L'Avvenire del Lavoratore - anno XXXII - n. 12 - 24 marzo 1928

ANNO XXXJJ. A. P. ZURIGO, 24 MARZO 1928. Num. 12. ' Telefono 4-175(Selnc111) - Ccnto-Chèques N. Vlll-3646 ~ETTIMANALE DEL PARTITO SOCIALI-S'FA'rFALIANO NELLA SVIZZERA Abboncunenti per la Svizzera per l'anno 1928: REDAZIONE: Un a111nofr. 6; sci mesi !r. 3; Lre mesi fr. I.SO Per l'estero: Un -anno fa-. 10; sei mesi fr. 5; lcre mesi fr. 2,50 -- - --·----,---------- , L'Avvenire de/ Lavoratore , Zurigo Unnuovo delitdtoeflascismo Un colp,o di r;voltclla ha ech<',&- giato nel covo delle spie fasciste di Par~gi, abbalteru.lone w1a e smascheranxfone parecchie. La stampa fa&cisl.a ilaliaina dopo un silenzio jmbara.1..zalo di due giorni, ha ricevuto l'orrline di parlare. - • nelitlo del fuoruscitismo antifascista >l • La Francia deve re_ · primere la criminalità rifugiata nel suo seno ,,,J La stampa francese, anche la p.iù reazionaria, non ha fallo eco. lstintiYamenle, per un senso di difftdlenza, sponlaneo ormai, verso tulto qu·ello che viene dalla terra domL nata dal fasci~mo. Pavan cade nella rete, Abbando11,a il s,uo partilo, i suoi a1nici, li diffama. Poi cosa è avvel1jllto? Se le indagini della poLizia fraincese sono giuste, la tragedia del giovan'e Pavan è [acilmenle rico&lrwbile. All'ulLimo momento, forse, gL cade la benda dagli occhi. Vede l' inlrJgo d: cui è vittima. E uccide. Delillu dell'anlifasdsmo? No, delitto tipico della crim.inalilà s.Lalale fascista. E' il regime fa~d sla che a mezzo delle sue ambro;ciale, crea ·e mantiene agenzie di proYocazione e di spionaggio, a scopi inconfessabL li ma chiari. Non era ancora spenta nel mondo l'eco dello scandalo Garibaldii, che il delitto di Parigi viene a ricordare cl!i quali proceclimenli vive H regime delle camicie nere. Savo11elli, Pa.Yan? Vitl:1:1e -enlrambi della stessa criminalità. L'uno ri,dlotto dalla fame e dalle lusinghe alla abbiezione ultima: al tradimento dei suoi compagni di esilio, di sofTerenza., di parLlto. L'aL tro c'Ondolto all'esas 1 perazione ch·e ai-ma il bracc:o e spinge al gesto Yendi.catare. La revolverata del Boulevard Magenta ha arnmutolilo, lerrorlzza_ lo e 1d1ispersoper il momento il covo delle spie. Ma da Roma la tela ,·errà ancora riLessula. Per altri deliUi ed allre tragedie. -o- Ed il delitto del Boulevard Magenta non è salilo più in alto tlli un ordinario faltacc:o di crooaca Ma a no~ spelta parlarne, ·senza reticenze e senza •sottintesi. PugnafrlaeI dentbi,ombaelle mani e.pelosuuorstumaco • :\iUSSOLINI ER.\. SPESSO L'OSPITE DELLA FAMIGLIA SOZZI. Chi è la vittima? Angelo Savorelli fu fino ad allo mesi or sono l!n 1pililanlc del Partito Repubblicano Italiano. Egli ·era stato segretario della Carnera del Lavoro repuhbl'cana di RaYen.rnia. PIU' DI UNA VOLTA EGLI TENNE FRA LE BRACCIA IL PICCOLO GASTO E, LA SUA FUTURA VITTIMA, DlCENDO DI LUI: DIVENTERA' U BUON SOCIALISTA!,. Dalla lettera di un romagnolo all'flumanité. In Romagna, nei ranghi del suo partito condusse insieme alle orga... nizzaziuni socialiste, la lolla antifa... scisla. Resagli la vita impo>s.stibile, nel 1923 ·emigrò in Francia ove continuò la lolla tra le file 1d'ell'emigraScampoli un.itari zion~ :mlifa.scfata. Nel giugno 1927 fu firmatario di una dichiarazione all'opinione pubblica francese lan~iata da un gnippo d',esiliati, nella quale si accusaYa il fascismo di esisere la rovina del nostro pa-ese. La sua vila fu la v;ita di laYoro e di miseria di lulti gli emigrali. Ciò fino all'agosto 1927. Disoccupato 'dia mesi, egli cadrie alìora nella rete di un'agenzia c:1: s.pionagg' o e di provocazione isLiluiLa a Parigi dall'Ambasciata italiana.. , Gli organizzatori cli lale agenzia sono nomi conosc:uli: Scrracchloli, Firnzi, Ghini, vecchi resùdui del precedente centro di spionaggio sma,.. S'cherato diall'afTare Garibaldi. Savo• relli entra cosi al servizio del fasci- ~mo. Abbandona la sua vita cli m'- ~·eria e di laYoro e viag__aif in vagone letto da Nizza a Bruxelles.. da Parif."l. u Roma. E, naturalmente accentua il suo an lifasciismo. Combat le la Concentrazione perchè troppo tieJ;ida ed inconcludente e re'.clula giovani ard'enli pe.r far dell'azione se_ ria. E' il compfto affìdalogli: prep,a1are dei fals.i complotti in Franc:a, allo scopo di provocare da parte dell'Autorità francese dei proYYe'- dimenli di repressione contro il movimento antifa"'Cista ilal'ano. La trama ,-iene ~venlat.a. I documenti comproYanti l'azione CJ-iminale della banda Serracdhioli, Savurel11. Finzi, ecc.... <:adono nelle mani della Concentrazione che ne dà conos,cen.za all'.\.utorilà francese prima, e qui'ndi all'op,:ni'cme pubblica a mezzo della Liberia. E' a questo punto che accade il delillo. Senacchioli, Sa,·orelli, Finzi, che mbilo dopo le riYelazioni della Libertà protestano e dichiarano ,li non conoscers\ s,: tronrno riuniti al BoulcYard :\fagcnla, e bevono dello champagne. Un gioYane arriYa e i;para. SaYorelli cade fulminalo. Chi è questo g;ovanc? La poJjzia francese a!Tcrma di aYerlo identificalo nel Yentennc .\.lvise PaYan, il muLilato ·d=:tifa,,..cisli cli Trev·so. E' questi un gioYane eh<: a 1r anni perde un braccio nella <l1fe~a della Riscossa, il giornale repubblica;11?, assalito dalle orde delle carn1c1e 11cre. i'Jelle giornale_ del no:'cmb~e 1926 ha la casa bruciala e Vlenc ,·_ cercato dalle squadre per essere messo ~ morte. Fugge e passa il ,cor:- fine svizzero, scavandosi. con l urnco braccio un passagg'o solto la rete di fronliera. Raggiunge Parigi, oYe lro,·a la soli<lai-iclà degli amici e dei compagn,i ccl ini;da la penosa odissea - mi!'-cria, d ·soccnpazionc, A costo di abusare dell amicizia e della confidenza di cui la compagna Ba!abanoff mi onora Yoglio muoverle un appunto che fo,1·senon muoYerei pt1-blicamenle ad un compagno di stalura mc"o alla. (EYidenlemente v'è poca rei gione: lo scolaro censura _:1 maestro!) Quando ella rileYa il • modo ! cd il • tono, con cui gli unilari e: inyjf.ano a formare l'unione « senza tener conto cli quello c'hc è l'essenza del nostro partilo, ecc. ccc. ,, por elCYarli (il tono ccl il modo) a nuorn µrova cd a ripro\'a della nostra incompaL bililà, o,,ia dell'impossibiJi_ tà dell'unione, come fa nell'arlìcolo pubblicato nel K. 9, abbassa, rimpic_ ciol~ce la cliscuss; one, si afTctTa al cavillo. E' vero chr qualche c·o,npagno uni!ario potrebbe prendere e tenere ir. maggior ccn&iderazione, nelle sue mMde,,lazioni unioniste, la p-os·zionc programma!'ca e mentale del nostro partito; ma se non lo fa, se Ci propone l'unione in modo semplL ciollo. noi pc~~s.·amo eyer.tualmonlc mrra,·igl'arri e di~·.scnlire, non ind:_ gnarc', giammai \'Cdcrc nel • modo, un motivo cli incompatibilità, un ostacolo insormontabile al compL mento clell\111ilà. Non d:mentichiamo poi che in quanlo a modo• cd a e tono , i nostri compagni intransige'n.Lissimi possono dar lezionj di as~oluliS11110r,sdusiYismo e p-erento- · rietà a tL1ltigJ: unitari di lulte le sfumature. Quindi. ca>so mai ... meclice cura te ipsum. ·o, il modio cd il tono non sono, non po~ono essere moli\'i di cl\·i- &ione e noi daremmo proYa di poca serietà e di p'ccineria, se ci aggrappassimo ad essi per sosteP.crc l'una o l'altra tesi. La compagna BalabrunofT d:cc che di fronle alle ragioni da le-: addlottc contro l'adesione ali' Internazionale di Zurigo, quelle esposte cl.ai fautori dell\mità pas.sano in seconda linea. Io sostengo preo'samente il contrario; credo di averlo 1dlimostralo coo gli scritti pubblicali prima del convegno di Mars.iglia e mi ricscirebbc facile dimostrarlo con molle altre cila;.ion: ed aTgomenla7.,ioni. Y edrò se s.arà necessario farlo in seguilo; ora e··amin,-amo alcune afTcrma.z.ioni della compagna Balabanoff. EJ!a afferma che l'adesione del noi.;;tro partilo all'T. O. S. non ha imporlanza per la lotta antifascista, che l'I. S. O. medesima fa, quel poco che può fare contro il fascismo, anche senza la nostra adc&ione e che pertanto inYecc ,d! difenderla le [a torlo chi ssuppone che faccin dipendere la sua azione dalla nostra adesfone. fame - degli emigrati. E' gio,·ane, è ardente. impaziente: facile preda, du~1que, alla banda crimi11ale dici sono. l3oulernrd ~fagenla. Gli si monta la La Yer:tà è che nessun faulore festa: • la Concenlra::ione, i part'li dell'unità a!Termò che_ l'I. O. S._ lra- ~ono incapaci, sono direlli da uomi_ scuri l'atuv:tà anLifasc1s_ta~e noi no~ ni vili. Bisof/na agire,! v: adcr;amo; al contrario 10 sostcnm Manca poco che ci faccia pa!;·sare per dei detrallori dell'f. O. S., come oe fossimo dei settari intransigenti che la sYaloi-izzano quanto più poso eca Gino a CO che atlrnverso i parlili a•dcrenli essa fa parecchio e cila,i l'esempio cllei partiti socialisti della. S\'izzcra, deL l'AusLria, del Delgio, della Germania, ccc. Confermo ogg· che chi ossen-a spassionatamente l'azione antifascista che rnnno svolacn<lo i d'- versi partili aclercnli all'l O. S. de- ,·e riconoscere che è la p'ù vasta e la più efficace che si esplichi e che non è prnprio • poch:ssima, come aL ferma la eg1·egia conlraddl:t11·ce. Ritengo invece che l'I. O. S. potrebbe e dovrebbe fare anco,ra cli p:ù, parlicolarmenle in riguardo aL l'appogg:o diretto al movimento an1:ifascisla italiano. E soslerngo che l'unità dei! sociaL·simo italiano e J'a_ clef·,ionc del partilo riunificalo all'Jn_ lernazionale indurrebbe qLtest' u!Lima ad intensificare la sua altiv;ilà. C;ò per la semplice ragine cihc l'llnità 1dlel movimento sodalisla ;Laliano aumenterebbe nell'I. O. S. e nei partili ad essa aderenti la fiducia r1ella d,.coE.sa del proletariato italiano. I compagni ed i _partili esler.i. o,s._ sen·ano e giud.'cano con la piropria les.la; 11·tengono che la divisione dei socialisli italiani sia di grave 0-51.a.. colo alla lolla -antifascista; anzi. molli temono eh-e la r:scossa 'SÌa im_ po~sibile senza l'unità d'inlMLi e idJ azione; ha11no s-corsa fiducia quindi nel mo,imcnlo operaio ilaJiano dL ,.·so, e però, nell'appoggiarlo, non ,·i mctlono quello slancio, qucll'en- · lus:a:;.mo che Yi metterebbero se ave$SCro maggior fiducia. La nostra di,isione ci dannegg;a cli fronle a tulio il mondo e ci nuoce particolarmente per le ripcrcuss· oni che eserc:ta sui nostri più vicini: il proletariato italiano ed i socialisti ,dl. Lutti i paesi. L'unità ci gioYerà nella m:sura che la di,·isionc ci nuoce; le masse :taJiane si rincuoreranno; i parlili socialisLi cd i lavoralor.i degli altr: paesi ci terranno in maggior stima, maggiore considerazione ed opreranno più fortemente per la caurn dei lavoratori ilalrani di cui ci considerano esponenti. La compagna BalabnofT aITerma che « il modo col quale i comwnisti <ta una parte, i riformisti dall'altra hanno pre&enlalo nei 1·ispeLLiviconsessi internaz;onali. negli organi di slam,pa ecc., il problema italiano, le origini del fascismo, le rrsponsabL lità del P. S. I. ecc., hanno co,nilribu ilo a falsare e deformare qwella parte dell'opinione pubbl:ca s.ov,·crsiva che attinge le sue nozioni alle sole fonti uffìciali delle rispelliYc inLernazionali ... >. );on c.onfermo e non nego l'a1Te1·- rnazione, ma mi domando se cosi è: pcrchè non dovremmo recare no· i nostri lumi almeno in una delle inlcrnaz;onali che sbagliano, in quella che polrebe' ~ioyare ,d:i più. 'Se fos e meglio illurmnala? Non è forse più utile far conoscere la ver:là a parecchi milioni di lavorato1·i pel Lram te- degli organri della T. O. S. che FOrlarla a conoscenza di qualche A1YThIINISTRAZIONE: commissione Esecutiva del P. S. J. PREZZI DELLE INSERZIONI· Pl!-r ì:J:cea. o '1)Qzio di linea (laribc.zza una colonna). 110 Cer:t Per réclame con1anua.t.a, prezri da ooo-venirsi Zurigo, Miliitarstrasse 36 decina di miglia:a atlral)·erso l'Ufficio internazionale? Alla mia obiezione tendente a mettere in rilieYo il contrasto tra l'ootililà della compagna BalabanoIT all'unione dei due partiti. soctialisli e la sua cooperazione col partilo operaio iindipen~le ingl·e&e, la nosLra compagna risponde osservando che quest'tùtimo non va confuso oon gli altri ,partili del suo paese, che ha mo-se delle cri! iche al governo laburi.sila, che ha un programma ardilo -eid!avve·rLenclo che non si può paragonare la fusione dei c!Iuepartili con la comu.n;ilà dj u1111s0forzo fallo da due partili assolutamente auto..: nomi. Ma dispiace, ma quanto al programma, ecc. dell'I. L. P. 1 cllivo confermare che quest'ultimo nM sconfc-sò ma· i dtte propri membri che fwrono ni.n.isiri del re; voglio dire che non è certo meno collaborazionista del Partilo unitario jtali2\n10. che non ha alcun ex ministro nel proprio seno; non bisogna dimen1:icare poi che ]o stesso I.. L. P. fa parte, come quello unltar,:o italiano. dell'I. O. S. Qu.indi la 1dfislinz:one non climoslra maggiore inLransigenza in quello inglese, lull'allro. La differenza tra fusione e comttnilà di sforzo invece è notevole. Però nei] caso specifico l'unità dello sforzo tende,·a all'unione internazi.onale e siccome non t,; -può supporre c.he si voglia escludere id:ail'unione uno dei paTlil; ch,iamati a promuoverla, si deve ri(en,iere che la compagna Ba.labanoff e l'Ufficio :wlernazionale sian.o stati d!&posti a formare l'unione intennazionale anche col partilo opera.io indipendente jn_ glese, cha non· è afTallo pfù a !9inisilra cli quello unilar· o ilaliaJ10. Qui s,i risponderà che l'unità nazionale ... non è la sleS'S~ cosa dell'unità internazionale, che quest'ullima consente ed esige per i pa rlili una oerta at.Llonomia che non è concep'bile per l'e correnli un·te in una parlilo ,nazionale ... .\. pari e che nello stesso artico!Q, scri,·en 1do clell' Inlernaz:onale, la comp. Balaba.noff ·sostiene essere per noi impossibile aderirvi appunto perchè in es,~a i partili gocl0\l1o di una certn, autonomia, os~ervo che a questo punto s'incom·ncia. a sotliliz_ za1·e. a far quest:one di lana caprina. Se si rnol caYillarc il pret I sto non manca ma.i, ma in buona 1edc è diffide soslcl1'ere l'impossibilità di accordarsj nel campo noazionale oon un partilo rl'mile a quello col quale ci. t"1i accorda nel campo interna2Jio_ nale. · r\. V. Bagolonamentofotoscultura Ecco come vengono faffe iingoù111,le noli·de e le ver,ità al p<>,poloii,faliano dai giornali della greppia govennafi.va. Nel Coa-,rn'ere 1ckill]1a, Sera del 6 ntarzo nella « Cronaca MIÌ,/anese », a pr<>iposi.l~ dJ un arresto cU ccmfirabbamdieri sui conNni Ira la Svizzera e la Valtell,ina, si legge: « Col !avore deNe ,tenebre, rese più fitte dalla ,pi'oggia, una comi[liva di ben dodici con[lrabbandiieri si auuicinò al uarco; ciascuno recava in ispalla un sacco d,i !Crlroa, un qui!n:!Jaùe d!iJ caififè•· Vii sembra grossa la balla! Contrabbandieri che di notte, lira l,e rupi, co,n /a pioggia, che devo'T!o tenersi pronti per difendersi e fare d,e,i chiifo.me-fir,ci on un qr.tirrtal,e - 100 chiili - di roba sulle spal,Je? Ma in ItaUa bisogna cred-erui, gioacchè Jullo è corrfe»ionato così! UN LETTORE. L'on. Suardo, vicE. Benito, nel governo che mangia tutta J'Halia, è stato :.iluralo, c:oè obbiigato a dimissionare. La ragione pare che vada ricercala nella bega tra I' on. Maggi Carlo Maria poeta e ras della cilta' della luganiga, ed il comm. Giampaoli capo del fascismo milanese. Il Maggi ha avuto la peggio,, cosi pure il Suardo che aveva prese le 1.ue difese dovette ritirarsi dal suo posto; ed a co-- prire il posto cli sottosegretario al Ministero del l'Interno, è slato chiamato quel grande genio che risponde al nome di MichelinO! Bianchi, quello delle ½anane. Ed ora Michelino della lunga proboscide avra' sempre banane. Un ~rande grande giornale milanese in una colonna d.i sbrodolamento ci fa ~re e,he Michelino è un grande uomo politico,e e :::he la sua scelta a coprire quell'importante poslo è stata felicissima. Quel giornale è diretto da un MaHi MaHia. Mesto saluto.~. (Lettera ap~rta al Console Orazio Laorca) Celebre Cavaliere, Quando m'hanno eletto che Ella veniva crudelmente strappato ai venticinque lettori della Squ:illa Ita1:ca per essere mandato a fare non si sa esattamente che cosa in un Consolato - se ben ricordo - del Brasile, ho provato una (ìlta al cuore. No, non sclier::,o; Le giw·o sopra LIila catasta di crocefissi che il mio disappunto è proprio sincero. Sono uno dei venticinque lettori cli Squiìla llalica scr:Lla, messa in_ sieme da Lei - e se c'era uno solo il quale gustava il suo giornale, quell'uno ero proprio io. Che vuole, egregio Commendatore; si ride cosi poco fra noi italiani, che non si rinunc'a volontieri a uno spasS'o co_ me quello che Lei o{/"r'va settima_ nalmente ai suui venticinque lettori. C'erano una volta in Italia dei giornali umoristici. Umoristici sul ser:o. C'era, per esempio, il Guerin Meschino, c'era il Travaso delle Idee, ecc. ecc. Giornali che prende_ vano in giro, senza misericordia tuL li e tutto. Giornali che avevano an_ che una f irnzione utile: esponevano al pubblico le debolezze degli uomi_ n! noli, le m:serie del popolo, anche le ingiu.c;lizie umane. Il tutto con l'aria di ridere, non senza qualehe punta d_imalinconia. Chi può dimen_ licare le leltere di Oronzo E. Marginali. scrille da quel democral'caccio ò: Luigi Locatelli? Ma il fascismo, fra le tante cose belle d'Italia, ha distrutto anche il suno buon wnore del popolo italia_ no, messo suli'allenli a fare la fa0cia feroce, con una matta paura in corpo di commettere qualche distrazione che potrebbe procurare de: guai. Il G4erin Meschino, il Travaso delle Idee, ecc. e.s·cono ancora; ma ... ehu ! quantum mutati ab ;lii$! Non c'è più brio perchè non c'è piit li_ bertà. Sono diventati noiosi, pesanti; non si leggono piit. Venne su. a far dello spirito, [l Beooo Giallo. Hiusci, e come!, nel suo intento; ma ·-- poichè ·n Ttalia non si fa fortuna, ora, se non si è cretini e noios; - il povero Becco Giallo dovette volar_ sene a Parigi dove ha ripreso a dare 1 .rmoi colpi di becco. Non c'è più stampa italiana umo_ risi :ca. Ma poichè la misericordia di Dio è fn(ìni la, ali' assenza cli giornali u_ moristic· riconosciuti tali, s· è ben supplito con la stampar ascista qLLail!- clo pretende di essere seria, perchè pretende d1 i essere seria. Si; spesso - mentre si legge - qualche cosa sale alla gola: la sostanza porcaccio. na e ipocrita, la forma volgare spes_ .se dànno il senso della nausea. Jllla, in genere, si ride. Si ride so_ prallulto clei g'ornaletti locali scriL ti da raga::zi ignoranti e presuntuo_ si, piit atti a maneggiare il bastone - quando non c!è paura di pagar di persona, che a maneggiare la penna, adattatisi a fare i giornalisti per avere un posto che è sempre lu_ crat:vo anche se il giornale ha me .. no ancora di venticinque le/lori. Il suo giornale - benchè all'este_ ro - ern di quelli. E Lei era di qnelli. Lei era cli una gaiezza irrestibile {alla di ignoranza, di leggerezza e d: presunzione. Ah! Quei suoi articoli dç)Ve il cattivo gusto, la mancanza di sintass ·. le .sgramma1icalure coz_ :avano Jra di loro come scocklle in un sacco portato da un somaro in corsa! Ah, quei .suoi p·ccoli atlac_ chi personali, così ridicoli anche perchè così vani ! Ella, per imitare lo stile ... italiano, non s'era accorto di w1a cosa molto ~emplice: che in Italia si può scrive_ re quello che si vuole perchè nessµ_ no può rispondere, perd1è dietro - e anche dentro - il giornalista c'è lo spione e il bastonatore; ma che in Isv:z2era l'aria è diversa. Qui - in ambienle di malaugurata libertà gli avversari del {ascismo posso_ no ,-:.spondere. Potevano ,·ilevare, così, fra tante r;ose, che Lei - italianissimo - non sa l'italiano; che Lei impastava arti_ coli, arlicolini e articolesse con me_ Echine raschiature di cervello, con imparaticci che sono la lontana eco di letture afl·rellate e non digerite; che tutta la sua arietta da bamboc_ cio il quale vuol far paura, mentre non ha i mezzi p_er riuscirci, la ren_ deva semplicemente ridicolo. E si rideva. Si rideva di Lei e del Regime che aveva in Lei un così degno portapa_ rola. Il principale rappresentante, badi beni. Perchè di fronte alla opinione pubblica, chi più rappresenta_ livo di Lei? Non certo il suo carne_ rata Ferrata - ignorante come Lei, presuntuoso come· Le; - che aveva però il vantaggio di godersi la posi_ zione procuratagli da su.a sorella senza disturbo di scrivere articoli che non saprebbe scrivere o di fare discorsi che non sa fare. ( A proposito: se ne va anche lui m wi Consolato! Ah, ma è ·il terremoto!). Non certo il Conte Pignatti tutto intento a studiiare le recondite e mu_ labili volontà del Duce per capire a quale finestra deve legare la propria persona, per non perdere il posto, per arraffare, s-e possibile, una pro_ mozione ofl·rendo al suo superiore qualche prova di basso servilismo. Non certo i Consoli intenti a fare nel loro piccolo quello che fa il Con_ le Pignatti in gr:ande. Era Lei, era Lei il p:ù autorevole, il piµ degno rappresentante del Regime. E quan_ do Lei scrfveva e, scrivendo, spro_ positava, era il Regime stesso che scrfveva e spropositava. Ora, ahimè, non si ri:<krà pi~. Non li leggeremo più, poveri no,, c1uegl: articoli dove su cento parole c'erano ottanta aggettivi tutti fuori di posto e cinquanta errori tutti be_ ne a posto! Non e: delizieremo più con la lettura cli tutta quella rettoricuccia da nozze di campagna! Non· c.llieteremo più, il sabat9 sera, la no_ st:a magra cl ·ge.)tione di prof ug11i disperali con l'amena lettura élelle piccole {1.irie d,i Balilla, agile nella schermaglia pole:n:ca come una ma_ rie-nella che si batte a duello ! Come faremo? ... Vero è che non bisogna mai dL sperare. Se un Laorca può essere promosso Console. segno è che c'è della gente d; piit basso rango - figuriamoci ! - che agogna al suo posto. Speriamo bene. . Mentre mand•amo a Lei che parte 1l nostro me.sto saluto, vogliamo da_ re al di Lei succes.sore il benvenuto l'augurio che Egli sia degno di Lei.' A lui la nostra preghiera fervida: • Se vuol far carriera, s<~vuol diventar Con.sole, s,i in.spiri all'arte del suo Grande Predecessore. Scriva articoli vuoti ! Scriva articoli spro_ posituti ! Per l'amor cl! Dio ». A Lei, indimenticabile Cavalie_ re, m:ei auguri più feruidii.. Continui come ha fatto finora ... e la 1.1r:dremoAmbasciatore. UN ITALIANO. De~Profundis Dal resoconto di una seduta di quello che fu il Parlamento italiano. La seduta comincia alle ore 16. Presiede l'on. Casertano. Si aPIProva il verbale della seduta precedente. Si approvaino s~ discussione numerosi disegni ,di legge che vengono passati a, scrutiniio segreto. Si passa, poi, alai discussione sulla riforma della rappresentanza politica. Il .PRESIDENTE annunzia che o.on essendovi alcun oratore iscritto per la di1,cussione genérale sul progetto di riforma della raippresentanza politica, si procederà alla lettura e alla votazione degli artico I i. L'on. VICLNI legge gli articoli del orogett.o. - Il primo, il secondo, il terzo e il quc1.rlo vengo1110a,pprovati senza emendamenti I Per il quinto l' on. BAISTROCCHJ e altri propongono che al terzo comma cosi redatto « Il Gran Consiglio forma la lista dei deputali designati scegliendcli liberamente nell'elenco dei candidati e anche fuori quando ciò sia necessan~ per comprendere nella lista J)ilrsooo di chiara fama nelle scienze, nelle lettere, nll'arte e nella pol~tica che siano rimasti esclusi dall'elenco dei candidali,. sia-

no aggiunte dopo la frase « e nella poiitica" e « nelle ar,mi ». MUS3OLINI - Approvo. CASERTANO mette ai voti l'emendamento proposto dall'on. Baistroochi e a.;,- provalo da.I Governo. L'emend=enb è approvalo. Votano contro Giolitti e SoIeri. Si riprende, quindi la lettura degli ar• licoli che v~ngono man mano a.pprcvali senza discussione. Quando !'on. VICINI ha finito di leg. gere la tabella annessa alla relazione dell'o11. Maraviglia ch:ede Ja parola l'a. norevole Giolitti. Egli dice « Con la presentazione del disegno ora in discussione, il Governo ha riconosciuto che un grande Paese civile come l'Italia deve avere Ira gli organi costituzionali dello Stato una ra.ppresen. lanza nazionale. Però iJlmetodo propos!0 per la formazione della nuova Camera mi sembra che non possa costituire una ve,a e propria rappresentanza n.azion:t· le ... Voci: Oh! Ohi (rumori altissimi}. GIOLITTI - AHinchè un'assem.ble;: possa essere la rappresentante della NaMussolini Un altro fatto cl1e, quantunque è stato tragico per w1 uomo, l1'>npuò non essere ridicolo per il dUJceed i suo: segugi. Roma, per w1 lungo period·o di tempo - e forse non ne sarà salvJ. neppure ora - è stata teatro di infami gesta di un bruto, 1m essere immondo, sconosciuto, che sevizia. va delle piccole bimbe e poi le uc. cideva senza che la ppliz:a riuscisse a scoprire l'autore di simili nefan. dezze. Si era al quinto caso del grmere ed è quindi comprensibile la agitazione dtella popolazione eh~ non si rite. neva pili ,çicura dell'incolumitri dei propri figli. Specialmente le donne del popolo, ottime madri. com.men. lavano aspramente i fatti e riversa. vano giustamente la responsabilità sulla polizia la quale, in sordina. si difendeva dicendosi occupata in ben altre faccende: la sorvegl'anza dei sovversivi. Qui una breve parentesi. A Roma in quel tempo in cui vi era già il domicilio coatto i cosiddetti sovver. ,iv: rimasti erano strettamente sor. 1Jegliati. Per ogni elemento si dislo. cavano due agenti i quali < lavo. rando , 8 ore il giorno ed e.,;sendo la giornata di .24 ore, divenivano sei per ogni sovversivo da sorvegliare. Questo per il lavoro, per la paga, in considerazione <!he ogni agente pucepiva circ_q 1000 lire il mese, la \.Omma da elargirt> era di 6000 lire per ogni sovversivo da sorvegliare. La situazione non é ora cambiata, anzi... è noto come in casa d; un nostro carissimo amico Vi siano a guardia ben 27 agenti (9 sempre fìs. s1) e in casa di un altro ,fuoruscito» ve ne s'uno 9 per sorvegliarei una donna giovane ed una .vecchia... I conti delle lire che si spendono per questi servizi li f u.cciano i lettori, perc/té io chiudo la parentesi. Quindi Roma mormorava per la incapacità della polizia a mettere ri· paro a questo grave inconveniente e apertamente si diceva ,ahe, mentre si sorvegliano degli autentici galan. !uomini. si lasciava facoltà agli as. sassini di rimanere indisturbati. Ciò mise paura al governo forte il quale si decise di emettere una ordinanza colla quale si concedeva un premio di 50.000 lire a chi dava la po5lSib-ili. tà alla polizia di arrestare il bruto e garantiva avanzamento di grado e f avoreggiament.o nella èarriera a quel poliziotto che fosse riuxito ad acciuffare l'assassino. Ciò servi a far comprendere al popolo che la poliz:a era inc.apace, e rise beff eggiaiidola. Il duce si ina. .~pri e dette e ordine , di prendere l'assassino a tutti i costi. Ne andava 'della dignità del governo. Ed ecco la polizia all'opera. Un brigadiere evidentemente desideroso e voglioso di emergere, si ricor. dò di un suo superiore sergente del. l'esercito in tempo di guerra che lo aveva punito di non si sa quale reato, rivide il suo ex superiore a Roma, gli sembrò di vedere qual. che stranezza nella sua vita, lo sep. pe possessore di una automobile, lo vide avvio:nare delle bambine... lo assassino era lui. Lo pedina, lo tro. va a parlare con Lifla bambina, la 5erva di un ingegnere, l'assassino è trovato: Girolimoni. Edizioni $traordinarie di giornali. titoli su sei colonne, articoli di fon. do in grassetto,, il tutto per esaltare non la polizia. ma il duce salvatore del popolo romano. Tutte le gazzet. le prezzolate di Roma scomodarono tutte le parole laudat:ve del voca. bolario italiano per ringraziare il du,ce, sempre lui, per aver salvalo lo umanità • volendo, l'arresto. del bruto. E' impossibile rifer.ire le parole usate in quella circostanza. Gli stes. zione, ritengo necessario che i compo· nenti di questa assemblea siano eletti in piena libertà ... Voci: Quale libertà? Quella del 1919? GIOUTTI - .. direttamente dagli elettori nei collegi eletorali come prescrive l'art. 39 dello Statuto. ' STARACE interrompe protestando vi· vamente (rumori). GIOLITTI - Ogni facollà di scelta, quando non si può presentare t.he :ma sola lista rimane soppressa. Questa le~- ge, la quale, affidando la scelta dei deputati al Gran Consiglio Fascista esclu• de dalla Camera qualsiasi op-posizione di carattere politico, segna il dec1s:vo distacco del Regime Fascista dal Re~ime retto dallo !Statuto. Per queste ragioni io a nome anche di alcuni pochi colleghi ... FARINACCI e altri - Pochi, ?Ochì davvero! GIOLITTI - ... devo dichiarare che non siamo nella possibilità di dare voto favorevole al disegno di legge (qualche mormorio; poi un silenzio glaciale accoglie 1-e ultime parole dell' on. Giol1tli}. poliziotto si fas<"istf, in tono bassu dicevano che era una sconcia e ridicola com. media. La popolazione taceva, non era persuasa. Aspettava a rallegrar. si. Tutti si domandavano: sarà lui? E ciò clurò s•ino a che non v~nnero fuori i particolari. Girol' moni era colpevole verchè non aveva amanti e quindi cio spie· gaua la sua natura sadica; era aste. mio e r·sultava cla una perizia giu. diziaria e cla oerti indizi che l' assas. s:no non beveva vino; era di tem. perament 0 chiu.so, non lo conosceva nessano e non aveva amici; pos. sedeva un'automobile e la stessa autorità gfudiziar}a non poteva am. mettere il fatto senza il concorso dii un mezzo celere di trasporto; egli aveva adescato una bambina: la ser. vetta dell' ingegnere. Bastarono questi fatti per smon. tare tutta questa faccenda: Giroli. moni aveva 1111'amanle conosciutis. :,ima nel r·one borgo ove egli do. miciliava; tutti sapevano che eqli beveva vino e qualche volta anche troppo; paùcchi erano coloro che lo conoscevano anche in com,lidera. zio ne della sua prof essi one - er.a mediatore d; infortunii - e parec. chi ne erano am1c;; la sua automo. bile fu da lui acquistala due o tre mesi dopo l'ultimo delitto; la bam. bina adescata era la servetta di un ingegnere. la moglie del quale era l'amante cli Girolimoni e lo stesso avvic'nò la bambina per consegnare acl essa un b"glietlo diretto alla padrona ... Bastò questo perché i romani di. cessero: povero Girolimoni ! L'assassino era una vittima. Ma le gazzette insistevano sino a seccare lo stesso giornale f ascisla li Tcyere cliP inv.'tò i propri colle. r,hi a taCPre. Il r.:dicolo li copriva. L'assassino era innocente, tutti lo ri. conoscevano e per primi i compjla. tori dei fogli fascisti; ma che fare? fl duce. la dignità. le risa del popo• lo... e il r:so uccide più che le lagri. me un qoverJ10 f01ie e serio come quello clel d11ct> ! E allora si ricorse c,d un comunicato ufficiale che av. vertiva che la istruttoria Girolimoni tagliava corto alle dicerie popolari intorno a quel caso poichè si era r;usciti ad assodare delle inconfu. tabili responsabilitb a carico del prevenuto. Mentre che contemporaneamente un'altra bambina veniva trovata se. viziata nelle medes:me circost·anze delle precedenti il che faceva sup. porre la medesima mano. E Giroli. moni era in carcere. Le gazzette tacquero e cercarono di tener celato il più possibile il fat. to, ma il popolo seppe e, nel dolore per la povera vittima innocente v: era anche quello pel giovane in car. cere per il decoro del dace invitto, glorioso, salvatore, ecc. Oggi, nei medesimi giornali, in li.a pag:na. nascosto e vergognoso si legge un comunicato che annul!c:a come Girolimoni é stato prosciolto in istruttoria ... Il duce è anche un pessimo poli. ziotto, dunque. E' l'Italia; paese dei ladri? No! Il fascismo è scuola del furto. Eccovi qua due fatterelli recenti. A Milano un agente idi cambio, nonchè fascista della prima ora. è fuggito lasciaJdo un vuoto di un milione e mezzo d1 1:re. A Torino., dopo pochi giorni un'altro agente d1 cambio nonchè commendahre e fascista è pure fuggito lasciando un vuoto di ~assa di 700 mila ilire. E mentre iiil Italia si ruba ogni cosa, quel zuccone di comm. Renzo Ferrata viene nominato console genera.le del g0vemo fascista a Stoccarda. Che abbiano parura di un concorrente? BibliotecaGino·Bianco i,'.\ \'\.'E.):rHE. DEL LAVOR.\l'On.E ---------------------------------------- Una difesa !DI <XX1111P~n«oLibero» lux>vòinoP1porluno ed ~lnigvooLiifr.ioa.Jto ~I commenlo d1?.ll'« Avvenire» all'infelice manifesto <ldla D:1re~or:1.e del Patr1tùbo, Fru ~no1P1Po,r,!.uno, e-~li d1sse, ,perohè .svai1iutò ~1 ~sto; !r11 .im.giiusl:lf,:loa!p'.e.orahè quest'u1Limo non soltam.Lo non s.a\bootò ciii 'V'Ct!io di Mairs:igilfo. nu segnò uin _pa'SSo v~so ù'tmHà soo:-a. I.isba. ,Di IronJLe a <i.unriJ~L ,a,fferm:i,z.Loni i o mi o'liiets: se « Iilbe-ro » éW',21Vpra~o abbaigli-0 qppu,re se 'VCÙ0\>"a prem<liere ip.er ~I ba,vero i l~Ltoni d~l'«Asvvenil!"el». :Ma !J>OÌ. dlalfa nola. r~~••:J•11;''e ~res: 10he fa parLe ~~Jr~'a D1remo,n,e·del Pau-Ll:':.e.o pensai .... :i.1 Lìl<'.!c: che &e<l: a q,ues.l,e note. iA ncio ipairere il COiJTl:ITlenLo deJ1 I'~ Avve-:16r~• e-ra J!leoe.ssaJr:.o1p,er due ra.g,ioru pr,:ncij;.,aJK: 1. ,Per d"1f~&,r.e l,a vol'On1à del Convegno di Ma.rdJ:fi"a ,e ceroaire di r:- ";uovere 'l'nsilac:;:.lo che :ili maailifesto direz--J:ina•legeLbaiva su lJJ,a v,ia del! 'unilà. 2. per dissipare la penosa imprt>s~:one dhe i_1 n::,am1fusi~o aiveva desfoto qie~ compll~n; f aJVO revO'I i allll'ru.niioat,e. illl cOl!Tlim enittc Lu mils uraitossi.mo con te. n~li_ssLmo; disse contro iii ma.n~ksto iJ rmnrmo che s.: pcn.eva e dove.va drure, ciò c~ era strettamente, assolutamente necessario. Può darsi che non abbia contrib•Ji• [lo a dair presti~;;:, nè 011 malnilfesto e nem- ~en'O ai su<>i_a;iiuLoni; rma én c◊impe:nso g1o~ò _aO P.ab-Lìifo ed ,dia. causa de!O\rnità SOOlla!lls'..a.Se avesse Laleiul.o si 5areb!>e re!So comipli.ce <lei gra'Ve ero-ore, che pobrie.?be essere anche una collipa 1del[a Dire~~one; sarebbe v.enuto a meno a.1 ip.ropr&.>c~,to di crii t.ico indagaltore ed ilLurmnafore. di 11fficio sma/reino,.) . Dunque ~ uniìl.à IIle() P. S. I. COSI' COM' E' ... »! Prqprilo ques,~ .voililedi,re il conve,gno? Ma iallll«a mi sali ill:re, OOll"0« Libere)» iperohè « espresse l'augurio che unp mat,urafa discussione in seno alle sez,ioni fa. ci/il, J'avviciname11to delle forze prolefa. rie soc:aliste, ecc >? Perchè doveva raicco,mallldiaire la dfuscussiiictn.see vdl.eva ,pretendere che J cornl!)Oglllli; dii desliria e 1que!l• hi ,cLi si1rrMra orienllJrassero neJ Pairliilo .«co~ sì com'è» o~ila coJ suo (Pi-C1g,ra,mma, i~g"i;. do, m!,am,g'h'llle,iL'lilihcu'.iibil1eper essi? Se sii è rilsolu,tii a, non 4lr-a.awigare:non si 1clitsoule. E' chi.airo. La &i.s~ooe, l'esame, 11iarlé!ce.rca hamno senso sd!ltia!rvl,o s~ sn è dfo,posti, élll qualche anodo ed illl quaJche mLsura, a .t.rairui1gare. DI Corwetgno sug~ì - al11e sezifOl!li, ,del nostro Pa111Lilo, .si ,nc4i booe, non a queJJl.e deg\Lialtré r- dn clliou!aere peu-iirovare i,I modo cl.: cCllll{ponrel"unililà. VO!llleel\lliden1.eme!bLe, ratccomalllldaire loJ!'o <lt1 vedere quaJLi amgol·i. possono essere smussart.i, quall,i nigtdezze possùl1o ,,essere stemiperate ,per fa.o~Li,ba-re J" aiviv::'<:linaunenbo e ,l'uniione. AP.Lr~~menti è.I suo oons.:iglio d11dlÌlsoutere n<m av;rebbe avubo IS0D>SO. Così e ncm dive-nsaimen'.ieoaa-o «Libero,, :può essere ~ntenp,Tell~ ili rvoto dell Convegno E p~rò d'imtertProt1baZit0nedaibaig!i dalLla llire:;,;:one - ,se 'VEl!"alllentequesta OOJ1CÒ di mienpretanLo - è 6n.sensatla ed airb iLr.an-.ba. AVO. Ollltteuw,e~~~uMt«ffe■aa:w~~ Cau,;a l'assolula tirannia di spa. ::.io, siamo coslrell' a rimandare al prossimo Sumero la pubblica::.ione ai due articoli, dal titolo: • L'espe. r·en::.a russa> e • Conlralti di lavo. ro e la disoccupazione in Ilalia ,. Chiarimenti L'Avant' ! della setlimana saor5a, nella risposla alle cons!alaz:oni ed insinuazion· del 13ollcllino del Partilo l"nitario concernenti le inesal. lczzc conlcnutc nel largo sunlo comparso nel confralello parigino di un articolo del compagno Bauer, cl'ch ara, tra l'altro, di non sapere c-hi tradusse l'a1·ticolo sie ~o per l'Avvenire del Lavoratore e lasc·a adito al ilubhio che que1,ta Lra<luz:o. ne po~sa essere errala. Ho pertanto :1 do,·cre di dich:arare che la traduzione per l'Avvenire la feci io, sulla scoria dell'originale comp2.r.so nella r·visla au:;lriaca Kampf (Lolla). E~sa è completa cd esalta. La mia ... pe•danlc>r a nP è garante. La pubbJ:caz·one dell'Avanti!, comrarsa contemporaneamenle alla prima puntata dell'Avvenire. non prima come afferma il confralello cli Par:gi, non riproduce per inlero lo articolo, in alcu•:i i pun I" altera ed in qualche allro fals.'fica il pensiero dell· illustre teor,co marx.:sta auslriacu. Tanlo do,·eyo dire per la Yerila. Questo Yoglio aggiungere perché lo penso: L'Avanti! non ha culpa d,clle allcrazion,', che tro,·ò nella ri. ,·L<;tafrancese di cui s-i servi: qu'n<l,: le insinua~ioni del Bolleltino Unita. rio sono ingiuste. D'ali ra parie non si p.uò pensare che il Bollelt"no abbia ins·nualb in mala fede, pe1·chè non è tanto gruL lo da esporsi Yolontariamenle a fomcntile certe, categoriche e documentate. Le conclusioni le traggano i di. 1 eltori dei due fogli. E cerr,hino di inlend~rsi. se vogl'ono f:<;rvire la caw,a dell'unità soc'al'sta. A. VUA TIOLO. . O_Li. erg.ani 4)Eni!Ieri'oi; gior.naJi... pro- ~Jilloiallli., sez.i,cmi, sin,goOJi com.p~,i hanno ~I_d°;ere di asseoonda.re l'oipera dell!la D,ll"eZJJJoned,~ vai1oni.zm,re gll,ia.Lti, dri non creatr,le cii.ffii:co11tà ii!l1 a1lounmoi'do; un tale dav.ere si ainresta di .f.nornte .aflll '~oa-e di rot<,a, ed ~ ma.li palssi dclla 'Di'rezione e oocLe ,i,I posto a.d 'll'l a.itro ,;~peri.oso d'ov~: quet~lo diel r½Juoaanoe 'd~Jl'oaJJ1a=e. • L Av.verulJ'e » vide ohiairameme nel manLfesLo un,a 1devJ.a12iiondee'!llia.1inea ,tnaic. ~i:art~ _dai! Convegno ci-r.ca il tprQJ:Jl'em.,ad~lt Ulll1ta,un OO'lpomaaicino deliba Di1r-e2'io- ~e prev~iliemlemente in.Lrain'Si!genil:e fooe li .proproLOdove.re. Beru.s&imoI Il sà·tario minimo ·llJ prorblema deLl'unrità è aiss:Olam.!ie; ch1 dilce U!Ill~à di1 oe T.i.CCIS-1.mJz:iome d~l Paa1Lii1io; essa_ è m ipr.21SuP1Poolilnod.:Jslpensaibile per fa rqpresa odi un vaisbo movalmento soci,a!Jii. ~ba• il~be.rall,ore; è, émiime, ali problema· dhe i1 Co:nve~ -d.11 Ma~hla. iJ>OrSeespTessamenrt:e, ~ei.cifi:icaltlatrnemlsteuJI •!iaiJ:,pjeto ide'lLa 1 diiisoussicme raloo<>lmaindantlo ialLle sezilcmi ed a.i c~n.i, dn eslalmmaire ,e di ceroaire ,òi rilso!Tnerl!ol.Peir',bainibo è non S'O· lfo dii~Lto, ana puram.co dove:-e 'di .bul't,i gli orgaim d~ Pialrilii!L1od'.io.cou,pams,i di esiso e ~ 1doiiscu(iareanche ig,UI aJ'Jlè~itamenJbii ,che lTl suo iro,gua'Ildlo~um.e :lJa~- SeoOn'do me, ili mairulfesbo teln. quest'wlbima ,di ,unimo nOlll ~ ohe pi! if.lbo.10; ,! contenuto, Ilo ~pim:)Lohe v.i. ~giia, è quel 1 o dhe :imduceva Jla ~'Olne ldfdIPfiÌlmade1 Coinvegno a ,n~rure, ~e ogni dùscws• si.orte 1ITIJ1lomno a/l;t',unl:J'à. Se vofo~ O 'unità veni/le com noi, metl inostro P.a1rllf.itom, ~ « IDElJX)Mle alll'alnigreisso i1'e 61111.u:sil().n~ ve ne allontanano». \Ecco come la Direzione oonctlJ)IBce [',unlltà. Questa pretesa conf~ ù'iimlbrams~eiwa assoluta de'lla vecahl.a ,DiiirezÀlo'nee ovQNehbe <Sbaa-raa-l.ea ivùa afl!'wili!à d:a ooinseguim~ Glll ha'Se a !l"ecipriO!dhe cooloessii.lotnii. Jll c~o «libero,. v;uo,I odia.Jr le una imllleaprebarzJt.oa.i.e .da. comod~là poilemica, ceroa dii ~gaire dhe v.uoil :dia-e solllba!nto « iabbamid:onalle 81coillbab~01 ,.. Se la i1:Xlre1ZJJ0111~ raiV'.eiSS!e v:ollluto dure ciò a• w,ebbe 1JroWito glJ' mo.do :d:i. ~rilinensi, di- "~- Se ahiledes.se di attin1m'ciare solllt,ainto 01! oo lll:abciro'Zi'OlllEtsmcOo 'ITtemetodo, J',uruf.à ~ebbe ipresto <fo.>l!ta: j ICOm• pa1gci.o \l{loiitari vi> .alder'.Jrebbero $Ubilllo.Ma purl.rogipo non è cotsi ,(:se csl:>ajllilo n:e,11,',in. leq>reiba.z1iio~, ~ c01ITe1~.ere kl Dilrez\lone): accetlba!re ill pa1oig:mmmaa,t. bu!aP.'e de I 11 ooi'JoJ" Piarrtli'!io 5ilgai,:Ei/ca, .oc'!~. lialre ['~nttransi!g~ ta5SOillulta; ,vuo,l d'Ì.!:e riawiioiatre l1llon soù!llam.to ali• ico!L'.llab~'<'lSli. smo com~ melbo,do, ma pu,re a, qua~ tempoaian~ llranisatziiomeche .ili s~ comunre e :fu, ;dolb'.IIiim sodatldi9ba cons'.glrino iJn qru,aJlche oO'ÌlrpO!S1'alna:la,. tN oi• d•obb.iJalJDrIiOlm, luiolVere d°<>istacollo, se vog:llia,mo .serri.amenti? COlll/P~ l'unlione. ili qualk IJ)'db'à iessere, e lo Sla!rà, reaJlli,z. zaJba iilnJboano,allJl,aiise.guente formwla pro• girammaltlit:a « L 'rilnlwalnlsilg eniza è la a-'elg oba .del PiairttoiJLo eh-e Mn oesdbwdle ,iin moido russo1u.t.o11a~an:sazit0ne temipoi-.a.n.ea illl' cilr coslbanze ecceziiio.n.8'1!h.,,, iE' loa luiea. dia-~ttliivia, dell ,Paimf..bo o~I~ a~laco, che m'O!lllli!slsimoiomfPa!g.ru cl.el oos1ro Pan-lilto ~cellJ'.lrun,o. Lai fu,nlllJU,lJai ,de11'1',wri1lràj1PeLt11tnae'! ma. nilf,esito1di~i,omal1'e, IP0rpelrua Ola, 1 dlilv'is~one. « Lìiben,o , soslll-ene che la Diirwone ilril'eirJprreiteòsalttamenl:e m vO\to de.1 Ooowieg:n:o ,dn! Mlamsi~taJ, ili qualle, secondo lliu1, ll(VII'ehbe w[lui~o 1dli111e: « QWll'lidlWi lliltà nel P .. S. Il. OOSJ' COIM.' :E' e come ao 1 pllasmeI1a'lltno IBav:olr(l(l]llà dei 1su0ii ninsorùlltlied i suoi roOQgressil »· (!Non è chi\a:rio: «coan' è ili ipatt,bilbo, ICiAJ)urecoane JSairà? Nom è 'La sbessaJ cotsa. Nion ~e:dh che Llbeu,o albi;;a vdlniLo cLiire quesbo ie -queJlllloe StJ/APo,n,go cbe iifr ;t6jpoiw,aif01 che ,ab]jila, fa,itlLo,dlia-e «p1asmer.anno» me<nlbre 'E!g!il v.o!evia &Ire «pl/aNel corso degli ultimi amù si fece sentire qua e là la timida invocazione di un salar;o minimo legale, ma cotesta Yoce tacque Losto appena che il mondo borgl~esc e i rapprescnt.anli delle autorità se ne moslrarono ~mporluna.li. L'unica disposizione le. galc c·rca il salario è quella del cod:ce delle obbligazioni, la quale pre. scrive ai padroni il pagamento del < salario usuale •. Tale disposiz:one ha naluralmcnle un valore preltamente ... letterario. La rivendicazione dei saiari minimi legali venne a suo tempo giudicala .dalle sfere pa. dronali come qualche cosa di inau. dito, di mostruoso, d' irrealiZ7..a.bile. Eppure il cosiddello • buon tempo antico• - che di· solilo è r·lenulo un'epoca reazionaria - ha dalo pro. Ya che con un po' di buona volontà e un po' meno cli pretudi7Jii una si. mile norma può essere realzzata &cnza arrecare un danno scrio alla economia pubblica. A San Gallo, per esempio, verme slahililo per l'in.duslria dei tes5lllli di lino, che allora occu.pò il poslo che p'.ù tardi assunse quella dei r·cami, n.el cosiddello · « regolamejllo della draperia di lino• (Leinwalhortllung) dell'anno 1563, che per ogni genere di tessulo di lino doveva essere fìs_ salo il salario pe/r il tess.:tore, ed cgni volta che si passò alla elezfone delle aulorilà corporalh·e (Zumftbehorden). Tale fìss-azione abbisognò . dell'approvazione da parle del Pie.. colo e Gran Consiglio della Repubblk>a.di San Gallo. I salari .stipulati in cotal guisa e1·ano da considerarsi salari minimi legali perchè il rego. lamento diceYa che , sta niella libera volontà del padrone, 'dij concedere aJ tessitore un aumenlo oppure una mancia,. Nell'anno 1688 il Consiglio Commerciale della Repubbli~ di Berna fissò dei .salari mJ:nimi secondo la lunghezza. e la qualità della merc:e per i calzella1. Per i casi di trasgressione erano fissale delle pe~ ne rigorose. Nello Stato zurighese venìnero prescritti i salari min1imi per i te~itori di crespo, i peltinalori kJli seta, i fùa_ tori ed anl)aspatori serici negli anni 1674 e 1675. Le d.ette presctizioni erano state la conseguenzai delle conLirme lagnanze dei lavoranti a domioilio accolte dal dlirellodo com. merciaie della Reipubblica il quale elaborò il predelto 1diecreto oOIIlJfer. malo poi in seguito dal Picoolo Con- ~iglio, onde « porre fine alle abitudini ingiusle ·cd anlior:sliane di alClllTlicommercianti i quali da ale1m tempo angariano la povera &enle operaia con 1~iduzion·i jmmol1vate dei già modcst,l salari», come idlice il rapporto accompagnante il decre. lo. Parole simili non abbiamo mai sentile da un governo canLonale mo. derno e... democratico. Pare oh~ i governi ar;isìlocralicifeudali del tempo di allora avessero avulo molto più intuizjone dei biso. gni •~elle masse malgrado che non foss.ero spinti a c:ò daii' incal7.,ame agitazione delle mass.e 5l<esse. Stogliando la. stor,;a dei periodi precedenti la rivoluzione francese troviamo simili esempi di pro,Tidenza a iosa. Oggi la classe operaia non può ri. porre la sua fiducia nella pron·;dcn. za di un goYerno palemo-feudale. Venule in poosesso della libertà po. litica le masse operaie deYono proy. vedere es·5e medesi".me ad una mag. giore liberlà econom·ca. L'unico mezzo per creare delle garanzie le. gali per i sala1i è la propaganda !'in. <lacale. Quandlo 1'01·ganizzazione sin~ dacale sarà cresciula Lalmente da poter imporre ai padroni dei con. tratti collellh~i di laYoro, colest: po. !ranno essere dichiarali Yalidi per tulla l'industria come dispone pure il codice delle obbligazioni. L'auto. rità polit;ca non ha mai fatto altro che sanz'.onare medianle la legge ciò che g.Li operai avevano già realizza. lo. La settimana di 48 ore era g:ià realizzala quando es-sia diYeDnc: legale e quando la forza sindacale delle masse sc-emò causa la cris! e la scis. sione polilica nessuna aulonJà pensò seriamente a far osserrnre rigtclh. mente tale orario, benchè di,·entato legge. Le conquiste non pioYono nella bocca della cla..c;seoperaia seaiza che essa si muova. • Trascurando l'organizzazione srn.- dacale l'operaio trascura e danneggia anche i suoi propri inleressi ·eco. nomici. Menlre per ogni merce, per i generi di prima necesis,ità specialmente, esislono dei prezzi stabilili per int'.ere contrade, il prezzo della mano d'opera è ancora all'esclusr va mercè ,d!eipadroni. Eppure la mano d'opera non è una merce morla. Tutt'altro! GIACOMINO WOLF. ~- LSI - IU!S~ E i Ilcavadlleocl omGmu.alino Un iama'ooveou!bo ,àa!l[t [l'Jallia. l ba clifi.e. sto: - La sapett,e Ila sbolraJa. d~l caiviaUo da Giula&o ? N,o ? ,M,a se Joa ~ in rllu1ltii $ amgo1i, d5i TIQCrome.o, <I.i, MOO/am,c,! - ffin.somma, nOlll ila. ~o. - Saprete all!men:o che Guallnino s · è o~.a.fo <tmo is!,aJlfl!on.e à~lese che icootia la bel!le=a ,cliii due uùlliicxnie ,mez.zio dli lire. l,ta,lalalruissilme lllia-e; ma.... odiuemillli'onli e anezz;oI - Be.ai'Jo ilrui, che Ili? può' spremidere! Proba,b11anen1te e!~ <llilrà ialiJ suoo qperélli dhe, se OOll1 oailia ii sallia:ri, in001 iJ>UÒ am.diaire ,0.MaJJW, - Noo ,fiait.e .i. idemaig~ e id!om:anda,te piùittloolo che cosa è é!NiVenubodel oa(Wlfillo, - Ohe è ,aivvenubo ? - Badate bene: ia. ve lo dico come me J' ha111110 ~OlllJbalta. - RaccOlYba! - Sairehbe ~enul'Jo ,dunque clie iJ oatvalJfo, <l{J)U>0Illa 'VOOUJt!O O!Il ltiailiita, mrunilf,~. stò dei si'i~b<><mitni,qiuietalllJ!ii. tN&mte aiwetito, tesba bassa, orecdhi.oe Oél!SOallllU.... Gualllimo,, pote~ dii1gtlll'aìnVnieÌi, era ,prooc· ou pallilsiJIT10. Si it!em!baino bu lit.e Ie ioUJJ"e per un.druaire all CM"allil'o 01 m~LaJre: diu1/bo funu1fillle. llll oav,alJJlo iJ>ersiiste ineh s.ua mallin. 0011l1Ìia,111e0llla. aniain.lOa/ll!lJa dlii ~nfJO. Hnchè un g1o:nn.'OGuat!,ino, idfilsa>'ar,alboh, ~ama: dlue veberfunairi, diue o~à, e a'S• segna Jloro, netto e cr,udo, ti! ~o: - Bisog.rra -in.durre q uesba hes1~ ,a maliljgiare. ,Pi1"'0c.r;o~az,kaie dcl veleriJilialrli. Carne si fa? Essi waibam.o i!JU".,f:i li rimedi: ntilla ccmLa. Moosi aillla d;.spemziì;oine, :ricercano un rimedio esilremo: o guaa-'..Jl'e, o crepare. , 1 due ,prcnessod staamo ia ilungo con l'iindice su!!a fronte corrugata. Fa.no a che uno dei due soaitita: - Tl!"ov.altio! - Che cosa? - Bisogna far .iinsodvere i!1 ~rn-0 nel pairwbo fasc:6.s',a1. Là ltiu.!ltsi mam.g'JMlf.>. Mangerà laJnChe 00. - E i.1 c.atv'aillofu reigolaa-rnen:le Lesser.ào dal! Segrewi.o del P. N. F. Qui noo ,si sa più bene com.e 9ia arncfulla a fiim:tre ilJa, [iacoem,da fPe!l'ohè le voci ohe coa-rono tSùnO d5lffE!ren1ii.. C'è ohi so• sl:e-ne che ~ oa,v,al}J)o, l!(Apena en,bralto nel partato fascis'.a, sr sfa crnessio a maong-ia:re J con tale avidità (povero Gualino! che morì d'indi~eslione. Non aveva !o sb· maco, per esempio, di Belloni e di Giamp~oli. Allibri. imivecearss-.cuirache .i,! ca.ovaMosarebbe runùvaito iWJI1dlI. faw"5ti avevaaro mautghlio tu.C'..o, ed ess-o - pOIV,ea,a. bestl'1a!- ,morì ,dii!iann2, malwa,do- l'aippetit <> II1imtaJto. Mai un amnJco, .di so LLio bene mformafo, 011 qooloe iclferJ;i aie due iveris,ioo,i fP0I' sapere quail'ena l'esaitta, ml ~ooe < Ma ne-smna delil.e •due, ~ bacco! !Il' casvallllo, ~ amiwart:o alliLa. sede faisclsta, . f~ giudicato un ottimo boccone. I fascisti O'baamo ~tioi »· Spigolando i ognciamp Una parte di giornalisti e di giornali di Francia e d'altri paesi hanno trovati> in Mussolini, duce onnipotente di R .,. ma, un padrone che paga profU1Datam~nte i servigi che gli si vengono resi. Le Journal è da un poco di giorni che dà come articoli di fondo, sbrcidolale in• censative all'uomo di Predappio ed zl BU0 regime, come pure il Temps ha trat... to esso pure delle leccale per il padMne. Nel mese scorso Jean Carrère ha sco• perlo in una articolessa, che Mussolini oltre alle tante altre cose, è dotato d'un grande intuito, musicale, e che valuta ed aiuta ogni sforzo perchè l'arte mu· sicale abbia a risplendere sempre più. Non sò se il Carrére abbia ud.ilo qual• che lavoro musicale ·italiano di questi ultimi anni se non ne ha uditi io lo consiglierei ' ad assiste-re' ad una esecuzione dell'inno del lavoro, grande fatica di Rossoni-Mascagni, e poi si convinc«- rà che in Italia ,per ora non vi è nulla da fare e che l'arte musicale non conli• nua a risplende-re, anzi, tutt'altro. Ma egli certo di questo consiglio se ne fregherà. Quando si è pagati un ta!1· to al rigo non vi è nulla che possa convincere. Lo spigolatore. * * • Arnaldo Mussoli.nil Chi avrebbe mai pensato che questo omiciattolo, piuttostJ rotondetto, con un principio di epa pr'>- minenle, cencioso fino a pochi anni la, senza iniziative, senza bernoccolo alcuP<>', sarebbe diventato di punto in biaaco, grande finanziere, capitano d'industria, giornalista di primo rango, uomo politico eccelso, eppure anche uomo di scienza? Eppure così è, se vogliamo prestar fede a quanto ci fanno sapere i giornali italiani. Questa zucca che fu sempre vuota, ha tenuto una grande lezione, alla oresenza di tutte le autorità militari, politiche religiose, e di scienza, e, dicono sempre i giornali italiani, che questo cialtrone ha riscosso generali aipplausi e congratulazioni dai !presenti. Forse che il rotondetto Arnoldo z.tia pr~arandooi, per ottenere da qualche lJ. niversita italiana ad « onoris caJ.Sa > la laurea di scienze sociali? Ora che ha raggiunto il culmine nel giornalismo, rella politica, nell'indust.ria, nelle finanze, e per di più ora, che si è scoperto che è un nobile, non e bello presentare il suo b~glietto da visita dove il nome non sia preceduto da almeno un Dott. Ed allora avanti i lacchè che occupano arbitrariamente le cattedre universitarie ad o:tfrire un titolo a questo rotondetto Arnaldo. * * .. In un paese v1cmo a Fortsmoulh (lnghillerra) vivono diecti famiglie che fra tutte hanno la bellezza di centocinquanla figli. Non si sa se sono ricche oppure se lo Slato concorra con un congruo aiuo. s,e a loro mancano l'uno ed anche l'allro, non donanno stare certo troppo bene. Ma l'Inghilterra è l'Inghilterra e ci tiene ad avere dei_ ~r:rnati. Ad ogni modo que&te farruglie non hanno perso il loro tempo in , ciacole ed m spassetti >. Pro Ylttlma delfascismo Soonmiap!recédemllleFir. 88.- ZUiRll:GO. - ID'.Am.da,ea: isalLut.ain- ,cl;o Ttr(WRlS: « ql\1a0'.l,l!i aa:ll1lb! aJO.com aJ:n ltlrimceai? » > 2.- WillNIBRTRUiR. - Ain~..o ,. 2.- T O't,a!le FJJ". 92.-

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