L'Avvenire del Lavoratore - Anno XXVI - n. 46 - 11 novembre 1922

' \.l} ·i ~.c:vnu ..-.75 SETTIMANALE DEL PARTITO SOCIALISTA ITALIANO NELLA SVIZZERA s,,a· --- . • . -· Centesimi 15 la cooia -==--------_--. ~- =· ==-r======---==--· ....... ···:-.:a: =·-·::...· -=··.::....:·...·· =· .... -=- =··=·;·;·..:..·· .. . :-=_-_--_ ;.....-:---=· ::.....·=··-'-"-·.,·e-.__.---....:...:.;=== Conto--Chèques REDAZIONE: AMM ---=-·=··-"-----;;;-;;...;·=-=·""- ..:. ·. .;::• =--=:. ::::.=-==~_.;.__:;__..=,::-..:;.a.===a:....::.:...--- . INISTRAZIONE : ABBONAMENTI PER LA SVIZZERA PER L'ANNO 1922: UN NUMERO ARRETRATO Ccnt. 20 N. VIII- 3646 11 L~lnenll'e del LaYoratore 11 ° Znrlg~ ♦ Commissiono Esecutiva del P. s. I. ~ ZURIGO t'i 1 anno, fr. 5 ,-; 6 mesi, fr. 3,-; 3 mes~ fr. I,5° Mtut4ntruN, H PER L'ESTERb: I anno, fr. 10; 6 mesi fr. 5; 3 mes~ fr. 2,50 L'Italia in mano ai fascisti ·ouesto articolò, causa rordine che regna neJle poste itaU,ane, è arrivalo con un giorno di ritardo. Era destinato vel 11llmero della settimana. scorsa. Lo diamo ugualmente Per informare i nostri lettori del come si svol,sero gli a_ttacchi;e la distmzione delil.' Avanti! Ment!re buttiiamo gtiù queste altre note sugili ®enti d' Ttailia, sii susseguono con rapidità fulminea le notizie telegrafkhe, posta!Li e anche oraili, che oria:mai +r nostro paese e completamente :nelle mani dei hscisti. Bisogna riconoscerlo: l'organ:izzaziorre è miilJtarmente perfetta ,il servi?io logJs-tico camminò men;vigHosa:mente, :PI ,tnasporto deliie «truppe i·rreg;olari » ~raoodlette con I' esatvoleva sapeirne egli, ~l duce. E il re si •piegò. Gli fece te'lefonc14red'andare a Rom'a',chè gli violeva id.are l'incarico. Ma Mussolini non si contentò. Per tel~fono si potr:eb'be oapir male; ci volevia un telegramma. Nero sul bianco. E H re gili tece teil!Jgrafaire.E Mussolini allona andò. E fece i.I suo mini.stero. « Gra,n •saigg1ez21dai re » scrivon.o i giomaili fiaiscusN e .il « democratico». Secolo. Ma altr.i dicono che VJtt0irio Ernam.wle III av.eva 1 .ma pa:Ura jnfer- ,11ale,di pe!idere •i!l trono, ed altri ancora sogg,iuingono-che in cuor suo a:n- •che ill re, c01111seua madre, come i suoi cugini, non vedeva l'ora idli mettere 1l'ItaLia in mano de4 fascisti. L'esercito tezza d' un orologiio S"Vfzzero... Ma Ma forse V1i è iWICO!"aun'.altra ,raun' altra cosa aincora bisogina rico- gtione, che hn:dusseVittorJo Eman1uele noscere, amiJi bisogna riconoscere in III a negar,e aJ :suo primo ministro Aniflìa •lti-nea: perfetta, meravigliosa F.a1ctaOa fiililTJ)ap.eildecreto che crdifu .anche ,la dedizione, la genuflessio- navia Id stato d'assedio. Di re non era: ne da11abor,gih,esia1dlom~nante,com- più rs,icuro dell'esercito, dei suOi gepleta fu la resa ·delfo Stato « leg.itti- nera1!ti,dei sUJoiufficia:H. Quel generamo », ;deHo Staifio :«{oò,s.tiltuzi.on,allle » ile Deil Bono, ,che apertamente aveva all1o Stato fa'sdsta. Tanto completa fu as.sunto 1 il comarndo d~llai mhlizia EaLa resa, che ma.sae spontarea la do- saisba, non era e non è il solo genemarrda se, per avventura, anche ouei raie fascista. Fa siogigiio della camit.entatirvi di resistenza . .::he si fecero da neria ainah~ il g~ner.alleFaira, annei p.rirn:i istanti, non sjano stati che che 1ùgl eneroaleCapeillo, rediattore mi11tia commedia. litare del « demooriatico » Secolo, ani S . . . . . che ail.tri murrrerosi u,ffilOiali swperjori aVOl 8 e 1 f8SC1St1 e ·subailiternij. . . · E se tutti ,cadesti urnciali, -impera,nNon è un mistero per nessuno, ad • te 110stato ld'1assedioe mandati coneserr1~:•o, idhe a Cortt. vi fu ~empre tro <i fascisti, si fossero pai schierau!1a speciale ;pred'·l"?2io11e1>eril mo- bi a·I fiianoo di essi. •contro lo Stato? E ,·:mento. fasc~ta. 1: Duca d' A.csta. il w1Iora chi avrebbe potuto gairnnti-re C :t:1tc dr Tonno lo fav.xirono aper- che Mussolini sar.ebbe sempre stato k:m~1'.te; e di ,111:1!che ;ri 1 , , :,~ vin- « ,il fedele servitore di Stta Maestà»? c1;:c s: dice che ne facciano a<ldirit- Le rivolwioni si sa dove iricomint·1r;:,_ p.ar,te. ciaino, non si sa dove vadano a finiCi0mi sono H fasdst, Giornale di re. Se, dunq1ue, tutto il movimento f..oma µa,bbUcavache ,, b l,;::J;;1a ma- fosse ai~dato a sboccare nella Repulbct·e k ricevuto :1 Bordighera i co- blica? m,,rdanti gener .iii della ;11ilizia fa- E hl ,re fu tanto oostituz,io11jale,fu SC!ista, on. Cesare De Veochi, e gene- tanto strenuo custode e difensore delra !•-: Del Bono; essi sono stati intrat- lo Stato costituz,ionaJle,çhe porse U,na t~nut· per oltre :rn·ora ùaJia re~ina mano, an21i tutfe due le mani, per kir.gnerHa, che si è Jim0strata mi- far sconfiggere preici-samente Io StaTTl.!'.amcnteinfornn~1 della vita ùc: to costitu21ionaile. t,15cismo e ·delle .:,;1,:! nuov~ ta,v,Jie d'. scrlir1airi ». Motivo pe; :::ui IJ cattolic:t Italia comment<1·,1;-1: ~ Non è per !o 1~1ew..,. origina!,: qt!e5ta augiusta e reai,~ 11die11zac,onu:-sa 1aun gen~r:ù! ç:1econiempu1 ar.eaml:!m~ veni v:1 :;1vit;-:11) d,1! min;- s~:·:, deUa guerra a ra-;.,c~n<1re le di mìssiO'l1'Ì ùall'esercit;> fascista 0 a .sottoporsi a un C'onsi(;iio tN d·scip.lma? ti re "costituzionale,. L'Itailia ha ragione: quell'augusta e regale udienza è per !o me:-iooriginale. Ma quai.leepiteto trovare per la condotta del re? E' vero: già Cam:1Jo Cavour diceva che 1..011 lo stato d'assedio ogni imbecil!ç sa governare; sioc'hè è f.a!ctle comprendere come non solo id Popolo d'Italia, ;na an. ohe il Secolo - suo degnissimo com- .pare di questi giorni - trovi che Vittorio Emanuele ha dato prova dì girande siaggezza. Senonchè a noi pare che, oltre che di saggezza. re Vittorio Emanuele III ha cl,ato prova di ben altro ancora, quando non volle firmare il dec·rto di stato d'assedio. Quando nel per.iodo di consulta'ZiOni, che suole precedere ogni soluz.io- «ie cli crisi, U re chiamò al Quirinale anche il deputato De Vecchi vice- •1 d , presiaente e! gruppo paTLanientare fascista, 11€s!tette ad ascoltare le patriottiche pardle oan tanta commozione, ohe Io abbra,cciò. E crediamo sia la prima voltai chie iii re d'lteilia si lascia ancJlare1a ta.le sfogo nell'ascoltMe le proposte degli uomini" par1lamentami per risolvere la crisi ministeriaJle. Lo Stato fascista Invan·o il Miinh.tero Facta -av,evia fatto o finto di fare un ultimo -disperato tentativo per salvare quella farnos:ai Costituzuone, per garanti re ai cittadini 1a .libertà, per assicurar,e .ad essi tutti i benefizli dello Stato democratico. Ma forse lo stato d.emocratico fece aibdiicazione più codarda. Cominciò col ,r~nunoiar:e ai suoi poteri civili per ,ooncentraire tutta la forza e !"autorità nelle inani dei militar,i. « Ondiino... ,proibisco ... » diceva, in tutte le città d'Italia, il man,ifesto cnn ,cui i,I comarndante mi<iil:ç.re;i,nnunoiavai che d"ora in avanti sarebbe stato 1Juisolo a coma1nd.are. Pro.ibiva di andare i!l bicLcletta o in automobile o in aitrii auteveicoli s~nZJaun permcgso speciél!ledélla quetura; e i fa.scisti ~avano in autoveicoli a lor·o piacere. senza alcun permesso delle autorità politiche. Rronbiva di portaire 1armi o bastoni contundenti; e per le vie ,di Roma e di MrLlano,di Genova e rdi Firenze, di Pavia e di Lodi i fascisti giravano con i loro randelli, con pugnali, con nvotte11le, con pistole, con moschetti, con fuoili. Girav,ano ai piechi. in carroz~e a cavalli. im auto.mobili, in camion. Amz.i, essi- soli potevano gLrare armati. Le gt~ardie regie, infatti, e i ,camabl111iesrii dovettero ritirare; se ilcuni di essi si 1irnbattevano in fa'- scisti, ne venivan disarmati e condotti in questura, vale a dire, non nella questura dello Sfiato costituz.ionale, ma i,111 o.uella dello Stato fascista. E il Comando militare stava a vedere, e i suoi ma"r11ifestai ffissi sui muri deHe case parevano messi Il apposta per meglio chiarire la connivenza delle autorità coi fascisti. Che cosa 1dovesse venir fuOTi da tutto questo stato di cose, era facile prevedere. Ungheria! Ancora. Quando ~I re vuole risolvere una cr-isi miristeriale, si consulta prima coi vair.i uomini politfci; poi ne chiama uno, d_is,cutecon lui un dato programmai, o sente da lui quale programma vorrebbe svolgere, e poi gli dà l'incarico di forma re iJ gabinetto. Stavolta le cose andarono un po' diversamente. Il re fece bensì chianmre Mussolirni a Roma; ma Mussolini rispose che ci si sarebbe Come in Ungheria! sentimmo dire recato soltanto qLLandiogli fosse of- da un fun2iionario di pubblica sicufert~ l'incarico. Di consultazioni non· rczz.ai. E, realmente, all'Ungheria fa 11oteca pensare la crnnaoa italiana di questi gliomi. Tutto ciò ,che è cnitica al fascismo, dev'essere soppresso; tutto ciò che è sccialLsmo deve essere •distrutto. Alcuni giornali <l'oppos1zione dovettero assoggettarsi ~tlla censura fascista; e se, aid esempio, LI Corriere della Sera ,rit~scl a sottrarvisi, Io dovette sol-tanto ana sua strapo:tenzai. Ma non si pcxterono salvar•e .altri grandi giornali, e nelle loro redazioni debbono ttolterare ohe vi stia un ceT11Sorefais,cista a sorvegliare che non sj stampi!llo eresie, Dei cirooli sociailisti, ,poi, non ocrnrre pa.nlare. In trntte le dttà d'It:c:- lia,.<lalle .A!Lpai :JlaSiciha, non c'è cir00!0 sooi1 a'Lista o comuni,sta che si1 ~caimpato J,lla <levastazione. Vi entr::1.11p0er vedere <Seci sono bandiere rosse o 11ibl'i sovversivi, e portar!: Yia. Nienfa!Jtro. Dappertutto vi è l'ordine severissimo di non rompeire nulla... Qt~ando le camicie nere sono 11scite, non vi è più una scatoletta -sana. Tutto spezzato. Ttttto inf.ra'!lt0, cl co:Ipi <li randello. di mazze di ferro. E -come nei oiiicoli sroiailisti, cosi r,ei circoli crn1tura 1 li prale!ia!ni, l()OSì in molte cooperative, 1così in molte Camere del La1var-0. Ladistruzidoenlel'A"vanti !,, Ma, co1mi'èfacile im)maginrars•i,la fuma maggio,re si è scatenata su1lil'Avanti!. Al 4 agosto acveWllTloinJcanè.iart:o,scònquassaito tutto, fuor che il m:1()Chinario. Ona bisoginava completare fopena varnid,a1licaE. oh! come l.1 <-".-Om]Jlletarono! · Il pretesto fu subito tr,ovato. AI saibato, 28 ottobre, il Comando MiHtare Fasd~ta <li Mlir!a,nopubblicava u,n'or<linainzaoon 1liaquale si proibiva all"Avanti !, a1 Ha Giustizia e al Corriere della ~ra chiusoire. Questi due ultiimi giornaiU ubb~ctùronoall'intimidazione; <l'Avanti! no. ùe sorti dell'Avanti. e!·an deai!)e. Nel pomc.ri.ggio detlla domeniica circa 500 oamicie nere si recaroonoalléi. •sedelcfelg,iorna.le. Non vc,IeV1é\1fa1r1 nulla di male - aissicurai il Popolo d'Italia - volevano iSoltanto cemcarvi él!lrlogg11p0er ii fascisti drella Lomellina venuti a Mila/no. Le g,uar•die regie, però, che eraq1-0 ii 1acustodire l'Avanti!, eira-no d'altro ·avvu~o. Bd esse aveva110anche ailtri e precisi ordinì. II co.niflitto f;u terribile, quale fi11oranon si €fubemad in uno scontro fra guairdlie regie e fascisti. Le -prime disponevano <l'i due auto~ blindate e di una mitràg1liatrke. Appena le ,colonne di caimicie nere furono i,n vista, venne foro intimato dì sciogliersi. Qu:aindo esse, invece, mostraTono IJ)alesedii Ooro proposito di occupare l'Avanti! le guard;e regie mtsero un azione le aU,t0b1indate e la rnitragliatrjce. Il combattimento dn.trò più di mezz'ora. Poi ile d.ue parrti com_inoia-ronoa parlamentare, e j fascisti se ne andarono. Le guaincLieregie avev.amo aivuto sei fer.iti, di cui 1.m.agJ,ravie: i fascisti dieci, feriti grav:, !dli cui uno è poi morto. Appunto perciò se n'andarono ... per rHorna rvi. Dissero al prefetto che non pote- , ano lasciare invendicato un tale scacco; rche 1assolutamente sarebbe- .ro dtornaibi con due mila uomini, con mitrag;liatrici e cannoni. TI massacro sarebbe s.tato, evidentemente, orribile. E lo Sta.to costituzionale la cedette ,allo Stato fascistai. A[.le ore 21 cleilla domenica arrjvò all'Avanti! l'ondune di sgombrarlo. Se me andassero le guardie regie, s~ ne andcl4Ssero gli ,impiegati. Vi sarebbero entr1 ati 1 fascisti, i quali s'impegnavano a rispettare ogni cosa! Le guardie regie, ohe eramo riuscite a respingere compk:1tarnente il primo ,attaoco, se n'andarono esasperate, 1dolonti di non poter restar lì a vendlicare i compagni feriti. Il person:ale deill'Avanti! non poteva oramai fare altro dl-1eandarsene lui pure, a meno CJbcnon preferisse farsi seppe!Ure sotto Je macerie. E nella notte dalla domenica al lunedì fu fat~a consegna dell'Avanti! ai fascisti, il cui coman:clJanteStorace diede la parola che non si sairebbc toccato nulla ... AJ!a dimane, lunedì, nella mattinata si vedevano. già camicie nere p8.S- !>eggii:1Jrpeer Milano con Jibri dell'Avanti! irn marno: « Opere di Marx », « Uominl in guerra», « Donna», venivano 1distrib11iti grztis o magari vendwti. Nel pomerigg.io poi la 2aroia data draiifasoitSti trovav.i i; suo 'Più pieno adempimento. Mobili caricati su camions e portami ati fa.si::i; macchine da Scriivere, motori, che su,1.J.ivano la stesisa sorrte; aù.t,rimobili get- ~abi dalle finestr·:! e arsi; arso il deposito del1 la cana; spezzate le mac- ,chine pia!lle, devasbte le ma:::chjne per ,comporre, ùanneggiate le ;otat~ve... Fino al momento in ~~u;:.criviamo nessuno deH'Avanti! ha potato ancora entrare nell'edificio pe,r vedere i dannj; ma ,dai pompieri e dagli stes· si agenti dehl'o.rdLne accorsi poi, si aippr~nde che iii ,dlisastro è enonrne, i rrepa,rabile! Raccogliamoci · lrrepar.abile? No! li proletarictto italtiano saprà, ancon una volta reca,rvi riparo. Che :::0s1 ci appresti l'avvenire, a,nico,ranon si sa. II governo M usis,dhl,ni è capace di tutto. · · NÒr. si sa sie vorrà a-ndi2.re a destra o sinilstrn, se vorrà essere « democratico» o ri,n 1 crudelke verso il prole,tariaito. Al iP,r,oletariato, dUITTauea,.Sil}ettJlre <.:01c1a1 lanla,con forz,a. Altre volte già le nos,tre iisMuz..ioni furondsc.iQllte. .Ai1trevolte gi,à i nootri g:oma,Ji furono soppressi. E r,isorgemmo. Risorgemmo aJ1Jcora. La nastri fiamma non si spegne. La 1m11riamo con una fe!d 1 e inestinguibile. E i'll questa fede naccog,liamooi. :):!'lf.t Le • spie Tra gli ammoes_tramcnti che si potrannr> 1rarre ,d'ai recen!i ern11ti d'Jfal,ia, non è forse il più insignificante questo: che nelle nostre organizzazioni ooiitiche, nei r.-:,s, ri ritro\'i. si anunertono con troppa facilità individui , .'?e poi risiùtan.o non essere altro che ro[garissime -; 11ie. !Ja Prr,7a, da Genova, J:i Milano, da Pa\"ia, da Piacenza, d!l 1--'tnigia, da ogni rf<.-vegiungono no:iz!e di per. secuzioni ,li nostri compcgni, di cle11asta2ionidi nostri cir,~oii. dov1tte a fc,cisti chP.erano riusciti a ,,enetrare ne.le nostre fil.e, a senti,3 i nr,stri discorsi, (! conoscere i nn:ri •.ie!ibercti. l& nnsire intenzirJni. ,:·•erano fascisti nei nastri < ·;rC(;li socililisli, ce n'erano net rircrli com1mi.sti, ce n'erano fra gli arditi dPl fiu/.'IJ[o; e costoro guidr1rontJ pui le camicie nere alla scoperta dei vessilli rossi, aUa scope]"fa di quelle poche armi che qualche Circolo aveva raccolte, e quindi ali.e « spedizioni punitive » contro tutti quei ., rei ,. e quei « covi » di socialismo. Ora, è vero che dalle spie non è possibile guardarsi. Ma i nostri compagni siano prudenti,, prudenti.... L'onorevole ·Caldr a Tn occasione del.la celebrazione della vittoria al. 4 novembre a Milano fu inaugurata una lapid; ai 115 dipendenti nyinicipali caduti sul campo. C'erano il conte di Torino, il prefetto Lusignoli, 1nonsignor Mauri rrwlte camici(! ner(!, ecc., ecc. E, na~ turalmente, il Regio Commissario del Comune di Milano, il quaf,e lesse lai seguente lettera del compagno onorevole Caldara.: « Apprendo con v,ivo compiacinlifillto rehe il voto dei frunzionari del Comune _:_.-già 10011favore accolto dalla mla am1ministra;zione - di ricordare degnamente i loro colleghi cadu,ti combatte111donella gueirra del 1915-1918, sarà domani compiuto. Sono con tutto il cuore vicino a chi ricorda, vioinissimo ai coloro che sono ricordati, per i quali serberò sempre venerazione e affetto. « Con tutto i.I, cuore vicino a chi ricorda?» Vicino, cioè, al conte di Torino al f)refetto Lusignoli, alle camicie n/re? Egregio compagno Caldara, si ta- •cuMSses, CQ~,:t..ce4icevano al filosofo. Se tu avessi taciuto! · · Lettere dall'Italia Gli insegnamenti d lmetodo fascista La! presa di Roma è stata cele:t>r,ata con un' OTgia fascistica io tutta Itadia. Bisogna v,a ben dare a queHa parte del-la borghesia, che ;ha tremato dinnaniZi al rovescio tumultuoso della sua vecchia :egemonia, I' assicurazione che i nuovt .dominatori procedevano oon metodo ,rivoluzionario ma da.hlo spìrLto rivdluzionario erano ag•li antipodi. Quindi mentre s' impadronivano del potere I?rendendo per la gola, OOllll.e hai detto Mussolirni, « la miseraibiJe alasse dominante», abbattevaino le ultime trincee del proleta- -riato. E tutto hanno demolito. E' stato un finail1e falrntastico, grandioso, orgiastico ,di una l'Unga serie metotlirca di azioni svolte ,colla ·ccm111ivenzdalei 1·aissati Governi'. Gli ,ultimi M,unidDì furono assaJHi, le Case dcl Popolo e le Camere id'òJ ~avOTo occupate od incen:diate. Dev.a:statele abitazioni dei nostri <:ompaign1,emessi bandi contro i dirigenti, e infine dj.struitto l'Avanti! II nostro giQ!i11ale rche avevai S-Opportato l pne(ceckmti incendi iSalva!Jldosi neUe p,arti vita.li, questa volh è stato proprio annientato. Non si è più salvato n:uilla: le meravigliose macchi.ne linotype e rotative che 'costituivano coli' aJtrìOma!cchinario e coll'ar,redame'!1to dJeI,t' exHfJcio 11npatrimonio di quattro ITJli,lioniaccumufato col saicrificio 'dei nostri lavorart:ori, sono •state rese iinutilizza:bili. Di.strutta l' amministrazione del giornale e di tutta I' .azienida editri<oe, di-strutta a Romat ·l' amministrazione del,la Direzione del PartLto e la suo sede.... noi siamo ,ora un esercito sbandato a Cll!i è stata tdlrta la IJ}{)Slsibilitàdi far giungere '!l'Ila! parola •di incoraggian:iento e <li raccogl'imeruto. Eppu,re il fatto stesso ohe i vincitori non disannan:o, e dhe lo squadrismo si trasform~rà forse ma non si scioglierà, ICÌ:imOIStroahe i triontatori d' oggi sono piuttosto in,quiet: su,1la consistenza effettiva della loro vittoriai. La democrazia non si ,rialzerà più, questo è ,certo. Poteva almeno morire con •dig-nità, dopo aver difeso corn cor.aggio i prQJJ)riprirnieipi. Jnveice è ~inita Lgnominiosamemte. OggJ fa già da lacchè aJ vincitore, pu,r di salvare Iè pOOizioni personali di qualcuno dei suoi uomiJ1IÌpoLitici. J1 partito popolare anch'esso, ohbe,e_lenri.oaJduna legge di a1cl'attament0 che è .1n:;itaiin tutte le tradizion~ della Chiesa, accetta sema trop~ preteste il fatto compiuto e si meter~ al servizio del nuovo Governo. questo occorre per qualunque 1rivoluzione. LI rrrovianento socialis1ta. italiano non ha mai aVlll.to di qu~ie tempre di uomlll!i 'Ilisoluti e ,decisi, ma ha avuto molti caa>i di molta dottrina e di molto iingeg;no, ise.mpre d'.iubbiost ne11'm:a del!' azione e sopraffaitti da quella preoccupaiz;ione della riuscita e delle oornseg-uenzeche finisce per lasci0,r sfug.girie tutte ,Jeoccasioni per l'azione stessa. E SO])Tatutto nella ,nostra organizzazione e' è troppa democrazia, e trop,pa :pruil)blidtà. T,utto si fa ali' aperto, ool controllo della pubblica opinione, tutto si deve decidere colla maiggiorainza legale rdelle assemblee competenti, persino ,l(:j òaliberazioni più delicate e più 'll,rgenti, come quella, onnai storica, de!J' estensione o meoo ,del movimento di OICIOU<pa.zione delle fabbriche. - MU1SsoHn,ni ori ha perduto tempo ad occupare le ,PoSizioni seccmclla,rie. Qumido ci sf r,imte -dai •soliti cmtici ohe colti' occupazi-one delle fabbriche nel settembre 1920 noi er,avamo sulia strada de!-la ,rivoluzione ed abbiamo tradito in quant0· oi siamo ritirati da quelle posrzi-oni, ,Jlloiaibbiamo 1;agio11idi .risponder~ che, se ma<i,eravamo su una stralda fondamentalnwnte ~rrata. Il primo bersaglio di una rivolruzione deve essere i1l potere. politico, iii prjmo assa.lfo !Cfu.ve s- ~r.e dlm-ettoconrt:ro 'le posizioni centr;ali del nemico e non contr-0 qualche posizrone secondaria e periferica. Mussolini nell'ora ·d.eir azione ha ordi1J1atoalle sue miilizie cli occl.llJ)are contemP')raneamente tutte le prefetture e ,Je questure del re~no, oltre agli uffici della poste e rd~I te:egrafo. Re<5ocosì impotente il Geverno ce~ trale di a·verc il contatto co: ~uoi ::irgan: nel paeé)e, la mare:" su Roma anzichè 1:n' impresa arris.:.hiata d'.- venta,,·a... unai passeggiata ,;porliva in que~ta ·dnl~ estate di S. ~11.rtitno. Ed .inr.he nt>i riglllandi degìi organi deila pubbiica opit11kne cwakhe cosa -io-.remo imparare d:11 Fa,scismo. "lon diciamò ohe, sii debba arrivare al feroce e -stupido v.a-nciallsmo che :u usato contrc !'Avanti! I !icostmtto.rii arrnruno anche distruggere. Noi i.ohesiam'O detm.iti : d'!-truttori abhiarno il riSPetto del!ei c~~c. ner·.:hè rispettiamo in esse il Javorn, e delle vite l mar!e. Ma rilconosciam} che in un momcl'.'to riivol-uzionari.> il risoetto d'o:13 ;;he-rtà dli stampa è.•. un ))iCgiudizio 2nt:rivoluzi-0t1a•fr}. Il i)a,,:ito che tende a conquistare violwtemeJTte il pc-ierc poLlti-oo ha l' intereS'-e <li controllare sopratutto \a pubbHca o- ,piinione e di sospendere ain!che la stampa avversarria. Naturalmente, a 1rivoluzione ,compiuta, quando iii potere politko è conquistato, se non si ha la franchezza di proclamare un regime di dittaiturai, la libertà di s,taimp.adeve essere riipristinata. Ed è qui che il Fascismo anoora ten- · tenma. L' ;ncognita è rappresentata sempre d.ll proletairfa,to ~J.::falirsfa.Per~- guitato, annientato nelle istituzioni, ,errorlzzato nelle pèrsone i,l Sociali-;m') è sempre vjvo ·nella' coscienza delle mroltitud!i'lli. Contro una Fede r.he ha -superato ialtri tormenti, dalle pass.a·tereazioni a.I ,roveto ardente della guerra, ed ha SQmpre brHlaLo pii, viva. alle spera,nZJedegli oppre-s- ComunlQue, ci v,ien fatito 'dli pensasi, non ci sono sUJfficieniti .provvedi- re con molta melanconia: quanto siamenti di polizia. Questa certezro a- mo .ancora 'distanti l(Ùl questa menmareggia ,gi•à oggi l'esultanza dei talità rivoluzionaria se cons,iderjamo vincitori. ·che in ogtlllÌ rsidopero generale ci troviamo sempre di, fronte ail diOemma: di -penmettere ,la !pUlbblicazi-one di tutti i giornali, o dii s,ospendere tutti i giorinaili... oompresù i nostri. * * * Ci sono delle eSPerien.ze che non vanno Mrdute per la stOTia e di cui bisogna far tesoro. Mol!te cose irL Faocism(:1 ha .i,nsegnato 1ohepotraTl'llo ,giovare al proletariato. Rendiamo questo omaggio a M,ussolin~: ohe egli per una 1ca,usa~ta~ mente controrivoluzionaria ha insegnato ai lavorato1,i H veiro metodo rivolruziona,rio. Certo gli è stato agevole U faT1o, perchè la CO'J?nivenzai ,o la ,ceiciitàdei passati G0'Ve_rni gili hanno spianato tutte le vie. Comiunque egli si è rirvela,to u,n dominatore e u,n organizzatore di Piri1110orchlne. Una mente che guidi con sicura coscienza dellai metia e coni J' audacia dei mezzi, e una massa miiHtarmente disciplinata, vincolata -da un solo dovere: obbedire senza .discutere; *** Con questo metodo, ripeto, rivoluzi.on.ario, il F.aroi,smo ha compiuto, per conto dehl'a borghesia, la sua contro- rj voluziane. Aldesso <leve ,definirsi come partito ld)i govenno. Bd è qui, aJ cimento coi fatti e colJa reaJità, che lo attendiamo.al viélirco. TF.1\TAX. Agalibbon@atadillettori deir "AvaI.n. ti la 'Direzione del Partito è ta 'Redazio_,u~ dell' AYiaT1Jti ! annunciano che sia pure con mezzi ridottissimi, la Pllbblicazione del giornale potrà essere ripresa fra zina decina d/giorni. ?vJ.i.Jarno, 5-11-22.

Una Visita ali'''' n ·, nvant1. '' Erav001J0 ,con un giornalista olandese, re,dtllce idal ,oa.mpo deUai guerr.a g_reco-~ur,ca, A ,un •certo punto, egli s~ vo1~o a noi esterrefatto, e disse semplicemente questo: « J:Io _visto Quel ,che hanno fatto i greci e I tu.rohi, ma qualcosa di simile a questa dev,astaizione non ho visto mai!». 11 realtà, seirJlbra ~mpossibile incredibile, impensabile che .uorn/ni di nn Pae~e dvi!e, ci piglino 1;11s~c él tale opera di di1 struzio11e. Entriamo nellai libreria: tutto clist:u_tto. Entriamo ,nella sala deli' amministratore: non e' è più nulla. Nelle saile della r~cLazione, lo stesso spettacolo. Nella sala del direttore letter.ario dalla libreria: e· erano due 1scrivanie; non ci sono più. C'erano tne grandi arm,a.di pieni di libri e di 1:1-a~Qsoritti: g;li armadi sconquassa- ·ti, 1,L contenuto scomparso o stracci·ato. Nell' abtigna sa~a del presidente Baicoi; e' erano bellissimi mobili suoi pri,vati, arrivati ,pochi giorni prima 1c!JRaorna; non ci sono più. I pp-_ chi ,rimasti sono a pe,zzi. Ma la devastaiz~o•nepiù spaventosa, più h1JLIJ11l.an.a fu fatta nelle sala del macchLruario. C'era.no di,eci mac- ,chlne per comporre; strumenti deli- ,c~ti come anolog1; ora sono tutte SOQn:qua.ssatef,rantumate. E ognuna « 1 fascisti ciUora... se n'andarono Ma le ultime squadre non avevaJ~ a,~com fatto una cinquannn,o di metn, che dalle finestrè che danno luce alle cantine del giornale si levarono. dense colonne di fumo. Un incendzo, che non si è ancora precisato co,'.ie si sia potuto sviluppare, ma che si crede dovuto a qualche favilla caduta nelle cantine, si era _Svilupf)ata appunto nel deposito del!a carta ed andar a 11rende11dopropor zio11i aUl1rm.anli. I fascisti che si avviclera della c:osa subito corsero a darne 'ff- \'isc ai l'icini pompieri ... » Oh~ ouor d' oro q1~eifascisti! Anzi. stando a quanto nana il Povolo d'Italia, essi addirittura « prestarono volonterosamente i! loro aiuto alt opera di spegnim.ento » ! Quan.to poi alle cause dell' incendio, pe.r ,l'organo fascista non vi può e.:isere a1oun 1dubbio: « Numerosi individui, partili i fascisti, penetrarono neU' edificio così che in lJreve fu f)ieno di-curiosi.' Si fa così l'ipotesi che fra i visitatori· vi sia stato quvkhe malintenzionato, Sindacato ,di esse costa 150.000 lire! L.a scissione avvenuta nel Partito Sui banconi e' erano le composi- Socialista - o la divisione, se più vi z1ooi di ,J)arecchi libri che dovev.ano piace - e la conseguente delioora1isci,re nei ,prossimi giorni: composi- zione del Consiglio Direttivo delb zioni le quali non attendevano che di Ccnfoc\e,razione ciel Lavoro con cui r,ass:-ire aila m:icchina per starnp:1rc. s; cb:rnncia il Patto d'alleanza col TUJtto fu gettato a tercra e scompo- Partito stesso, riporta sul tappeto, sto, a·lla rinJiusa, in modo da distrug- vivHioato ic!ia tanto avvenimento, il gere il ilavoro •di settimane -e setti- dibattito sulla apoliticità del Siindamane. cato per alcuni, e del nessun leganie Andiarno nell' attigua grai11desala~ coi partiti per altri. della legatoria: qui er.a oiù comodo Esprimendo il ,mio avviso 111melas-:;iarie l' opera di di•struzione alle rito, debbo ·di,chiara:re. rioordando fiamme, e si diede fuoco. precedenLi affermazioni, co.me mai Nelle s:ile deHe rotative e dd'e sia ,stato •UJenntusiasta del Patto testè maiochine piaine. L' -orgoglio Ll'ert'A- d.enunaiato, per vari motivi e precivanti!, degli operai che a·;;evar.o e- saimente: d!ific:ai0 tutto 1oiò col ior,o ooolo. 1 I) Perchè, qua111dolo spirito invandall distrussero completamente formaitivo <le,JI' azione confed:erale e le macc;ne pia:ne, daITTneggiar,Jnoclassi'sta, e qu,a1J1dogli uomhni che gravissim,amente le rota!tive. essa Confederazione dirigono appliLadrl ! camo n,e,l,laloro opera i concetti classisti, andare ,a •cer,care l'orienit.aimento 1P0tliiticodel Siindiacato è, o aim.eno dovrebbe essere, cosa superflua: Danneggiarono, 'distrussero, con i randelli. e.on'le m?.zze, con i mcsi:!ietti. E. bi5Cl'~nadirlo, con int~i!igenza, anche. Da,Jledieci ana.:::..:h~ne pc1 ~orn, pc.re fu .isporfata ,a tutte quanie una parte im,prrtante, ,diremo, :m :11e;11bro vita:e, per impedire che C'Jn l'un:1 ~'. .,:L1mpensasse i' attrai. La rna'.J:- gi0re irite!ligenza, però, i !llitvv: unni la n:ustra,cno nel!' asportaw la roba \·endih;le. Se qua e là si vedono ar.c:1ra mobili sconquassati, la maggicr riarte degli arredi furono però 00rtati via su camions: F •chitssà dove andarono a finlire. C' erano beUissime e ricchissime ,cotlezioni di libri. ,rtlegati, endolopecl!ie, eoc.: liurono portate vfa. Fwrono iportati V'.iai tutti g11ai ,pparecchi del telefono. Furono ponta,ti via dJieai motori delle rnacohine tipografiche .... Oh, Quei conta:dini deH.a LomelHna che i ,clinigenti del F.ascio avevano' marìda!to a «custodire» l'Avaliti!, ·S<mogente p.ratk,a. «Sapeva.no» quel che conveniva distruggere e Qwe:1che conveniva portar viia. Il racconto dal e Popolo d'Italia, e... del e Secolo, H Secolo, tuttavia, l' organo 1ella (democraziai, crede 1>0ter assi<curare che i fascisti si oomportarono da bravissimi tii~liuo1i. Sa soltanto clte essi recero un failò !dii .tutti 'i libri della biblioteca. Poi però j fascisti 5e ne an1àrono: e... serntite oosa scnvl! il democratico Secolo: 2) Pemchè, ,essendo la massa proletaria org.a1nizzata nella Confederazione non poliUcaimente omogeneia, ma anzi appartenente ai vari partiti (a ta1ceredelila parçe estrainea ai partiti stessi). ,FI legame con uno dei div,ersi pantiti ld.'.aJva,nguairldipuoarta· evidentemente nocumento in quanto, aruche se non lo è, fa presupporre agli altri il'agevola12;ionepolitica, e da qui i •contrnsti fna la massa orga1n1izzata, per rag•ioni di p.remi'llenza; 3) Perchè, mentre appaire o si è fabto app.arire div1eir:samente, in effetto questo Patto, se non ha portato nessun detnno alla Comifoderazione, la quale - come il p.a1ssatoinseg;na - se ne impipa di tale legame, salvo ad a!ddebintar,e aJ u:,a,rtitç,i sug,i errori e '1.esue incertezze nei momenti più salienti della aittività sindacalepoLitica, porta i·nveoe soverchio peso politico i,n danno del partito il q1~ale. men'tre •d,auna parte deve accollarsi la somma .deg,Lri!ultrwi errori, tda,J1l'altra gli impedisce di usare queH'atteggiamento di azione ,è di .critic.a, - si sa tra amici. ... - di cui invece usario, e qualche volta abusa"no, g·li altri partiti, ben lieti <li trovare ,argomenti contro l' o:·ga,nr~mo sindacale, ma ancor più lieti - è la verità - di scagliairsi contro iil Pairtito SociaHsta, che in tal giuisa, a forza, diventa estico al signore e alli nl!mici sui ... Senza ·entu,s.Lasmoperciò, ripeto, L'AVVENIRE DEL LAVORATORE magari wi agente provocaJore, che abbia inizillto l'opera di distruzione col cerino ... .,. per domani, corrrispondente agli interessi proletari. Conferme Non oqcorr~ commento. I danni 1 danni materiali, immediati, si cailcola atmmontino a quattro milioni di lire. Quanto ai danni 'Ln:diretti cl1e ne deriiveranno, ,chi li può caloolare? Redattori, impiegati, operai disoocupati; un' azie111d,faiar,entissi:ma ridotta aill' inerzia; 1tna benefica ope,rn di elcvazic,n,e politica, eoonomica e culturrale del proletariato, paralizzata per chLssil. qttanto tempo. Quando uscirà I'« Av311ti ! » Ecco la domandai che s.i ianno tutti. Ma chii ,può rispondere. Se si potra:nno trovare macchine peir comporre, l'Avanti! ,potrà uscire fra dieci, fra quindici giorni. Ma si trevcrannio Il ibiel'I' e p,ronte? 5cco il problema. E così la data d' us:;ita del- !'A 1•anti! non è ancora sicura. l compagni, gli operai tutti, possono però esser certi che a Milano non si trascura nulla perohè essi aibbiano, .ai più presto possibile, il loro gionnale. e l?artito ho consr,derato il Patto nòl palSSa.~o E 11011c'è ,nep-pure1da essere preoccupati delila eventuat!ità che queste Le forbici, ogigii servono più che 'discussioni portino, in seno alla la penna. Togliamo. Questo scampomassa,, del danno. Intanto, sia detto lo che è una requisitoria contro i reétd onor del ve.ro ar:.che questo, tut-- sponsabili della morte « di tre o quatti faruno la loro propaganda, sicchè tro milioni di giovani ». Per chi non nessun dainno proviene aLl'organiz- lo sapesse, questi responsa:bili sono i zazionc della enunciazione di questi borg,hesi che hanno governato e goconcetti; e poi oggi quelli ch,e sta- ver,111anlo' Eurc,pa. vano con noi per la pagnotta soltan- Per chi non lo ricoirdassc, rammento, sono già scappati - · gli ingenui tiamo che i socialisti italiani per a- - credendo di trovarla piì1 gros~a, vere affermato QtLanto oggi si legge se non più bianca, altrove; e quelli in questo soampolo, furono vilipesi, ,che son rimasti, è a sperare. a.vran- internati, imprigionati. no compreso che è neces ario 1d1is,cu- « .... Non possiamo non giudicare tcrc :.ille questioni che sono altret- che I.a somma delle opere criminali tanto im[Jortanti quanto il mlgliora- che si scontano nei bagni penali, nelmento economico immediato, il qua- le carceri, e ne!!e galere di tutto il le. com.e il 111,anga:nelloe la rea.zio- mondo non giunge ad un millesimo 11e in;dustrjale insegnano, suggerisce delle resporzsabilitci. spaventevoli che di portare tutta ,la nostra attenzione alcuni fra i convenuti di Genova e e tutta la nostra fede, ciascheduno precisamente i maggiori,· hanno ~tela nostra fede, sui problemi che ri- cumulato sul proprio capo, e che puflettono l'orientamento da attribuirsi re portano cosi leggermente. Abbia- ~ll'ori~,mizz.azion=', pe,rchè infine è mo µ. Genova gli stessi uomini che pur sempre il pondo economico l'og- con la voce del demagogo, col denageitto su cui pure si contende - spe- ro della corruzione, con le intimide anzi - nel ,campo -politico. dazioni imbavagliatrici di una poliSenza spirito fazioso du111Quem. a zia intemazional.e stordirono Pochi con tutta. la p~ssione elle ognuno ab- anni I.a il mondo intero e lo persual'iamo, d1scuttamo serenamente ar,- . sero del!a necessita morale della eliche del problema sindacale-politico, struzione totale della Germa,;ia a tanto, e . la espe,r!enza ci è maestra prezzo del sangue di milioni di ;/0anche qui, quante I proletaTi non fan- mini e dei/a prosverità uni,•ersale tempo. · li? essi lai l?ro politica, e non sanno Oggi a'fi stessi uomini .0 1a , 'S- '-' ,, , d1scern~re I problemi faridamenta:li sa voce"' con lo stesso /J./ 11 0 • .;·~ M . che li mteressano, finiscono per s,1- esa"l''era'to con gl· stes"·m~": 1 og.~md~ a ora, proprio .ora, è il ,caso ai bire la po!T a A-Il . t tt 'l't ..,, , 1 ->I s1s,em1 , seguLre il volere dei clti1rigenti la c:cn- ,, . 1 ,c \.IJv' e: r,1sre. ·~ _e 1 e, e. corruziooe e di intimidazione, chia. iederazione e di abiura.re il ,'.1attv, p1;g,g,o,assaiporano I apolt!LcLSmo eh mano il mondo a Geno,,a "olo o che r' I 1·t· d . b per c1•1wn11cIh,evuol dire svuotare l'azioi1c del- : ,> ~ • , ann? ,a po I L~a ei 0 ~- ziare che la distruzione della Germa12.ma~sima nostra istituzio,1e llcll'u- ~hvsi, ,cioe_ccmt~o-proletai ia. 1( faisci- nia è stata un errore colossale e suriico 01 ientamento classista ri111asto- ~mo ~~e viene, Jn m~z~o a ~01 a de- bilo dopo di essa I.a faccenda immevi? E non dicono nulla agli c:derenti Dioc2 ' 1 V !a. nos.ra politica ~ ~a la sua diatamente P,iù urgente è ricostr 1 1irfa. ai partiti d'avanguardia le pressioni setto la ve~te - nnconcepibile 0 pur Proponiamoci per un istante u,i:i rnche pc.:-tale denuncia seno state bt- ~a pare?chi cre~utai - di tutelare gli canza politica Consideriam ,· · ·o te da eiementi Qonlrari alla organ:z- ztn!tet!·~sSdic?mum, parla chiaro e in da.I. punto di yisla purament~ .i~~nso~ . ? E U! ' L mo ' F . . t .. zaz1one operaia. 110n Jic.0110!lie11- Q II j' . t . , t . I> ·u ma1 vis a ptu grande scelleratezte nemmeno le intenzioni con cui il u,e ~ cie m _ei essa e e !e can_on-: za? Fu mai consunw.ta più gra:zde C. rJ. della Confeiderazione ha preso foncli~men'.'al~,d~· quesr~ ,~i,scussioni infamia? NabOçcoclonosor è stato tale deltbera, intenzioni che si ricon- -:- le qu~i qmi ~P~?> si ~Jv~Jgonoa consacrato aU'odio umano per reato oetrono esattamente - in\'t:cc d1e vuoto,_ci~è fra I gia oon~m~i, ~ Que- da Pretura in paragone di quello alla apoliticità, che in questo se,1sJ st0 .è mut_iile,davvero ~ SL~ il r.!spe~to commesso per esempio da L!o 1d non dice alculTlchè di IJ)romettente - agli altr,ui pensamenti e 1 obbligo lll- George e da Po" cc. é .} d,erogabile ,per tutti di non conf.onide- . m ir · . alila :svolqata a destr~ con nutte le sue re la propa,gamdacol disfattismo, che _Ricordate_c?n quçuita·gelosw 9ue_- conseguenze pe,r doma,ni? troppe v1olte arriva più giù fino al s~t due uomun veglwvano_ sul pr11 u:zSl, è facile com:prendere la rispo- personalismo asticso e ,cattivo. ~w. ~ella guerra lunga, aella guerra sta -deg;li amici di sinistra; essi ripe-- (:--re'l R' s ) infuukD, della guerra fino all'ultimo? teranno l fn, . . h' I •• a /SCO sa . De"' f' ll d' t . e argomenl;<llz1011v1ece 1e, 1,1;(/ guerra mo a a 1s ruzwne del ohe cioè l'org,a:nizzazio.ne· sindiacale ======"" N. Buschi. nemico? Ricordate qu~di ululati uscinon deve avere inciampi; che <leve vano dalle loro bocche ed echeggiaavere la sua 1d/~rnttivaolassistai se.m- l'editorDeemporad vano per tutto tl mondo attraverso plicemente; che - magari - tanto '4 il megafono dello loro stampa, quanpiù o,qa che le forze politiche sono Mussolini lw una buona stampa, bi- do la Germania proponeva la pace? divise sarà utile non far perma111erè sogna convenirne. Fatte poche ecce- La parola pace era diventata infain seno ali.ai Confederazione, aumen- zioni, tutti i più grandi giornali ri- me in tutto il mondo attraverso La tate, le diatribe di partito, ecc. ecc. pongono in lui molte speranze. E ri- p,ropagainda 011ga11izzaitdaal loro deIo i,nvece credo, fermamente ere- ceve anche molli augu.r'i e compli- naro. La pace era la perdizione e tutdo, 1ohemai come aggi sia necess,a- menti: da tutte le classi sociali, da te le proposte di pace erano un trario va'1utare l'impa,rtanza morale di tutti i partiti f;orghesi. Il fenomeno nello. Tutto il mondo era stato inviun paisso -che segnerebbe debolezza non è raro. Intorno ai vincitori si af- tmto a maledire la Gennanìa 11erchè e vUtà. Perchè con nessun altro ter- follano sempre adulatori ed affasci- aveva voluto la guerra: tutto il monmine che ,questo, a pareT mi·o alme- nati. Nella lunga lista di nomi, pub- do fu invitato a nw!edi.Tla. E c,hiunno, patrebbesi definire l'accettaire la blicati daJ. Popolo d'Italia, accanto que parlava di pace era persegujtaimposi'llione delle forze ,reazionarie a quelli di Dario Niccodemi e di Ugo to. Le taro spie percorrevano i paesi imperanti. L:e quali, e con diritto, Oietti e di GabrieU.i,no D'Annunzio, .alleati che la loro propaganda aveva ben altra ~nterpretaaione d1e non c'è però un nome, su. cui si è special- attratti e costretti nel solco sanguiquella onesta ,delle frazioni di .avam- mente fermata la nostra attenzione: naso che essi si sforzavano con tq,nto guard~a 1d/arebbero all'evento, in quello dell'editore Bemporad. furore di mantenere aperto a. nuove cruanto 111elia sostanza sarebber•o, an- E' costui l'editore, a cui è skt!a af- vittime. Enitrav1ano nelle case, ascolc'he lTLQr.at!rnente.vittoriose in casa fidata la pubblicazione della Criti- tavamo allileporte, separavano le fanostr.a. ca Sociale di Turati, dei Problt"mi del migHe, imba.stiva1110processi infami v.ate che si stipendiC!Vano, e che, italiani, imrllf:rgevano il pugncde che gli stranieri forni.vano nelle spalle di rtaliani i più illibati e più · egregi. A ouesti rettili nan è stata spezzata la schiena nè sono state rotte le fe,nf}ie quando l'incantesimo è svanito. Essi vivono e prosperano e non sembra,w coscienti d!ella propria infamia. E perchè tutte queste ignobil.i armi erano vreparate? Quale pericolosa idea, quale micidiale Propaganda si trattava di sopprimere? L'idea ,alla quale si da~a la caccia con tanto furore era quella che essi sono venuti a poniifiqare a Genova. L'idea, JJe'- chè di propaganda ,wn Si può parlare, era, in bre\'e, questa: che la distruzione della Germania non era espediente anche perclzè un giorno o l'altro sarebbe stato necessario ricostruirlq. Per soffocare e distruggere c1u.estaidea si so,w insultate, spiate. minacciate, diffamate le viù alte intelligenze politiche e le più umane coscienze di Europa da Lord Lansdcw1?g, l'uomo di Stato inglese contro i! Quale si ai)puntavano I.e ripu ~mmli e sc:nf{uinose facezi.e di Lloyd Ceorge, a Edoardo Scarfoglio contro il quale le ambasciate di Francia e cl'lnghilterna l.a.nciavano le loro spie a tentare di comprometterlo»_ L'articolo ccntinua su questo tono.... Di chi è? Di Misiano? Di Serrati? Di Lenin? No. E' di... Ca.rio Scarfoglio ed è .:irpar' o. semplicemente. su La Nazione doll'l 1 corr. ' Ilgrandpeatriota Boselli L'onorevole Paolo Boselli ha telegru!a to al sottosegretario all'Interno, onorevole Finzi: « La tede della \·eochiezza1ringioYanita ~aiuta al governo la vittoriosa fede della giovinezza». Già, già; fede di vecchiezza, fede di giovinezza. Ma, di grazia, che cosa faceva Paolo BoseUi, nella sua giovinezza.. ouando l'Italia, la patria, stava risorgendo? Altri cospiravano, altri combattevano,, alM /r:ong1.4fvano ,ze! cm-cere, altri erano in esilio. Ma Paolo Boselli se ne stava comodamente a casa, nel suo studio d'avvocato. Dialogo fra me e me lo 1. - Abiura! lo 2. - No! lo 1. - Abiura; è un buon affare; 1•edrai.sorriderti quelli che ti maledi- ,ano. lo 2. - Mi fcr,nnose/ii.lo, sorriaòno forse i rospi? lo l. - E' un buon affare, ti dicn; ri si apriranno tutte le porte, anche quella della tua casa. lo 2. - E mi espellera dal suo seno ia mia coscienza. lo I. - Metterai il tuo danaro al cinquanta per cento. lo 2. - Troppo! Meglio straccione defl' onore ehe milionario del tradimento. lo 1.· - Ma tradiscono tutti, non vedi? lo 2. - E allora il tradimento val niente. lo 1. - Sei un imbecille! lo 2. - Sono un eroe! Fa.rjnata. Ma vi è ancor 1a 'd'a aggiungere che Lavoro di Rigola ed al.tre puhb/iia- e di 1 suml:1t11i che miravano, in alcuni se ieri poteva aipparrire - come a me zioni dei socialisti di destra. E i no- paesi - dove esiste I.a misura di nwrè appairso - 5,uperf.luo H Patta, data stri lettori ricorderanno che, qualche te - a!I'uccisione: in altri - ove il la identità ,o quasi di azione... alme- tempo fa </ltel signore, per ispiegare ccàice è più umano e le leggi più. tolno programmatucai ,nel campo sinda- tale sua attività, mando aì giornali lernrriti - alla soppressione civil.e de/- ca1le.oggi il non Patto sig,nifichereb- una lettera nell.a qil>(tle dic:darava l'individuo. Vergogrroso a dirsi, dibe, in uno a!Ja già accennata vitto- che durante l_aguerra :J11fJblìcavali- sonorante a ricordarsi. La poliziai e r,ia ,reazionaria. lai vittoria delle forze bri di iuerra e ora ;wbi;Ucava libri la giustizia ital,iiana erano state mes.- coUaborazionistiche, i-1 di •Cll'i pro- socialisti. se a loro servizio contro i dttadini graimma sind'acale se può ~sere ri- r· ,l!mque coerente. 4rl~ss;i che è italiaini. Giudici come un De Roberspettabilissi1mo per color,o ,ohe lo so- in voga il f(~cismo, te[egraia auguri to non si peri/avano di presentare atsosteng-,ono,è a1ltrettanto da combat- al T)uce. ti di accusa redatti dalle ambasciate e tersi da quelli che 1non lo credono E s!,,m;1erà ancora l!! ( riti~a So- inglesi e francesi. Non par/eremo delproprio, 1nè per ogig,i e tanto mieno ·j::tle ' le m.igltai.a di sicofanti e di spie priCompagni proletari, leggete iiffondete I' '':A va"JJti I,, ! ,_.••"•••ee dell' e A,vyealre del Laveratore > tanto? Tutt'al più Sii potranno aycrc tre nuamente. li ca,-,aJlo li guardava e s.'giti- - Di? oramai potremo anda1,e? · do- «Speranza• gettò ,altri rami s.ul fuoc'l rubli.. tava a pascolarle tnanquillamente. ma.mlò «Speranza». e guaTC\ò le fa.ville che s'inna.lza,an10 e che :f ~:n ~ufrag.b1·delI.a ,r1· ta - Via!.. :s!el fossato faceva umido e bui-O'. So1o - E' ancora troppo presto ... a,spc.tte- nell'aria umidla si smorzarono subito Si y AliU ,W - Ma ,sicl~ro ! Che è forse pelle quella il :morm.orio del ruscel1o fi1t1terrompeva remo finchè n,OITTsia più buio, rispose vedevano muoverSi: i suoi occhi nella fa<:- lì? è un cenoio. la quiete della 110tt,e. Lungo le ripide pa- «Ballerino• sen.za interromp,e<re il la- 'e;ia rabbuiata. Si voltò e si mise a gua.rdl M.&.liSIMO GORKI - Ad ogn.i modo qualche cosa ci si reti penzolavano ra.mi d'talbie<ro.e qua c ià varo. dare lungamente il cavaillo. che stava !ì H,a un peso sul petto _ rispose gere un s-OJI ramoscello verde tra su'>i potrebbe ricava.11e Sictn~pre. sporgeva110 radici. Jia.sciate a nudct t!a11a «Speranza• 1Sospi,rò e cominciò :t tos- immobile, come radicato nel suo!•o. a ca- « Speraniza •· _ Ah! che fatica a respi- alberi. Ad un an1golo del bosco pascolan - Ah sì, qualche -c;osà potrebbe se111- piena. Xl bosco era tetro e speci.a!1 mentc sire. po chino. Con qucHa te!:'la. fascia,ta s.emrare, con quest'-a.ria,... , 1 n magiro cavalluccio; le sue costole prc frutltarci ! nelle tenebre d'Cl!lanotte metteva i br:virl.i - Che. hai freclclo? domandò l'altro brava ancora più brutto. Un JllOdo di tosse l'assali. ra.mmentavano i cerchil d'una botte. _ •Ballerino. <lette una guardata, al addosso. dopo una h.111gapausa. - Noi non dobbiamo prender la vita « BallerùlO • gli stava accanto; fuma,-a Tuffit e due si fermacrono e stetter0 a compagno, si fermò e disse: D'ogm pa.rte siler~zi~ d'i cimitser,o. - No ... ma. ho un po' cli noia. troppo sul sertio, disse «Ballerino•· Ben d S eb '-- Utl 'Pr __, b I >ezzo ·1 'cavallo che Ali ,iel - Che ,c'è? contenti. quando 11n'a:ltra o-iornat•• è pas._ e ,lo guaT ava.. « peranza • = ·- - ·g11a11Uareun e I 1 - ora.... Da• un pezzo i due amict secl<;wan10 "' G · fi ·1 • l' b E' I 1· · S - Ho un peso sul cuore<. •;ita. Se c'è --',- m~n,o-i31t'Cb,ene· se 110 t,· r'◄bile accesso di tosse e SI stro nava 1 mangiava er a. - • twa cosa scomo< a, rcp ico • P<'- ·;;;~-:-to siotto ag-1.iaJ1eti. Av,·vano atLcse, ~ ~"6 ' . · f ao E' h ·1 ali 05 · <l - Sarà I.a m.ala1tia? tocca sospirare, 'finchè ne ha· 1 vogli"a. Ma petto ccille ma,111, mentre s1 aoerva P - - n.ia.gr,o anc e 1 cav o. - - ranza ». cs1tan o. m> fuoco per s,c.a~clarsi le mani, e di , S M :h 1 - Forse ... For.se anche qualche all1a se ti ci rnct't:i anche tu coH4 tue 11·ta 11·c1 nazzo in viso. s,ervo • pe11anza •· - - a e e. tr:1110 11. t:atto vi butl.avano dc.i r:tmi u • , · · d' t· I b e hl 'd 1 · cosa poveri noi,,· l'a1\egria no11 au,....nt~ d'i S • mal-e, dhsse d:opo 1111 « Ba.J;,enno. ,cercava I at 1rare a e- - -,,u a terra umi a e tracce 00:1 si r,crcht'- 1,,111 si mcrzasse e non facesse it1• · ...,,... ~ - to pr'°IJ)'no «•Baller1·1'lo. •~cqtte. Po'1 dtSs' e·. certo S~r· I 1 tt' h · f ti cklll I part ~ o sairebb fac.'Jc cli scoor;J.A d · ""' · ~ a a ma a 1a. IC e t.J a venire pez:tètto s a, a oro e. . cane an e, e 1 . · - ir-o \I cino a 101o. legatJc, ,a un aJber,1 era N cl . , tutto! cert •d r.- · · ca,nnninare, .,n,etlc,1do Il -cavàllo J.o !!t1ardò e fece un movi- dove è stato condotto il cavallo. ! ca,,allo. \a te~\~, ;:,-voita ne, ce•.1c1 di on cvi pensare, ecco e I oe. · .:..anttnu.a.r~ a ~ - E su che cosa? _- F.orsc, ri.,mose S cd • f ,_ · na.,cu,,,,,r·, 11 .,... 11/to colla testa come se gli ,·olesse ri- - Gli, :;vvvolger-c..moi piedi coi cenci. • '~J>ernn,i:a,. -, « perauza • ag- in 4,.- 1---,..---• ,- - Su tutto. g-,un·:;:e: - :e forse h d td ~~ h1 , S"onòere dì no•, poi la ,\asciò ricadere eia - CQme vuoi, allora. S 1 . 1 • anc e son-o tr~ppo --:,A ~ a1 remo verso• .u1.00 11 a - .,, • pc_ranza •· ;1.cc.1,cu,.al) s:1 , e ;,ino<.- - _Bcoo., e iJ1vcce - ,disse «Speranza, .se11sibHe. · B "·- • b tt .i_ • J ~· 1o- 1 una=,.,..e - Avanti c:1u11que! Ci naseonder~:110. rJ 'a coite 111 ,\~ P" -·,,o·, -,1 f oc" · disse « ault:nno » u: anuiu via a ~ o' - •r-·· · - ·, , t l .. ·:a rlb,c .., · " \l "-'• ani111ancLosi-. io_ non pos:o fare ;;1, meno .- L_a sc11;;ii.~ 1 i.lità viene da_, Ila mala.'ti:i. rt , md' 'd ,___... 1, "se' p 0 • 1 si _ Noi, ,,.. 10 J v~n1 're da te! - osservò noi •e riJ ,ca,vallo, nel bosco, e a&J)etteremo zt•foli!.ndo I• ~,r. ,,r'1? prc•!1lLtt·a, ,·n•'11lre ..11 d h S d -•~- 1 retta e· sp't a o a, au••• ~ . - • ·-. ~ ~ " ' ' <1 pensare, 1 nuettere. e guar o quc- u-,,"" se ,.m t,on, o r,.cìso .Bali-i no•·· Spc~•.; ·1 L d. s· S nel -Eossa.to che si fa.c:c.ia huio. Di, notte I' J · f · ., ro , -· i-- . 1,l,V . ~rosé'gnirà/'a.ttravellSO 1 ..,~co 1 1w.:ow « peraaua •· . . . , . , a tro 51 pro.--.v,1 :, :ir.: ttn ~iamcr-:; con sto ,cavalllo, pe.r esempio, mi tocca ricc,r- u111!11a:1:10 coi _sle1it.i>lei, ·~io in aria <= 05_ ••'fino1 aì·,~'U8uct,schicha. , Di 1à. ,s, 1 olte,cmo - Vieni, -vieni ..qua !.... Lo si potpebbc · ?01 ._p,ortene:ma il cavallo a, furtan.' Non ,qei !,\mi d'albero, ihu ~leipio. ~ipk- darmi ~ anch'io ,una volta nella mia servò con voce isever.i.: ' . 'U'--k .__ .., p<>t' A r••~ . • -•- .__ .. • •--''I'-rta,.; ~r 1•tte e nuca lontano ... tre,,&<>le '(erste. t•111.,.11tea""Orlu 11el '"Y,Qro · · ~ · · · d' 11· E · 'A' ' ·' · ,per,,....,., o,r,s,... .., 4 .__, ,-e!_1.....,e,cmmssuno a1 .r.. ,. 'r- -. .., . _ . "' ,. • .,... .' L<L, • • , ma.sse':a ~vevo u~. paw 1. cava 1. ~ m1 - .... tllC: 1_1-011.,?,l!S~~mai, .r-<;Jrchè ,non ~ Sa,ranno quasi tredici verste, :i,;.;~- ,t.u-1'.ii-i, 'disse BOJ)ra ,pcn.si«o, ,· Balleri'- S1~111o· ~t~i, risposte ,«)~~an 7..a ~ IJ mormona dc\ rn;ccll,> s accorµava erl).llq 1µtqisp~p5jlblh,,,~r5:he a quei tempi ~?no _!llalato. • VÒ ~Speranza... nci1 •. •.ll()ll. un ce,nno ,dr.l qi,po. - Vien.i,! 1-;lo oqne. oon, La. melpq.i,l, me:ita ,di «: ~peran- ,lay.orayo .~.11~or~mo),to. Il ea,y-allo s'~ppoggiò suH'a:1tra -, Purchè non si ~!.la.• strada :nn- ---l kÌhe i.dea: 1.Ma:lche '"uoi cti,e-,ne. fac- paura soltanto s})e... .ra ,,_. \W:ico.~gno di. -~tl:a ,n1;)la,,\uguqrità -; Pi.~~. e. che qia frv~ut9 il tuo la- ~~do al'cÙnf'):~nìi. • z~~pa, tilmente ! ciano di questa ca.rc:assa? - Non temere, non succederà nulla: del bosco. Dii tanto u1 tanto s'u,djva110 voro? doina.ndò hrusco e Ballerino». Sai, eolpestarnlo àlcuni rami. A sinistra ~lia, via iS' stendeva un bo- - Credi...che la 1~ V'al! a niente? Abbandonarono la ,stra.da maestl":li an- scop,piettare i raanii sul fuoco, e-0me se so- a me secc.a motto, quando comlnci la seo cupo e te;tro. Non 'ar ·va; a st.or- - Do-ve rov · I dain-do ,'ld11SO il boS<:o, e voltancl'-osi comi- spir,aissero. •'1 ~ tua litania, A che giova poi? {C<>.1tin1Q-).

L'AVVENIRE DEL LAVORATORE ACQUEFORTI Che I etica te, Pippo! Coll che accanimento io difendevo il Mu1 ssolini d'allora colle sue «scuoiate• q uotidianc. E la folla 't'applaudiva e 1;- spcttava « Bastianell:a ». eevi - e fare,mo la rivoluzione e tu sarai con noi, « vecchio Bastian i•· GI!JDA ISCARIOTA Ancora l'Ungheria di Horthy E giacchè parliamo dell'Ungheria intenta a glorificare la sua controrivoluzione nel nome e nella persona d'un colonnello ita,:1ano, ecco q_ui un'altra notizia che arriva fresca fresca da Budapest e che proietta nuova vivida luce sulla « civiltà • ungherese. sotto la prepotenza dell'esercito greco, che si ritira e tutto saccheggia e iru:endia; e fugge la popolazione greca della stessa Tracia per timore che, una volta ritiratosi l'esercito greco, la popolazione e l' esercito turco si vendichino con la loro proverbiale ferocia. Già, perchè allora si usavano rispettai·c gì i aVviersar~. Ricordo di un feroce attacco di Zocchi a Mussolini, tantQ feroce che i lavoraLori sindacalis.ti - ed <:l1an tantli, allora - protestarono contro il loro capo. A quali magnifici frutti di umanità porta l'alta sapienza governanti d'Europa! civiltà e di ']'11 cri in galera Sci uscito pochi gio,rpolitica dei ni dopo. Hai scritto nell'Avanguardia - Il colonelloBonome11i Toh, chi si rivede! Franc:1mente non ci pensavamo pm. Ma telegrammi dall'Ungheria rievocano ora questo nome, che tanto onorò l'Italia all'estero. Per chi se ne fosse scordato, il colonnello Romanelli è quel desso, che sì valorosamente e sì generwarnent~ coadiuvò la controrivoluzione nel!' Ungheria di Horthy. E quando si dice « Ungheria di Horthy ., è detto tutto: i nostri lettori non hanno ~e nor: erro - un terribile :irticolo che appruvarc il gesto dei « generosi operai •. Ed io. ingenuo, ho portai.o quello cl)tticolo a Benito. credendo di fargli cosa gra.ta. :.[u!-,.oli,ni ha Jctlo. ha divor,~lo l'articolo e poi. fissandomi con due occhi che sc:mbravano due fanali a gas, mi ha uriato, insieme ad un «moccolo~ rom;a,- gnolo. « che la lu!a. difesa era peggi9 dell'insulto di Zocchid >. Quanto ~Qm1po è pa.s,s.ato, d'allora. La guerra! Tu sei partito •e ci siamo abbracciati piangendo. Rabolini ci cl!ava dei pugni n1ellc costale e voleva ridert; ma non ci r,uS'.ci,·a. - Totncremo - mi cliE 11011 sei tornato povero Pippo! E la ri,·oluzionc 110111s'è fatta! C'è, sì, tanto sangue attorno a, noi. Ci son, sì, tanti morLi. E 11011 sventolano più lib<:re al !'-otlcle rosse bandiere. Pippo, non c'è stata la nostra rivoluzione. Ed il tuo nome è gridato come un segno di incitamento e ·di glorifica.- zio1:e della guerra. Pippo. noi non ti riconoscianw in mezzo a tanta gente estranea. Xoi ti ricoréliamo povero e miLe: socialista e sindacalista, ma sempre per la libertà, per il popolo, per la lotta di classe. Così, Pippo. sei ancona e sem1l>rc nostro come ai tempi del « Rompete Ìc file.. Così.. P!ppo, ti ricordiamo e ti veneriamo. Così. P\ppo, «•nisqui!'liamo • il tuo nome nelle piccole riunioni cteì gio'. ani 10 d!ei rivoluzionari e lo facciamo entrare neHc segrete delle carceri e nelle tane delle compagnie di disc,ipLlna. Così. Pippo, sci nosLro. della .folha, dleilla rivoluzione, della isto:ria nostra che non st sop,primic con una fiam,mata come uim Camera del La\·oro '. ,\ddio. Pippo nostro! IPPOLITO BASTIAN!. « Il governo ungherese - dice un telegramma alla stampa italiana - ha deciso l'espulsione dal territorio dell'Ungheria di tutte le famiglie ebree che non ham10 un'origine unghe:-ese. In conseguenza di questa decisione, oltre 15.000 famiglie ebree sono !::tate avvertite dalla polizia che devono abbandOnare il paese entro otto giorni. Gli eb11ei, che entro otto giorni non avranno abbandonato il territorio ungherese, verranno arrestati, internati in una prigone e poi accompagnati d'au. torità alla frontjem. Il deputato Vaszony sta tentando di far revocare l'ordine o almeno di far prorogane la data dello sfratto; ma con tucta probabilità non riuscirà a nulla, pttchè il presidente del Cons-iglio non fa che eseguire gli ordini dei giovani ungheresi, i quali nel loro recente congresso hanno deliberatQ la lotta ad olt,anza contro gli ebrei ». bisogno di altre parole per ricordarsi tutte le nefa~dità, tutti gli orrori, tutte le atrocità del regime Horthy. Ma appunto perchè il colonnello Romanelli diede sì valido aiuto nel domare la rivoluzione, l'Ungheria di Horthy, memore e riconoccente. ha ora deciso di tributargli i dovuti onori, e a lui offriranno un ricordo, e in sua gloria sarà dato un g1·ande spettacolo di gala al teatro, ecc. ecc. Insulti alla E tutto ciò nel secolo v..:ntesfrno ! Quindici mila famiglie cacciate dalla propria casa, dal proprio paese, entro otto giorni, solo perchè non professano la religione del signor Horthy ... A proposito: Romanelli è un cognome ebreo. Abbiamo conosciuto dei Ramanelli Glorie d'Italia all'estero! e Assassinidi destra assassinidi s1nistra ebrei a Roma, in Toscana. Che Horthy E' uscito in Germania un libro terriprepari qualche brutta SOl"!)resa anche al bilmente .. istruttivo. Il titolo è • Quattro colonnello italiano? anni di assassinii politici • e contiene la La Tracia Dall'Ungheria il governo scaccia 15.000 famiglie, solo perchè sono ebree. Ma che dire di quel che avviene in Tracia? Durante la prima guerra balcanica la Tracia era stata occupata dai Greci, che ne cacciarono i Turchi. Adesso i Turchi cronistoria di tutti gli assassini politici commessi in Germania negli anni 1919, t920, 1921 e 1922. Intendiamoci: gli assassinii commessi da s'ngoli individui, che poi avrebbero dovuto risponderne davanti alla giustizia: di tutte le persone assassinate dalle truppe o dalla polizia non si pada. Ma basta.110 già i p1imi morti. In un liòtel <li Viareggio è stato perJ,<:trato un furto inge,1tissimo; è Sitala rubata u,1a ,·altgia contenente gioielli p<'r n:i valore di 5 milioni di lire e r50 t~1ila lire: in con-tanti. ~on crediate che questa, fortuna sia stata rubata a qualche grosso c011111mcrciantc di gioicl!,i, no, fu rubala ad utn donna ohe t.::ne\'a i g?oielli stessi per aclornarsene. Questa d,o1111aè la palermitana Franca Florio. I gion1ali registrano il fatto e cercano di ricostruire ii colpo magistrale deill'espcrto « topo d'albergo». secondo i risulLati delle indagini fatte finora e il parto dt:'.'1a loro fantasia. Alcuni ci offrono anche l'i11venta1·io dei gioielli rubati e noi 1o riprocluciaimv pcrchè i compagni lettori possa.no formarsi un'idea di come fr plutocrati profondono i denari sottratti al l()Opolo lavoratore per a,dornare !e loro ,cionnc. Eccolo: « Una lunga fila cli 180 pcdc gro5se. con ,:ermaglio di brill,anti e rubirni: Xoi constat'iamo che la borghesia ita~ liana trova i milioni per caricare di gemme inutili le sue donne, ma non li trova per dare lavoro e pa11e a chi vuol lavorare e produrre ricchezz.c per tutti. E poi si scaincb.lizza se la folla affamata cd esasperala insorge o manifesta propos.iti di odio ,e c!,i vcnclclla. Il fascista. cx insurrezionista, 1 presidcnte del G(n,erno, ha fatto annunciare la sua risoluta <letcnninazione di sanare !e finanze dello· Stato; ebbene. ecco un ottim,o 1111ezzo; requisire tutti i gioielli delle numeros-e pescecagne d'Italia. Per la salvezza dcli-ai patria le donne cli Cartagine davJ.no anche i loro capelli; le patt-ioltissimc signore italiane rinuncino a luccicane soverchiamente J1ei ritrovi e nelle feste dove vanno a .mettersi 1n mostra. Da più giorni il Maestro e'r:l p,·.1sierosu. . , •Juclla sera la sua tristaza era ;;.11 r::··,_ fonda de] solito. L'ani1r.a s1i,a sembrava oppressa sotto ti ~-cso di un'angoscia montale. t. suo bel volto aveva perduta la serc- •1i1:'tdej giorni passati. La sua facile e sapiente Loiqucla aveva ceduto a un mnt'ismQ sempre più tl':.nace. Era la sera del 21 di marzo. ~Lalgraòo l'aprirsi del9'31prima,·et a l:l giornata era stat-a. fredda, uggiosa, senza sole. A sera il lago, immoto, sotto un cielo ;i!mnbeo, coperto da n!lvoloni ne·:, senti,·,a l'a~r,rossimarsi della tempesta. Più terribile della tempesta degli elementi, si addensava la tempesta int'ima nell'an~mo del :Maestro taciturno. Come r1;cigiorni precedenti, an1chc oggi le turbe erano venute sulle ,rive del lago d:ti paesi più lontani•, per ascolta.re il verbo alato del Macstt10. Ma il Ma-estrOi non ;1.veva parlato. Egli non avC'\·a degnato d'uno sguarJ.o solo le turbe miserevoli, venute da lon!ano, per bearsi al suono ·ldb sua divina parola che scendeva come balsa~ m,o sulle anime ulcera.te cli piaghe, assetate di ·verità. e di sapere. I cEsoepoli, cos.tternati dal mut1s.mo del Maesnro, facevano del loro 111€.glio per frernare l'impazienza delle turbe e convinccde ad atten·dlere o ad andarsene J)Cr ritornare in un giorno più propizio. Ma le lor-o paro•1e a poco servivano. Le turbe volevian-0 ascoltare la voce del Maestro, e non intcndleva110 tornarsene ;r.··1etw, deluse nella loro aspett,'ltiv,. Pietro. che aveva un forte as,cellldentc sull'animo deù Maestro, in un cerllo mon!J("nto gli si accostò e, additando le turbe impazienti. gli disse: - Maes.t,flO, ,essi sono venuti qui ,dai più lontan~ paesi. ed attendono aJ1Jsiosi per a;scoltare d•a te l'a parola cl.ella verità e della sapienza. Parla loro. ~d -essi se ne can,clranno beati e contenti. Il Maestro non rispose. Pietro non ebbe l'animo d'insistere. A sera. quando le ten(;b-rlè si addensarono sulla terra. e le turbe il>1 furono, riparate alla mdglio nelle citità vicine a, capo chino e senza far motto, il Mia;estno si avviò lentamente V'erso la ca.panna che scrYiva di dimora a Lui e ai suoi disceEd in quel momento erano sinceri. - Dunque, nessuno· di' voi ·mi 'ama! I dissepoli, atter.Diti, non fiatarono. Il Ma.estro continuò: - E' proprio co,sì ! Nessuno idi voi mi ama. Tutti siete pronti ad affermare di esseire dLsposti a m1orrire per me. Ma la vostra morte non mi giova. Nessuno osa djre che sarebbe disposto a tradirmi. Eppur<:: dia.I tradimento di uno di voi dipende la mia rivelazione che è poca cosa, e Ila redcnzi'One del g.einere umla!111oclhe è cos::i grande. Tutti siete dlisposti a morire per me, sapendo che alla morte del corpo, che è fatale, segue la vita ,d'ell'ianima, che è eterna. Nessuno è disposto a tradirmi, sapendo che -a,l tradì.mento seguirà 11 morte del corpo e la oondanna dell'a.- 111m;: ai vormenti dell'eternità. M.ai voi sapete bCJ1c che senza il tradimento di uno di voi, se pure quelil'uno si sall.verà, il genere umano non sarà redento. E p,er [';!ngusto egoismo della propri.ai salv-ezza., n~ssuno di voi è disposto a sacrificamsi perchè miliardi di uomini po,ssain,o essere redenti. E voi affennate •di amarmi? ~e·: Io 11011 vi credo. Nieissuno di vdi m1 ama. Ognuno di voi non ama che sç sre~so. I discepoli erano ann.ichiliti. Nessun-0 osa,·a parlare. (Continua). Perunadidattnicoastra Siamo all'ini,zio di un nuovo anno 1scolasìtico e l'« Avanguardia» rivolge un, affettuoso saluto ai ma,estl'i che ton11a.no a,.J. 1·usato lavoro. Ma i ,tempi non volgono lieti nè per noi, nè per la SCU<OilaIn,. que. sto feroce id'opo-gltcrra molti coll,eighi e colte· colleghe sono stati 1clura.me.r1tllpero- \'ati. Pisa, Bologna, Ancona e Fcrnara ci sono di e;sempio e di monito. · In nome della. Pia.tria che ii buon 1111ae6•tro (troppo umi!1e e buono .sempre il maestro!) insegnò ad amare come insegnò ad amare la. famiglia e qu,ellila più grande famiglia che è l'Umanità, in .nome della Patri,a,. dico, una terribile persecuzione si sierra su quanti sl credevano in dirit;to, in pieno sedolo XX, di pensare e di sentire liberamente. Epptllr!e la libertà di pensiero ,e di cOiStcien,za fu invocata un tempo •cl/aipiù gran.ili ield ardenti patri,oti che appunto in nome di questa vittoriosi pretendono che i Greci sgombrino !a Tracia, risoluti a fargliela sgombrare con le cattive se non lo fanno con le buone. Ed ecco, come scrivono da Adrianopoli, ecco centinaia di migliaia di creature, le auali no:i. fanno certamente della politica, éssere sradicate dalla terra dove sono nate, dove hanno costruita la famiglia... e sui carri traballanti, trascinati da buoi e da bufali stanchissim~ sta:1no ammassate tutte le miserevoli ricchezze delle famiglie e i vecchi, e i malati e i bambini. In -Germania, adunque, durante quei qu2ttro anni sono stati commess~ 376 assassinii politici: e di essi, 22 vanno a carico dei partiti di Sinistra, 354 a ca.rico della Destra. Dei 354 d.'!1.it'ti comme'ssi dalla Destra, dalla reazione, ben 325 sono rimasti completamente impuniti; anzi, 25 assass:ni furono assolti sebbene avessero confessato il delitto. Furono condannati una lunga fila di 359 perle con fcrma- \slio di br:Jlanti. ( Queste sono le gioie più pre;.;ose e più celebri per la raccolta Lii ,donna Franca Florio. La collana C\'JC Lo farà l'ex barricadiero che è alla ,esta ciel Governo? Farnumo il sacrificio le pa.triottissimc si,gnorc? Ne dubitiamo fortemente; anzi. lo neghiamo ,s,cnz'aJtro. Patrioti sì, salvatori della patri~ a:1che ... ma a s.pcsc degli altri e prccisament,c di p.a.ntalonc che suda, dolora e geme! Fino a q t1aJ1do?, poli. I discepoli lo seguirono in fila taciturni e pensierosi anch'essi. libertà poterono farsi 1ia, Paitt1ia. L' Atl,$1lria irnd:iana' del '47 fu meno feroce e più « LegaJ>e ». « Centinaia di migliaia di creature le -quali non fanno della politica». Ma la politica la fa Lloyd George, che prima ha spinto i grec! contro i turchi e poi li ha piantati in as-;o; la fa Poincaré, che, per danneggi2re l'Inghilterra, ha favorito i turchi contro i greci. E ora i turchi della Tracia soppùrtano tormenti indescrivibili cont.a 359 perle rappre,Pnta un buon terzo del \'alore total,c dei gioielli rubati). una fila di 45 perle gr.ossc: una fila di 425 p~rlc piccole; a morte e giusltiziati ro assassini di Sinistra, nessuno di Destra. In media, per ogni assassinio commesso da Sinistra la condanna fu di 15 anni; per ogni assas.- sinio commesso da Destra solta.11to due mesi! una collana di perle in platino con grosse 1perlc a gocce e b1-illlanti gro.ssi; una borsetta d'oro e platino con cifra Cosi si amministra la giustizia in Ger- t, 1 rubini e ciondolo; mania. FeEce l'Italia che non ass:iste a simili vergogne! GENOSSE. una «trousse• <li oro con cifra in brillanti e corona rca~e con nodo hurchino (questo è il ·dC.stintivo delle donne di Palaizzo della Regina.. Come è noto d/on,na Franca Florio è appunto da,ma cli Palazzo); Spigoli In certi episodi di decadenza o di impotenza in cui molte volte vengono a trovarsi le nostre organizzazioni di classe, non è raro il caso di sentire gli umili gregari incolpare i capi. i clirige111ti. Può darsi in certi casi; ma il più delle volte, il tutto serve a mascherare una colpevole negiigenza o mettere in vista un comodo sistema per avere sempre ragion.e, ed allontanare le individuali responfabilità. Qu.ale gravt angoscia poteva turbare l'anima del Mae,,:tro? Quali doloroJsi pensieri si ag?t-avano nella sua mente? Perchè non a,·c,·a Egli aperto bocca duranlc tutto il g.iorno? Pcrchè non aveva degnato d'uno sgu.a rdo solo le turLe a!f\faticate, venute da lontano pc!' ricrears.i l,o spirito a] s-uono =gico d('lla sua parola divina? Queste ccl alt,re ùomande turbinavano nella mente dei cliscc.poli, senz.a. che nessuno di essi sapesse fornu1laiflé una risposta purchessia. COAAIOC>NI un orologio con brillanti a nastro nero e braccia.le; Un episodio - che certo non fa regola - è quello ultimo di Parma. I compagni nostri, ed in generale tutti i sovversivi, sono al corrente delle belle giornate di resistenza che il proletariato parmense senza distinzione di partito oppose alle minacciate invasioni fasciste, le pagine scritte da quei forti lavoratori in Arrivato sulla soglia della, capanna. il Maestro entrò. I discepoli lo seguirono. Entrato nella caipianna. il se posto sttlJ.a sua scran11Ja. Maestro preMentre i giornali recano, proprio in questi giorni, la notizia dello scioglimento dell' Unione Sindacale Milanese, che ebbe per inspiratore Filippo Corridoni, ci par bello e genti1e omaggio alla di lui memoria ricordare - con· le commosse parole d'un amico - la sua maschia figura di rivoluzionario. E ciò anche perchè l'autentico eroe, caduto nella trincea delle Frasche, è un po' troppo dimenticato sotto il suo peculiare aspetto di cQmbattente per il riscatto delle plebi. Ora che è morto ne parlano tutti. Povero Pippo I Se ·tu fo~si in vita vor11emmo ridere. con te. cli questi tuoi « glorificatori» che mai ti videro, che mai ti udi,rono. Ma tu s/ei ,morto •per la Patria e • chi per la Patria muor vissuto è assai•! E' quindi perfettamente naturale che <ii te parlino anche quelli che non sanno ncinmcno di che colore crar\o i tuoi capelli. Sì. pcrfottamente naturale. ma non per noi che ti abbiamo couo~ciuto in e modo e<l in tempi diversi• da quelli che tanto interessano i tuoi illustri necrofori. E' di ,te rivoluzionario, e dei nostri tempi di fede e d'azione comune. che io ,·oglio parlare ai giovani .socialisti. )Jon questo farò, per a,ggiungcre un.a •commemorazione• alle tante che <li te si sono fatte; ma per r;evocare un'era di la,·oro rivoluzionario cara a tutti coloro che credono ancora, disperatamente cred0no alla ri,·oluzione <lclle plebi. ~el 1909 e nel 19rn l'azio11c ~,,timilitarista del\a gioventù ~n'ersiva faceva capo al « Rompete le file»,. ali'« Avanguard~a » e.d a • Gioventù Socialista •. A Milano, Fi~jppo Corridoni era il nostro duce. Ma che duce!, allora non usavano i duci! li n10stro fratello •rna.ggiore. pieno d'ardimento e di passi-o.11e. Fasqo .d'azione rivoluzioll'aria.. La su.a sede era in via Fieno. Umile secl:e: due 5(,an~ucce. Ogni :Sera ci dav,a.mo conve- "gno là. Giovani o,peraB e giQVani studenti; professionisti di grido e g$:llte della strada. Corridorti sedeva ad un taiv,ol.o in fondo •alla. p.r.im.a ~l'Jza.., P.u-lava per tutti .. Ci lnfor~;a di quanto av'>'.eniva ~µ'ClJtero nt:l. campo r.ivalu.ziona,rio. Ci diceva _delle simpatie ~ delle adesioni .che circondava,. n,o. la. tdnace opera antimilitarista. • de\ •R•m t, le fil,, oteca un bracciale d'orologio d'oro a forma Vi erano delle sere, si, che Corridoni quadrata; non era in via Fieno in mezzo a noi ed un no.do di brillanti e rubini: era,no quelle - fredde cd interminabili ~ in cui e~li era a S. Vittore. cinque anc.lli gnossi con perle; I discepoli lo imitarono. Sedutosi. il Maestro non cena. domandò la, Quanto cri ,ros-tro, ,'loia n I',,_-.,· Tu potessi ricor>dare'. Veniv.amo a tro1·arti a «colloquio» e ti pvrtavamo il « soccorso •· E tu ci nar>raivi i particolari della IJ)Crquisizione nc\la rna < stanzuccia» e ti lagnavi ridendo ddlle pert~n anello con rubini <: brillanti; una catena lunga di brillanti divisa tre parti ; dLte perle bianca: a gocce: u, questi momenti che in molte altre località si abbandonavano le trincee proletarie molt.e volte senza colpo ferire, ci riempiono di gioia e di speranza. una ne,ra e una I disc.epoli digiunarono. Stmpre assorto nei suoi nrofo11cli pensieri, il Maestro non parkrva. I discepoli non fiatavano. cosse dei birri. E che festa quando uscivi! C'eravamo tutti a cantare con te od a pia,ngerc ... Sì, perchè qualche volta si pia.ngeva, allora. Pippo usciva di galera senza un soldo ir. tasca e noi ne a,·cyamo meno di lui. E pure quanta fel'icità vera e pura in quei tempi! Cuore trauoccante di fcdc: e mani bianche, sempre! E quanto odio contro di noi. poveri. inermi. soli. Quanto odio 1 * * * La nostra campagna anlimilita.rista una spilla ai lati; una spilla a barrette; con gros,se perle e brillanti con brillanti a cuore e perle un nastro ner.o con brillanti a uovo e cr;~-~lli con ,perle rotonde; un bracciale con clue rubini e briUlanti; un bracciale con quattro perle grosse e platino: un bracciale tutto cli brillanti; un bracciale con platino e turchesi: 1111bracci-aie d,i perle e brillanti; due bracciali con perle e ciondolo; un bracciale -cllibrillanti; un bracciale di brillanti e perle; un bracciale di brillanti e ;,;affiri; sei brillaJ1ti t; zaffiri; culminò nell'energica. clamorosa azione cli Piazza per la liberaz:0nc di Antonio \loroni. 1111 anello grQsso di bril;lanti ITIOU1Lll'C· Che comizi! Che 1ioll-a ! E PipJ)O arrin- ;n p:ati1110con riflessi rosa e aeleste; gava. cntusias.ma,·:t e... s,offriva in silen- un p~•rtasigarette in pie.tre grigie con zio. Soffri,·a e sputava sangue. Taceva ango!i it1 brillanti: però con tutti ciel suo male interno, dei un anello di pla,tino con tre brillan,:; suoi • sbocchi di sangue"· 'J'a-ceva. ma diverse spille con rubini e brillant:; non co.n noi, con' i c1uali viveva e di vi- u11a treccia con brilfanti e rubin!; <leva il poco pane e le molt<i angoscic. una lente con plati110 e rubini. Antonio Moroni fu liberato per volontà della, Riazza e la sua liberazione fu Questa raccolta eccezionale di gioielli a,.eva anche un viatico non indifferente Cd è rimasta la J>itt Cd.ra. vittoria della nostra fede antimilitarista. in den:iro contante, j)l"...rchè nella valigetta era contenuta 11/11~busta con 150 mila lire•· Vennero poi altre lotte e co11 Pif)po fummo divisi da. un.a tessera. ma sempre nniti rla una fede comune: la rivoluzione! Il giornale magno della borghesia itali-ana, dai! qual.e abbia.mo sforbiciato 1',in1·entario su•:sposto, dice che la signon1 1912 e 13 e r4! Anni di grande attfri.tà fJorio e suo m:arit•o nascolJldono sotto sin<lacalistla, i primi due, e cli grande fer- una gran calni;;, il d'olore loro causato dal 1.-,e11topolitico l'ultimo. furto patito. Niente altro. l l 1912 e 13 fu.ro11,o,e<l a ragione, chia- Nessu.no &-i g'iorn.ali borghesi si doma.ti gli anni del • ciclonismo • sinda~a- ma.n.d-ai se la n.vclaaio.ne che una donna. li-sta. Scioperi colossali icom~ quelli de-I oltre al s'Xldisfare un'infinità di altri ca. 111:aterialc mobrle ,e delle fabbriche <li a,u- pricci costosissimi pOIS'Sadisporre di i.nutomobili. S~iÒperi di categoria, prima, e tili nirmo!; per un va!Jorie di 5 milioni dì gen.eraLi nazionali, poi. lire, non sia un insulto aJla nri.$Cria cli E PiAPO li 1guidò tutti. meno q_uanclo mil'ioni \Clii povere donne che non hanno la gal-era lo rinserrava e lo faceva. ta- di che .5famare sè stesse e i -propri ficere. gliuoli. Quanto odio, a,llora, contro -cli te! Nessuno si domanda se non si.i. una Ricordo il 12 ed il 13 le polemiche tue provocazione alle, centinaia di mlig1ia.ia a.spre e roventi cOll't M us-solini, allora di- di disoccupati che soffrono i cra1J1,'Pidella re ill'AO! I an còe. La reazione, il raggiro politico trionfa anche in quei fortilizio. Ma la resa dei difensori ha un lato os:uro che appunto non possiamo lasciare passare. Gli arditi del popolo facevano capo al compagno on. Picelli che ne fu l'organiz_ zatore. Questo valoroso che seppe sfuggire ogni insidia mantenendosi nei rioni popolari a rinfrancare gli animi, malgrado la caccia e le insidie tanto governative che fasciste, alla fine dopo fiera resistenza fu arrestato di sorpresa nell'oltre torrente proprio alla sede degli arditi del popolo. Un episodio doloroso che si prevedeva, ma quello che più ci ha addolorato è il fatto, che mentre !'on. Picelli capo ed org«nizzatore degli arditi de} popolo di Parma, era rinchiuso nelle tetre prigioni di San Francesco, i suoi soldati si affratellarono coi fascisti, con i loro feroci nemici, come se tra popolo che lavora e mercenari del capitale fosse scomparso il profondo canale di divisione Una macchia brutta di in~hio-.:;tro che va a coprire il passato di chi tenne alta la bandi,era della resistenza. Avessero al.meno chiesto la restituzione del loro capo. Niente. Mentre il capo è in galera i gregari non solo si arrendono ma si affratellano con i nemici di ierL ' Veda.no un po' certi compagni operai cç>me molte volte anche i gregari tradiscano i capi. "-•·~ .A:V.Y•·•l1t.È , . - .. . •. - t! Passarono così lunghe ore. durant,c le quali anche i di·scepoli si sentirono oppressi ,da un'angoscia mortale. m;entre le domande più clisparate con.tinutavano a mul'inar,e nei loro cervelli. senza ottenere una sola risposta. J\d un traruto. un uccello nottu,nno emise un lugubre strido che rintronò ;Per \'aria come un annunzio funesro. Scosso ·da quc.l grido. il Maestro alzò la lìe1la testa ch,c te.neva abbassata, ap,ri gli occhi profondi ,che teneva socchiusi girò lo sguardo intorno, come per rie.o~ nascere gli astanti. si colorò in viso. e con voce che sembrava venire da lon1ano. rivolgendosi ai .suoi discepoli. come a gente che non riconoscesse: - Siete voi? - domandò. - Sì, siamo noi, Maestro, ......:r.isposero i discepoli ad un-a, voce. lieti di ascoltare il su,ono deUa sua parola, ansiosi di conoscere le ragioni deil stto lungo mutismo. - Ascoltatemi! - riprese ~l Maestro conl la sua doke voce vtjata di profoniaa. mestizia. - Ascoltatemi•, devo parla'1"'Vi a lungo e dj cose nO!l liete _L'anima mia è oppressa ·da una 'an,go- ~c1a mortale. Il giorno supremo dc.l.'la mia rivel.a.zione si avvicina, ed io trnmo ;il pensi,ero che non mi basti la forza per resistere alle dure ,prove che dovrò subire.. E Lremo anootr di più al pe116Ìero che nessuno di voi sia in grado di aJiutarmi al gran passo. Tremo al pensiero .che nessuno di voi m~ vorrà tradire! Somma precedente Fr. 5030,27 MONTHEY (r.ilardata): RaccoJti qajla Sezione Socialii;ta. I discepoli traiSalirono, opprei.si a loro volta da un'a,tgo'Scia p1iÙche mortale. Era pu11troppo vero! Perchè la rivela.- zion.e:_de! l'Oro amato Maestro pOlt'.eiSe J4,8o compters1, era -nece~sario' che uno di loro 10,- lo avClSSetradito. LUGANO: P. ~ara•n.a • GOSSAU: Raccolti <lo1>0l'as.- sem.blea della S. S. , \yINTEWfHUR: Lami>etii e ,Qi:,azi;ini .,.perchè Ar;mullzi non voli-e -fel'iffi.arsia W.,imterahur dio,. menica scorsa Era scritto! Ma chi lo ~r,adirebbe? 11 , 15 • Ne&ouno pensava. a, tra.dirlo. '.fµ.tti ugttalmiente lo amavano e, nonchè .t,i:adi.rlo. sa.r,e_bbero morti v.olenittieri per< Lt1i. Il Maestro ri{prese: 2,- - Chi di voi mi tradirà? Tot:.i.l:e - Nessuno! - risposero i discepoli ad Fr. SIJ68,22 vna v·oce.. Bisogna ,riconoscerlo. Eippurc questi giovani truci e spava'ldi che os~entano i sim.boli sacri della, mt0rte e che uccidono, devastano, incendiano e... cantano, que~tli g,iovani nei gionni buoni e ca!'j alla namciuJJezz.a ebbero una. ma.e-. stra, ebbero un maestro, frequen>tiarono una scuola ... Pov,era scuola! Essi l'ha-nno dimenticata da un pezzo e hanno ,data tutrn l'anima alla. scuo·!,a più vera e feroce che la vita. ha offerto' lo,ro con la ~ucrra a quei di fuori prima e a quei di 1cu;o poi. ' Ld scuola non ha nè importanza nè etf•c.ieie. pc· i fanciu.Jli. Un ragiazzo che ha 1a,sciato la scuola elementare, diffic.ilmcmte ~alut..i il maestro che incontra per la via. Di chi !a colpa: E' diifficilie .stabilirlo, ~ per quello che ci può -riguardare due verità <lobbia.mo riconoscere: '1a scuola è di tropJ)O breve dur:tta e il ragazzo l'abbandona proprio quando sarebbe n,eiQCSS/3/IUO che la lk-equentasse; la scuola in genere, così co,m'è organi.zzata, con i suoi antiquati programmJ, è rimasta fuori della vita. Se n•e deduce che la scuol1a1non ha importanza fonnativa e non influi!sce affaltrt:0 sullo svilttppo del4a pe;rso·rnaLità d1en'alunno. E' un'amara CO!Tlolusione,ma non è ,più tem1po di cu.llaret nelle· beate ilfusi·oni dellia, facile pecla,g.ogia della Scuola Normale. La vita è quello che è. Che fare allora? Riformare la scuol;a? Vane speranze! Eppure qualcosa telllteremo di far noli ma(jstri, qualcosa che ,sarà mOllto 1s;e,ci sorreggerà •ancora uri po' di fede. Ed oggi più che mai dobbiamo fa.re appello alle nost.re forze ed alla nostra fede e ,ci)obbiamo ricom4nciare, con amorosa e pazi'.!nte cura l'oiptra di redenzione e òi riparamene. Niell:a scuola. Sì neJl.a scuola in cui creeremo per il fan,.. ciullo un a.m,biente di bontà, di calmo lavoro. di affettuosa solidarietà, di sincerità cli vita. E non cl.areino t.emi e problemi tolti da giornali ùidatltici o ICki. vecchi diari, mal formuLeremo quelli che la vita d'ogni ·giorno, }a vita che per tutti scorre e tumultua, i.11 noi e intornù a noi, suggerisce ed impone. La « nOIStra di:dattica • quindi non sarà una meticolosa; ed accorta manipolazione di ricette settima1~i ammann~te peu- uso e corusttmo, di quei maestri e cli quelle maestre che vogliono pensare alla scuola 1SO;lpnel momento che ci IS!Ì trovano; con J'a.iuto che s~ero co.pioso.iel(} illuminato, .,dei coll;elghi d, ~uona, volontà io vorrei fare di questa pa,g1rui. del iwstro gi-oma.lc il .cam,pÒ fc~ cond? delle lotte del ,pen&iero .-w .quello che e e deve ess.e-re,i,l problema -piìi, urgente ,per noi: .ba cura -dell'~Wllla. del,.fa'n~ ciuJ!o in questa .raffica tempestosa.· tli male. . MATER. -Dall' e A.v,~u.a,rdia. M~e ,,. .. O~rài ! 1 ' La•è>tl\oii' 1. · ~,ì~tee·-4tttoh4é~ L'AvaIJti/

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