L'Avvenire dei Lavoratori - anno XXXVIII - n. 64 - 28 febbraio 1947

B Anno XXXVIII (nuova serie) N. 64 Zurigo, 28 febbraio 1947 LIBERAREE FEDERARE QUINDICINALE SDCIAL·ISTA Redazione: Militarstrasse 36 -Amministrazione: Casella postale No. 225 Selnau. Zurigo - Conto postale No. VIII 26 305; Abbonamento annuo Fr. 4.-, semestrale Fr. 2.-, sostenitore Fr. 20.-. una copia cent. 20 Telefono 27 47 02 La lezione del laburismo Perchè in Inghilterra, la patria cCYncalmata del liberalismo economico, jl partito laburista è rit.IBcito, i!Il. breve volger ili tempo ad attuare una trasformazione in senso socia,lista tale da non trovare riscontro se non .nelle rea·lizzazioru socialiste dell'U.R.S.S. '? Checchè dm.fatti si dica in Italia da parte di coloro che preferiscono mentire piuttosto che riconoscere una realtà poco gradita e che scr.mbia.no, per errore e per malarfede, gli interessi imperiali del Commonwealt con gli atteggiamenti concreti della politica interna non vi può es.sere dubbio che la struttura sociale delJe isole bri.tanniche subisce in questi giorni un radicale mutamento, il quale, appunto per non essere violento e rivolm,ionario, appare più prorfondo e radicale. smo, si disorganizza la società capitali-stica e non .si costrwscc la soci~à socialista: non si comprende, cioè, ohe finchè sussiste e si la eia sussistere il sistema, gli uomini vivono, mangia,no, in funzione della pO&Sibilità che questo sistema possa funzionare. ~1inacciare restrizioni, colrpire e porre vincoli all'attività capitalistica non sig.nHica distruggerla, signilfica sempl.icemente paralizzarla e ridul'Ile la produttività la quale non è cosa che interessa soltanto i capita,lisii, ma interessa la società tutta che, in attesa dei mutamenti socia-li strutturali, deve pur continuare a vivere ed ha comunque il diritto di vedere attuata questa trasformazione con un costo sociale mi!lli:mo senza di che i matli a cui si vedsà e6posta la pred'i.sporanno in favore di quel che si vuol distruggere e che non si sa distruggere. Giacchè a,nche per distruggere una cosa si deve avere una tecnica, un meto<lo: chi accende l.l!Ilamina deve quanto meno conoscere tra quaJ1to tempo avverrà lo scoppio per aver modo di allontanarsi dal raggio deLl'esiplooion.e. Ora non pare che ciò sia chiaro ai socialisti continentali: sembra che in essi l'odio per gili uom.iù!i sia superiore all'odio per le istituzioni e che anzi a queste essi siano legati da una -sorta di maglia per modo ohe non sanno radicalmente mutarle ma solo parahzzarJe. Il rimpianto, forse iJ1conscio del passato, è per essi una specie di impotenza costruttiva. E si indugiano per sapere se debbono mettere i mattoni per diritto o per travel'\SO: agiscono come gh abitanti di BiSHn7.in rhP (!UHnòo l,a rittà sfavH per radere in mano del feroce assediante dissertavano suL!a tri•nità. I partiti proletari cont.ì,nentali non pos.sono non debbono oltre, pena il loro insuccesso, indugiare nelle rea,lizzazioni: .ne debbono lasciarsi, incantare da coloro che d'icono che le trasrformazioru struttuali vanno fatte negli a,n,ni di oprulenza e non in quelli di magra: se così fosse i laburisti non si .sarebbero imb-aTcati nella loro grande avventura proprio all'indomani di una guerra (che sia stata formalmente vi,nta -non conta perchè le conseguenze di questa vittoria nel campo economico non differiscono se non qua-ntitativame,nte da quelle che dall.a guerra perdu& ha avuto l'Itrulia). Negli an,ni ili buona vita anzi m genere nessuno sente profondo l'a si,l!o delle trasformazioni sociali: se si sta bene, ognuno cli-ce ragionevolmente dal suo ristretto punto di vista, perchè si deve cambiare ? Anch~ in Itail.ia, in ItaLla meglio che altrove; occorre costrwre U1J1adiversa realtà sociale, costruirla in modo graduale, costruirJa per scitori, ma co.strwrla, perchè occorre che le cose abbiano un assetto strubile, che lo steri-le rivoluzionarismo concreto e fattivo, che i partiti proletari aJ governo lasciano un'impronta del loro predominio e non sciupino la loro vittori,a in uno steriile, puntuale ed inconcludente sperpero della ricchezza nazionale senza arffrontare una politica di ricostruzior1e nettamente soc.iaùista. Il partito -laburista ing,leoe questo ha sa,puto fare: le eJ.ezioru comunali coi Joro risultati ci dicono che la nazione non ha vi.sto male il suo lavoro e vuole che sia portato a term1ne. LI popolo lavornfore, operai, oontadini, tecnici, marcia compatto sotto la sua bandiera e coloro che al.l'estero spe o ci scagliano contro i tentativi soci-a.listi degli aJtri ~.1poli, in patria, non .sanno fllr altro che fare omaggio alle concrete realizzazioni del laburismo. Enrico Paresce Se anche non si espropriano i rfochi come sarebbe desiderato da alcuni stantii rivoluz'ÌOnari, se non si fanno .socializzazioiliÌ senza ·lauti compensi, il rispetto formale aJla proprietà, intacoata d'aJtro lato da una tassazione feroce, non è che rispetto ari. possessori temporanei delaJ ricchezza, in quanto, attraverso la .nuova sistemazione della proprietà indootriale, m.imeraria, oommerciale e bancaria la poosibiliià stessa del sistema di cui formalmente si rispettano le conseguenze attuali viene distrutta dalle radici. In fondo non si espropriano i proprietari, ma si espropria la proprietà, il suo sistema, la poss~bilità stessa del suo perpetuar.si: praiticamente poi si evitano, col con.sentire l'apparente traslferimento di una sipec.ie dl .ricchezza 'Ìn un'altra, ii.nconvenienti e resistenze perico.lose. Tutto questo è possibile perchè, per una fortuna, l'Inghilterra non conq.s.ce le divisioni che i,n altri paesi paralizzano l'azio.ne delle classi operaie e meno abbienti. In Inghilterra il partito 1aburi.sta convoglia in un unico grande alveo operai, contadini, e piccola e media borghesia, costituisce, i,n u-na parola, la concentrazione delle forze tutte anticapitaliste. In margine al trattato di pace Esso che, a .stare ai custodi delle sacre memorie marxiste ed agli avversari del marxismo di tutte le gradazioni, affratellati gl'i u'Ili e gli altri in un medesimo errore, sarebbe un partito non marxista, in fondo è l'un'ico partito marxista dell'EUTopa: mentre gli a.ltri, i1!1fatti, si balocca,no con questioni di metodo e di tendenza e si lasciano invischiare nei COIDJPle&Sgiiochi della poliitica internazionale, il partito -laburista opera ò.n senso profondamente consono con la dottrina di Marx in quanto, una volta arrivato al potere, attua quelle trasrforma2'1ion.i strutturali della soc-iietà che a,ppaiiono mature ,per i teID1pi e ciò in maniera tota·lmente di!frferente dalla consueta prassi riformista. Laddove i partili ohe si pro0lam-aJ10 a parole rivoluzionarie, giu,nii, nel continente, al potere nCYnfanno che adottare le formule del riformismo più arretrato e si limitano a cercare i,llusori aumenti salariali sperperando la ricchezza dello St&to per una mane opera di ridistribU2ione, in Inghilterra si riforma ·la fonte stessa della distrilbuzione e cioè l'ruppropriazione privata del ca,p·Ltale. In questo modo il Jaburismo potrà ben dire ai suoi seguaci: «tuitto il resto vi sarà dato per sopraippiù». Il laburismo editfica, così, la nuova società del lavoro e non senza una profonda ragione, in u,na sua recente intervista, l'u0'1Ilo che meno di tutti ha da lodarsi degli i,ng,lesi, Stalin, ebibe a d,ire con lealtà che è insieme manifestazione di su,periore intelligenza, che laburismo e comunismo marci-aino verso scopi a.na.loahl con metodi diversi e meglio adatti alla ~entalità di ciascuno dei due popoli ed alle loro condizioni storiche. L'avere attuato la unità delle forze anticapiialistiche e l'avere tra curato nella esteriorità l'ideologia cootitui,sce la più vera e profonda raaione del successo: l'assenza poi di una picc;la borghesia e elusivamente legata al,Jo Stato e produttrice escJusivamente di servizi e la con eguente maggiore adesione di tutto i,l popolo, per lo ~viluppo industriale, al proces o produttivo ha reso meglio attuabile que6ta unità. . Se lo scopo del socialismo è l'in tauraz1onc di una società di liberi produttori, il porro unum una volta giunti al governo, si è instaur~re questa ocictà come meglio si può, evitando lo inasprimento della resistenza, non colpendo l'oggi dei .singoli, ma hl doonani, evitando che una .società identica a quella che si vuole tOO'lier via possa riformarsi, evitando di irritar/'l'uomo qualunque, di uccidere la sua capacità di lavOTo, la sua gioia di vivere. Purtroppo altrove i rprovvedimenti ".engo~o minacciati a mai at.tuat:i, si procede m odio ai tP.ital{ti e non già · lo ail.dap·t · E• stato chiamato l:ratll,atodi pace perchè la consuetudine vuole cosi. In realtà non sì tratta che di condizioni imposte dai vincitori, (Inghilte1·- ra, America, Russia), i quali dopo lunghi mesi di trattative Si sono accordati per non permettere all'Italia ( e non soltanto all'Italia) di dire il proprio parere, rifiutando d'ascoltarla proprio là dove sarebbe stata necessaria la più intelligente delle attenzioni ! • • • Le perdite territoriali sono gravi, TTies.te, l'Istria, la V mezia Giulia, Zara, le regioni alpine rivendicate dalla Francia, le Isole de.l Dodecanneso, tutto ... •l'impero», più le concessioni in Cina. ••• Ma non sarebbe stato un gran male se in virtù del così detto «trattato di pa..ce>non fosse stata tolta allo stato italiano l'indipendenza politica e quella economica. Gli articoli 15, 16, 17 e 18 contengono clausole particolarmente umilianti per noi, in quanto sono state naturalmente formulate dai «liberatori>, nella chiara convinzione del non sapersi gli italiani reggere in re,gime di libertà. Da ciò la necessità di una protezione... perpetua e paternalistica da parte dei vincitori debla secon,. da guerra mondiale. • •• Si sono volute ignorare ad arte due circostanze fafl)orevoli all'Italia, e che assolutament,e non si possono contestare. La prima, che il fascismo fu imposto al popolo italiano dabla violenza operante in mar,gine al.la Le.galità, chiaramiente influenzata da qu41.li interessi e da quelle cricche che Si dovevano liquidare immediatamente con la •liquidazione dei componenti l'organizzazione esteriore delle f orzR fasciste; la seconda, che una minoranza considerevole di italiani è insorta volontariamente e si è battuta conll'o il fa.scisma e i suoi residui, per abbattere -sopratutto le caste reazionarie del paese, col chiaro consenso della maggioranza degli italiani. Questa valida lotta per la libertà del popolo ilalùino è stata ostacolata e resa impotente dalle forze militari dei conquistatori alleali. ••• Lo stato italiano viene praticamente disarmato. L'esercito pot,-à essere riorganizzalo sulla base di 185.000 soldati e 65.000 carabinieri. La flotta ridotta a poche unità avrà la pm·tecipazione di 25 mila uomini, così pure l'aviazione. Le forze armate che sono ancora permesse all'Italia sono assolutamente insufficienti alla difesa del paese. Spelta al buon senso di lutti gli italiani d,i elimina1·e tota.lmenle il parassitismo residualo delle f or::e armate che ancora troppo g1·ava sull'economia disperata del paese. ••• In «conto-1·iparazioni» lo stato itr,,liano è tenuto a pagare 100 milioni di dollari all'cURSS», 125 1anco milioni di dollari alla Jugoslavia 105 milioni di dollari alla Grecia, 25 milioni all'Etiopia, e 5 milioni di dollari all'Albania. Questi pagamenti dovranno essere effettuati entro un periodo di tenipo che arriva a dieci anni, .per mezzo di macchinari deU'industria di guerra e per manufatti di vario gene1·e. Ciò vuol dire che le riparazioni dei danni recati dalla monarchia fascista saranno par gate mediante lo sfruttamento dei lavoratori italiani. Non è privo di svgni.ficato il fatto che i governi più accaniti ad esigere qugsto s,fruttamento furono, quello dell'Unione Sovietica, e i governi satelliti di Jugoslavia e d'Albania. • • • Può d0;1·siche la necessità di pagare somme così ingenti re-cherà indirettamente agl-i italiani dei bene-fici, perchè per essere in grado di lavorare e produrre dovremo ricevere alimenti -sufficenti, non solo, ma anche disporre di un apparato indust1'iale adeguato che potrà forse essere utile anche dopo i pagammti delle riparazioni. • • • Intanto i nostri governanti non sanno far aUro che mendicare prestiti all'estero. E i prestiti vengono, varsimoniosamente e a condizioni d'usura, e varranno a completa,-e la già iniziata ,colonizzazione economica e politica del pae-se, e promuoveranno le imprese cavilalistiche e riabiliteranno naturalmente quelle fasciste. .... La ricostruzione dell'avparato economico d;el paese avrebbe d01,-utoessere - nella misura del possibile - innanzi tutto, sforzo diretto dei lavoratori italiani, utilizzando a vantaggio di tutto il popolo, le risorse e le accumulazioni disponibili, mettendo l'interesse e l'urgente bisogno della collettività al disopra dell'ingo1·di,gia delle minoranze privilegiate. • • • Se i lavoratori italiani ancora una volta di più, lasceranno fare, come se non si trattasse del loro avvenire, la nuova atl1-ezzatura industriale ed economica risorgerà si, dai sacrifici e dalle fatiche della classe lavoratrice, ma non per la prosperità futura di tutti gli italiani ma bensì pe1· promuovere la ricchezza presente e futura dei capitalisti italiani e stranieri. • • • E' sincemmente augura,bile che la palese ingiustizia commessa con l'imposizione di un trattalo di pace, che, infligge a quarantacinque milioni d'italiani l'espiazione dei d,elitti consumati da alcune migliaia di manigoldi fascisti con la complicità attiva o passiva di qualche milione di opportunisti, richiami il popolo italiano alla ragione e al buon senso. Sfida O voi, che in libriccini inlrronzolati Vaghi a le dam..eversi proiondete, q'U'3sti non li l,eggete; son rozzi canti al popolo sacrati. Non scrivo per l'arte o per la gloria; scrivo, ciò che mi bolle nel cervello; io scrivo, e mi ribello al vecchio mondo ed a la vecchia storia. Ne la mesta battaglia a viso aperto, mi son, senza paura, un dì scagliato, scouosciuto soldato; ho appreso, ho combattuto, ed ho sofferto. Ma non mutai. Mutarono coi panni d'omo serio gli ami.ci, e, preso il volo m'hanno lasciato solo, tra l'ideale e i miei ventitrè anni. Combatterò contro codesta froUa gente, che al pianto irride ed a la lame, contro codesta infame baracca puntellata, che barcolla. AI a se, nel cozzo de la pugna fiera, fra le riiine perirò travolto, mli troveran ravvolto entro le pieghe de la mia bandiera. PIETRO GORI Napolii, 1889. DocumenLJ Le Crociate Viste al lU1ne del verismo storico e non attraverso i rorn.antvc'i. v.eli della letteratura apologetica, le otto Crociate appaiono spedizioni di turbe di scioperati e di delinquenti che si rovesciarono per due secoli sull'Asia Minore, su Costantinopoli e sulla Palestina, per smania di bottino e sete di violenze. I fa- .natici religiosi non furono che una minoranza, e sempre più le Crociate, al lume del materialismo storico, appaiono imprese coloniali, più che movimenti prettamente mistici. Le crociate furono disastrose per gli eserciti cristiani perchè essi furono dilaniati dalle rivalità dei re e daUe Lotte furibonde fra i Templari M i cavalieri di Gerusalemme. Gli eserciti cristiani finirono poi per essere decimati, a causa della mancanza di unità e di disciplina, dai mussulmani. NeUe loro parziali vittorie, i guerrieri cristiani ebbero campo di mostrare quanta ferocia, quanto desiderio di strage e di rovina avessero col loro fanatismo religioso. Senza lare la storia deUe crociate, possiamo osservare qualche documento insospettabile, perchè di fronte cristiana. _Varra il testimonio oculare Foucher di Cha..bres: «Ci fu tanto sangue nel tempio di Salomone in Gerusalemnie che i corpi si muovevano qua e là nell'atrio. I soldati che compievano tale carneficina potevano appena sopportare il fetore che ne esalava. In tre giorni che durò il rnassacro, vi furono settantamila saraceni trucidati)). E dopo i laghi di sangue troviamo le cataste di membra wrnane leggendo l«Assedio di Gerusalemme» di Bandegrul, vescovo di Dole: Si vedevano sulle strade e sulle piazze dei mucchi di teste, di piedi e di mani... D'ogni parte non si camminava che in rnezzo ai cadaveri». Narra Alberto, canonico di Aix, nelle sue «Cronache)): «Entrati a Gerusalemme i crociati trafissero con le loro spade le donne che si erano rifugiate nel Tempio. Essi strapparono dal, seno deUe madri, i bambini lattanti e ne sfracellarono la testa contro le muraglie o le stritolavano a colpi di pietra». E quanto la croce fosse gettata nel fango delle brutalità guerresche ce lo dice il celebre storico cristiano Niceta, che assistè alla presa di Costantinopoli, presa che così ci descrive: « V Oi siete quelli che portate la croce sul petto, che giurate di non versar stilla di sangue nelle terre cristiane, di non sguainare la spada se non contro i saraceni, di conq_uistar Gerusalemme e d'i rispettare le donne secondo si conviene a chi difende la causa di Dio? MiUantatori! Voi mirate alla conquista del Santo sepolcro e intanto ammazzate barbaramente i cristiani (noti.si che Costantinopoli era allora cristiana); portate la croce e la gittate ,nel fango per poco oro ed argento!» Le donne furono preda dei conquistatori, e ce lo narra nella sua «Hisloria» lo stesso Niceta: «Non si ebbe rispetto nè alle madri, nè alle figlie, nè alle veirgini consacrate al Signore. Ogni via di Costantinopoli, ogni crocevia, ogni chiesa era campo a nuove enormezze». Ed ecco che troviamo i crociati cannibali nella « Presa di Gerusalemme ,, già citata. Scrive infatti il Canonico Alberto d'Aix: «S7Jesso i crociati durante l'assedio mangiava,no carne umana, il che non era loro imputato a delitto, poichè essi in tal guisa continuavano a far la guerra agli infedeli con le mani e coi denti)). Si dirà che tale era la guerra nel Medio Evo, e così era. Ma resta il fatto che i combattenti cristiani si mostrano feroci, spietati, avidi, nu:mdrilleschi carne e anche più di quelli maomettani e idolatri: e questo non sta a provare che il cristianesimo abbia ingentilito i costumi. Del resto la stessa brutalità ritroviamo più tardi, nella dominazione spagnola dei Paesi Bassi. C. Berneri

Bit Conrieorganizzare il movimento socialiistataliano? Perciò, sollamto un concreto programma di azione <leve animare 11n movimento che pretenda di governare il paese e a tal Jine miri a conseguire il consenso di milioni di cittadini. Come riorganizzare il Movimento Socialista Italiano? Questa domanda è stata posta da ~Eu1·opa Socialistcu,, fa bella rivista romana diretta da Ignazio Silone. Fra le molte a1.Ltorevoli risposte, nel primo nume1·0 della nuova serie ne abbiamo scelto 2, quella di: Virgilio Luisetti, Deputato alla Costituente, seg·retario della Federazione del Partito Socialista Italia.no di Biella, aderente al gruppo parlamentare de.l Pa,•tito Sociulista lta.liano e quella di: Angelo Co·rsi, deputato alla Costituente, membro deUa Dfrezione del Partito Socialista, dei Lavoratori Italiani. Virgilio C,uise1ti All'epilogo della lotta clandeslina, le fot•ze socialiGte, m~le.sicu,rezztJ..del compito loro asse~nalo, optevano trarre i molivi per una decisa azione unitaria. Il loro prestigio nel paese prebbe assunto forme impensate ji a~soluta superiorità su tutte le altre correnti politiche. Non l'hanno saruto fare e la scissione di Roma ha accresciuto il disorientamento. L'attuale configurazione dei due partili socialisti risultanti ·dalla scissione non convince circa la ri1)<:lrlizionedelle forze: in linea .stirelt.amenle politica &i nota nel P.S.I. la permanenza di notevoli agglome.rati che, ideologicamente, si trovano sul terreno del P.S.L-I. e, per cont-rapposlo, vi è in quest'ultimo una frazione - forse la maggioranza - lontana dalla concezione democratica e gi-adualista ch'è alla base jel suo programma. In linea generale, v'è da tener presente che il rapporto dei voti socialisti in confronto degli iscritti - stando ai ri&ultati. elettorali <iel 2 giug,no '46 - è di circa 6 a 1. Sollanlo la nuova prossima consultazione potrà indicare l'orientamento della vasta massa di simpatizzanti. SOCIALISMO: MOVIMENTO DI CLASSE Allo stato attuale della nostra situazione politica l'unità del movimento socialista italiano potreb- ~ ancora avere possibilità di rea1izzazione. E' _però nece&sario astrarni da jis.sertazioni ideologiche per impostare l'azione su un programma concreto che tenti di realizzare le aspirazioni della claase lavoTatrice. La formulazio.ne doitrinairia richiede uho sforzo cerebrale ohe non è nelle possibilità di tutti. Al socialismo i più son venuti e yengono per sentimento, per il forte e suggestivo richiamo di una vi&ione che impernia il mondo su basi di giustizia e che costituisce dal Cristianesimo in poi l'aifanno costante della coscienza umana. . Non v'è dubbio che il movimento sbcialista debha continuare aJ affermarsi e ad agire come espressione della cliu,se lavoratrice. Esso è sorto sotto l'imperio del bisogno di eguaglianza fra gli uomini, ed è stato l'alfiere della rigenerazione mornle della olàsse operaia. Un partito socialista che scordasse le sue origini classiste e non fonda,,se la sua azione &Ula base lavoratrice, potrà contenere postulati democratici, non avrà invece l'essen'za che deve fare lei bocialismo la forza nuova del mondo futuro. Ma· in un grande partito socialista possono uni-ficarsi soltanto quei gruppi che con.sentono n~i principH fondamentali delJa libertà ordinata in _uno Stato democratico e 'prog-ressista come espressione di un nuovo costume di vita e di azione, libertà. che no..n può con&entire riserve od eccezioni. O<>niaccordo per la realizzazione di postulati immediati che potenziano il concetto Jella libertà umana - individuale e-collettiva - è sempre utileMa utile in funzione di successi più vasti e duraturi nei quali possono ritrova·rsi fQrze politiche disc~rdanti i:n linea ideologica, ma animale da S\Dceri propositi di rinnovamento sociale. . . . La vexata quaestio dei rwppor-ti fra socialisti e comunisti ha turbato il partito socialista dalla liberazione ad oggi. C'è una finalità comune, un q1:1asi ilentico obbiettivo da raggiungere per i socialisti e per i comunisti. Ma c'è la profonda differenza di metodo. L'imposizione di una dottrina nega i p'rincip( dii libertà, caratteristici del socialismo. Può accelerare il p-rocesso di lra....,formazione della società, non può garantire la solidità del mondo nuovo. Penso che il partilo socialista jebba avere per og:ni'problema una sua soluzione, meditata e lineare. Se verso queste soluzioni convergono i comu- ~isti, non c'è ragione per ripudiare il contatto: in cabo contrario ognuno seguirà la sua via, senza aprire. trabocchetti alll'altro. L'unifà sindacale, gara.ntita finora dai tre partiti di massa, dovrà sempre formare oggetto di attenzione da parte del parti lo sociali.sta. Tutta la storia det movimento operaio italiano è legata alla storia• del sociaùsmo. E maggiormente se l'unità del movimento socialista sarà fon:Iata bU un programma concreto più che su una dottrina astratta od evanescente, si determinerà l'obbiigo di .interve- , nire con decisione nel movimento sindacale, il quale mira a concretrzzare l'azione del parli to nel raggiungimento di un maggiore benessere sociale ~ù economico della classe lavoratrice. I .llng.elo Corsi Alla caduta del fascismo le forze socialiste italiane .si ricostituirono in forme e modi ·che erano .!.iati superati' dall'ultima scissione del 1922 (allorchè sorse il Partito sociali.sta. tlllitario) ignoranJo così, implicitamente, i contrasti i 1 deoJogici e Je esperienze pratiche che avevano determinata questa necessaria cbia.rificazfone. Alla ba.se di una tale ricostituzione era un accordo avvenuto fra alcuni_ compagni durante iJ loro esilio, accordo i?noraJo, peraltro, dalla quasi totaljlà degli aderen,ti al P. S.I.U.-P. L'-errore e la irrazionalità della nuova confu.;a formazione apparivano più gravi per la posizione in essa ·assunta dagli antichi «massimalisti> e loro seguaci, J quali, pretendendo di allu~re a non !ontana' scaJenza una fusione col partito comunista, tendeva.no e tendono. in sostanza, a riportare la azione &ocialista ancor più verso il suo ormai lontano p~ato, vale a dire all'unità precedente alla scis ione comunista (Livorno), che aveva avuto profonde e sostanziali ragioni. Tale prel~sa appar~ priva di ogni realismo politico qua1Ddos1 con~1~en che, da questa data, cospicue correnti pohhche (Giu.~tizia e Libertà, partito d'azione, -~artito ~epubbliccmno) si sono avvirnate_ ad un11: P:U 'm' a'l'llCa ino lenna uta rs.LiJa oneez1one c1 hsl . Or ora è intervenuta l'ultima scissio.ne di Roma, che ha ripristinata la essenziale chiare,:za Jel metodo e del fin.e di un socialismo democratico e graduale, contro ogni deviazione e contro ogni rinnovata e pericolosa illu&ione. Così si è dimostrata, allresì, la va1Dilà di un superficiale tentativo a ritroso contro le acquisizioni storiche del pensiero e deila prassi socialista. Per altro, non può consi,derarsi giustificata la odierna ripartizione delle forze &ocialiste, poichè è chiaro come risulti priva cli ogni fine la persistenza Jel P.S.I.U.P-, ribattezzatosi, per tattica, P.S.I. Dopo quanto è avvenuto, esso n0,n ba più alcun ostacolo all'auspicato congiungimento col P.C. e può bene realizzarlo. Infatti, la formula di Nenni •qundo vorremo le .stesse co&ee le vorremo nelio stes&o modo> può applicarsi alla loro attuale e concreta omogeneità di vedute. Al cootrario, la esistenza del P.S.I. può spiegarsi unicamente come espediente e lattica per eludere e vincere ]e resistenze di tutti coloro, e sono molti, i quali, pure repuguando a concezioni e metodi che sicialisti non sono, non penetrano o non vogliono penetrare la 1ncongmenza di una posizione dilatoria che ri&ulta della vita di un partito predesUnato ad esauril'si per lo stesso fine fusionista che lo anima. Un movimenlo socialis-ta efficiente e fedele alle sue più vere tradizioni può formarsi, quindi, unicamente intorno al partito sociali&ta dei lavoratori italiani, che riafferma l'autonomia della sua vita e della sua azione. Le basi di questa nuova unilà dovrebbero essere: LE BASI DELLA NUOVA UNITA' a) Un programma più che una ideologia• Le ideologie adempiono al loro fine essenziale, che è que~ di crea.re una fràttura fra superate e nuove interpretazioni di vita- Ma nel loro sviluppo si arricchiscono di esperielllze impreveJute e di contributi altrui. Co&ì è avvenuto per il celebre manifesto del 1848, del quale AnlO'TlioLaibriola disse che non volle essere altro e di meglio se non il primo filo conduttore di una scienza e di una pratica, che la sola esperienza e gli anni potevano e dovevano sviluppare. Potrebbe aig,giunger.si che, a distanza di un secolo dalla formulazione, il manifesto può e.s- &ere rimasticato e glossato da cenacoli eruJiti, non già da parliti polit,ici che per compito hanno la immediata sodjisfazione dei bisogni degli uomini. b) Le classi lavoralrici intese nel senso più largo poiché, appunto, il fine Jel sociali&roo è la liberazione e la elevazione del lavoro wnano da ogni oppressione spirituale ed economica. c) La unifica,:ione organizzativa con , il partito repubblica.no, poiché le antiche e nobili su.e tradizioni, il contenulo sociale del suo programma possono armonizzarsi col nostro palrimonio di lotte, di ideali e di azione odierna. Anche col partito d'azione, neTie sue frazioni che più oi richiamano a «Giustizia e Lbertà> e a Rosselli. • d) Ma tale unificazione dovrebbe essere preceJuta da accordi limitati e temporanei. Potrebbe, infatti, risultare dannosa e inoperante una immediata commissione che contrasti con abiti mentali e metodi diversi. L'esigenza della unità organizzativa può .nascere soltanto dalla con&11etudinee dalla solidarielà nell'azione. P) Tullo ciò non esclude intese col partito comunista. Kes~uno pensa d'ignorare un altro movimento al quale aderisce larga parte della gente che lavora e che ha fra i suoi capi uomini jegnis:-.imi per l'austerità della vita e i grandi sacrifici patiti. :'.Ila tali intese dovranno riferirsi a problemi concreti e definire aiioni determinale, dove gli .scopi reciproci coincidano nell'interesse della libertà e della ùemocraziaD'altra parte, i presuppo ti essenziali di ogni collaborazione debbono essere la. lealtà e la coerenza. ~on possiamo tollei-are che la no&tra azione venga travisala e i nostri uomini vengano diffamati, come avviene ora aj opera dei giornali e dei propagandisti comunisti. Nè che si dia, come si dà conlillluamente, ai nostri compagni l'ostracismo dalle organizzazioni sindacali. La nostra condotta, pertanto, sarà condizionata da quella comuni-'>ta. f) Il partito socialista deve intervenire nella politica. sindacale con i suoi uomini e le sue idee per favorire e difendere: 1) l'unità organizzativa :li tutti coloro che in ogni campo lavorano, e ciò senza distinzioni religiose o politiche; 2) la costante ed effeltiva applicazione del sistema democratico nella vita dei sindacati; 3) la creazione e lo sviluppo di una azione autonoma della clas&e lavoratrice e della sua organizzazione. Lettera da Napoli 1 , I • . . Miseria e fame nell'Italia meridionale Gli stranieri che vengono in Italia, vanno in estasi davanti allé nostre vetri.ne. Favoriti d,al vantaggioso ,cambio della loro moneta, possono mangiare dbi preli_bati senza incontrare .nessuna restrizione, po~no appagare . tutti ·quei desideri rimàsti insoddisfatti durante la guerra, possono ripartire equipaggiati dai piedi alla , testa e -con valigie piene .d~ biancheria, indumenti o artiooli di lusso. Gh strànieri in Italia trovano veramente del buono e del bello; e tutto in vendita libera. Proprio il contrario dell'Inghilterra dove è osservato un severo razionai:nento <lai generi alimentari a quelli• di abbigHa.rriento. E' questa una delle ragioni per cui. molti militari inglesi si so~o tra.sf.ormati 1n -001:1-mercianti e· si danno molto da lare per mtrodurre nel proprio paese articoli, razionati in Jnuhilterra ed in vendita libera in Italia, realiz~ando così dei considerevoli guadagni. Eppure, con t~tta questa abbonda~a il popolo i'taliano soffre la fame e non riesce a vestirsi. C'è da stupirsi che tanta genie affamata possa sopportare quietamente lo spettacolo di tanta açbondanz_a. . .Ma · ultimamente ha manifestato 11 suo scontento, la fine della sua rassegnazione -con scioperi scoppiati un po' ovunque e snPcialmente nell'Italia meridionale dove la miseri.a .è veramente più grande. Gli italiani chiamati due volte alle urne nel 1946, per le elezioni politiche e per qu~lle ammini,stra ti ve, si sono trova ti del usi m tutte le speranze che i cli.scorsi elettor_ali, c~sì generosi di promesse, avevan~ susci~ato m molti. Si sono trovati alla soglia dell'i.nverno 1947 ,con prospettive terribili. I pochis.simi ueneri razionati non venivano distrjbuiti, la ~azione di pane di· 240 grs- giornalieri mina-coiava di essere ridotta, la disoccupazione in aumento ed i , prezzi che sali vano vertiginosamente. A Napol,i., dal mese di ottobre alla fine di di<!embre, abbiamo avuto una razione supplementare di pasta di 500 grs. -. decretata d'urgenza per calmare que$_to popolo che si calma veramente con poco. iamo ben 1011tani dalla •razione di 2 kg. mensili ch'era sia.- la fissata in pr.incipio ed anche da quella ri~ <loila di 1 ku. stabilila qualche mese fa. I soli generi razio~ati. che abbiamo avuto in questi mesi ·sono lo zucchero {300 grs. per mese, una. fortuna, questa, perchè. per. anni la razio_ne è stata di circa 100 gr.) ed 11 pane la cui razione di, 240 grs. è empre in serio pericolo poichè si parla continuamente di_ scorie grànarie sufficienti per qualche seltimana. Ci troviamo, quindi, di fronte al disoc:cupal-0 c)1c .devo arrangiarsi o con l'elcmosrn~ (dato che è irrisorio il sussidio che perç,ep.1sce) o con il furto vero e proprio o con l'altra specie di furlo che è il mercal?_ nero., e.d a chi la,ora, che trova ancora p1u economico saziare· in parle la sua fame con il tradizionale piatto di pasta che compra al mercat.o nero all'incredibile prezzo di lire 3-70 al chilogramn;1-0. Le pes ime condizioni economiche, l'incertezza emprc maggiore delle possibilità di l~- voro (due giorni per settimana tulle le officine o gli stabilimenti sono fermi per ma~- canza di elettricità) mantengono il popolo rn continua agitazione e potrebbero essere c_ausa di movimenti più seri di quelli che abbiamo avuto finora. Fino ad oggi la gente si è a•c- ~(tè~a di manifestare tranquillamente nelle vie, di asoociarsi agli scioperi che ci sono st~ti in varie parti. A Napoli ne abbiamo avuto uno il 17, 18, 19 dicembre che è riuscito perchè ha mggiunto la completa astensione dal lavoro degli operai e degli impiegati- Tutto era immobilizzato: i servizi pubblici e privati non hanno funzionato. Questo sciopero è riuscito a non avere contro di sè la stampa di destra. Erano così modeste le rivendicazioni ,che esso chiedeva, che nessun reazionario, . anche se . in cuor suo ne aveva voglia, ha osato . mettersi contro gli soioperanti. Un teptativo di questo genere fatto dài• democristiani ha avuto per effetto la sospensione del loro giornale «Il Domani d'Italia». Che cosa chiedevano gli scioperanti? Di dar mano ai lavori pubblici che debbono assorbir~ u~a p_arte de~ disoocupati, di effettuare la <l1stnbuz10ne de1 generi razionati a cu~ abbiamo diritto,_ di me~- tere un «alt» al conlwuo aumento dei prez7,1, qualche mite provvidenza per i reduci ed i disoccupati. Per mostrare quanto siano cattive le condizioni alimentari di Napoli, basta dire che durante le giornate · di sci,opero venne preso un prnvve<limento perdi,è_ le patate non _fosse- .ro esportate in altre regioni e non ve,n1ssero vendut.e ad un prezzo superiore a L. 4.2 il kg. La Camera del lavoro ,h,a promosso e diretto questo sciopero e molti hanno voluto vedere in esso una fulminea risposta all'insediamento del Consiglio Municipale monarchicoqualunquista. Noi non possiamo essere che d,alla parte della gente che protesta per il suo diritto alla vita e vorremmo che protestasse in un modo più energico, più concreto di. quello che ha fatto durante il recente sciopero. Se le condizioni. d'Italia in generale sono' cattive, quelle del Meridionale sono pessime ed è una ".e:gogna vedere !4~ spe-culazione1c!1e i monarchici• ed i qualunquisti fanno su questa fame• Essi sfruttano la· miseria: per rimet-· tere in piedi un regime che, anche senza Mus- · solini, non sarebbe meno' feroce e meno oppressivo di quello che ha imperalo per 20 anni. E mai i reazionari si sono mostrati così trafoLtenti come iQ questo periodo. Oslen'tano le loro simpatie per la monàrchia; ricostituiscono il partilo fascista. Iinanzìano il movimento qun.lunquisla. A N'apoli un ,uomo cl'or<linei com'è Nitti non ha potuto t~nere il di corso di inaugurazione dell'an.no uniYersitario per<!hè impedito dai fascisti- qualunquisti. · Il Mezzogiol'no d'Ital~, così retrogrado per le dominazioni straniere che Yi si ~ono succedute, per l'abbandono in cui è stato tenuto dai vari governi italiani, per lo sfrullamen to a cui è sottopo lo dagli uomini d'affari e -dalle banche <l'Italia, CO$litui$CC una vera piaga per il no tro pae c. Per potrrvi rimediare sono 11ece sarie iniziative coraggiose, riforme radicali, soppres.sione dei privilegi che oonservano 1rn carattere feudale a molti paesi del :,,1ezzogi-0rno: mi ure ehe troviamo annunciate nei programmi dei vari partiti, che ono agitate <luranle · i periodi elettorali e dimenticale quando -chi ne era strenuo difensore ha ottenuto il uo seggio parlamentare od amminislraliv?· Finchè il popolo non saprà far piazza pulita non troverà la via della su·a salvezza. G.B. Pietre 6asilari. Il programma di Cenova (1892) Considerando che nel preaent~ ordinamento della So~ietà umana gli uomini sono costretti a viver-e in <lue classi, da un lato i lavoratori sfruttati, dalJ'altro i capitalisti detentori e monopolizzatol'i delle rioohezze sociali; che i salariati -d'ambo i ses.si, di ogni arte e condizione, formano per. la loro dipendenza economica, il proletariato, costretto ad uno s~ato di miseria, d'inferiorità e di oppressione; che tutti gli uomini, purchè concorrano secondo le loro forze a creare e a mantenere i benefici della vita sociale, hanno lo stesso diritto a fruire di codesti benefici, primo dei quali la sicurezza ~ciale della e~istenza; riconoscendo che gli attuali organismi economico-sociali, difesi dall'odierno sistema politico, rappresentano il dominio di monopolizzatori dello ricchezze sociali e naturali sul-la classe la voratJ'lice; che i lavoratori non potranno conseguire la loro emancipazione se non mercè la socializzazione, dei mezzi di lavoro (frrre, miniere, fabbriche, mezzi di trasporto, ooc,) e la gestiono socia,le della produzione; ritenuto che tale scopo finale non può raggiungersi che mediante l'azione del proletariato organizzato in Partito di classe, indipendente da tutti gli altri Partiti, esplicantesi sotto jl doppio aspetto: 1) della lotta di mestieri per i miglioramen ti immediati della vita operaia (orari, salal'i, regolamenti di fabbrica, 00<!.), Jotta devoluta a.Jle Camere del Lavoro ed alle alfre associazioni di arti e mestieri; 2) di una lotta più ampia intesa a conquistare i poteri pubblici (Stato, Comuni, Amministrazioni pubbliche, ecc.), per trasformarli ,da stTU1Denti ohe oggi sono <li op,prec;;- sione e di sfruttamento, in uno strumento 'Per l'espropriazione economica e politica deL la classe dominante; i lavoratori italiani, che si propongono la emancipazione della propria classe DELIBERANO di costituirsi in Partito informato ai principi su e.spooti. Carta dell'Unità· Socialista votata a Parigi nel 1930 Il Congresso di unità del P.S.I. (Sezione dell'Internazionale Oper-aia Socialista) saluta nella ricostituita unità socialista l'inizio di un nuovo e fecondo periodo di attività del Partito, ri.volge un vivo appello ai veçehi militanti e ai giovani, ,perchè prendano nel Partito il loro posto di responsabilità e di lotta e concreta nei seguenti punti la carta dell'unità: Il P.S.I. fondandosi sulla dottrina marxita e sulla e.siperienza di decennali lotte di emancipazione della classe lavol'atrice italiana, di cui è l'espressione -politica, pone come suo fine ·1a liberazione dell'u,manità dalla servitù politica ed economica del capitalismo. Il P.S.I. a&Solve questo suo compito attraverso lo sviluppo della lotta di cJaSBe, richiamando il proletariato ailla coscienza dello stato di oppressione in cui lo costringe il .;istema capitalista, organizzando i lavoratori sul teTreno sindacale e politico è .lottando ,pei, la conquista dei pubblici poteri con l'intento di trasformarli da strumento di oppre.sBione in strumento di liberazione della classe sfruttata. Il P.S.I. lotta rper organfazare un regime di democrazia in cui il libero sviluppo di ciascuno sia la condizione del -libero sviluppo di tutti. . . pemocratico nel fine, esso 1-0 è anche nei mezzi. Il P.S.I. con,sidera l'insurrezione come resercizio del diritto inalienabile del proletariato nel resping-ere le violenze -delle classi dominanti contro l'autonomia della cla se lavoratrice e contro le comuni Hbe'rtà. Il P.S.I. non riconosce alcuna pregiudiziale tattica e si ser,ve dei mezzi che giudica più eff i~aci in rapporto coi fini immediati · e generali della propria azione. Quando acc~de ad alleanze politiche esso marnliene inalterato il pro.prio carattere di partito della c-lru; e lavoratric 1e, in 01pposizione fondamentale col regime capitalista. Di fronte al regime fascista, che 'J)er .;;chiacciàrr i lavoratori e soffocare la lib.ertà, ha coalizzato capitale. monaTchia e paTJ~to. Il P.S.T. fa appello alle masse lavoratrici e a tntti gli spiriti liberi, r>erchè trovino nella coscienza ~01 p_e1,enne.Ta !ore della libertà e nella coscienza ·cJei loro interessi e degli iute-ressi •generali dqlla nazione, la volontà inflessibile e la forza per abbattere la clittatul'a e per in taurare la repubblica democra~ tica dei lavoratori. · ' Il P.S.I. -pew,eg-iie la sofozione dei 1)roblemj nazionali italiani sul piano della politica p;enerale della T.O.S., politica di guerra alla gncrra, di arbiirato, di disarmo e 'di solida1"Ìi>tà fra i po'J)oli uniti in una comun0 volontà di pace, cli redenzione del lavoro e di libert.ft. I gradi della moralità possono variare secondo i paesi, il tempo, le classi sociali, ma l'essenza clella moralità è in fonclo sempre la stessa: volontà di ciò che nell'uomo è di più umano, bisogno cli libertà, di onestà, di fraternità.

:Ca Vocè de_r,li Italiani Vita e Cronache della Emigrazione Italiana In Svizzera PARTITO SOCIALISTA ITALIANO IN SVIZZERA ' Jlppello ai coHJpagni La Commissione Esecutiva nella riunione del 17 febbraio, ha deciso la convocazione del «Congresso» del Partilo per il 13 aprile 1.947 a Zurigo. La segreteria della Federazione sente il dovere di rivolgere un vivo appello a tutti i compagni e a tutte le sezioni affinchè la preparazione del nostro «Congresso» avvenga in un clima di serenità e di reciproca com_ prensione. Il «Congresso» deve essere il risultato della meditata volontà di tutti i compagni e questa volontà deve esprimersi chiaramente attraverso le discussioni e le decisioni sezionali nell'assoluto rispetto delle norme che saranno stabilite dalla «Commissione Esecutiva» e che assicureranno a tutti i compagni la più completa manifestazione delle loro idee e dei loro propositi. quallsiasi richio.sta di inrformazioni e rper qualsiasi altr:1, necessità. n.J compagni lsolatl: Ogni compagno i,;ola:o deve convincerai assolutaimenLe che egili J·arppre:,enta i,J Partito nella località d01Ve &i tro;va. Egli deve considerars.i un ccnhro d'attrazione vel\so il quale doivrd.nno dirigersi gli elementi ais imilrubi.Ji; ~gli è la senti.nella a,vanMta iil cui compilo è di irendersi co.n~o di ogni paTticolare situazione e di comu.n.ioare d~ voJ. la i1l volta anche ogni mini,ma, 'Possibilità. Propaganda: Il ,giornale della FedeNl?Jione è l' «AVVENIRE DEI LAVORATORI». A tutti .si raccoouanda firnvio di rela.zioJ1i sulla vita o ,)'attività dello ,sezioni, con periodioa. regola.ri:à. .8' neces.sario costituire p.resso ogni sezione un uificio di propa-ganda. il quale cu.ri con pairlicol,arc a.ssiduità la. diUu.sione dell' Avvenfre dei Lavoratol'i. La pau:ola d·orcline deve e-ssere: «MILLE NUOVI ABBONA.PI ALL'AVVENIRE DEI LA VORAPORI» Se ogni compaig:no si impeg;na6Se ,a d,3,re aJ.iroano un nuovo rubbonato la cifra i.ndieata sMebbe faci,lmen:te raggiunta. A questo riguardo ò Q'!)'POO"- tuno e 111tiJel'imio degli mdirizzi di coloro i qucili, secondo il ,giudizio dei -compaigni 1 rpotrebbero eventualmente a1W)o.na:rsi. L'obbligo di abbonamento è fatto a tutti i compagni. Conferen:e: La fe<lera.zione digpone di ottimi coDiferenzieri i quali in quailunque 1rioonrenza. rpotra.nno essere a disposizione di quelle ,s,ezio.ni e <li quei ,gruppi che ne faccia.no richiesta. Per ogni conferenza che verrà organizzata, le sezioni e i gruppi della località saramno chiamati per una pariecipazione delle spese. Durante le manifeatazio.ni e prima e d()!J)ole conforenze sa,rebbe oppo,rtuno che i co,m,p.'.lgnisi interessino, da-la la drcostanza fawOO"CIVodJeUa vendila del giornale. >l"ondisponoodo di oopie farne immediat.a ,richie.sta. I lavoratori, l'emigrazione italiana tutta, fisseranno le loro attenzioni sui nostri lavori. Il «Congresso» della Federazione deve apparire non come lo scontro astioso di gruppi avversi, ma la solenne assemblea del socialismo italiano in Svizzera, nella quale le diverse correnti di pensiero si dibatteranno nella appassionata ricerca àella strada migliore. Zurigo Colonia Libera Italiana Una volta di più è necessario dare la prova della nostra maturità politica e della nostra educazione democratica. Dobbiamo tutti essere consapevoli delle responsabilità del momento e della decisiva influenza che i risultati del «Congresso» avranno per l'avvenire della nostra Federazione e dell'emigrazione italiana in Svizzera. Lo abbiamo detto ieri, lo ripetiamo oggi Fraterni saluti. LA SEGRETERIA Italiani ! I profondi cambiamenti avvenuti in Italia dal 25 Juglio 43 in poi devonQ aiverrvi indotto o. pens:arre e ,a rivodere moJti dei vost.ri attegigiamenti. In l'alia. il fa&iCismo è finito e non ha più nessuna po.5-ibilità di risorgere; aLreslero non esiste più quella vasta e mo.struooa Qng.anizzazio.n.e fosoista che dominava ogni aspetto della vo&tra attiV'ità. Eppure è giusto, è necess-ario clle gli i'-.alia.ni si rricono-s,cano e si trovino fira di fo.ro; ma sotto quale ba.ndiern e in quale orga.nizui,zione ? Un proble1Da Il lavoro d'organizzazione nell'interno di un movimento di emigrazione è particolal'mente diffici.J.e e spesso ingrato. I compagni sui quali si dovrebbe agire sono dispersi un po' qua e un po' là. Le distanze e le spese ostacolano la propaganda. Bisogna tener presente che il campo di attività della nostra Federazione si allarga a tutta la Svizzera. Le sezioni, i gru~pi, i compagni isolati sono talvolta lontani qualche centinaio di chilometri. Date queste condizioni il giornaùe diventa il mezzo più sicuro di 'Propaganda e di collegamento. Pel' mezzo suo i compagni possono scambiarsi le loro idee, chiarire i loro punti di vista, prepararsi insomma per un lavoro di realizzazioni concrete. Il giornale parla nello stesso modo a Zurigo, a Ginevra, a Lugano, a Basilea, a Bienne, ecc. In lui tutti i compagni si ritrovano e stabiliscono la necessaria unità del pensiero e de,ll'azione. Il giornale bisogna leggerlo. Quel compagno che lo trai3cura non sarà mai un buon compagno neppure se avrà ritirato la tessera e pagate le quote. Vmtualmente egli rimane un isolato ed è destinato ad ignorare la -vera natura del Partito. Lo scopo che la Federazione Socialista si è proposta per mezzo dell'«A vvenire dei Lavoratori» ,è la formazione e lo svi,luppo di vigili e sicure coscienze socialiste. Una delle cause principali per le quali il fascismo ha potuto stroncare qualsiasi organizzazione proletaria è stata aippunto quella di aver saputo distruggere ogni possibilità all'educazione di classe dei lavoratori. 11 socialista cho non legge il giornale del suo Partito trascura ingiustificabilmente il p1,imo dovere di educazione di sè ste6So ... «L'Avvenire dei Lavoratori» rappresenta per il militante una necessità maggiore del ritiro della tessera del partito poichè la tessera è un semplice simbolo e un fatto amministrativo. Bisogna considerare il gio1,nale un'arma efficace e un insostituibile mezzo di propaganda e di educazione. U.na sezione socialista che non da abbonati. al giornale praticamente è inesistente. Una sezione che ha pochi abbonati è negata al laYoro di reolutamento; aarebbe ridicola pre... sunzione quella di voler dare una coscienza di clas e agli altri dal momento eh<' i componenti della stessa non la posseggono o la trascurano. Se la Federazione fosse comp0sta in. maggioranza fla sezioni di questo ge,-. nere avrebbe evidentemente pregiudicato il suo avvenire. Le ezioni hanno compiuto il IJ;)roprio stretto dovere quando per ogni tessera ritiTata vien fatto un abbonamento all'«Avvenh~ dei Lavoratori». Così ci sarà dato di constatare un tono elevato aille di-scussioni che si svolgeranno durante le riunioni poichè tutti avranno avuto la possibilità di una buona pr0parazione. Qu.1ndi maggior prestigio della Sezione rispetto ai lavoratori, maggiore possibilità di propaganda dato il grado di cultura proletaria dei propi-j aderenti. Le sezioni e i gruppi studino questo problema, lo considerino come uno dei problemi più importanti per la loro attività. ~oi desideriamo una discussione seria una -so,luzione degna. La bandiera nuova e i.nisieme antica. dell'Italia. è la libertà: la lilbertà che il fascismo aveve. oreduto di .;eppelliore per sempre e che è idea.Lmente r;. soo:ta più bella e splendente ohe mai. L'orga.nizzazione nella quale dobbiamo tutti ll'iunirci deve essere la <Colonia Libera Italiana>, i.n cui sarete aocolti fraternamente. Italiani ! Amici di -lingua ita.li,a,na ! Un igrwppo di vostri concitta,clirni, vecchi militi e inn6/111o.rati della libertà ma. operanti al di sopra e al di fuori di ogni partito, fondando questa casa nuo,va., la <Colonia Libera Italiana>, che deve essere la. casa di vatti gli italiani che sono sto,li ingannati, ma che non hanno inganna:o. Veni1e a noi. Collarborate allo, lotta di lutto il popolo italiano per la, su.i rinascita. Iscrivelevi alla. <Colonia Li1 bera>. Troverete dei tratelli che vi .;1rin.geranno con piacere la. mano e .;aranno lieti di la vo-rarc assieme con voi per get~ar lo fondamenta della nuova vita italiana. Viva l'Italia libere. i:nclirpendeIJtee repubblicana. Il Consiglio della Colonia Libera. STATU{I'O Lo Statuto della «Colonia Libera, Italiana» di Zurigo. approvato dal Consiglio nella sua riunione del 24 febbraio 1944, consta di 12 articoli. Pubblichiamo i più impor;tanti, 1·elativi alla costituzione e ai fini della Colonia. Art. 1. - La Colonia. Libera Halia.na u.-iunis:ce le persone: a) che al di sopro di ogni concezione iparlicoLa,re di partito accettino coane diretti,va. gli ideali di indipondenUt, cli libertà, di giustizia e di paiee che hanno an,ianato il .risor,gimento nazionale; b) che faccia.no regola.re do:me.ncladi ooesione a:ppog;giata da almeno due anemibri ed aiccebt.ata, da,l Comitato. Direttive alle • • seziom • 81 gruppi • 81 compagniisolati .Airt. 2. - Alla. Colonie. ;possono aderire ile associazioni di lingua, e di cultura italia116.di Zlllri· go. L'adesione delle atS&oci,a,zionin001 implica <la adesione dei s,ingoli soci, i quali dovranno ipresentare domanda personale di adesione. Per fa toordinazione del lavoro organizzaiivo della Federazione La Federa~ione Socialista Italiana :neHa. Svizzera., ha da qua.lche -tempo incominoie.to un serio lavoo-o di riorga.nizz,azione dei :propri qu,adri; IDQlti CO'lll'pa.gndi i buona volQntà 5i sono a.tbriibuito il ooanpito di intensificare l'a.~tività nelle J)!I'O,Priesezioni, altri hanno ricostruito di<Ver&gi rwppi; d.ltri ancora., e sono molti nQn potendo crea.Te ,un'organizzau-ione i,n causa delle oottive condizioni ambientali hanno pe,rò data entudiastioonwnte la. loro adesione ,persona.le. In ogni città, in ogni borgata, in ogni paese, do,ve ci sono degli italiani è assolutamente necessaria la creazione e lo .;viluppo di gruppi .;q. ci3Ji.sti. Le. Segreteria della Federazione si ,rivolge wdistint..MneIJ~e a tutti i compa.gni e a tutti chiede un particolare contributo. in quec:to importante momento, per u.n irapido lavoro di riorga.nizzazione. I compagni devono perciò, al più presto e con la. ma.s.sima solleci~udine inviare alla Segreteria tutte quelle indicazioni utili come: 1. indirizzi di compagni isolati che desiderano o thc potrebbero ri pr·enrlere la collaborazione atlii;o: 2. riferimenii di situazioni favorevo-li per la costituzione di nuovi g1·uppi, indirizzi di simpatizzanti che sarebbero disposti ad aderire al partilo. 3. indicazioni e riferimenti di località già cono- ,;ciute pPr la precedente esistenza di sezioni, di {Jruppi, di cooperfltire socialiste e rii 01·r;anizzazioni rl-i lavoratori, alle quati l'adesione degli italiani sia stata 1·inwrchevole. Que-'te :nforma-zioni devono e,-;sere p,reci.;e e particolareggia:e. Gli indirizzi devono e~ere esatti e chiari; ,-oltanlo a que,,tc condizioni la. Segreteria della Fe<l.-,1~zionc potrà ,,volgere un lavoro fattivo <'0>: :w minimo di dispendio di onergie e <li mezzi 8 i . '°f "" T;moC ;su''"{3 i n 0 Risipondere a questo invito è un dovere; perciò tutti i comprugni isi .fac,cie.no l'obbligo di Tis,pondere; dimostreranno co&ì iJ lOO"oatta~amento a.Ila Federazione e ~l Socialismo. Necessltà del reclutamento: Tutti i compagni devono 1rendersi conto della assolute.. neces.;ità del proprio contributo al recluta,mento; tutti i compaigni devono e&sere in grado di pwlaro almeno un J1uovo compagno alla seziono o al gruppo. Per la formazione di nuovi ~ruppi è sufficieni-e cho in ogni località oi siano tre <>'P'PUJqreuaJLro compagni; quando questo nurrnero è dato ,per certo si avverte la Segreteria afii.nchè di,gponga Mr lo invio di un fiduciario della Federa.zio,ne con l'inca.rico di fondare la nuova ;:ertione o il nuovo g;ruppo. Bi.;ogna. sempre tener 'Pro.sente che il Seg,relario della. Federazione è a complet.a dispo&izionc per Art. 3. - La Colonia Libera Itali:ana <}O\.Stiuuisce UJ1 Consiglio inroricato <li coordina,re in tutte le questioni in cui sia poosiibile e utile le .attività dei sooi e delle associazioni .aderenti e di difendoro gli internssi degli italiani cli Zrurigo. .\,rt. 4. - Il Consiglio decide su tuLte Je questioni interos.sonti Ja Colonia o ne è il •mas&imo !.'<.'\ponente.Esso è composto <la. un delegato ,per ogni venticinque soci o Lrazione di venticinque soci, e da due delegali per ogni associazione aderente. Il mandato dei delegali è revooabHo. i\rt. 5. - LI Comitato è CO[l]rpostoda almeno un Presidente, un Segrel.1rio e un Cassiere, nominali a maggioranza di voti dal Consiglio. Il Comitato Esecutivo decide a maggioranza; in caso di parità di voti è decisivo il voto del P,residcn'.o. 11 Comitato E;:;ecutivo oseguisce le delibera,zioni del Consiglio o ·rappre,;cnta ◄la. Colonia Li•bera qu-ando il Consiglio non sieda. Al nostri abbonati In questo numero del giornale è allegata una polizza di versamento. Preghiamo tutti gli abbonati, di volersene servire per pagare l'abbonato. Si tratta di una piccola somma, quattro franchi sono nella possibilità di tutti, e tutti sanno che !'«AVVENIRE DEI LAVORATORI» è un giornale povero che vive quasi esclusivamente degli abbonamenti e della sottoscrizione. Ricordiamo che pagare il giornale quando lo si riceve, è un dovere, Ringraziamo sinceramente tutti quelli che hanno già effettualo il versamento ~ quelli che lo faranno a seguito del presente invito. L'AMMINISTRAZIONE 1anco D Presidente ra.ppre&enta il Coonita.to Esecutivo qua.odo &"'SO non sied,a. Art. 6. - Per wvere dirit~o di ,volo i membri deLla Colonia devo.no -aver ver.sato la ,loro quooo di iscrizione, la qua.le va fissaJta. di e.nno m a.nno in misura di,vers·a seco.n.do che tippau-tJen~ono o n-0 a ru.n·associazione aderente ,alla. ColO'Il'Ì.a. Parimenti i delegaili delle as&ocia.zioni non ,pOSGon-o prender parie a.i lavo.ri del ConsiigHo fino a che la loro as.socie.zione .non eibbia versato .la quota da staibiliil'S: di anno in anno ,pro· le ass'ooiozioni. SeguO'Ilo ,gli &lui sei ruòcoli e ·una d:ispoeizione che staibilisce c01Sl la quota ,per iJ 1947. Per i soci dii e&Soci•azioni aderenti, un minimo di fr. 1.-; Per i .;oci non apimrtenenti ad asisociazioni aderenti, 'lLil minimo di F.r. 2.-; Per le essociazioni aderenti. minimo fu:. 25,-. Per le isc.rizioni scrivere o rivoJrgersi ,a.i seguente indkizzo: Colonia Libera Haliooa, Casa d•I~- Iia., Erisma.mstra,sse 6, Zurigo. Associazione Poliricreativa Italiana - .API - Zurigo Domenica, 9 marzo, ore 15 alla CASA D'ITALIA, Erismannstr. 6 Alveare in n1oviD1enfo Pr-0gramma pomeridiano : .Cul .Cel .Cul Commedia in un atto di Roborto Bracco. Un'avvenmra di viaggio Commedia in un atto di Roberto Bracco, Ballo Jìno ·alle 18 Programma &eraie : Ballo Elezione Ji una reg1nelta Concorso cli danze a premi Orohestra Bob Denvcr Prezzi J'imgre.sso: Signori Fr. 1,80 - Signore Fr. 1,40 (Billettsteuer inbegriHen). E Il ROPA socialista RASSEGDIAICULTURPOALITICEADECOIOIIGA Direttore IGNAZIO SILONE Vice-Direttore responsabile GAETANO RUSSO Redattori Paolo Albertario - Walier Binnil - Luigi Carmagnola - Sigfrido Ciccoiti - Michele Giua - Vitiorio Libera - Franco Lombardi I lettori residenti in Svizzera po.s.sono rivolgen,i, per oUenere copie della ri'Visla e per abbonarsi alla FEDERAZIO>l"E SOCIALISTA ITALIANA Mililarstrasse 36 - Ziirich (4) Gerente resp. : Pietro Bianchi, Zurigo Tipografia « Grafica Bellinzona » S. A. • i j

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