, e non perdere tempo In disquisizioni teoriche su che cosa è, che cosa dovrebbe essere, che cosa sarà la democrazia, il mar• xismo, Il socialismo, l'anarchia, Il liberalismo, che se ne vadano tutti quanti a casa del diavolo. Perdere Il tempo a pestare l'acqua nel mortaio delle astrazioni è vigliaccheria; è evadere al doveri dell'azione Immediata; è rendersi complici della conservazione deUo statu quo". Nell'Italia dell' "elmo di Scipio" e dell' "arma la prora e salpa verso il mondo", un rompiscatole come Salvemlni, che opponeva alle sagre le statistiche e voleva che gli scarsi mezzi disponibili, Invece che alle eroiche avventure, servissero a costruire strade, acquedotti, fogne, case popolari, a combattere l'analfabetismo, ad aiutare gli ultimi strati della popolazione a sollevarsi dalle loro condizioni di vita bestiale; un rompiscatole che dimostrava, con dati inoppugnab111, che la Libia non era una terra promessa, quale era decantata dai giornali del siderurgici e degli affaristi del Banco di Roma, ma uno "scatolone di sabbia", in cui non avrebbe potuto trovar lavoro la nostra mano d'opera esuberante; un rompiscatole che, sulla sua Unità, spiegava che l'annessione della Dalmazia, richiesta dai generali dello Stato Maggiore per accrescere gli organici, avrebbe reso molto più costosa e difficile la difesa del territorio nazionale ... era necessariamente un "rinunciatario"; anzi il "rinunciatario" per antonomasia. La impopolarità che Salvemini raggiunse in certi momenti - specie negli anni immediatamente successivi alla prima guerra mondiale - credo non sia mai stata raggiunta da nessun altro uomo politico italiano. La prima volta che notai per la strada la sua. strana figura (lndos13
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