L'Avvenire dei Lavoratori - anno XXXVI - n. 43 - 15 marzo 1946

Anno XXXVI (nuova serie) M. 43: Zurigo 1 S Marzo 1946. LIBERAREE FEDERARE stro paese, del salto nel buio, l'evocazione dei QUINDICINALE· SOCIALISTA Redazione e Amministrazione: Casella postale No. 225 Selnau. Zurigo 2: Conto postale No. VIII 26305: Abbonamenti: 24 numeri Fr. 4.-. 12 numeri Fr. 2.-. una copia cent. 20 Telefono 27 47 02 La·Costituentebaodirradella libertà Il testo del decreto Art. 1. - ConteIDJPoraneam~nte alle elezioni ,per l'Assemblea Costituente il popolo sarà cliiamato a decidere mediante referendum suila forma istituzionale dello Stato. Il referendum sarà posto ,con la domanda: Monarchia o repub'blica. Art. 2. - Qualora la maggioranza degli elettori votanti dia risposta aififermativa alla domanda di cui all'art. 1, l'AssemlbJea Costituente nella sua prima seduta eleggerà il Uapo provvisorio .dello Staio cihe eserciterà le sue funzioni ifino a quando sarà nominato il Capo dello Stato a norma della Costituzione deliberata dall' Assemlblea. Per l'elezione del Capo provvisorio dello Stato è richiesta la maggioranza dei tre quinti dei meimbri de1la Assemblea. Se al terzo scrutirrio non sarà raggiunta tale maggioranza, basterà la maggioranza assoluta. Nell'ipotesi prevista dal primo comma, dal giorna della proclamazione dei risultati del referendum e lfino alla elezione del Capo provvisorio dello Stato le relative !funzioni saranno ,esercitate da•l Presidente del Consiglio dei Ministri in carica dal giorno delle elezioni. Art. 3. - Qualora la maggioranza degli elettori votanti risponda negativamell'te alla domanda di cui all'art. 1, continuerà ,l'attuale regime Luogotenenziale fino all'entrata in vigore della deliberazione dell' Ass001blea Co- &titùente sulla nuova Costituzione e s!UJCapo dello Stato. Durante il periodo della Costituente e fino alla convocazione del Parlamento a norma della nuova Costituzione, :il potere legislativo resrta delegato aJ Governo ad eccezione delle leggi di arpprovazione dei trattati internazionali e de11e leggi elettorali che verranno deJi,bera te dall' Asserniblea. Il Governo potrà sottoporre all'esame del1' Assemblea qualunque altro argomento per il quale ritenga opportuna la doliberazione di es.sa. Il Governo è responsabile verso l'Assemblea Costituente. Il rigetto di una proposta governativa da parte dell'Assemlblea non porta come conseguenza le dimissioni del Governo. Queste sono obbligatorie soltanto in seguito alla votazione di una apposita mozione di sfiducia intervenuta non pdma di due giorni dal.la sua presentazione ed accettata dalla maggioranza aSòoluta dei me'IllJbri dell'Assemblea. Art. 4. - L'Assemblea Costituente terrà la la sua prima dun.ione a Roma nel Palazzo di Montecitorio il ventidue.simo giorno successivo a quello in cui si sono svolte le elezioni. L'Assemblea decade il giorno dell'entrata in vi,o-ore della nuova Costituzione e comunque o . . non oltre l'ottavo mese dalla .sua pr.1Ina riunione. Essa può prorogare questo termine per non più di quattro mesi. Finchè non avrà deliberato iJ proprio regolamento interno, l'Assemblea Costituente applicherà il regolamenio della Camera dei Deputati in data 1 luglio 1900 e successive mod ilficazioni. Art. 5. - Fino a quando non sia entrata in funzione la nuova Costituzione, le attribuzioni de,! Capo dello Stato sono regolate dallcnomne ,finora vigenti, in quanto ap<plicabili. Art. 6. - I provvedimenti legislativi che non siano di comtpetenza dell' A.s em.blea Costituente ai sensi del primo coJTu.IDd.aell'art. 3 deliberati nel periodo ivi delimitato, devono essere sottoposti a ratifica del nuovo Parlamento entro un anno dalla sua entrata in funzione. Art. 7. - Prima che siano indette le elezioni dell'AS5emblea Costituente i djpendenti ri- "Ilf~ i-dellq . :ta to e ·oQ? imp~ars sul loro onore a rispettare e far rispettare i risu,ltati del referendum istituzionale e le relative decisioni dell' AsseIDJblea Costituente. ~e.ssuno degli irrnpegni da essi precedentemente aissunti limita la libertà di opjn.ione e di voto dei dipendenti civili e militari dello Stato. Art. 8. - Con decreto del Presidente del Consiglio dei :Ministri di concerto con i ministri per la Costituente e per l'Interno saranno emanate le norme relative allo svolgimento del referendum, con facoltà di disporre nella scheda di stato, 'Prevista dalla legge ,per le elezioni dell'IAss0Illlblea Costituente, le modificihe eventualmente necessarie». Dallarelazionedelministro comp.Nenni « Qualcun-0 può ritenere - ha detto Nenni nella relazione sulla Costituente .alla Consulta - che la deliberazione del Governo di conv-0care la Costituente sia tardiva: conviene 1 allora dire quali sono state le difficoltà Ji ordine internazionale e d'ordine interno che hanno ritardato questa legge. Le difficoltà d'ordine internazionale sono strettamente eollegaie al n~tro Statuto <li nazione vin!.a ed occupata. L'atteggiamento alleato Benchè in un suo di corso il signor Churchill, allora primo ministro inglese, avesse nel luglio 1943 affermato che conveniva lasciare gli italiani « scaldarsi al loro fuoco», pure tra le condizioni successive all'armistizio vi fu queHa - dalla quale non fu mai possibile derogare - di rinviare .a dopo la !fine della guerra la soluzione della questione istituzionale. Nell'ottobre 1943, all'indomani stesso delh dichiarazione di guen-a dell'Italia alla Garmania, i tre Governi della Gran Bretagna, degli Stati Uniti e dell'Unione Sovietica, nell'atto in cui accettavano la collaborazione attiva della Nazione italiana o delle sue forze armate come cobelligeranti nella guerra contro la Germania, aggiungevano: « I tre Governi prendono atto della promessa fatta dal Governo italiano di rimettersi alla volontà del popolo italiano dopo che i tede chi saranno ca<'ciati dall'Italia ed è in tes-0 che per nulla potrà far prescindere dal diritto assoluto del popolo italiano di decidere enza influenzo esterne e per le vie co tituzionali circa la forma democratica di Governo che esso vorrà 9pportunamente avere~. -~ La Conferenza di :Mosca dell'ottobre 194.1 ribadiva questo concetto nei termini seguenti: « Resta inoltre inteso che nulla Ji questa dichiarazione potrà influire ul diritto del popolo italian-0 di sceglier i in ultim:i. analisi la sua propria forma di Governo». All'indomani dell'accordo intenenut0 a ~apoli tra i partiti antifascisti e la Corona, accordo che preludeva. alla organizzazione dEJlla luogotenenza, una nota degli Alleati in data 4 febbraio 1944, diceva: , I GoYerni alleali considerano sospeso ogni mutamento istituzionale fino a che, con la liberazione> di tutto il territorio nazionale, il popolo i~aliano potrà pronunciarsi liberamente al riguardo». Co<3tituito in Roma il 10 giugno il Governo Bonomi, il Presidente del Consiglio assumrva nei confronti degli Alleati l'impegn-0 seguente: K Il Governo italiano si impegna a non riaprire la que tionc istituzionale senza il preventivo con enso degli Alleati finchè l'Italia non sarà stata liberata ed il popolo italiano non avrà la opportunità di scegliersi da sè la propria forma di Governo». Dall'e ame di questi impegni risulta quinùi 1 ~'tt!nequivocabile che la ?-fazione italiana si è trovata di fronte: 1) alla pr,)messa delle Nazioni alleate di riconoscere al nosb·o paese il diritto di decideTe la forma politica dello Stato e la forma del Governo; 2) ~l'impegno del nostro Paese di rinviare la 11oluzione di questo problema a dopo la guerra; 3) all'obbligo da parte del Governo e da parte della Nazione di risolvere la questione istituzi-0nale per le vie e coi mezzi costituzionali. Da Badoglio a Bonomi Nell'ordine costituzio.nale interno, il PTOblema che oggi si presenta davanti all'Assemblea consultiva è 'Passato attraverso le fasi seguenti: anzitutto, il decreto del G-0veruo Badoglio del 2 agosto 1.943, che chiudeva la sessione parlamentare, scioglieva la Camera dei fasci e delle corporazioni, indiceva le elezioni per una nuova Camera entro 4 mesi dalla cessazione dello stato di guerra. Dopo l'armistizio dell'8 settembre, dopo il tentativo di ricostituzione di un GoV('rDO nazionale italiano e dopo la delib3razione della conferenza degli Alleati a 1'foS<·a, vi fu il tentativo del mare.c;ciallo Badoglio di allargare la ba.si del suo Governo. A Bari si riunì il Congresso antifascista, le r .. · rlPJihP-razioni 1wbnrrlinavano la parfe<'ipazione dei partiti antifascisti al ricostituito Governo nazionale italiano all'abdicazione immediata del re, ritenuto responsabile Jelle sciagure del paese. Il 12 aprile fu pubblicato il proclama di Vittorio Emanuele che conteneva l'impegno di ritirarsi a vita privata all'indomani della liberazione di Roma e di nominare il figlio luogotenente generale del Regno. Il 4 giugno Roma era liberata; il 5 era pubblicato il decreto reale che istituiva la Luogotenenza. Il 10 si costituiva il Governo Bonomi, che 11 2.5 giugno succes ivo, a Salerno a.pprovaYa il decreto legge n. 151, che finora ha co tit.uito la base giuridica costituzionale della vita del Governo. Intorno a questo decreto legge molte dispute si sono acce 0. Si è risc-0n trata una con traddi zione fond:iruen tale tra gli articoli 1 e 4 del decreto stesso. L'art. 1 non lascia dubbi sull'intenzione del Govern-0 di allora, laddove dice: A tal fine «il popolo italiano eleggerà a suffragio universale, diretto e segreto, una a.ssem blea costituente per deliberare la nuo•va co6tituzione dello Stato». Senonchè in contra to c-0n la tesi che emerge dall'art. 1 - ui diritti dell'Assemblea costituente - ...-i è il testo dell'art. 4, dove ,è detto che « i poteri legi lativi sono deferiti senza limitazioni al Consiglio dei ).finistri » con la sanzione e promulgazione delle leggi emanate, da part.e della Luogotenenza del Regno. Per un regime democratico <' II Governo ha pensato di poter superare questa contraddizione col di egno di legge in e ame, che ha conciliate fra loro le due tesli antagoni tiche di Salerno, referendum o A~semblea costituente, abbinando il referendum all'elezione della Costituente. Con l'art. 1 della legge, il Governo si è a unto la r<'sponsabililà cli indire contestualmente le c>Je7,ioniper la nomina dell'Assemblea Costitnento e il referendum ulla questione i titnzionale. Non è un comprome so nè u11 tenbt i vo di adattamento, tra le due te i tra loro incompatibili. E' il ricono cimento che .-Ja Salerno ad oggi la situazione di fatto d2l nostro paese si è modificata, che il probl0ma non si presenta oggi esattamente nelle stesse c-0ndizioni in cui si presentò a Salerno e che quanto referendum e Co tituente siano associati nello stesso atto e nella ste sa deliberazione non sono un-0 in contraddizione all'altra, ma l'uno integrazione dell'altra. « La paura, che serpeggia un poco nel nofantasmi de.Ila Convenzione, del Terrore, dilegnarono in questo atto costituzionale, per cui il cittadino che sceglie il nuovo regime 6ceglie anche gai uomini che pensa possano dare a questo nuovo regime un contenuto democratico e liiberale e possano evitare al paese - come paese - ,le prove inutili di nuove lotte terroristiche dalle quali il nuovo regime uscirebbe moralmente diminuito e in ogni caso insanguinato». I poteri della Costituente « Il Governo - continua Nenni - ritiene di dover richiamare in modo particolare la attenzioqe sull'articolo 3 della legge, che determina quali saranno i poteri dell'Assemblea Costituente. Se si pensa che l'Assemblea Costituente resterà in carica otto mesi o al ,massimo un anno, dovrà risolvere tutti i problemi fondamentali della vita politica, sociale ed economica del paese; se si pe'!lsa che l'Assemblea sarà probabilmente chiamata a sanzi-0nare la paee dell'Italia con i pae~i alleati ed ex-nemici non pare arbitrario voler sottrarre ad essa i lavori legislativi ordinari con una delega al Governo, delega che l'Assemblea potrà sempre ritirare ro'Vesciando il Governo stesso. Non si tratta quindi di una limitazione dei poteri dell'Assemblea, si tratta piuttosto di una divisione del lavoro fra l'Assemblea Costituente ed il G0verno. « L'altro articolo che ha un carattere fondamentale è l'articolo 7, il quale contempla. l'impegno d'onore ohe sarà ohiesto a tutti 1 dipendenti civili e militari dello Stato di rispettare e di far rispettare il risultato del referendum istituzionale e le relative dooisioni dell'Assemblea C-ostituzionale. Nell'emendamento introdotto dalla commissi-0ne pre5ediuta da.l nostro più illustre e:ultore d'3l diritto costituzionale, l'on. Orlando, si dice che nessuno degli impegni precedentemente assunti può menomare la libertà di opinione e di voto dei dipendenti civili e militari dello Stato. Il Governo a voluto ricordare a tutti i 'funzionari civili e militari dello Stato che essi debbono ricon-0sce1·e come unica sovranità la sovranità del J)-Opolo, la quale si esprimerà attraverso il referendum ed attraverso le decisioni dell'Assemblea Costituente. Con ciò il Governo ha assolto, al1 'impegno che esso aveva a, sunto, dando forma positiva e concreta al suo programma». Il Luogotenente e la Costituente Ait.orno al proble:rrta della elezione della Costituente e del rerferen.dum sullla forma istituzionale dello Stato italiano esistono naturalrrnente molti e svariati problemi, oltre quel- •li di cui ha parlato iJ comp. Kenni. Uno dei più imJportanti problemi è queHo della posizione del Luogotenente. Si è giunti all'abbandono del principio che iJ1 regime della Luogotenenza dovesse continuare ad esercitare la, sua funzione di g-0vern-0 anche durante i lavori della Costituente e si è invece accolto quello che sia invece la Costituente stessa, da.ll'inizio dei suoi lavori, a designare il nuovo capo dello tato e il nuovo Governo che sarà respon abile di fronte ad essa. Resta invece ancora aperto il problema dell'accantonamento della Luogotenenza e della sua sostituzione con una reggenza. civile durante tutto il peri-Od-0 interoorrent-e daJ momento <!ella promulgazione del decreto legge di convocnione <lei comizi elettorali per la Co lituente a quello in cui, oompiutesi tali elezioni e quindi datasi contemporaneamente rispo~ta al referendum istituzionale, la Costituente stessa passerà alla designazione <lrlle nuove i'<upreme autorilà <lell-0 iato. I ministri del Partito d'A.:oione hanno avanzato. in tal senso, una prnposta formale. E' infatti evidente che non si tratta soltanto di assicurare l'indipendenza della Costituente nelresercizio <lei suoi lavori (problema che del rest-0 sarà automaticamente risolto daJla stess;:i ri.:-postfl.che il popolo italiano non p-0trà non dare al referendum) ma, anche e soprattutto, <li garantire che la conc;ultazi-0ne popolare. e in generale tutta la campagna elett-0raJe che preceder,\ l'andata alle urne si svolga in piena tranquillità e legalità, cioè senza chr i poteri pubblici intervengano in alcµn modo in favore dell'uno o ,lell'allro dei oontendenti e senza che la. permanenza della [orza. nrmah. alla dipendenza di una delle parti possa rendere dubbia la previsione che essa .sia lealmente disposta ad accettare H responso delle urne, anche quand-0 esso le sia stato sfavorev-0le. La m-0narchia è parte in caus:i., in questo giudizio, ccl è quindi evidente che non può es ere lasciata al Luogotenente, che la rappre~cnta (idealmente e politicamente, se non coslituzi-0nalmente) e che sareibbe, destinato a impersonarla in caso di propria vittoria, l'autorità <li comandare quelle for7,e armate che potrebbero al momento opportuno essere volte contro il responso popolare o di condizionare quell'attività legislativa del Governo che ha anoora bisogno, per essere legalmente efficace, della sanzione lu,ogotenenziale. K-0n si è mai affidata ad una delle parti in causa la polizia dell'aula del giudizio.

Bit Un '7lagglo a MIiano Quattordici anni fa quando •in una sera d'inverno a.'ttraversai la città rapi<lamente, si incise in me l'ultima immagine di :Milano fascista. Era. un po' come dovunque. Que'l guardarsi alle spalle come per proteggere il proprio pensiero da un ladro insidioso; quel sussurrare discreto all'orecchio dell'amico fidato; quei lunghi e prudenti silenzi o quel barricarsi dietro discorsi insipidi e convenzi-gnali quando la presenza di persone non ben conosciuLe rkhiedeva una certa prudenza. Non era la prima volta che mi divertivo ad osservare sui v-01'tie negli occhi dei pase.anLi l'incubo della dittatura che era nell'aria, onnipresente come una divinità; 'l'incubo che era nelle anime e che faceva sentire il fascismo ·c-0me una punta di spiUo, più a fond-0 e più acutamente che non la visione degli ufficiali della milizia che passeggiavano ba1danzosi in galleria. E così l\filano sparì, spariron-0 ic ultime luci e gli ultimi frag-0ri; affogati in quel mare di nebbia, sembrava che palpitassero quei mille pensieri occulti, quell'odio non detto e che pur si sentiva. E passaflon-0 cosl tanti anni finchè a.rrivò il gi-0rno in cui potei riaccostarmi trepiidante alla grande città l-0mbarda. I manifesti multicolori dei vari partiti, i giornali dai mille titoli erano certo la voce de11a libertà riconquistata, il volto nu-0vo dell'Italia risorta; ma erano pur segni tracciati sulla carta e non ancora la -calda e diretta espressi-0ne umana. La sentii per la ·prima volta la voce dell'Ita'lia libera in un teatro milanese, resa vibrante e colorita ·dal genio napoletano di Nino T.aranLo. Fu uno spettacolo ~irichino e scintillante di ironia in cui lo spirito italiano sembrava avesse seguito la sorte di un uomo che -chiuso in un sacco per tanto tempo, manifestasse la gioia dell'improvvisa liberazione con una vitalità sfrenata, vibrando oolipi di spada verso tutti i punti dell'orizzonte con !',occhio avido di vita e di spazi-0. Gli uomini politici più in vista venivano ra;ppresentati l'un dopo l'al- , . tr-o, da artisti abili con que-1la « vis •comica » napoletana che, -corretta di ogni sguaiataggine, raggiungeva un'efficacia insuperabil.e. Il re ! Il re ! Grida qualcuno. - Tirato per mano come un bambino, e sballottato qua e là, un artista di bassa statura con una corona sulla testa che sembra voler cadere ad ogni momento, a1:lr.aversa la scena tra le urla della folla. - Il principe ! Il principe ! - Un a'ltro artista attraversa la scena portando la mano alla visiera d'un berretto galJ.onato con un sorrisetto d'occasione, un sorrisetto mondano e vanitoso in cui si sentiva un tale vu-0to mentale da far rabbrividire. Quel sorriso, che strappava .alla folla d_eg'li applausi frenetici, non era certo un'impresa [acile; ma il frutto d'una specializzazione rpazienite d'una tecniea raffinata ,che era costata , all'attore studio e genialità. Nemmeno gli alleati furono risparmiati. La compagnia <li Nino Taranto presenta sulla scena niente di meno che la « Cavalleria rusticana » americanizzata. Al t.ragico epilogo compare Alfio e compare Turiddu invece di finire a col-~ellat~ risol v-0no la contr-oversia con una 'Partita d1 box. Compare Turiddu, r-0vesciato da un colpo maestro, giace disteso a terra mentre l'arbitro batte il tempò in un silenzio di tomba. Turiddu non dà segno di vita. - Ma insomma ! Sei forse morto? Gli grida l'arbitro. - &ei matto ? - Risponde Turiddu - Come potevo morire senza il permesso degli alleati ? E' ,questo il nuovo volto dell'Italia risorta in cui l'individualismo latino, l'innata ironia, lo spirit,o critico che durante la dittatura. doveva contentarsi della barnelletta sussurrala con prudenza, riprendono la rivincita sul passato e si effondono con giovanile baldanza non solo sul teatro; ma nelle numerose rivis.te, nei gi-0rnali ed in tutti i campi della vita culturale. Ma acca:nto alle .luci le ombre. Nel sottosuolo della vita milanese si agita ancora una umanità irregolare che fonda la sua •possibilità di vita in parte sulla boic~ttante inerzia d'una polizia non epurala, lil parte sull'insu'ffi.cieuza numerica delle nuove (ormazioni di polizia rpolitica. Per ali. antifascisti l'esilio significava una volta r:ster-0, per i gerarchi e gerarchetti fu~- giLi dalle pr-0vince meridi-0nali l'esilio è Milan.o. Comoda soluzione : muniti di mezzi accumulati all'epoca delle vacche grasse o dediti al mercato nero, cercano nell'incognito che offre una o-rande città l'oblio sul passato e le possibilità per l'avvenire .. L'ill~g~lità . i? cui viv-0no anche quei gruppi fasc1st1 attivi, che .assoldati dai monarchici hann-0 <le·positi di armi e stampa clandestina è cosa ben diversa da quella dura illegalità c~e a_ffrontarooo un Lempo le minoranze antifasc~ste c~- stre.tte a lottare contr-0 una burocrazia poliziesca numer-0sa e ben nutrita. In un albergo dove mi recai rper d-0rmi.re non mi chiesero nè documenti, nè luogo di pr-0venienza; ma solo il nome. Quest,o basti per caratterizzare il facile ambient~ in cui si 11:1u?v~o quest~ gruo;EP.,m.ion~fìCl i e neofasc1st~ tal uazfw~ ~ profittano anche i rapinatori che nelle -0re notturne ren<l-0no ancora pericolose le vie dei quartieri periferici. .La -città, ·per insufficienza <li energia eletLnea, giace in un semioscurament-0 ed il corpo di polizia motorizzata creaLo recentemente, pur avendo già avuto dei benefici effetti , dovrà essere <li molto accresciuto ,per assicurare la tranquillità pubbli•ca. Le mille incomodità, molesLe per chi viene dall'estero, sembrano sopp,ortate dai milanesi ?on _qu_el.l~indiff,erenza dell'abitu<lin.e e paiono 1mp1cc1011te <li fr.onle ai ·problemi più seri sostanziali dell'esislenza. Nei caffè bisogna tenere il mantello per non prendere un raff rcddore; se siete in un tram vi viene il torcicollo per scrutare la strada ed intuire il punl-0 dove siete arriv.ati perchè molti vetri r.olli sono stati ostituiti con maleriale non 1.~asparen~e. Vole~ sa1ire con l'ascensore ? Non lunz1ona. Apnte un rubinett-0 ? Ottenete a stenl-0 qualche goccia d'acqua. I padr-0ni di casa non fanno più riparazioni p13rchè non possono elevare gli affitti che sono an-cora bloccati. Un appartamento di tre stanze cucina e bagno -costa mensilmente 500 lir~, la quarta parte del prezzo richiesto per un cappell.o « B-0rsalino ». Attenend-0si alla sconsolata eloquenza di certe cifre quella vita che si svol<Ye<lavanti . . o a noi appare impossibile. Teoricamente un giovane impiegato di banca che ~uadagna 6000 lire al mese, non potrebbe vivere in una <.;ittà dove un ·pasto in u~ modesto ristorante costa 200 lire, un pai-0 d_1scarpe da 5 a 6 mila lire, un cappello 2000 lire ed un vestito 20.000. Ma la fonte delle iniziative individuali degli adattamenti pratici, delle trovate f~ntasiose è così ricea, la vocazione dell' « arrangiarsi», così sviluppata negli italiani, che quella vita, pur attraverso mille sacrifici diviene possibile ed a-ccettabile come period~ di transizione. Quella vila che teoricamente non potrebbe sussistere continua a pulsare ed a fluire, con le mense popolari a 17 lire al pasto organizzaLe dal Comune di Milano, con vestiti e scarpe vecchie provenienti dalle prudenti provviste fatte nel periodo prebellico con l'aiuto di mille ripieghi, di rattoppatur~ e di :ipuli_ture fatte con quella cura e con quella rntelhgenza che sorgono dalla disperazione. Eppure una sana volontà di vita sembra tra volgere lentamente le r-0vine lasciate dalla guerra. Lungo i viali si vedono binari improvvisati sui quali -centinaia di carrelli hanno trasportato !-Ontano le macerie delle case colpite. •- Rimangono molte facciate intatte che celano il tragico vuoto delle case sventrate e danno ad un prim-0 sguardo un'apparenza normale alle strade più colpite. Ma attraverso le finesLre senza imposte si vedono lembl sconsolati di cielo che richiamano alla dura realtà. Ancora vivi son-0 i ricordi dei bombardamenLi subili e tra di essi il ,più doloroso è quello di quella b-Omba caduta su di una scuola causando.la morle di trecento bambini e di venti maestri. L'eredità di odio lasciata a :Milano dai tedeschi durante il periodo neofascista è vasta e profonda. Parlando il tedesco per isLrada si corre il riS<!hio di farsi guar<lare dai passanti con aLtenzione poco benernla. Un amico mi mostra a fianco della stazione il grande Hotel « Gallia» occupato dal comando tedesoo. « Ve<li - mi dice - di iron te a quest-0 albergo i partigiani hanno fatto saltare un autocarr-0 Ledesco. In mancanza <lei colpevoli fu arrestato un gruppo di ferrovieri nella stazione vicina e fucilato immediatamente». « Vedi questo ca.fiè all'angolo ? Era frequentat-0 dai tedeschi. I partigiani vi hanno faUo scoppiare una bomba». Guardai ed ebbi la sensazione che l'evento fosse già lontam> nella storia. Le tracce dell'esplosione erano sparite, il locale pulito e ben arredato ed i numerosi avventori sorridenti e ciarlieri davano una nota festosa. Trascorso il periodo er-0ico e rienLrati nella vila ·civile i partigiani fanno ancora sentire la lor-0 v-0-ce. Sono dei gruppi di azione queste strisce di carta incollale qua e là sui muri delle case dove si leggono frasi brevi ed ammonitrici che colpiscono come gridi di sentinelle nella calma della notte : « CiLLadini attenti ! La reazione rialza la lesta>. In questa calma faticosa di una grande città che riprende la vita -c-0me un convalescente che lentamente ritorni a muovere le membra indolenzite, delle forze oscure sono in agguato, riserve di armi e di danar-0 attendono nel sottosuolo l'esercito della reazione che le utilizzerà; quelfesercilo invisibile che spia an i,osamentc l'ora dell'attacco. Nessuno lo vede chiaramente eppure nell'aria se ne ente l'irrequieta esistenza. Si sente che il nemico mortale non è stalo <lefiniti vamente col,pito. Che cosa si~nifica questo giovane partigiano armat-0 di mitra che sosia sulla porta d'un locale dove si svolge una festa della 40v nb socialista ? Io lo guardo o poi gli rivolgo qualche domanda. « Non si sa mai - mi risponde sorridendo -. Dobbiamo stare in guardia ». Dop-0 il proclama degli alleati •che ingiungeva ai civili di consegnare le armi, in una città come Milano che conta più di un milione di anime, non furono portali nei posti di raccolta che p-0chi vecchi fucili. Per ora sono sulla scena polilica i grandi partiti conservatori, quello liberale e quello cattolico che difendono sul terren-0 legalitario le posizioni della borghesia iLaliana, mentre i gruppi violenti dell'estrema destra, i gruppi monarchici e neofascisli, come formazioni di retroguardia, vi v-0no per ora nel sottosuolo utilizzando la resistenza che i democristiani ed i liberali fanno nel campo dell'epurazione contro le richieste dei ,partiti operai. Grazie a questa resistenza gli ,organi di polizia non sufficientemente epurati permettono un facile margine di vita a questi gruppi monarchico-fascisti che attendono l'ora dell'avventura. La stampa dell'Uomo qualunque con i su-0i giornalisti esperti nella tecnica del disf atlismo politico, ha attiral-0 a Milano in un primo temp-0 la curiosità del pubblico per poi decadere lentamente. Il movimento qualunquista non ha avul,o nella Milano operaia un successo organizzativo come nelle pr-0vince meridionali. Nelle Puglie, la roccaforte dei latifondisti, raccontano quelli che vi si sono recali, si respira l'aria della Vandea Haliana. TuLte queste possibilità di vita che ha ancora la reazione, dipend-0no naturalmente dal fatto che i suoi centri economici sono ancora intatti. K essuna riforma radicale è stata ancora attuata contro il latifondo ed il capitale mouop,olislico. Essi sen ton-0 solo la minaccia delle ri vendieazioni operaie ed inclinano ad una forma di difesa attivistica. i tenta così. di mobilitare i reduci dalla prigiO'Ilia. che senza lav-0r-0 e senza aiuto, educati in parte alla scuola del fascismo, rovinali da una guerra perduta, da terribili sacrifici per i quali nessuno li ricompensa o li loda, rappresentano un materiale facilmente infiammabile, sensibile alle più folli demagogie e disposto ad affrontare tutte le avventure. I partiti antifascisti si sono oceupali <li questo importante pr-0blema dal punto di vista organizzativo e pr-0pagan<listico; ma sono ben lungi dall'averlo risolto data la sfavorevole condizi-One economioea che impedisce di dare a questi disperati una normalità di vita ed una conseguente stabilità spirituale. In questo mare ondeggiante e turbolento che fa ricordare l'ambiente storico che si era ,prodotto in Italia nel 1919 il proletariato milanese, educato alla lotta di classe e maturato in lunghe e dolorose esperienze, costituisce una forza costante di resistenza e di. lolla contro tutti quei movimenti che tendon-0 ad un ritorno verso il triste passato; movimenti della reazione che si annunciano con forme nuove nelle frasi programmatiche e nella iniziale demagogia democratica; ma che attingono alle stesse fonti econ-0miohe a cui attinse il fascismo perseguendone, nel dinamico quadro della lotta <li •classe, gli stessi lini p-0litici. 1 L. Spada Presenetdeavvendireelldaemocrazìa • svizzera (Continuazione e fine Libertà. e democrazia, rispetto della molteplice varietà delle sue comunità regi~rnali e looali e federalismo, neutralità e largo spirito umanitario, concretantisi nelle istituzioni internazionali più varie e benefiche : tali son-0, con un diritto di. asilo con larga generosità in tutti i tempi accordat-0 ai profughi <li tutle le fedi e <li tutte le opinioni, le caratteristiche costanti della Svizzera. Sono esse che hanno assicurato al paese, con la prosperità materiale, una grande autorità morale. Il popolo svizzero può o vuole restare fedele al suo passalo ed alla sua storia, alle sue tradizi-0ni ed ai suoi costumi, alle sue libertà ed alle sue istituzioni, nel quadro eterno delle sue mon• lagne, ma esso non può tuttavia estraniarsi dalla vita europea, da una solidarietà internazionale che si manifesta sempre più necessaria, dalle grandi correnti della civiltà nuova che si prepara e si -0rganizza, sulle rovine accumulate in tanti anni di guerra e di deYastazi.oni. Esso non deve addormentarsi nella. calma che il destin,o gli ha assicuralo negli anni della t-0rmenla, non deYe c-0mpiacersi in una stabilità stagnante. Perchè continui a vivere ed apportare il suo contributo all'opera comune della eivillà ed alla ricostruzione delrEuropa - di un'Europa che si trasforma e si rinnova e non può più essere quella del passaLo - la vizzera non può essere un museo e vivere dei ricordi e di benemerenze <li tempi trascorsi. :i\la deve rinunciare a qualche vecchio pregiudizio, liberarsi dalla tendenza che v'è in taluni dei suoi uomini a<l impartire lezi-oni ed a presentare sempre ]e pr-0prie istituzioni come modello di perfezione, uscire <la uno .slat-0 che è talvolla di mediocrità e di vita lenta, <lisfarsi <li stati d'animo non più conciliabili con la realtà e di schemi mentali troppo rigidi, non indugiarsi nelle soddisfazioni delle mete raggi unte, ricercare e vedere con occhio vigile e sguardo sicuro i difetti <la correggere, indagare i pericoli che la minacciano e le vie che possono condurla alla salvezza. Forse ancora oggi sono vere e degne di riflessione le parole che uno degli ~piriti più nobili e dei quali la , vizzera si onori, Leonardo Ragaz, seri veva nel corso della preeedente guerra mon<liale, come un monit-0 severo ai suoi concittadini. La democrazia svizzera deve Lrovare la forza di. trasformarsi, <li evolvere, <li pcrf ezi-0narsi. Essa non può iden tificarsi nel riposo, nell'indifferenza, nell'egoismo di un paese ricco e prospero, in mezzo ad un mondo sconv,olto dalle rovine e dalla miseria. La neutralità. non può costi1uirc un mantello buono conLro ogni intemperia, il mezzo unico di salvaguardare l'indipendenza ed il benessere in un mondo cho si trasforma, nella nuova organizzazione del mondo che si prepara e si compie. e, nel nuovo mondo che sta creand-0si, la vizzcra vuole mantenere la sua originalilà e conservare il posto che le compete, essn. devo spogliarsi di -certe tracce di egoismo particolari ad alcune categorie dei suoi cittadini ed accompagnare un intelìigente sagace realismo con un pit1 largo soffio d'idealismo morale e sociale. E deve conservare una. larga e chiara coscienza delle sue necessità moderne, della sua missione <li mediatrice delle varie e talvolta eonlrastanii forme di civiltà europea. V. mimero precooenbe) Quasi un secol-0 fa, un grande esule ilaHano, che le dolor-0se vicende della palrb. avevano portato nel Ticino, Carlo Cattaneo, facendosi propugnal-0re di una delle più audaci e geniali imprese della tecnic::i. modem~, il traf.oro del an Gottardo, additava, in un mem-0riale all'Assemblea federale, la missi-0ne che la Svizzera è chiamala a compiere nella comune civiltà, con parole, che appaiono vere anche oggi : « Tra le idee divergenti che possono anc-0ra sopravvivere nei governi o nei popoli - egli scriveva - la Svizzera per l'altitudine sua, neutrale, pa,cifica, ospitale, aliena da ogni ingrandimento, da ogni minaccia, da ogni invidia, è chiamala ad essere una conciliante e provvida mediatrice. Essa virtualmente rappresenta i comuni interessi di quei cento milioni di uomini, che, divisi da tre lingue in tre grandi masse; troppo sovente nemiche, non mai sinceramente amiche, predominate sempre da sa.nguin-0se ambizioni, solo in quanto fanno parte della Confederazione vivono in una li ber a, giusta, fedele amicizia, che vede il bene della patria anche nel be.ne degli altri popoli, e primamente dei su-0i fratelli di lingua. Anche nell'infausto momento di quelle disastr-0se auerre sul Ren-0 e sul Po, il cui ritorno sembra una necessiLà di ogni sec-010, il cui rilorno embra una barbara derisione dei tempi, il commerci.o e le industrie delle stesse nazi-0ni combattenti devono augurarsi che una parte <lei loro approvvigioname.nli e dei loro esiti possa Lrovare presso le l-0ro frontiere un rifugio dalle mutue rappresaglie. La libertà svizzera è un'istituzione che può proteggere le nazioni confinanti dagli eHetti dei loro propri errori e dei momentanei l-0ro furori. Il santuari-0 della libertà dev'essere il santuario dell'umanità». E' quel che la vizzera ha mostrato di voler e di sapere essere nel corso di due guerre mondiali. Gelosa delle proprie libertà, fiera. della sua indipendenza di fronte a lutti, cosciente della sua inf eriorilà in una lolla di giganti ma decisa a resistere con le armi contr-0 ogni tentativo d'invasione, essa ha saput,o adempiere quell'alto e nobile compito che l"esule italiano le additava, trasformandosi, in un mond-0 di orrori e di stragi, di vendelle e di odii, di ferocia e di follia, .nel santuario dell'umanità. e centinaia di migliaia di uomini hanno potuto ancora riscaldarsi ad una fiamma c1·amore e di carità, se migliaia di -donne e di bambini hann-0 ritrovato un lelto ed un pane, se uomini di ogni eU1 e di ogni condizione, sfuggendo ai campi di concentramento o all'orrore delle torture. sono riuscili a salvare la vita da una morle lenta e da sofferenze senza nome, se ancora il mondo ha potut-0 credere che la bontà, la solidarietà, la fratellanza non fossero di venu ie parole vane priYe d'-0gni Eignificato, tull-0 ciò si deve alla vizzera, alle sue mollepl ici iniziali ve, ali e sue istil uzioni internazionali, al senso di umana solidarietà nello sofferenz.e ed alla larga generosità del suo popolo. Ed è anche perciò che questo piccolo popolo può dire ancora una sua parola al mondo e cosliluire per molli un grande esempio. E. Reale •

Bi Il ConsiglioCentrale della "DanteAlighieri,, Quando il nostro compagno Umbeirto Calosiso diresse il comit•ato provvisorio della sede Centrale d•e/la Da•nte, d,iramò una circolare che ci fece sperare in .un radicale rinnovamento. Le par-o/e d,i Calosso condannano iJ gretto spiri.f.o nazionalistico che a,nimava la Dante di un tempo, insiste sul reclutamento di soci operai, si ,ispira ad un umanesimo europeo ed invita alla collaborazione inte1lettuale di altre Nazioni. Le sedi estere che sono ora dirette dai comitati cli vecchi a,ntifascisti hanno già ag,ito e agiscono in questo spi•rl'lo. Sciolto il comitato provvisorio e fatte le elezioni ci capita sott'occhio la lista dei componenti del nuovo Consig·lio Centrale. Alla presidenz,a Vi.U0trioEmanuele Ofllando. Ci sembra cli sentire un odor di soff,itta; un tanfo di archivio. Ca/osso e la sua circolare scompaiono quasi ne/l'elenco sotto un plotone serrato di vecchi •liberaU, cli conti, di baroni e di commendatori. Su ventotto nomi, compresi i revisori ed i vice-preside,nti contiamo quattro conti, un barone, quattro senatori e ben nove co•mmenclatori della corona d'Italia. Non vog!,iamo porre in dubbio il valore in'- tellettuale di uomini come Einaudi e di va- .r,ialtri componenti; ma non abbiamo certo l'i,mpressione che un tale consiglio possa veramente esprimeire lo spirito de/Ja circolare di Umberto Ca/osso; gli ideali culturali d'una Jta!,ia rinnovata. Circa poi •la validità def.l.e elezioni dobbiamo obbiettare che le associ•azioni all'estero hanno 11icev·utole schede per la vota::ione dopo che essa aveva già avuto luogo. Esse non hanno potuto quindi partecipare alle elezioni dei! Consiglio Centrale. Bisognava quindi dispo>rre le cose •in modo da tiener conto del ritardo postale a cu-i le corrispondenze sono soggette. _ Non sappiamo ancora con precisione quale cittad•ino svizze,ro sia stato invi•tato a partecipare al Consigl,io Centrale. Era corsa la voce che si trattasse cli un gio,rnalista che in altri tempi era in ottime relaz•ioni col fascismo. Ci informeremo meglio ed in caso aff ermativo faremo ancora senti•re la nostra vooe. Un socio della Dante Ilbilancitiaolianalolaguerra Gasparotto, ministro all'Assistenza postbellica, in risposta a un gruppo di quesiti riguardanti l'assistenza ai reduei, ha fatto una ampia relazione sui danni causati dalla guerfa alle cose e alle persone, ed alle misure già prese dal Governo per assistere tutti coloro che ne sono stati le vittime: danni aUe cose, mille miliardi circa. I danni alle persone riguardano 8.350.000 individui. L'esercito ha avuto 4.200.000 chiamati alle armi di cui 220.000 caduti o dispersi e 125.000 feriti; la marina 250.000 chiamati, 25.750 caduti o dispersi e 3.928 feriti; l'aeronautica 124.00 chiamati, 6530 caduti, 2875 feriti. I prigionieri ammontano a 1.478.000; i partigiani furono 200.000, di c-ui 27.000 caduti e 17.000 feriti. In tutta la guerra i morti sono stati 297.000, di cui 90.000 dopo l'8 settembre. I sinistrali che hanno perso la casa, 2.500.000, i profughi e sfollati in Italia 469.000 di cui 56.000 giuliani e dalmati. Vi sono poi 100.000 rimpatriati dall'estero, 446.000 civili internati e deportati, 100.000 civili morti o dispersi, 100.000 minorati di guerra. Rimangono ancora da rimpatriare 371.000 prigionieri. Queste cifre sono destinate ad aumentare nel ,corso di ulteriori accertamenti. Il Ministero si è trovato di fronte alle necessità di assistere 180.000 capifamiglia, che rappresentano 3 milioni e mezzo di vittime bisognose (il Governo non interviene che per le vittime della guerra in stato di bisogno). " IlLavoratore ,, e socialisti Nel suo uNimo numero « Il Lavoratore .,,. organo del Partito opeirafo e contadino ticinese, si è occupato in diversi articoli del Partito socialista. In prima pagina si annuncia ,['accordo intervenuto a Zurigo f.ira sindacati, socialisti e Parl•ilo del lavoro in vista delle prossime elezioni comunali, in seconda pagina, nell'articolo « Verso l'unità d'azione e la fusione» si preannuncia come prossima la fusione tra Partito socialista e comunista in Italia, (vi si confonde cl'alLronde il Comitato centrale del nosLTo Partilo col congresso, che si riunirà in aprile), si riprende poi fa vecchia Lattica scissionistica dei comunisti, cercando di spingere le se::ioni socialiste a rompere la disciplina del partito e agire contro i deliberatori delle istanze competenti; in un altro articolo Cronache dell'emigrazione italiana I socialisti e le Colonie libere Avviare la ricostituzione, in senso democratico, delle collettività italiane in lsvizzera, era, certo, il compito principale spettante alle Colonie Libere. Attorno ai partiti politici ed alle associazioni che sostenner-0 la lotta antifascista - quale nn.clco originario - avrebbero dovuto unirsi e riunirsi tutti gli italiani di buona volontà e di sincera fede democraiica, nel riconoscimento del valore normativo degli ideali di libertà, <li giustizia e di pace che animarono il RiSO'rgimento italiano (1); le associazioni ed enti esistenti prima del fascismo e da esso conquistai-i, nonchè quelli diretti o coni.rollali da religiosi, ma la cui attività ed i cui scopi interessano l'intera collettività. Da tale nucleo originario doveva.., quindi, sorgere spontaneamente il pr.ocesso di Ticostituzione e di democTatizzazione. Sua prima tappa, la creazione di quell'organismo, la Colonia, che, essendo la libera espressione delle v-0lontà. degli organizzati e dei singoli, potes.se rappresentarli interamente di fronte alla madre-patria, esserne il tutore degli interessi ed il sostenitore delle rivendicazi-0ni, la sede, infine, dove venissero aff ront.ati e risolti i loro specifici problemi <li v·ita coloniale. !fanno potuto le Colonie Li1 bere ricostituire, in senso democratico, le collettività italiane ir, !svizzera? No. Quali sono le cause che hanno impedito loro di assolvere questo compito ? Rispon<lere al quesito significa : 1) dimostrare, nelle premesse, come le Colonie Libere non siano responsabili della profonda divisione che tuttora regna in alcune collettività italiane; 2) definire~ nella sostanza e nelle conclusioni, la nostra posizione di fr-0ntc alle Colonie Li,bere stesse. I. Nelle settimane immediatamente seguenti al colpo di stato monarchico-badogliano, approfitta.odo dello smarrimento pr.odottosi nelle sfere dirigenti del fascismo locale, nonchè del subitaneo, ma. superficiale cambiamento di . rotta delle rappresentanze diplomatiche ,e consolari, le Colonie Libere avrebbero potuto assumere 1a direzi<me delle collettività italiane, pren<lere senz'altro possesso delle associazi-0ni ed enti diretti dai fascisti. Una simile tattica significa va prescindere dalle esigenze ideali della lotta antifascista, per le quali il pr-0blema morale e quello politico sono tutt'uno. Nel far condizionare l'unifi-cazione delle collettività alla i.oro preventiva epurazione - da attuarsi sulla base di un criterio di carattere m-0rale e politico, consistente nel semplice allontanamento dalla vita delle collet• tività stesse dei responsabili - le Colonie Libere conciliavan-0 tali esigenze e davano la possibilità a tutti gli italiani unificabili di entrare a far parte della Colonia, sia direttamente attraverso le adesioni individuali, sia indiret1.amente attraverso le associazio•ni I C. L.N. fissavano, sulla base di documenti e prove, di dati di fatto e<l inchieste, l:e persone dei responsa,bili, rendendole note a tutti gli italiani del luogo. Se, <lunque, oggi alla direzione di associazioni ed enti, che amministrano e curano interessi italiani e colletti vi, stanno persone che i C.L.K., e non le Colonie Libere, hanno sanzionato quali responsabili, c'è qualcuno che, in buona fede, possa accusare quest'ultime di mentalità settaria o mancanza di sentimenti umanitari, se esse .affermano che, in tali condizioni, la ricostituzione ,democratica è impossibile? Chi la impedisce? Le Colonie Libere o -coloro che, dopo essere stati i responsabili dell'azione, dell'organizzazione e dello spionaggio fasci ta, intendono conlinuaTe a porre i propri interessi al di sopra di quelli della collettività e rifiutano di fare il meritato sacrificio della loro persona, ritirandosi dalla vita pubblica, dando finalmente la prova. di riconoscere le proprie colpe ed i propri errori? Così agiscono per la posizione personale ed i mezzi finanziari, le protezioni ed i ri•conoscimen ti ufficiosi che godono dalle autorità diplomatiche e consolari, il privilegio economico in cui vivono rispetto ai numerosi lavoratori da loro dipendenti, le clientele che si sono formati durante i venti anni <li fascismo. Ciò permei.te l-0ro di ricattare continuamen te i posti diretti vi in determinate associazioni e dare ad esse una fisionomia nettamente ostile alle Colonie Libere; di esercitare una pressione sui lavoratori da loro dipendenti e, coi metodi ben noti, tenerli lo.ntani dalle Colonie Libere stesse; <li screditare ogni tentativo di ricostituzione democratica della collettività. 1'I. Fatte queste premesse, dobbiamo poTCi la domanda : devono le Colonie Libere continuare a ricercare la Ticostituzio11e, su basi democratiche, delle collettività italiane e la realizzazione dei postula.ti -che ne derivano ? Le due soluzioni risultanti <lalla risposta, affnmati va o negativa, permettono di uscire dalla situazione descritta. Esaminiamole. La prima soluzione risponde sì e prevede : a) una chiarificazione della posizione delle Colonie Libere di fronte alle rappresullrt mecle~ima seconda pagina in/ ine un tale vomita tutta fa sua impotente rabbia, tulli i suoi risentimenti e rancori contro i socinlisli in due colonne cli volgarità, stupid(lggini e ipocrisie. on è il caso cli enLrrtre in dettagli, ci /•imitiamo a mettere in rilievo le contracldi::ioni e l'assenza di ogni criterio nel « Lavoratore » documentare questa manifesla:::.ione di incoscienza. sentanze consolari epurate, dicendo loro : il vostro contributo alla ricostituzione democratica delle ,collettività ed alla risoluzione dei loro problemi. è da noi bene aocetto a condizione che esso non sia <liretto a valorizza.re i responsabili, riconoscendo in loro i Ta.ppresen tanti <li interessi italiani collettivi. P-0ichè ciò significa negare quelle esigenze ideali della lotta antifascista, che si traducono nel principio secondo il quale l'epurazione condiziona l'unilicazione. b) una modificazione di struttura ·della Colonia, diretta.. a sottrarre a.i responsabili il corpo delle associazi-0ni. Esperienze recenti hanno .di.mostrato, infatti, -che allorchè comila ti interi si sono separati dai responsabili, passando in blocco alla Colonia, questi, ageoòo rapidament,e e sing-0larmente sui componenti i comitali stessi, li hanno ricondotti alla situazione primitiva. D'altra parte, le adesioni individua·li non hanno potuto risolvere il problema : l'elemento isolato e non responsabile, ma che ha appartenuto ad associazioni fasciste, quello che si è lasciato trascinare nell'inganno od ha subito la violenza, esita, per svariali motivi, ad· aderire alla Colonia. Bisogna, allora, una volta allontanati i responabili, aff.idare la direzione dell'associazione ad un comitato di compagni, .per spezzare le manovre dai ranghi; porre la candidaitura dell'associazione alla Colonia. Quest'ultima deve, però, modificare la sua costituzione, sì da assumere il carattere di sola e legittima rappresentante della •collettività italiana organizzala. In tal modo le associazioni epurate e candidate alia Colonia, si veng-ono a trovare di fronte al <lilemroa : o aderire o perdere il carattere di associazioni italiane. all'estero. La seconda solu:i;i-0ne risponde no, ossia, basandoci sulla situazione di fatto, considera impossibile la Ticost.ituzione democratica e. prevede : a) una maggiore coesione nella Colonia Libera, per porla in una posizione di opposi• zione aperta <li fronte al restante <lella Collettività; b) una modificazione sostanziale della linea politica della Colonia Libera, spostandola dal piano di antifascismo generico al piano particolare di partito e, <l-0po a vere constatato il fallimento delle politiche di cosidette unioni nazionali, che han servito solta.nto a screditare i partiti di sinistra, fare <l'i essa l'elemento di ra.ccolta di tutte le forze che lott~no per l'instaurazione della Repubblica : darle il netto carattere di colonia di sinistra. La prima soluzione presenta il grave pericolo <li vedere il nucleo originario sommerso dagli individui e ,dalle associazi-0ni che vi confluiscono; il peri,colo, cioè, che la Colonia Libera, una volta ·raggiunta la. prima fase di ricostituzione democratica, non abbia le forze sufficienti per assumere il governo della collettività. In tali condizioni es.sa si troverebbe obbligata, scendendo da compromesso in compromesso, ad abbandonare qualcosa di quelle tra<lizi-0ni e di quei principi ,che costituiscono la sua ragion d'essere. La seconda soluzione darebbe alle Colonie Libere scopi completamente diversi da quelli che esse si sono proposti. E' evidente, ad esempio, che una consulta consolare non può essere che l'espressione di una colonia unitaria. Nè la oolonia di sinistra, nè la sua inevitabile opposta colonia di destra,, potrebbero pretendere di rappresentare la collettività italiana. In funzione di chi esisterebbe allora il segretariat-0 <legli italiani all'estero? Noi siamo - è il caso di dMo ? - per una colonia di sinistra. Ma una colonia legittima, ossia risultante dalla predominanza liberamente manifestatasi in seno a tutta la oollet• tività, delle correnti di pensiero e dei partiti politici di sinistra. E' qui che sta ·la. funzione della Sezione socialista. in seno alla collettività. Qui all'estero non possiamo, certo, compiere un'azione decisiva sulle so-rti del n-0stro paese. Ma possiamo e dobbiamo fare un'-0pera di ,educazione dei lavoratori, dando ad essi il senso dell'organizzazione professionale, esaltaO'(lo in essi il sentimento della solidarietà di cl.asse, formando una coscienza sindacale· possiamo e dobbiamo scuotere gli spi.riti a.bi: tuati alla sonnolenza della dittatura, mostrando ad essi il dovere <li occuparsi della cosa pubblica; possiamo e d,obbiamo persua<lere i lavoratori ca.ttoli•ci dell'identità di interessi rhe a loro ci unisce e sottrarli al dominio delle alte sfere della Chiesa; possiamo e dobbiamo divulgare il verbo di un socialismo costruttivo. Le Sezioni socialiste pos._c-0nocompiere meglio quest'opera spaziando in colonie italiano democraLicamen te ricostituite o trincerandosi in •colonie di sinistra? Cesare Sacordote (1) Cfr. art. 1 Statuto Fed. Col. Ila!. Libere. ZURIGO Conferenza Canevascini ~·,1bato sera 16 marzo allo ore 20. avremo il piacere di sentire il comp. on. Ca~eva~cini, con. igliere di lafo, il quale, invitato dalla consorella sez. socialista ticinese parlerà sul tema.: « L·inwortanza di Zurigo per i lavor;ttori di lingua italiana ». Alla Casa del Popolo, ~ala bleu. i sa che Cancvascini è oratore che ha 1no 1anco semrpre del nuov-0 da dire e certo tratterà il tema con maestria. Chi non ha interesse a sapere le relazioni economiche-politi-che socia-li fra questa n-ostra attuale dimora ed àl paese delle nostre origini? A ,CanevascÌ!ni rispondiamo- : presente ! Cinema « Casa d'Italia » Zurigo, Erismanostrasse 6 (tram 1 e 8) presenta sa.ba.lo 16 marzo 1946, ore 20,15, « La statua vivente», capolavor-0 cinematografico ifalian-0, con Fosco Gia.chetti, Laura Solari, Camillo Pilotto, Lauro Gazwlo, Guido Cel-ano. Regìa: Camillo Mastrocinque. Un film drammatico e pass.ionale. Versione OTiginal-e italiana. La Corale dell'A.P'.I. canterà : Canzoni m0<lcrnc. IDntrala fr. 1.10 (tassa cantonale compresa. ARBON Sezione socialista D-0menica 24 febbraio la Sezione tenne ila sua consueta riunione mensile al Ristora:nte Harmonie, alla presenza di quasi tuthi i compagni. Il segretario comp. Bolgiani leggeva l'ordine del giorno; si passava quindi alla votazione per l'ammissio 1 ne dei due nuovi -comp. Peromezza Bruno e Camponovo Feli,ce, ai qua:li diamo< il nostro ben vem1to. In<li il comp. Ba rcari-ol, quale delegat.o al Congresso di Zurigo, faceva ,una .ampia relazione, •per la quale la Sezfone lo ringraziava. Conferenza Pellegrini Domenica 10 u. se. il corrupagn-0 Pellegrini ' teneva al Rist. V\T ei.ssen Schafli davanti .a numerosi compagni -la sua bella confeTenza sul tema « La situazione politica italiana ». A.ll'inizio della conferenza q oomp. Bolgiani, segretario della Sezione, h~ portat-0 il suo saluto ai c-onvénuti. Il comp., Pe-Ilegrini seppe interessare vivamente i comp. presenti. La conferenza è stata calorosamente applaudita. Alla discussione intervenivano il compag,no Barcariol e il cornp. Zampese di S. Gal.lo. Tutti so•no stati vivamente soddisfatti dell'esito <li questa giornata pro,pagandistica. Assemblea Si rammenta a tutti i compagni della Sezione che <lomenica 24 c. m. si terrà l'assemblea mensile. Gl'invi1.i saranno spediti in settima'lla. Italo WINTERTHUR Conferenza Pellegrini I compagni <li lingua italia. alla pubblica coruerenza. che gri'lli, direttore di « Libera sabato sera 16 corr. alle o suiperiore ·del Ristorante Coo Parlerà sulle prossime elezf-0 \Vinterthur, esponendo il lito socialista. I compagni della sezione socialista italiana non devon-0 dimenti-care che la ·pwssima as- .;;emblea avrà luogo d-0me,nica 31 corr. nel solito locale. SCIAFFUSA Colonia Libera Italiana (Ritardata). - Sabato 23 febbraio scorso, nonostante il pessimo tempo, numerosi furono i soci che presenziarono all'assemblea generale. Diretta <lai presidente com p. Colognati si svolse in un clima di sempre crescente interesse da parte dei presenti e finalmente si può ben dire ,che la ripresa, dopo tanti anni di dittatura: di un pensare democratico si è realizzata. 1 Le relazioni fur-0no attentamente seouite b ed acclamate. Il vecchi-0 comitato venne rieletto all'unanimità e con l'aggiunta di quattro nuovi membri, aggiunta Tesa-si necessaria per il crescente numero degli iscritti. Ben 58 furono i nu-0vi soci nel 1945. Ai compagni Col-0gnah, Lazzero e Franceschini, rispettivamente presidente, seoretario e bibliotecario vadino i nostri auguri ; l'incitamento <li ben operare da buoni socialisti. Lutto nella Colonia All'età di 69 anni è m-0rto il nostro compagno Primo Brand-olini. Oriundo del -Cese. natico, seguen<lo -la sorte di tanti proletari, dovette percorrere le dure Yie dell'estero per guadagnarsi il sudato pane. Fissatosi a Sciaffusa, allevò la numerosa prole con animo virile e nonostante questo orav'e peso ma.1· ' bb O ' sa assò a seguire una linea che non fosse di ~iJf~sa di . chi lavora, facend-0si ovunque v~tllif ero. dt una lotta a<l oltranza per il nscatto det lavoratori. N-0i, suoi compagni, dando con animo mesto il triste annuncio della Sua. dipartita, volgiamo a. Lui il pensiero riconoscente per la lotta sostenuta e per l'esempio che costantemente ci ha dato. Addio caro Brandolini, serberemo nel nostro cuore il Tuo ricor.cJo e continueremo su qu~lla via che ci hai tracciata a<l operare affrnchè spunti finalmente il giorno in cui, spezzate Je_catene, i proletari isseranno quella rossa bandiera che fu il simbolo di tutta la Tua vita. Redattore : E rie h V a I a r - Zurigo Tipo-grafia: Grafica Bellinzona S. A. - Bellinzona

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