ANNO X!XJVI. A. P. ZURIGO, 9 SETTEMBRE 1922. ' SETTIMANALE DEL PARTITO SOCIALISTA ITALIANO NELLA SVIZZERA -.... __ .. - --. -··-. --- .. _ .... -- . ·- ~ .. -~ -· _,. ----- ---- -- - . Centesimi 15 la copia Cont0-Chèques REDAZIONE: AMMINISTRAZIONE: ABBONAMENTI PER LA SVIZZERA PER L'AN UN NUMERO SEPARATO Ce:nt. ~o N. VIII-3646 u L~AnendlerelLaYoratore,, • Znr.lgo ♦ Oommlss1011e Eseontd1enlP.S.I.• ZURIGO l'f 1 anno, fr. 6,-; 6 mesi, fr. 3,-; 3 mes~ fr. NO 1922: ,50 I PER L'ESTERO: 1 anno, fr. 10; 6 mesi fr. 5; 3 mesi ' fr. 2,50 Il patto d'alleanza tra il Partito e la Confederazione In questi giorni si fa un gran parlare dei rapporti friai Partito Socialista _e 9i,ndatcati e idlella ,1possi.biilità o 1 necesS1itàche Ila Condje/demzione dei Sindacati denum,ci il patto e~- stente tra essa e iu P,mrtiito, staccando così l' organizzazione economica dall' organizzazòone politica. Quel patto d'alleanza è stato 1mo dei fatti più notevoli - e più benefici - nella stonia del moder,no movimento QJJeraio; e un fatto notevoli'ssimo - chi lo dice utile, chi lo chiama daininoso - sarebbe orn la sua rottura. Sau- à Quirudli opportuno. pure senza adldentraroi qui in di- ~-oussioni e polemiche, vedere che cosa sia questo patto, il cu:iJcontenuto sairà certamente già stato dimenticato da molti compagni. Che, in altri tempi, tra molti di,r'igenti del movimento politico vi fosse profonda diffidenza verso il movimento sindacale, non occorre clire. A poco a poco [Però anche i più intraMigenti 1dlovettero convincersi che le or,gan'i,zz.aizionieconomiche erano un elemento utile, irndispensabile per la lotta del proletariato. « Sindacati e Partito 1 sono tutt'una cosa», disse una vola Aug;usto Bebel. E il Congresso sociailista. internaz,ionale di Stocca1rda sanzionò nel 1907 quel motto <lei grande socialista tedesco. Per la prima volta nella. storia del movimento sooialisk"• irnÌtenn~iona·le furono ammessi a quel Congresso t rappresentanti delle organizzazioni economiche. E dopo lunga discussione intorno ai rapporti fra Partito e Sin1dla.cati, il Congresso di Stoccard:i nel 1907 votò una risoluzione. nella quale si affermava cM Iato tra ii! Partito SociaLista Italita.no e la Corufederazione Geineraleidel Lavoro il così detto patto d'alleanza.. Diceva dunque quel patto: « Richiamata la mozione di Stoccarda del 1907, eh.e, in linea generale, stabilì le relazioni che devono intercedere fra i Partiti volitici socialisti e le organizzazioni dei [(IVoratori, nonchè la convenzione di Firenze dello stesso anno, colla ouale ,·ennero fissati i mpporti fra il Partito socialista italiano e la Confederazione generale del 'lavoro; riconfermate l'indipendenza e l'autonomia della Confederazione e del Partito, ciascuno nel suo campo; affermato cioè che la Direzione e la .responsabilità del movimento economico sTJettano alla Confederazione del Lwvoro e quella del movimento ,rJIJ{uico aflà Direzione del Partito, e in;-ltre che i Sindacati cur.'•?demti ,nspirano la loro propaganda a concilti profondamente S1)- cialisti e 1-,·1ocurerar,11d0i colfr:borare assiduarr.ente al . 0 artifo per il raggiw1gimento dl'lle idealità conn,ù; il Partito socialista italiano e la Confederaziorze generale del lilvora, a mezzo delle loro legittime raooresentanze.... riunite in Roma n.ella sede della Direzione del Partito, ·con- ''engono quanto segue: 1) lo sciopero e le agitazioni di carattere poUtico nazionale saranno Proclamati e diretti dalla Direzione del Partito, udito il pa.rere della Confederazione del Lavoro, la qual.e, in ogni caso, si impegna a non ostacolare l'attuazione delle deliberazioni della Direzione del Partito. 2) lo sciopero e le af!itazioni. di carattere economico nazionale saranno proclamati e diretti dal.la Confederazione, udito il parere della Direzione del Partito, la qual.e si impegna, in ogni caso, a non ostacolare: la deliberazione confederale. 3) siccome ci sorw questioni che vossono ess<:re valutate per prevalentemente politiche da.Ua Direzione del Partito e per preval.entemente economiche dalla Confederazione, o viceversa, e quindi possono far sorgere c~ubbi e conflitti di competenza, si conviene eh.e, tutte le volte eh~ la Direzione si radunerà, trasmetterà in tempo il proprio ordine del giorno alla Confederazione del Lavoro, perchè questa abbia modo di avvertire la natura degli argo,nenfi posti all' ordine del giorno e al caso interverdre di diritto, mediante una sua rappresentanza, aUa seduta del--. la Direzione. Altrettanto sarà latro per le sedute del Consiglio direttivo e del Consiglio nazionaJ;edella Confederazione del Lavoro. 4) sempre allo scopo di con.servare i migliori rapporti fra i due orgunismi, la segreteria della Confederazione e della Direzione si terranno continuamente in corrispondenza fra di loro». Ecco li patto d' aleanza: patto, che finora diede ,sempre ottimi, frutti. Ma ecco giunto il momento in cui a.lcuni -::redono che intorno alle ,divergenze non sia possibiJe trovare l'accordo; il momento, ;>er conseguenza, nel quale aJcuni credono s.ia meglio staocarsl. Noi al}biamo cliichiarato sopra che non vogliamo addentrarci qui in polemiche e disclbSSliOni; e, del resto, non potremmo fare altro che ripetere cose già 'dlette molte volte. Una sola 1parnla, tuttavia, vogliamo d,i,re. Molti compag.ni, specialmente fra, i <linigenti il movimento sindacale, r,i- ~engono éhe, una volta avvenuto il distacco dal Partito, L fascisti cesseranno cli perseguitare Camere df'! lavoro e Coopeirative. Ma no:1 vedono costoro che il faiscismo è speci:.11mente riv:.:lto contro ,le or1;aniz7,lz:ioni economiche del proletariato'? O che oosa importerebbe agli :ndustri:i~i e agli agirari un:t d,Jzzina più o meno di deputati sod:1ht: :il P:.irlamento ? A costoro import:l •èiebe!-- laii: le organizzazion: economiche. E 0i1i ,;:1c0ra ne d':.i~;bsse. nrrn h:i che a rik,g,gere le paruie di ìv1us,olini, udite __g_al nostro i:.;enosse in tre. no e riie1 ite, alourne S-9tf"m:inc fa, Sil queste stesse colonne. Muttilnt,...,.,, Il ., -· . ---,. . . -. --- ...... - - e doYe li pot,rà a.vere, l'attendiamo ne!la lotta sindacale. AI<l'a proYa. E la prova segnerà la sua crisi terribile. Un ammasso caotico che si sfascerà. che si spezzetterà, appena il cemento del solo antisocialismo distruttivo, non basterà più. Carlo Pisacane Uniti ora nel baston;irci, si bastoneramno fra loro domallli Lo presentono e lo t,emo1110. Sarà que\1la la nostra allegra vend-etta. F, sarà anche la loro meritata espiazione. Leduefacceidellraeazione ~r entre l'offensiva Yiolenta del fascismo sembra sostare. per 1ascra,re il posto a!- l'opera di inquadramento dei lavor:itori attratti. per amore o per forza, nelle Corporazioni - si sviluppa aper.tamente, senza più alcuno d'i quei pudori che c:aratterizz,wano una volta l'azione della democrazia al potere, la reazione legale C'ontro· la classe lavoratrice. Gli organi dello Stato sanzionano e avallano apertamente la violenza fascista_ Le squadre d'assalto occup-atno i municipi e il Governo scioglie le Amminist1mzioni in isfregio alla conclamata sovranità del suffragio universale. Le squadre occupano Le Camere ded Lavoro (' le Case del Popolo, e l'autorità. a sua volta, inter.·iene per sgombrare i locali ... riO'ccupando'i per tempo indeterminato. Il fascismo chiede le punizioni più feroci contro i fenrovieri e i postelegrafonici scio-peranti. e il Governo cede e punisce. Il fascismo affama i lavoratori di :vfoJi. nella importando la mano d'opera dafl~ province vicine. e il Governo finge di i<;norare il feroce boicottaggio: -non solo. ma la favorisce esclucLelnclo i serrati anche cl.a-i!avori delle bonifiche ... E potremmo cita,re altri fatti. altri epis.odi. per trarre la stessa conclusi'One: per opposte vie. Governo e fascismo integrano la loro azione vo],tia aWunico obiettivo di ricos.truirc l'ec()ITlomia nazionale. rovi- '1:éltadal.la guerra. sulle .macerie delle org-anizzazioni classi~te. CO'T1 il sudore ed i• sangu,e dei lavoratori. E' uno dei vrimi socialisti d' Jfalia, d'Europa. Nato a Napoli, il. 22 at•rile 1818 - tredici giorni prima di 1\11-arx - si DUÒ dire che egli è. nella concezione materialistica :fella storilr, uno dei precursori di Marx stesso. E con Marx ha comuni - sebbene l' uno abbia scritto indipendentemente dall.'altro -- molte tdee teoretiche e vratiche sut Socialismv scientifico e politico. Noll sarà quindi fu.or di luogo se, su queste colonne in cui si parla, giorno per giorno, cieli.e fasi attuali e di quelle storiche del movimento socialista, si Parlerà anche dell'uomo, eh.e r.tel socialismo moderno è un Precursore e le cui o. pere sona tra.dotte in parecchie lingue straniere, fra altro, anche i,., russo. Carlo. Pisacane rur.cQue,come gw dicemnw, il 22 apriu! 1818 n. Navali, da Gennaro, duca di S. Giovanni, e da Nicoletta Basile de Luna. Nobile, fu mandato a studiare tra nobili: al collegio diella Nunziatella, dove i giovani venivano educati alla professione d,elle armi,. Fu anche paggio a Corte; ma non cortigiano. Già nei primi anni di gioventù era fiero e incorruttibile. Uscifo dal collegio col gra.do di sottotenente del genio, fu abilissimo ingegnere ferroviario e stradale. lnta,Jto però incalzavano gli eventi politici, e Carlo Pisacane fu soldato della gran causa italiana. Partecipò aJla campagna del 184849, fu a Roma dove avrebbe voluto organizzare la rivincita, quando la piccola repubblica fu abbattuta dalla nuova grande repubblica francese. Imprigionato da,i francesi vincitort, dovette esulare; e a Londra, dove viveva dando lezioni, scrisse La guerra con,battuta in Italia negli anni 1848-1849. Ritornato in Italia si trovava a Gerwva nel 1856, allorchè vi era anche Mazzini, che però doveva tenersi nascosto. PiSacane gli propose la spedizione <fi Sapri; e il 25 giugno 1857 egli ed i suoi amici si imbarcarorw. anni di studio, non condotti a forbiturra di stile per mancamz.adi tempo; ma se qua-lche mio ainico cred~ Sll!PJYLke a questo d'i!fetto e pubblicar~ li, gliene sarei griatissimo. « Sono coruvinto che le fenrovie, i telegraifi, ,il migl'iioramen.to de1l'industri1, la facilità del commercio, !e maicchine, ecc., ecc., per una legge economica e fatale, finchè il dpairto del prodotto è frutto deUa conoorrenza, accrescono questo pr.odotto ma l'accumulano sempre in ristrettissi111,emani ed immiseriscono la moltitudine; e perciò questo vantato progiresso '110!1 è che regresso, e se vuole constclerarsi carne progresso, si •deve nel senso :che, accrescendo r mali dtlla plebe, la sospingerà aJ una ,crribitle nvo.Luviorre, -la Qual.e can~iando <l" un tratto tutti g1i ordinamenti soc:ali. volgerà a profitto di tutLi quello che ora è a profitto di pu.)1i. « per emancipare completamente il proletariato dal servaggio intelletti.Ude, politico ed economico, la lotta PoUtica re ia -J,ol..tal_f!conomica sono egualmente necessarie. Se la aitività del Partito socialista Si esercita sopratutto net, dominio della lotta politica del proletariato, quella dei Sindacati si esercita principalmente nel dominio della lotta economica della classe operaia. Il /.Jarlito e i Sindacati hllmw dunque un !,avaro ugualmente Ìmportante da compiere nella lotta di emancipazione proletaria ». J?unti interrogativi E' innegabile che !'-azione combinata <!eHa reazione. ne~ suo duplice aspetto dì violenza e cli apparente Leg.a]ità. trova un terreno propìzio di svilup-po •nel generale di<orientamento dei lavoratori. prodotto dagli aNeggiamienti diocordanti, e spesse Yolte disfattisti, di 1111!paarte dei dirigenti. degli organizzatori, i quali hanno coltivata -e coltivano l'illusione di fruttuosi compromessi coln Partiti borghesi, o di taumaturgiche virtt'.1 di uomiJni di Stato. di poeti 1e di politici. « NOi sottoscritti - scrivevano essi in una nobUisSima dichiarazione - dicluariamo altamente che, avendo tutti congiurato sprezzando le calunnie del volgo, forti della giustizia della causa e della gagliardia del nostro animo, ci sentiamo gli iniziatori della rivoluzione italiana. Se ll paese non corrisponderà <1l nostro appello, sapremo morire da forti, seguendo la nobile falange dei martiri italiani». ,, Suno convinto <.he l'Italia sarà libera e grande oppure schiava: sono convinto elle i rimedi come i1l reggimento co~tituzionale, la Lombardia, Jil Piemor~te, eoc., ben lun~i dailil'avvicinarla al suo rjsorgimento, ne l' allontaJTJano; por me non farei il IJTlinimo sacr~ficio per cangiare un mJinistro, 1per ottenere una oostit110icme,nemmeno pe,r cacciare gli austriaci daUa Lombair1d[a ed. accrescere ti regno samdlo; per me dominio di casa Sa:voja o domi111io<lii casa d'Austria è p,reci.samente lo stesso. Credo eziiamdio che il reggimento costituzfona:le del PJemonte sia più dannoso ali' ltal'ia che la tir.a.nni-de di Firancesoo Il. Credo flrancamenlte che se iii Piemonte fosse stato retto nella guisa medesJma"degli a1tri Sb.- t: italiani, la r,hrol'I.WÌonesairebbe fatta. Questo mio convincimento emerg,e /c1Ja1l' a tro che la propaganda del1' idea è una chùmera, che l' ooucaz~one del PoPolo è 111!1 assutt'do. Le idee riSll'ltano -dai fatti, tilOn questi da quelli, ecll IÌl1. popolo non sairà lilbero qu,amdo \sarà edlllcaito, ,ma sa.irà educato quando sarà libero. La sola opera che può faire un cittadiim.o per giovaire al ,paese è quella di cooperare 0.Jllarivoluzione materiale, e però cospirazjoni, cong,Ìll.Ire, ten~tivi, ecc., isono quella sedei di fatti attraverso cui I' Ital,la procede verso la sua mèta. Il iiampo della, baionetta di Agesilao Milano fu una propaganda J)liùefficace cli mille vol'llJ11iscrjtti 1 dla,i dottrinari, che sono la vera: peste del nostro, ,come d' og1ni altro paese. Poi la mozione delimitava il campo d'azione cli ognuno. affermava e::,- sere .necessario che « in tutti i JJaesisi creino deUe strette relazioni fra il Partito e i Sindacati». E qurindL precisava con le seguenti parole il còmpito che spetta a ognuna <leUe due pairti: « Il Partito e i Sindacali debbono aiutarsi e sostenersi moralmente nei loro sforzi e, nelle loro lotte, non debbono servirsi che dei mezzi che vossono aiutare l'emancipazione del prowtariato. Quando tra le due orgamzzazioni si nwnifestino divergenze di vedute circa l'opportunità di certi metodi da applicarsi, debbono cercare un comune accordo. I Sindacati Potranno adempiere cd ld.ro dovere nella Lotta emancipatrice degli operai soltanto se nelle loro aziorri si lasceramw guidare dallo spirito sociaUsta. Al Partito incombe il dovere di promuovere lo sviluppo df3i Sindacali nella loro azione, tendente a sollevare e migliorare le condizioni sociali degli operai"· Aveva dunque ragione Bebel, di cui g-iova, ora più che mai, ripetere le parole citate sopira: « Sindacati e Partito sono tutt'una cosa"· Dopo il Congresso idi Stoccarda I rapporti fra organizzazioni politiche ed economiche operane si andarono quindi facendo, un tutti i paesi, sempre più intime; e per quanto riguarda I' Italia, dal 1907 in poi quei rapporti furono sempre intonati alla mozione citata or ora. A poco a PoCO, però, si fece sentire ne Partito, di giorno in gi01111p0iù vivo, il desiderio di stringere ancora più di vincclo creato a Stoccarda. Si andò per molto tempo ohleclendo un vero trrattato, che delineasse ancora più nettamente i due campi d' azione. E al 28 settembre 1918 fu stipuXon •ono tutti inni trionfali ne: camf\C: fa~cista. I capi si sent-ono pieni di incertezza .._ ,\bhi-amo fatto bastonare, di- <-t rug-g-('re. .-\bbiamo pestato i soclaiisti, buttato all"aria le organizzazioni pro:etar'e. abbiamo cacciato via gli eletti del popolo dai ::.1unicipii - si dicono - ma ora, che si fa? Siamo un grosso esercito, a qual meta Jo dirigiamo in combattimenfo? A conquistare tutto lo Stato, a prender i] potere? Per chi? F. per che cosa? Repubblica.? Repubblica. democratica o repubblica aristocratica? Accettare J.a monarchia con Vittorio Emanuele III o co: Duc;i d'Aosta? Dittatura? D'un solo? E chi sarà? Od un col!egio di dittatori' Si trnvera,nno? Generali o borghesi? Tecnici o retori? Program1ma minimo invece? Elezioni generai.i politiche a b,11evescadenza? Un centinaio di ,deputati? Penetrazione nel Governo? Affari, posti, influenze? Con quale linea politica:' Per l'im1perialismo italico? O H·rvi degli interessi francesi? Economia? Riduzione di spese? O grandi lavori pubblici per fronteggiare la disoccupazione? Aumrnto di entrate o riduzione di tasPagheranno i ricchi o la povera gente? Imposte dirette d indir,ette? Azione sociale in difesa de.] lavoro o riduzio11e dei salui C'd aumento degli orari? Agli inscritti nei Sind;icati Xazionali. cl'opo il tricolore invece de!La. bandiera rossa,. che daremo? Le dieci ore? O difenderemo le otto ore? Faremo ridurre le paghe 10 difenderemo I-e mercedi attuali? E se il caro della vita continua a ,alire? E se i padroni resistono: sciopero o rassegnazione? E se « serran!O' »: occupare le fabbriche o sfila re ill' parata, gagliardetti al vento? Organizzare solo gli operai? E pe-rchè non organizza,re anche i padroni? Ma co1otecaGino Bianco mc si potranno metter d'accordo? Saremo capa.ci cli accontentarli tutt!i -e ~ue, quelJo che deve dare e quello che deve ricevere? La folla. deg~-i interrogativi è tremendamente paurosa. E non finisce mai... La Francia ha il terrore della propria strepitosa vittoria militare. Vincere troppo è un male. Occorre che i~ proletariato trovi. ne! suo ripiegamento. una linea ferma e sicu .. ra ed i prosslimi Congressi del Partito' e r!e1la Confederazione - non ne dubitiamo - diranno una parola di chiarificazione e di orietntamentlo ideale. }fa occorre anche che i compagni non abbandonioo al loro crestino le masse tra_ scinate al fasdismo. Gra'!l parte cH esse ha subito una violenza, se non materiale. morale. ed è a,ncora oon noi con l'anima e con il pensiero. La -più attiva. intensa propaga'llda di pensua...c;ione -e di rincuoramento de,·e es~ere svolta fra questi lavoratori perchè essi non perdano completa.. mente. net nuovo amMetnte mistificarore. la coscienza della ineluttabilità della lotta di classe e dell'avvent'o del Socialismo. Il fascismo - pari<menti - ha l·a, preoccupazione del propri'o rapido ·successo. E' un torrente go[Jfio, straripante. incomposto. C'è di tutt,o là dentro. )Jaziona!isti, reazionari, sovversivi, repubblicani. democratici. sindacalisti, rivoluziJOnar'i cl' ieri mal convertiti. malcontenti sopma,. tutto. Gente in buona ie<le e crea.tori dJi avventure. Gente trascinata. costretta peir paura e gente che segue semp-!Scemoote l'onda che va e come va. Conver- Opera tenace e continua, se pure mosioni in ma...<sache non sono oonversioni, desta. mia che •non mancherà cli da,re i ma. gestj d"opportunità e forse di tatt!C'a c,uoi frutti ne] prossimo avveni,re quando osti~e. Mantener unita. coordinare tutta il fascismo. diventato oramai pletorico, sta roba. e-eco il problema. Jnso'.ubile carico di responsabilità. lacerato dal disproblema. sidio inccJl'mabile fra i bisogni dei lavoIl fascismo se vu!ol essere partito di ratori e le pretl'S<l degli agrari e deg,1i dnmasse, non può esser partito di conser- <lustriali. ~i mostrrerà quale realmente è: ,·azione. deve cli,·entare partito di rivo- frutto della grand'é crisi degli spiriti e luzione e la gente port'ata via con la vio- de:le coscienze in cui la. guerra e il d'isalenz.a al ~ocialismo dovrà necessariamen- st ro economico hanno ~ettata l'umam.ità te ,ritornarla al sociali~1mo. Se non vuol intiera. aver delle organizzaz. sindacali deve per __,...,,,.,..__,.,,....... ______ -.=,.,,,,,,.,,_,,_,,_ fcrza.. deve necessariamente rinunci,a,re e f d. d acl es~e,r partito dl ma-sse; deve acconten- onerenze I propagaan tarsi di diventare un gruppo ristrettlo di intel'ettuali. di dirigenti. Se vuol avere delle organizzazioni sindacali deV'e per forza •di cose fane della lotta di classe. porsi contro il padronato rivoltarsi e far rivoltare le turbe contro coloro che l"han,no mantenuto fin qui. Xon va~eva la péna di bruciare tante Ca,- mere del Lavoro, tant'e Cooperative ... La oollaborazione di cl'asse nella distribuzione della poca ricchezza sociale non esi- "l'e nella vita. Può esser una formula - parole, parole - non una realtà oOl!lcneta. Xoi attendiamo il fascismo •all'opera, non pit'.1di demolizione, ma di ricostruztonc. L'attendi.amo al Governo più o men.o dittatorial'e, l'attendiamo nei Comuni, se La Direzione del P01rtito ci comunica che fra breve invierà i compagni on. Vella e Cazzamalli a fare della propaganda fra gli emigranti. Tutte le Seziom Socialiste, i Sindacati edili, le Sezioni deJla Leg,1, Proletaria e le Cooperative che vo. lessero approfittare per organizzare una conferenza o due (giacchè vengono a.d un periodo di distanza l'uno dalf altro) conferenze, devono invia,. re la loro adesione accompagnata da fr. 25. Con questa somma la C, E. provvederà a tutte le spese, pei manifestini e per gli oratori. Volevano, cioè, rivo/,Uzionare l' Italia meridionale, e speravarw che, al loro sbarco a Sapri, il paese avrebbe risposto. Qua.si nessuno, invece, ii seguì. La pOpotazione era loro decisamente ostile. Il moto rivoluzionario falli. Pisacane fu massacrato dalla' guardia urbana e dalla popolazione stessa il 2 taglio 1857. Il testamento politico di Carlo Pisacane Mori per l'Italia,, per la patria. Ma, al di sopra della patria italiana Carlo Pisacane poneva l'Umanità,-' al di sopra della questione nazionale vedeva più grave e ptù urgente la questione sociaJ.e. E codeste sue idee sono chiaramente espresse nei suOi scritti, in prima linea in quel mera. viglioso Testamento politico, che egli scrisse al 24 giugno 1857 vigilia del suo imbarco, e di cui v~gliamo riprodurre qui i brani più salienti: « Nel momento d' imP'rendere una arrisdtiata impresa - scrive il grande rivoluzionario - vogJio manHerstare al paese le mie ()IJ)inioni onde rimboocare la oritioa del volgb corrivo sempre ad applan.tdire i fortunatJi e maledire i viinti. « I miei pri1J1cip1politici sono abbastanza. noti; io credo che il sOlu sodal.ismo, non già i sistemi francesi, infwi1nati fotti. da quell'idea monarchica e di$PCYticache predomi11anella nazione, ma ~l socialismo espresso nella formwla «, libertà e a~- sociaz,ione », sia H solo awenire non lontano dell'Italia, e forse del!' Europa; ,questa mia idea l'ho espressa in d11evolurm, frutto <li circa sei « Alcuru dicono che la rivo1uzionc deve farla il paese: ciò è incontestabil.ei.Ma 41. paese è composto di individui, e poniamo il ca1SO che tutti as,pettassero questo giorno senza congi,ura.re, la nivoluzione non scoppierebbe mai; wnvece se tutti dicessero: la irivoluzione deve faT'la •il paese. di ou.i ,io sono mia partk.eUa infrinitesimalle, e però ho anche la mia parte inf,i,nitesi1113Jleda comrAi,ere, e la oompio, la r1voluzione sairebbe liimm1ediatamente gigante. Si potrà d~s- •sentike rdiailmodo, dal luogo, dal tempo 1 d'i una congi1.IIT'0m., a dli.slsentire dal Pl1Ì!nCÌ!Pièlo assurdo, è ,ipocrisia., è nascondere un basso egoismo. Stimo colui che approva il oong,iurare ,e non congiura egli stesso, ma •non sento ohe disprezzo ,per coloro ,i quali non solo non voglioQo far nul101, ma si oom'))iacciono nel biasima• re e maledire coloro che fanno. « Con tali principi iaivrei creduto maincare ad uno sa-oro dovere, se, vedendo la ,poss-ibiditàdi tentare un colpo in un punto, i11 tm luogo, in un tenwo opportumissimo, non avessj impiegata tutta l' o'))e'ra mia per mandarlo alCi efietto. Io non ispero, c:>m~ alcuni oziosi mi dicono per srhermLnsi. di essere il sailvatore della fJatrfa. No, io sono convinto cbe nel sud lai rivol,uzione morale esisk.: sono conviinto che un impulso gagliardo può sospingetlo al moto e per::, il mio scopo, i mliei sforzi s-,~ n , rivolti a mandare a COITl!P1ment0 una ·congiura, la quaJ,edia un tale impulso; g:unto a~ luogo del1lo sbarco -che sarà Sapri nel p-rJlncipato ci-te~ rfore, per me è la vtttona, dovessi anche IJ)eriire s111patibolo. Io, individuo, CO'llla cooperazi'one dli tanti gcnerOSii,non posso che far questo; il
resto dipende dal paese, non da mc. Non ho che i miei affetti e la mia vita da sacrificare a tale scopo e non dubito di farlo». Queste le paro!e, questo il testamento che Carlo Pisacane scriveva, ,,rima di andare incontro a morte sicura; e il lettore non ha llisoi:no che noi facciamo rilerare quanto vi e già in esse di pensiero socialista. marxista: dalla teoria de/i' accumulazione del capitale nelle marri di pochi a quella delr immiserimento delle rnoltittulini. Quali profonde radi,;i o\'esse poi nella mente di Carlo Pi. sacane la teo, ia del matericrlismo storico, inseg1lalaci poi da Marx e da Engets, lo \'edremo nel prossimo numero. Lega proletaria L'I mpadensa dell'opera naslo• nale degli ex eombatteotl. Cotz un nostro articolo di alcune settimane fa esponemmo chiaramente la turlupinatura usata da parie di questa istituzione nei riguardi dei reduci riespatriati in /svizzera, quindi regolarmente in diritto di risiedere alf estero perchè risiedovano prima del loro incorporamento militare. I signori maneggioni dell'Opera Nazionale, avvocati senza cause, cavalieri senzcecavallo, professionisti a spasso, non appena fu istituita l'Opera stessa con 500 milioncini del popolo ita!iano a propria disposizione, diedero l'assalto per la conquista. Difatti essa è infestata da arrfristi senza scrupoli. E' arcinoto che in /svizzera dovrebbe esserci una succursale, o per lo meno stanziare un fondo adeguato ai bisogni degli invalidi di guerra. Il Consiglio di ammi.nistrazione lo aveva soJ,ennemente Promesso a Ginevra nel 1920 per ·bocca deU'avvovato Zanchi, suo consigliere autorizzato, ma fino ad oggi non un centesinw è pervem,to in /svizzera dei 500 milioncini. Forse che si stiano praticando i sistemi soliti ? Cioè favoritismi od altro e norme di non lontana memoria, come per esempio la distribuzione dei fondi per i colpiti dal terremoto in Sicilia ed altrove ? Nel nostro articolo precedente accennavamo al caso pietosissimo del grande invalido di guerra Marchioro Attilio, residente ad Amriswil, con franchi svizzeri 2418,50 da pagare all'Ospedale di Amriswil sotto pena di espulsione se non versa 50 franchi mensili, e proprio in questi giorni ci viene comunicato che il Consiglio di amministrazione dell'Opera Nazionale per i combattenti, ha deliberato di no,l pagare le spese di cura incontrate da smolJilitati all'estero. Anzitlllto essa nega il diritto a cittadini italiani di curarsi perchè residenti alt estero, quindi una vera soa µraffazione a!l' elementare diritto acquisito di ritornare dove lo smobilitato risiedeva prima del provrio incorporamento. Inoltre, nel caso specifico del mutilato Marchioro, esso fu costretto a ricorrere subito all'Ospedale per la gravità del ma!e prodotto per la riapertura di due ferite, non essendo trasportabile in quel tempo, qtrindi lof:!icamente ·fu giocoforza il ricovero"' all'Ospedale. Perciò, signori deU'Opera Nazionale, non intendiamo di sottostare al draconiano vostro inumano provvedimento. Abbiamo interessato nuovamente il nostro Comitato Centrale di Roma affinchè Si finisca la triste commedia. Il Comitato direttivo della Lega Prcletaria. Pagine di propaganda Rousseaulaproprietà s· crede per parte cli moltissimi chf2' la teorica :a quale nega il p,rincipio della proprietà sia una concezion<' filo-ofica e r,olitica dei tempi nostri. concezione ~frattata dal socialisti per i propri fini particob risti ci di partito e di classe. Sarebbe facile invero dimo~trare come l'istituto clL'h proprietà abhia avuto in o;rni tempo a n·enari dcci<.; e convinti a cominciai'<' propria.mente dai ... 1,adri della rhie,a ( <-chhcne OJgidì i cl'~crpoli cli Pietro e di Paolo trovino molto più comodo e rimunerativo proclamare dal pcrg-amo che L1. proprietà fu yo)uta e crc 0 ta eh Dio!). ~ia in un hrcvc artico'o di )!i0rnale non è possihi!c un esame profondo cd anali1 ico c!c'l?. qucst;one into•·no a cui si dibatte al pre~cnte la società ci,·ile come un mare ,n tempesta. Ci basterà rico.clarc il pensiero di Gh.n Giacomo Rou%e"l.u (il più grande dei filo- -cfi frances: del ~ccolo XVl J [, pcn,ic,ro che ebbe tn~a ripercussione immc115,1. sui contcmpuranci e che influenzò ·11 via clirettissima tulio il movimento della Gran_ dc Rirnluzionc:. Ci:111 Giacomo Rousseau tr1tta !'argomento deJ',1. proprietà un po· in tutte le sue opere ma •pccialmeute nel « Contratto Soci3 lc e ,e! « TY ,cor~o ,ull'orig-inc e i fon<lament· clt."Tug-uag-lianza "· '\"el « Contratto C,ocialc •. che vide la. lure nel 1;62. Rou•,ca.u con,idora la propr· età qua<;i come un ma1e sociale necessario perchè es5cndo l'uomo u<;cito dallo « ~t:•to <11 natura (il quale stato rap1>rcse,1tava h ccua felicità) e<l css!)n<Tosi orclin:ito in consorzio. con speciali pattuizioni e concessioni reciproche. era naturale che a cia 0 cuno fosse conce,,;o cli !?'Oclere in modo duraturo di que:lc cose c!elle qu,di aveva eia lungo tempo clclcnulo e d:feso il possesso. :O.ra i• • Discor~o c;uJl'origine e ,ui fonclamcnti clcTug-uag:lianza . che compnr,·c nel r;.;i:;. è il naturale proemio del « Con_ 1,·atlo c;oci:-lc . cd in es~o l'autore affer- m, ~~nza c,itazione che la proprietà è l'i,titu o che mae-giormcntc h:~ contrihu·to a 1>rO\'OCarc la disuguaglianza fra gli uomini creando i ricchi ed i poveri c:cl è ocrciò n~tituto che sopra tutti gli altri i; conclannevo'<e. E di t:1nto sdegno si sente in/\ammato ;I filnsofo cla far'o proromoorc in questa t?,w.'\.ra in,·ct.tiva: • Tl primo che. avendo chiuso un torreno . ._j peritò di affermare: questo è mio e tro,·ò della venie co,ì semplice da < r0 lrrg-1:. c<'~tui fu il vero fondatore della società moderna. , ()1·a11.ti delitti. Quante g:uerre. quante Ftral"i, quanti orrori avrebbe risparmiato al e-enere umano colui il qtnlc. schia.n1:tn<lo i pali e co!mando i foc;si. a,·csse gri'lato a= <uoi simi'i: g-uardalevi clall'a- .,colr:,rc 011csto imp~tore ! Voi siete perduti se dimenticate che i frutti sono di tut;ti e che la terra non è di nessuno! ». E più oltre Rousseau proclama che essendo I.a. rli-tinzione fra ricchi e poYeri tm portato 101:ricodella proprietà. ad essa :-i dc,·ono tutte le calamità umane. « F.' così (egli diice) che le usurpazioni ,lei ricchi. i ladronecci dei poveri. le passioni sfrenate di tutti. soffocando la pietà naturale e la, ,·occ anco.ra debole della giustizi.a. re<>ero g-li uomini avari, ambi7iosi e catti,·i . Dal diritto di proprietà tra.ssc,ro origine le t;"Ucrre non· solo tra individuo e indi- ,·iduo ma tra gruppo e gruppo c. quindi, fra nazione ,e nazione. « T più onesti appresero a contare tra : prC'pri do,·eri quello cli sgozzare i loro siri,ili: si videro in ultimo gli uomini imassac~arsi a migliaia senza sapere perchè. Si commettono più ~tragi in un giorno di combattimento e più orrori ncll·a presa cli una città che non ne furono commessi. dui;.rll<' lo stato di natura. in secoli int<.,ri su tutta la faccia della torra •· (iu(sta l'opinione logica e profondam;~te ragionata cli un uomo che ha la,.. 10 A ppendlee dell' e A. vvenlre del Lavoratore• IL TREBB·IATORE Commedia di NATALE VILLANI MAl:RffiA.- A lui! ,(si~cfQnorvicino al tarvt<))o ia oomporne il imazz;o). ~6SE fjoame 1Mairia). T1u isei ;yecchiio. MAIRJOO. - iNCtn Ili vonr,o~. Non mi pi.aidoi<mo quei p,.pa;v·erli. tMAJRILA. - A !ui pia:coion,o ,g:it aJtTi tia 1il igiooUo idi llaisciare ia~dare ,un una1ntrovkl901o) iaom:i ,qu«Ilo 10he ha preso 1 da. me fi" :aibno.gJonr~o, quando mi tro- •V'iali .sola <JQn 1lui. AGl'ffiS.E. - Beroh è, per;dhè ? Racconta. MARlt<\:- tl.Jtri 1~0 isa ,~Itpemdhè ie se farà iaOOQra llTl ~t1K> iaame q.uel:O, lo idico 1al ,oOm~no Olav,an~rii. MAJOCO.- No, IJ)~r ,oairità, .diHo ;piuUo- .s,o a:l ,pm-roao. Mi iiara.q~i meno verigQgma. iMAIRilA. - iBondhè s,ai idhe 1dat painroco 1rbQn. •di ivaido p:ù... E poi pizz~ca .ainioln dui. AGNESE 1(1S1(1!1lllte pn~ran.do il ,mazzo). - E a,llor'.a 1per,deirai ,ia supplica, il ,dono ,della parrr.aocfuia quando ti spas~ oQ.lla festa d~I ,naccoH.o. .MAIJ'1I,A.- .: Ma il oompaYJOO Giov,irirni mi ha promesso Lm ·bC·Ir~galo a noime id.ella Coopcr<lltiiva se non mi .sposo in ohiesa. Poi -901,0 1d' accor,do col nnlo Brano e :bastta. AONmE. - ()u;a111d' è ,così, mi Qposerrò anah' i-Osdlo in Comune. MAIRiCO. - IMél! si può .sapere iQOl\ane iiate lddi pa,p~vori? AGNESE. - Non lo p<msa nC.él'nohe, k1i, ,a dhe sellV10rlO. MiAJRlLA. - Lui pcn1sa ®lo a ·be.re, e il vino 1g:!ifa pencl~e a<ndhe la memoria. AG\'1ESE.- P>Clr .ai\ljC;re un li1iro<I.i ;vino fin tPiù ali ,gi1Ql100 .ha r if\~n-0· ato alllkl /tessera <leN-a <Oa!.11ne e ,ckll latte. MARCO. - lo •son.o,un l\-,og;eflaria,111O e ,mt pi:tC!':" il ,prodot/:10 1 de,fo vigna. MA~iA. - Tu 19C•i,un u!Jria,oone e ti pia<oo da,re j pizzicdtti a,]lerr~a-z,2Je. M'Al~CO. - J.o non ,ho diritto a,lllamote? MAIR\LA. - iRre.i1di mQgdie, runa lde,l'la. Lua crtà. Vi è @ià ,il pa<nroco a oui 1piaadi•onp le 1àc;1111c ,ck..g!i 01'.'tri. MAIRJCO.- Sono Neioahl<>. ,nesstmo mi ,'V!UOle. Neamfue la Pina; diQe a.nohe ilei <dhe 1b<Wo tro~po. E poi rrni nnam- ,oél'no i saldi. Finirò ,cdl prc.ndetrc ua I eca l:i1no Ianco L'AVVENIRE DEL LAVORATORE sciato uu solco profondo nella storia ddla frtt<:ratura e della scienza. X0; 11011 aggiungiamo commenti che sarciJhcro ce:rtamcnte impari alla gra•1dez7a ècli·opcra e del suo autore. ,\v,·. U. RTCOLFI. Nel campo tessile Lo !-riopero del gommificio Lonslroff ad \arau ha tro,·ato !a sua fine una scttim na fa g-razic a!l'intcrv.cnto dell'ufficio c-•nton:i!c c1· ronciliazionè. Gli or,er.ai do- \·cttero piegarsi ad una riduz'one di sal.!rio deln~ % cd il contemporaneo nnmrnto dell'orario di lavoro a 52 ore. coi:icci1ì· e«si gu:1dagncranno in 52 ore ciò rht· pn·ndc\·ano in .:1~ ore di lavoro. TI p-;,<lro11c cbhe pure intenzione cli us:irc r1ellc rapµres:iidic co' g-ettan• ~ul la•tr:co 1·•1a dozzh:i di operai. Da p:1rte dell'ufficio rii conciliazione :?li venne però rispo- «to che in t1.l caso l'ufficio di conc'liazioPl' a\-rehhe co~tretto ·1 padrone a riprenc1t-" tutti ~·i opcr:1i od a riunciarc :all'or:,rio di ;2 ore .. \ ll'indomani della !-eduta riel 'nffì<:io di C"11cil'1.zione chhe luogo .un comizio <li prote,ta <la,·:inti alla fah- ),rica il quale incuti, una paura terribile "•I proprictuio della hbbrica malgrado la protezione Jiolizie~ca 'a•·gamentc usatagli {.;n comizio ·11 g-ranrle stile era c;tato prol1,;;,., dal g-cl\· mo argoviese. cosicchè solla11t1, 300• per•one ;,.c,c;ic;tettcro. ai quali ;•·•rlò i com;1:1;?no clott. \. Schmid. c;c- ;:rc-•.,,.io ciel p-artito <.ocia!ista cantonale Il processone rimandato Su ista.nza dell'accusatore, i! quale è in cerca, evidentemente, di nuove aggravanti contro gli accusali, il processo contro i coim·ofti nella graviSsima congiura ad Arbon, di cui scri\'emmo neU'uttuno ,wm., è stato rimandato al 15 seff. Non possiamo quindi comunicare ancora le condanne inflitte ai congiurati. Diamo invece i nomi di r1uesh ultimi: Mo. roni Fedele, muratore; Svol.adori, ,ne/allurgico, e sua mo[!{ie; Stoeckli e moglie; signora Weber. La condanna, immancabile, di ouesti pen·ersi rhe al'rebl>ero congiurato contro l'onore del più « pu. rr » cittadino di Arhon, è attesa con ansietà. Tutti si augurano che sia esemplare e ri-al;ilifi per ora ,e per sempre, fino alla consumazione dei seco:i, l'immacolato accusatore Parenti. Al momento di andare in macchina avprendiamo che tre (diciamo tre) redattori dell'Av,·cnir~, sono stati invitati a mesentarsi da! giudice istruttore. per la faccenda della co11- !!i11ra contro l'onore del c0munista Parenti. Non sat>fJiamo ancora se come testimoni o... congiurali. Uiferiremo. li marco e lacorona Austria e Germania si trovano alle strette dell'imminente catastrofe. La loro econom·a csaw,ta non regge oltre al gra- ,·amc diclle indennità imposte dai T,ratlati di Ver-aillcs e San Germano. r: marco precipita rapidis~imam.cnte ... La corona è s,·alutata fino all'inverosimile. F, mentre le due n:1zioni. legate da'la stessa l'ngua, dalla storia comune di parecchi secoli e d:alla stessa dolorosa iatalità degli ultimi anni - Jclfla quale ug-ualmente rc:.,ponsabili sono i loro capitali,mi vinti e · capitalismi vincitori delrJ ntcsa - cercane, con ogni mezzo, bussando alle porte nemiche. umi iando l'or- '.{oglio amaramente scontato di caste e di cet· apparcnLemente vavolti da' palcoscenico della politica dell'Europa centrale, ili risolle,·arsi e di ,·ivere. in Francia Poincaré-la-guerre brancli,ce. ancora una ,·olta. lo sciabolone dei Brenno, minaccian• rlo la pace de' mondo cli nuove •:1nguino«c an·enture. La causa del marco e della corona as- ~url?:<' og-g-;. quindi, a problema. capita.le., di ,·ita o di morte:. per il proletariato inl<'rnaz onale. il quale d<',e ,·igilare attentamente contro le rinno\'ate manovre: im- •Je•iali•tiche d~I capitalismo franc<!Sc. L' \ ui,tra e la Germania non debbono perire. •r1 loro pro'e:ariato non de,·e riclllr,i in ischiavitù completa per riempire le cas-.c dei banchieri francesi. inglesi cc~ . ,; an1cncan. Lasolidarietà in ernazion infligge un'umiliazione al fascismo. Le ~c5ta brigantesche del fascismo italiano hanno commos~o e indignato i lavoratori coscienti di tutto il mondo. Recentemente I' Internaz:onale sindacale di Amsterdam inviò a! Governo italiano un vibrante appello-protesta contro la ~ua inerzia e pcrchè pron·eda alla .difesa delle persone e delle organizzazioni, come richiede la stessa le~ge borghese. La ~ecom';a Internazionale ha pur essa in,·i::i.to :11la Confederazione del Lavoro italiana t•n atte,talo cli simpatia. per i la,.. var:1tori italiani e cli protesta contro i 'oro as~?..s;;ini. Or1.. dalle attestazioni e dalle proteste • \ crbali i lavoratori deg!i altri paesi pass~.no alla solidar:ctà pratica. l, n piroscafo italiane, I'« Emanuele \cca.m • , equipaggiato complc,t:1mentc eia fascisti. approdato a Ca-rdiff, fu boicottato dai larnratori inglesi. Dopo parecchi giorni di peripezie e trattative e dooo che l'equipaggio f;iscista ebbe rila.0 ciata un'apposita dichiarazione. i compagni d'Inghilterra accon- "entirono a scaricare e ricaricare i; piro.. -.cafo. In proposito. i giornali riferi~cono: '.\~f.;"Yie•e. f g-ommai d: ,\aran però 11011 .,,,,,""""""""''''"""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""" Il pro'etarr,ito italiano ha avuto in quc- "''1 g-iorni prove di solidarietà dall'Intcr11:1zion1.le.dai lavoratori clei porti inglesi. c!:li 'rt\'oratori ame:ricani. contro le vioJcn_ z.e incn'.llfrahili. e ancora purtroppo -scar- ~:--,mcnt<> conosciute al"estcro. ciel fascismo. « Come i: noto •· « Accame • aveva po.. tuto ancoral'"'C a Cardiff per I.a. intromis- ;ione di un altro pi,roscafo italiano, ma il boicott:?.ggio era continuato con la mas- •ima se,ierità. impedendo così qualsiasi oper,1zione cli carico o di scarico. ,i cbnno per ,+1ti coci faci 1mcntc l riPrc•;•c!,r:inn<> !a J0t1a appen'l che le conc!izioPi !'Hanno al'1t1a11lo miglic,ratc. Comizio tessile all'Ufenau. - no,mcn:- c:i 2; 'lr:"O<;t<> 'e ,ezioni Zurig-o. \\'adè-n- ,-,,iJ. Thah, il. Eg-g. ~lanneclorf. Stafa. T{appcr,w·il com·enrH:ro cull'isola Uienau onde coltirn-c un po· la ,olidarietà e pas- ,~~L :i.lc1111.:ore lict.e · 0 ssiemc. TI convegno rilisci oltremodo bene e radunò una bella ~chic-ra cli lavor1.lori e la,·oratric' tessili cl,-11,r:,e ck· l:i!!O e dell'Oberlancl. Il èom1•a•·1o .\lhrrto \\"yss ténne una bella conleren7a •11lla situ:1zione 1ttuaie e la necc-,ità cli fortificare· l'organizzaiiome sinc1<..cale. I vi11nti pa,rlirono poi col battellc, per le loro r' <.r,cttive 'ocalità. Certi rivoluzionari Il direttore del g-iornalc «L'Azione•· ci fa sapere eh" il prof. Gramsci. altro direttore pure de!l'« Ordine X uovo•· sia scappato provvisoriamente in Russia. Benissill'o. ntol dire che fa concorrenza at"on. ;1ff<-i-ano. che voleva fare la sucrra a nlorte ai fascisti cd im·ecc al p1imo cazzotto. pre,e coraggiosamente il treno per ~To-ca. per finire poi a Berlino imho~c::i.ndo;.i impiegato cle~la ;1lutuo Soccorso. Va bcni;;simo. Gram•ci è a:iclato a ).[o- ~ca; ma non è tutto. Ripetiamolo . Quant; stipendiati comunisti. quanti deputa.ti co.munist'i. quanti professori clircttori di giornali. avvocati çomunisti. ispettori C"n1ttnisti. r-imascro feriti o morti. od :irr-e,tali. durante lo sciopero ~cneralc? Di,tminc: e poi tanta pretesa? Bisognerà pur com·enirc che qualche volta anche i capi dovrebbero essere col popolo. e non solo tenere conferenze incendiarie prima della lotta o fuori della lottn per dare poi dei traditori a destra o sinistra! Se il tcrribilissimo direttore dcli'« Azione,. 11011può rispondere a queste do- 'ltande. ci dica almeno, quante sigarette ha fumato e quanti caffè ha bevuto durante le tre giornale di sangue in Italia. Dohbiam.o saperlo per h storia; sono dati importantissimi che devono venir 1ram,,ndati alle generazioni future. Altro che prcnclcrtiela coi CO'mpagni V. A. e D. Pro 11 Avanti I,, S0m.ma precedente fr. 226,- ZL" RfGO: ~leroni \mcdro ,. 2,- TII\''\'J):GE'\: ;1loroni G., ,. 10.- SCITO:\'EXBERG: ~riotti rtalo 1; Casa .\nlonio 0.50: Pavignano 1: Bacchett: 0.50; Scala ~. , : Colornhl) Carolina 0.50; ).!iotti Gug. Rcn:zani 1: Fami- !~fo Ronz:1· ; r: 1:roccardo Chi:i- :·a 0.50; l.11 .ni )'•olina o. .=;,1: .\lc··zari ~lana I i X. Boretti 0.50; ;1fio1ti ~[aria 0.50: Carollo Lucia 0.50; ~I' ,tti Giuseppe 0.50; Ccc;arc Braga 1 ~ Faoro Luigi r; Fratelli Canale 0.50; Caleffi Sai- : ator" 0.50: Dal Prà r. I: Fam'g-1i1. ~Iu ,ar,·tto 1; Giornnni Lc- \'Orc 0.50; Piccarc'li Ercole 1; 't'osi G-.1g-i·l·l··"lO 1: Ra.nzon Paolo , : Famiglia Sanclon,1 o 50; t1fainarcli Camilla 0.50; \. ·v. o -o; Ghezzi c\ttilio fr. 1. \\"IXTERTITlilt: ~oc. Coopera ti va. ~o: ;sezi')nc. Socialista 10; Hcrma1111A.5; /\. Lampetti 10: L.· :O.rf! ;soli 3: G. ~focell·n r: S. Faccin 1: R. Bovo'.i 1; E. Tissi t : P. Rccletti 2 .. :;o; :\L Calr!eroni 2: F.. Hermann 2: A. Zandonella 2; G. Paloschi 2: T. Lissana 2; \. Broccon 2; ,\. Zu-· gliani 2; G. Stcfanini 1.50: A. Fuschini :;: .\. \rznto 5; S. Rt:f'io 1: L. G'ra··di .~; E. 1\lbe:rcl ~ 5: Vagabo·-1do 1: L. Ton in 1: G. Brcsci.: ni 1 : X. Torri I: Y. Pcdelli 1; (.,. Daurù 1; Basili~co 1: ~!creante Desbies T; D. Ci,·eJli I: C. Bettinelli t; G. Ì\Iilan 1: Vedo,·a Gaffuri 1 · Frau Broccon I: D. Furlan 1 · P. Grùnncfclder 2; Avoscan 1; De· Grandi 1; .-\mbrosoli o ..:;o; C. Zecchini 2: G. :.f oscle 1; Piazn o _:;o: F. Gatti 1 : L. \" anse:la I; E. Ferrari 3: A. 1cnrari 2: <~. Lccatl''li t: G. TI:iloiri 0.50: S. Fenitclti 0.50: Incker r; Uno ,cultore 1: \. P.erardi 5; F. Gaurù. meglio un franco di un opcr,,io che 50 di un borghese. 1; De '\icco·ò 2: Frau De Xiccolò I; ~cioni 1; C. Korne-lius 1; Cattaneo 1; Salogni I: G. ~laccagni 1: l:ltimo \\'. il socialismo e 21.50 Da questa sua 1,osit=onc di t.ormento e di dolore. il proletariat-o italiano trova la ior7a cli unire la sua ,·oce a quella dei 1a,·oratori austriaci e tedeschi, perchè, ovunque. l"l. pressione cli chi lavora possa indurre : capitalisti a rinunciare alle loro vc'lcità c;orraffa.trici. \ I <li sopra e a' di fuori dc.Ila politica cl,:,i Go\'crni. cli Austria e di Germania, come di Franc':i. e c1· Inghilterra: al di sopr:i e al di fuori cLc.e:liimercssi di quc- :-ta o quella borghesia nazionale, sta la causa della libertà e clclh ,·ita che deve e-<cre dife,a pc:- tutti i la,·oratori. di hl' tl 1 paesi. .\ ncora una YOJta l'Internazionale viYa e :1tti,·:1. si manifesta come una n;cessità p(,, il pro'ctariaro nelle ore del sacrificio e <!ella compressione. L'Ufficio Stampa • della Direzione del Partito. Caro Avvenire Xon capisco pcrchc: il s·gnor Luigi Rainoni se la prenda. così calda 1ic.r quel che :o scri•si in rigu:irdo :illc sue fole circa la ribctJione di Parma. fo ho •entito il do,·ere di dire che al popolo laYoratc,re. al popolo che fa le barric:!te e che muort.". è necc,;~ario dire sempre la ,·crità. TI sig-nor Luigi Rainoni se oredc invece più utr 1 e falsare 'e cose per tor;aconto, faccia come n1o!e. lo dissi che a Parma Oltretor,-ente no11 \ i sono sezioni comuni-te e chi organizzò la difesa, fu la Camrra del Lavoro corricloniana. e quella icrlerale. Ehbene. anche qui vuole ~·wi•are i fatti. dando eia lc-ggere un comunicato a firma cldla federa- ~ L'couipat;"gio. :mpressionato per la lrrevocabili,tà detlla decisione dei levoratori inglesi. ha allora tentato la via delle lr:tttative e ha incaricato il capitano ).fottola. comandante dc'!.a na ,·e. iii incontrarsi con i rappresentanti dei• Sindacati dei tra•porti e dei ferrovieri. L'abbocca,- mento è stato bre\·e. I delegati dei lavoratori inglesi hanno recisam<:nte dichiaralo che il boicottaggio non sarebbe stato sospe~o <e tutti gli uomini dell'equipa)!'g-i<>fascista non si fossero formalmente impeg-nati ad astenersi per l'avvenire da qualsiasi atto di r• ppre-;aglia e di ,·iolc;,z;,. contro le organizzazioni italiane. contro i giornali proletari e contro i lavoratori organizzati. L'equipaggio faséista ha accettato tutte le condfaioni. « l' testo della dichiarazione accelta.ta dai fascisti è il seguente: « Xoi sottoscritti appartenenti all'equipat;"gio del piroscafo « Emanuele Acca,- me» ci impegniamo, alla condiz;ione che i lavoratori del porto e della ferrovia consentano a un pacifico scarico e carico della na ,·e: r) ad astenerci da ogni rap- !)resaglia contro i lavoratori d'Italia e d:t:1o sminuire ;1 prestigio det movimen.1.o dei Sindacati italiani: 2) di fare remissioi1c di ogni atto di violenza contro gli orga nizza-t:r dei Sindacati -e contro i funzionari sindacali nella loro attività; 3) di non prendere part,e alla distruzione cli uffici dei Sindacati e delle proprietà d; quest=: 4) di non prendere parte a qualsiasi lentati,·o cli distruzione o di violenza contro l0cali adibiti a pubblicazioni sindaca'i o contro i giornali proletari». « Questa dichiarazione è stata accettata e firmata da tutto l'equipaggio: dal comandante. capitano i\foHola. all'ultimo mozzo .. Dopo la firma le organizzazioni dei trasporti e <lc,i ferrovieri hanno senz'altro dir.-wmat.o ordini pcrfhè il boicottaggio venisse sospeso e lo scarico <folla n.aye regolarmente iniziato». Quando uscirà il nostro giornale. le operazioni cli scarico e carico potranno Può da.rsi che in tutta la provincia di Parma d': comunisti ve ne siano abba- e~serc finiziat<". e .magari anche finite. Il p1rosca o pot ra ripartire a'la volta delta stanza per comperare un timbro; ma io Italia. parlavo di Oltretorrentc. del luogo do,·c si Jotta\·a. 11011dell0. fc'clcrazione. Comunque. il boicottaggio è cessato. ~fa chi dalla ,·ertenza esce sconfitto sone, i fascisti. J quaìi hanno dovuto sconfessare la propria opera ribalda e quella cl~ proprio partito. Dl'I n:sto il siiç. Luigi Rainoni. può rilq.:-!('c·rel'« Ordin<' Xuo,·o. dell'anno scor00. l forse ,·i tro1·erà prima del congresso 1\·lcnco elci comunisli di tutta la pro- \"lncia e -i persuaderà. lo non ho nessuna fobia anticomuniche qui non c·cntrano e non hanno nien- ahhas•o il fascismo ' re a che fare. \\'. \ LLEXST_\ DT: L:1 si decida. onorc,·oìe, e non rigiri 1,: nomenico l'argomento per i suoi buoni lettori. • 169.- ~larchio- ,ta. come forse l'ha lui 'lntisociali,ta. stia 3.- •Ìc1tro il s ~. J.uig-i Ibinoni Certe maSi può dubita.re che i fascisti mantengano la promessa faua. ma ciò non diminui~ce per nulla J'importauza del fat1,0. La solidarietà internazionale ha 111flitto una umi'iazione al fascismo e gli l!Ssesterà altre sonore batoste. S'l'.\FFILR ~. iammazzamloe por,3air11o MiI~aln.o IDttr ·ruvemalin ca,mb.ioun po' ,d'amor1e(le 1ragaizzemid.0110).- ULrnquc ,per 10hi sono ? Si ,può :sapelie ,o n.o '? MAIRJ[A.- Qg_~i ,ne iaitfui,aJmo124e sianno in g,iug'no ! MAiRJCO.- Per il comp~~tlO G;q,·,a1nn;! Mia non sapotc ,alte lul è ,oan,tro i ~<ill ~ ? MIAJRliA.- Ohe .impo110a? Noi faiooiamo i011ore a GiQva-11ni ,e i'On al san:lo. so- •no i ;fiori ohe ,lui predmgc, perchè naisoorto lbr.a il ,iinumenèo e po; tAc!fCh,:; ono irosgi . .Ral9siaindo cti qui per :111br1a1v,a1isame ,i 1oaimpit111cwerà t~a arprca. lSi .s.emc un ,oolpo di vento .Jht: si r,ipeilerà 1p<1i tralQto ,tra,1to sompr.: più forte). AGNESE. ~ Mli pare ,oh,e :1 tempo ,•ogjt!a oam!J'_.arsi. Setn~~.e ohe aria '? MAIR!CO ~Ossanvia,ndo iiuori). - Pairc anahe a tm~. Vi è ,scuno, auro, !à in fonda. MA!RrlA.- ,Ma11001nqn fa11e il... oQJ11c <dpeCtov.arm:? AGNSSE. - ùl pessirr$ta. MJm~A. - 6oco. e mepi I' asurologo! 101.Ja isoona tSi IQ9oura). MA!RCO. - Vt0nrei or.®ané piuttosto, ma vai annunoio ohe aivremo na tempestai. (Bnbra,no Sino e ,felioc 1dal par- •hone). Totale fr. 431,50 S0ENA QUART A Marco, Maria, Agnese, Siro, Felice; indi Francesca. $1RO (,miprossio11a100, a MJ.rco). - Ha!i nobaro che rm1naJCC~a ta-t • .mpcsta? MAiRJCO.- Rurtr,6JJ,po,·Jo s;i diceva ma. QLc,r,aigar1,zc ,tarmo ·~~J?:,110' ,a.i[enma'f'ivo). SIRO. - E Fìdticc ,·orrebbc dirti una oosa. ma 1ha .scrupoto di pairl a,re. Su, paida,. R8LfC€. - Eoco. Tu, Maroo, hai maz1giore rc.5PQnsab'lità ili mc ,dei oampi.; ima ,io 11111i prciQoouIp9.Mi S'ba,gt,erò, 011a imi Datile ohe, e noi ·ci rtvOlìJ?;ess'mlol aIlla Div.ma p1rqv;videnza iJnvooa1:tj<l'o c •ì la voce dc-i. oaimpai11~e H ,p21r.dono, la ,c,'cme111za di Dio, cNlit:e,remmo !,a diisLr-uz:aTJc .dt:.i caimpi, del trumeln~o. MA1RiLA. - Piroprio 01ui doncmmo ia1n1d:i1re dal pamraoo? IRO. - Ne~ u•n.o, ccme 11-0i <l;!'tLa Cooperalt.iva, ,c,11; 1d'irlltonno, ha seminato ta111:f>o ìnlllmel'!tO. -Metà dei nostni o.11J11, pi sano a tmm1errto.e ma:.11ro ·ainc.he. MARiCO. - Speu-·1<11ino ohe le oaimpamc ooornino 1L~~u:1:lmeii-.tc ,e ohe ila loro •vooe ,sia aiscottaca 11-a.ssù ·2mche peir ~I rllOSl~!'.O ,tnumettltQ. SfR.O. - Mi parre che 11011 faremo 111:a1\e ra invfta1re il pamroco a far suonalr,ttie non -0110 g-encrali. Un Parmigiano d'o:t•etorre:ite. re Lei taatmpam·c. Ora i oarmpi qui d'a,tl•Ori~o sono QUa!Si LuLti IIOSLri, e !)UÒ d:at!l.SI: ohe il pamrooo fin~a di dormire per non s,u.om:llr.!. MARCO. - !Ma 1)aisdai111olo dorni'rri::; alImcoo il fwmin:i soh'-a.maissc i! campanik! MIAIHIEA. - Miaj1]0(), r.on ,pania.reccrsì m,tle! {Appare F<ran-o$Soadai:la porta a dùSbra). Rl~ANOESOA. - 1Ma oon, ,è ohe 1~011 suonano tlc campane cQn qucs,bo 1c.mDo onrib~t:! '? Xe.ssur..o c.'ii voi va o:d 1aiV1ventòre il pamrqco? A~pcihtai:c ahc /\a rtlcmwe:stiaJ idisibm.tgiga il tn,men to ? SfRiO. - l.Jo te1moWlch· j(). MARiCO (osscnvan.do I' o.rtzZJonte). $:pcriarrno che .nor. sia :tlwnpes:a. FBLIGE (Qsscnvaff1;do).- Quel chiaro ,ra._~giù ~1fondo è peig;gik!re dì og-ni ~,•_ lra rn inaiooia. RR-AN.GESCA. - E at:ora_, ohe s; ~pc.t1ta ? Detoidctcvi. MlAJR,00.- Ma poi Don Alfonso j)rc- ,tonderà la .decima. FBL[OE. - Che ,imporlta dare l.J de• alma .se polessimo aikv.arc il irumento. E' mezzo milione .di prodotto che è: 9d{to la protmJiion,c de1Ua D,\ i· .:i. 1Jn0Viv!ideni2.1a-. fo ,di.co ohe d0bb1amo aném-e. Noi ci rivotgiamo a q•:('·I Go- \"irn la solidarietà internazionale! n,,, e~.! è la..qsù, ohe è su,wrior,~ :i tutti. LOmprosi i suo: min::stri. :\lAJ?IA. - Quesbo è ,·ero. 'loi e; Ti,o!- ~-,~mo .t Or.isft.O, non al pamrc~o. SIRO (a Marco). - Tu ohe 11~ dici ? Sci tu che dovi ,decidere. '1AIKO. - E' un b1.,l caso di (.0scic1,- z:1, questio. -E' una :grave 11.spar.isabi- 'ità clre assumo e ,tomo di cs,Cn:: rrimprQ,1cnJ.tlo ,da G:ov.arnni. ro nc11~o che dire. Vonwi andh' ,io con voi i11vo1.:J- • r:e la J?:raz;ia ,per i ca,mpi nostJ1i da Chi è ,la-ssù, ma quando per~',() che per fare sentire 1la •v,occ 1dcllc ,campane <l'ovnrnno pa;g,are de'. danaro, mi pana di <mendore lo stes o l)i:o che moi iT\vo- .chiamo. E poi temo G;ov:anni. FìJMNOESCA.- Nel dttbbio, si fa QuolJo che suggOTi cc ,la oosoionza. Giovanni è trunro buono 'Clic ivi pcmdonerà anche se aVTctc sb.a.g,liaito. Vi oompnerjdorà. MIAJ!<l~A.- flice ,bono Rnaisocsca. Lui •rlspcma ,la fqdo. SIRIO.- E ISe is-alv,orcmo il frnmc-nto ,oi lsairà irioonosccmtc; sa1'vonemo '1' o- ,pQra sua. Se ,11Qn 'Viùlete voi, ci vil'do tio 1da'l pamnQoO. Ho ancora buotni T<llPparti. iAtiiliauno, oh~ rviC(llc con mc? (par iat~d~re). F.BU,OE.- lo (por aindarc).
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