L'Avvenire del Lavoratore - Anno XXV - n. 22 - 27 maggio 1922

ANNO XXV. A. P. ZURIGO, 27 MAGGIO t922. Num. 22. ' 1 Telefono 4475 SETTiMANALE DEL PARTITO SOCIALISTA ITALIANO NELLA SVIZZERA -c:.::-;;;;a-·==a.:=C=en=tc11i=.tnl=.=-l;..S..:::la=c=op::.:ia=======C=on=t;::o.=C=h=~q=u=c=, "'"r =,i---u---L- ...... 'A-YV_e_nl __ r_eR .dEeII)AL- }oOrNa~Eor~-:ll·-r-:=-~-"--a.:.··:..;.•===,====---A'-'M"'--M=lN=I=S'--T=R=·~=z=~-~-=~--~=-~-------- .... -1==A=B=B=O=N IA=!n=i:.:...;~=.=; r~=i=E=R=; :.:~;::.:s= UN NUMERO ARRETRATO Cent. 20 . N. VIIl-3646 n li .. , • i:; n lJ lf,11 + Commissione Esecutdiveal P. 8. I. . i~~:::., s-,! PER L'ESTERO: I anno, lr. 10; fi mesi fr. s: 3 mesi, fr. :a.so Sullsaoilia di unCongresso insulti, alle insinuazioni ed ai sospelli ingiusti, bando alle ingiurie ed alle acri parole che irritano e straziano. Bando a lutto ciò che può fomentare discordia, generare diffide11w e sfiducia. Con ciò non si chied<: a nessuno di rinunciare alle proprie parlicoltri concezioni, ma si pretende da Lutti serenilà e correllPzza nel sostenerle e propag3rle, rispetto delle opinioni altrui e sopr3LL,llo riconoscimento della buona fede degli an-crsari di tendenza. E,' necessario, lo esige e lo impone il supremo interesse del movimento e clcì!a da-ssc larnralrice. Quando questo nostro foglio correrù lra le rn:rni dei suoi lettori, si ritmiranno a Berna i rappresentanti di tulte le organizzazioni sindacali della SYizzera. che operano sul terreno della lolla di classe. La conYocazione di questo Congresso slraor- <lina1:io fu decisa in linea cli massima dal Congresso ordinario di Neuchalcl, lenulo nel 1920. ln seguito fu chiesta ripetulamenle dalla minoranza deile organizzazioni aderenti all'Cnione !'indacale, e poichè la maggior::rnza n:,n la riteneYa ulile, la minonmza stessa si raccolse. formò il C:omilalo cosidello cli Trimbach, nome del paese in cui an·enne la cosliluzionc, elaborò un programma e raccolse un numel'O di adesioni sufficiente per pretendere la conYo::a1.ionc del Congresso slraorclinario a norn1a rlellc disposizioni dello statuto dPllTnione sindacaie. Ed il Congresso fu convocalo per il 13 gennaio u. s. e giorni seguenti. Secondo le inlenzioni dell'opposizione, il Congresso an-ebbe doYuto modificare lo statuto dell'Unione sindacale. riorganizzare quesl' ultima, sopprimere l'indipendenza delle federazioni ad essa aclcrenli, costituire il fronte unico, trasferire maggiori poteri alle camere del hworo, a scapito delle federazioni -nazionali. Co1wienc ricordare che di una cerla riorganizzazione dcll' Un_ione sindacale e della costituzione del fronte unico proletario si era discusso anche al Congresso ordinario di Neuchàtel, ma il progetto. elaborato e sostenuto principalmente dal compagno Schncider di Basilea, fu scartato dalla maggioranza dei congressisti. Le federazioni rappresentanti la maggioranza dei soci dell'Unione sindacale, pur non negando la [ondate7.Za e logicilà teorica delle proposte dell'opposizione, o di parte di f'SSe. non accetlaYa il fronte unico; cosi com'era proposto dalla minor:mza, ner ra~ioni pratiche e contingentali. Federazioni che nei movimenti di massa han:10 un'importanza principale dichiata,·ano in forma categorica di non pcler rinuncia!·e al diritto di decidere esse stesse m ultima istanza circa l'azione che doYevano svolgere. Voler s0pprir!lere l:1 loro indipendenza, significaYa scinderle, ~ltent::.re all'unità del 1110Yimenlo sindacale. Si a\-rchbe quindi oaenulo un risulla!o cliametraimrnle opposto a quello che ri si prefiggeva. Queste ed altre diYerse e Yarie preoccupazioni e ccnside_rnzioni er;ino leaittime cd oneste: s1 poteYa de- ·µ1ora~e la loro rag;cnc di essere e proporsi di combatkrla ccl eliminarla, per conseguire al più pre~to possibile quella più slrella umone _e concentrazione delle forze operaie che dev'essere nel de->.iderio di tutti, ma si doYeYa prenderle nella doYu- !a cons:derazione. _-on tutti lo fecero: alcuni compagni dell'opposizione le negarono, le rredellcro dei ~avilli di gente che non voleva la riorganizzazione del1' Unione sindacale ed il fronle nrùco per tema cli perdere ... il cadreghino. E di!Tusero .il sospetto. la diffidenza, la m~lignazione. ~ei comizi e nei giornali si dissero le banalità più grossolane, le insolenze più volgari. 10 calunnie più perfide. le ingiurie più atroci. Gli attaccali reagirono e l'insana zuffa ,·erbalc, che non fece onore a nessuno e gioYò solo ai nemici dei la- \·oralori, alimentata anche dalle precarie condizioni degli operai e dalle estreme difficoltà dcll' azione sindacale, durò a lungo. troppo a lungo. Xel [rallempo alcune importanti f eclerazioni avevano preso posizione, nei loro congressi e convegni, contro il fronte urùco proposto dall'opposizione, di modo che le decisioni del Congresso sindacale in merito, poleYano dirsi già prese. Per questo fatto e nell'intento di cYilare inutili spese ed il trisle speilacolo di ' una discussione ormai diYenula oziosa per il fine cui doYern tendere, ma che si preY~deYa lempestosa ed acrimoniosa - data l'atmosfera che si era Yenula creando - la Commis. $ione sinclacak, consenzienti :mche alcune federazioni aderenti al Comitato cli Trimbach, decise di rii'nandare il Congresso a tempo indelerminalo. Fu nomina1.a i"n,·ece una Commissione cosidetta anti-Abt, composta di compagni delle diYerse tendenze, con l'incarico di lener fronte alla campagna reazionaria per il prolungamento dell'orario di laYoro e di aVYisare ai mezzi migliori di lotta, nel mutarsi delle vicende e delle situazioni. l"n po' alla rnlia gli spiriti si calnrnrono alquanto, tornò in molli la riflessione; lo sghignazzamento della reazione sulle aspre discordie operaie. indusse molti a disarmare di fronlc ai fratelli, a moderare il linguaggio, a mulare alleggiamcnto. Si com prese la delcterielà delle diatribe acri ed acerbe, si vide il graYc pericolo imminente cui si esponeYano le migliori conquiste dei layora1 ori e si dcsistelle. I colpi e le grayi minaccie della reazione ayevano indotto i più alla ponderazione ed aperta la Yia al ritorno del buon senso. In seno all'opposizione si erano manifestate delle correnti contrarie alla stessa e per l'accordo. Fu proposto Io scioglimento del Comitato di Trimbach e la proposta fu respinta con un solo Yoto di maggioranza (voti 14 conlro 13). Questa Yolazione, dato i debolissimi legami che tenernno unite le diverse organizzazioni dell"opposizione. equiva]eya ad una decisione di scioglimento. · Da parte su-a, la Commissione anti-.\bt, Yisto l' ayanzare ognor pitt minaccioso della reazione, deliberò di conYocare il Congresso sindacale stra01:dinario e di affidargli soltanto tre punti da trattare: prolungamento dell'orario, riduzione del salario e sussidio di disoccupazione. Esclu- "a quindi ogni discussione sul fronte unico, ogni questione teorica che polev3 diYidere; si doYern fare del lay01·0 pratico che unisce. Questa decisione, è bene rileYarlo, fu prec;a dalla Commissione all' unanimità, quindi col consenso dei compa!!ni di tutte le tendenze. ~ La cl<'cisione ebbe il consenso qua~.: mrnnime delle singole orbani21:~zioni sindacali: lo stesso Carlcilo sindacaìe di z11ri~, che è al. l0 €Strcma: sinistra, l'«pproYò. Di parere contrario fu l' Cnione opernia di Basilea. la quale deliberò di presenta;·e al Congresso, lra l'altro. anche delle proposte di tendenza. GioYedi scorso si riu1ù a Olten. la Commissione sindacale per prendC':·c- DG'>izione in merito alle proposte al Congresso presentate, dal Comilaln esecutiYo dcli' l:-nione sindarale ed a quelle presentate dc!ì' u: 1:;one operaia di Rasi!ea. Sostennero queste ultime soltanto i rappresnn[anli deli' l:-nione operai,1 predella e (Jltelli della Federazione rie; laY0r:i.lori edili. I rappresentanti delle altre orga11izzazioni della ex opposizione - tra cui quelli del Cartello sindacale di Zurigo e della Federazione dei Jayoratori del legno - dichiararono di non rinunciare definitivamente ai loro punti di vista teorici, ma che p<'r il momento nell"inleresse dell'unità e della concordia, premesse necessarie per un'azione efficace di clifesa proletaria. li metlcYano in. disparte, in seconda linea. Dopo che il segretario dell'Unione sindacale ebbe dichiarato di accetLarc alcuni punti delle proposte, non di tendenza. dei compagni di Basilea, e ài Yoler includerli nel suo ordine del giorno e dopo lunga e animala discussione, la Commissione sindacale deliberò. a grandissima maggioranza, di raccomandare al Congresso le proposte del Comitato rlell'Cnione sindac~lc e non quelle dell'Unione operaia di Basilea. I rappresentanti di quest'ultima furono im·ilati da cliYerse parli a ritirarle. Se lo faranno o no, non è possibile prevedere. Per l'Psallezza della cronaca dobbiamo dire che il Cartello sindacale di Zurigo, come probabilmente molle delle al:re organizzazioni, non è unanime nel!' alleggiamenlo concili~nt<': v'è un'opposizione che sostiene le proposte del!' "Cnione operaia di Basilea, o più precisamente della maggioranza di essa. Questa opposizione riportò la questione all'assemblea dei delegati del Cartello che ebbe luogo gioYed ì scorso e cercò di far preYalere i suoi crilerì, ma rimase in piccola minoranza. CO Questi in succinto i precedenti del Congre so sindacale sl raordinario, che s·inaugura a Berna mentre esce questo foglio. Precedenti eloque~li e bene promellenti. Essi ci autorizzano a sperare che il ConQresso non sarà una Yana accaclern'::, non degenererà in diatribe irrilanli e dannose. ma riuscirà una lìcra e imponente manifestazione della Yolonlà . dei Jayoralori. una bella e t:arr1 promeE::-a cli disarmo complelo. di concordia lra gli sfrultali, un incorag~iamento ed un incilarnenlo alla lolla più strenua e più tenace conlro lutti i nemici e le aY- ':e1·silà dell'ora. E' tempo che gli asti fralerni si plachino, che torni il buon senso e la seren.ità degli spiriti. Bando agli D,ce il C.ongresso unahimc la buona rarnla frnlerna, l'as(·ollino e ìa raccolgano i compagni d'ogni tendenza e d'ogni conlrrda. Cerchi il Congresso scrupolos.amente il mezzo cd il modo migliore di resistere a Ila reazione e possibiìmente di vincerla; lo indichi ed i compagni lutti abbiano fiducia nei loro rappresentanti. • GENOVA E' fìnita come avevamo preveduto. An::i, peggio ancora. Scrivendo, pel, numero CÌisabato scorso. le nostre solite modeste note settimanali intorno a Genova. volevamo trovare un'altra prova delle voglie imperialistiche imperanti nei governi cl oggi, nel fallo che qli Stati Un:li o"J me1 ica. astenutisi dalla Conf P:- 1 111- :a, aucunno poi accellnto di in1eruenii·e all'.4.ja. dove si tratterà. delle [rJ11l: petrolifere rnsse. Così, infatti. ('re! staio annunciato. Poi si venne a sapne che la grande i·epuòb!:c.-, americana non vuole andare ne111meno all' Aja. Cade, clllnque, quel nostro co.rnmento . .lfa non perciò cado110 le altre nostre osservazioni, le olfre nostre previsioni. Le quali, an- ::i, si sono tutte a,,verate. Vero è tuttavia che per 1111 socialista non era dif {icile cosa prevedere. E perciò noi non siamo nemmeno fra i delusi. .Yo: illusioni non ce, n'eravamo mai fatte. Conoscevamo la mentalità e gli interessi dei governi, che andavano a Genova a negoziare. Erano bensì stati invitati anche i vinti a lrallare coi vindtori; ma per restare, gli uni di f ronle agli altri, in tale qualità. non per collaborare sul piede dell'eguaglianza. E _così fu. 1:ealmenle. Cosi, dopo tante sedute -e fan- /,, rhiarchiere. la Conferenza si sciolse. i ministri e ambasciatori si separarono, senza aver nulla concluso, S('nza aver preso nessuna di quelle decisioni. che il mondo aspettava o alrneno aveva il diritto d'aspellarsi. Cn patto cli • non aggressione» per la durala di sette mesi: ecco tutto quel che riuscirono a portare a fine. ecco il piccolo microscopico topolino, p,rrlorilo dalla grande montagna di appetiti militaristi e imperialisti. Tullo il resto. tulle le altre questioni, tutti gli altri problemi, o non furono nemmeno toccati o furono demandali alla conferenza aell' Aia. Fra altisonanti discorsi furono demandati. Barthor1 e Facta. Lloycl <renrge e c.icerin. Wirth e Schanzer, lulli declamarono intorno alla nerr->.c;sidtàella roncilia::ione e della solidarietà tra i paesi d'Europa. tultt auspicarono il successo della futura Conferenza dell'Aia. Jla se ì,enQva diede un risultato. fil appunto quello di mostrare ancora una volta che queste Conferenze non cauano nemmeno un ragno dal m11ro. if incitori e vinti erano seduti Per una ricostruzione dell'Eurova é indispensabile la piena e libera collaborazione della Russia e clel!a rrermania. ,lla come potranno quei cl11e paesi collaborare, se il Governo clell"uno non vir>ne nemmeno riconosciuto, e se ad ambedue si vuole ancora stringere la gola con pugno cli ferro? L'abbiamo çJià detto, ma giovera ripeterlo: per una ricostrn::ione economica clell'Eurova è necessoria una ricostruzione politica na::ionale e interna::.ionale. !\'on si può restaurare l'economia europea, se non si procede al disarmo. se non si mandano a casa quei quattro milioni e mez:.:o cli soldati che succhiano ai bilanci clell'E11ropa miliardi e miliardi, contribuendo per rii più a tener vivi i rancori. le diffidenze. Per una ricostruzione clella economia europea è necessaria, è indispensabile quell'abolizione clel prote:ionismo doganale. quella migliore riparti:.:ione delle materie prime, che i rappresenlanii del prole/aria/o. che i sindacali operai vanno da lunga pezza chiedendo con crescente insistenza. E prima di Genova e durante Genova. tulle queste cose furono elette, furono proclamate ad alta voce. Si opposero pe_rò gli interessi imperialistici, si opposero le aspirazioni di questo e quel gruppo capitalista. o9nw10 al suo posto. Ora, come crerfcre che i rappl'esenlanti cli questi interessi, che i difensori del capitale francese o belga, inglese o italiano, diano all' Aja quel che rifiutarono a Genova, concedano fra tre settimane quel che ricusarono ieri? Cosi il grande, il solenne consesso di Genova. rimandando all' Aja la solu::.ione dei gravi problemi, non fece che suggellare. con quel deliberato, la inanità della sua azione e delle sHe parole. non fece che rinnovare lo spellacolo della sua impotenza a risolvere problemi internazionali, la cui soluzione vera e duratura non si avrà che quando si ascoltera la voce del proletariato. reclamante il clisar1no. l'abolizione del protezionismo doaanale. una nuova ripartizione dell~ materie principali: tullo ciò, deciso da popoli che non si stiano di fronte come vincitori e vinti ma da ·popoli che trattano sul terre~o di perfetta eg11aglia11za. IL COSMOPOLITA. allo stesso tavolo. è vero; ma si di- "'·"""'""""""""""""""""""""""""==="'===== rebbe siasi voluto questo {alto. per dare al mondo lo spettacolo doloroso delle dif{ìdenze. degli oclii che anrora sono negli animi. E volete che fra 1111 mese. all' Aja _lulfo sia cambiato? Se altro risultalo diede la conferenza di érenova - e questo fu veramente risultato grande - fu quello cli mostrare ancora una volta che la politica imperialista non può condurre alla pace dei popoli, che l'economia capitalista non può rigenerare l'F:11ropa. non può restaurare se stessa. E volete che a quattro sellimane di clistan:a, quegli stessi Barlhou e Uoycl ì,eorge e Schanzer, possano compiere il miracolo all' ;tja? . Solo le classi operaie, solo i rapr,resenianli ciel proletariato lavoratore hanno indicalo quale è la via che può condurre - lentamente, {orse. ma sicuramente - alla ricoslru:ione economica dell'Europa. A tutti gli abbonati che ancora non hanno fatto il loro do· vere pagando I' abbOttamento del 1922, abbiamo inviato la scadenza del loro abbonamento ed una cedola di ve-.-samento Postale, cosl con essa potranno pagare I' importo dell'abbonamento (fr. 3 per un semestre e fr. 6 per un anno), risparmiando le spese postali. Ncn dubitiamo che tutti i nostri afiezionati abbonati faranno il IO'ro dovere r.el più breve tempo possibile, on.de dar modo at nostro giornate di continuare a sostenere la lotta degJi umili e degli sìruttati, più che mai necessaria in questo periodo avverso in cui ve n' è più bisogno che mai. Verso coloro che non giustificheranr.o il mancato pagamento, saremo costretti, nostro malgrado, a prendere i provvedimenti che saranno del caso. L'AMMINISTRATORE. Let'tere dall'Italia Menefreghismaooltranza Pareccl1i nostri amici di nazio- va. ma sempre piena di benemerenP:-il'tù slr:miera, inlen·enuli a Ge- ze pc!· h causa dell'ordine e della ncYa quali giornnlis'.i o quali ad- CiYi:tà. delli alle de1egazioni, ci hanno e- :ire ne frego • era il molto d'orspres~o- ic loro meraYiglie per ciò dine. Così si erano ... frcgRLi del co-- c-hc mi nostri giornali si legge in• dice sc?·il lo, d'ogni senso d'umanità. merito alla siluazicne politica in- Perchè non doYevano fregarsi.anche lc!·na dell'Italia. della legge, delle sue nonne e dei - l\fa non esagerale voi, compa- suoi limiti? g:1i <l' Halia? Ma doYe c'è più liber- Le elezioni del '21 sono state, nel tà e più ordine che nel vostro pae- campo costiluzionall?, una vittoria se? dei mcne~reghismo, e il gruppo par~ E noi non ci siamo meraYigliali ... lnmentare fascista si è ornalo dei clcl!a loro meraviglia. Bollai, df'.i Farinncci, dei Caradonl~' 8Ccnduto ai rappresentanli del- na. di una cliecinn circa· di' questi ìe n::izi~ni d'Europa Yenuti a Geno- toYani eroi della violenza protetta, va qnelto che accade uelle Caserme en'lr3.li alla Camera Yiolenlando la ;1\:orchè è annuncialR una ispezione lel!ge. superi<>re:· lullo è puliio, tutto lu- In lutti i tempi e da tutti i par~ ciclo come uno specchio, l'ordine è tili sono stati elelli deputati al di pcrfetlo, i soldati sono magnifica- sotto dcll'efà prescrilta: ma il Parn_1ente equipaggiali, il rancio è ot- lamento li ha regolarmente rinviati timo... agli elettori. · L' flalia Yisla da Genova nel me- · Non è questione di interpretare la se della conferenza si è presentata legge, è questione di applicare sol~ come i~ modelio delle nazioni ch'.ili. t::inlo lo Statuto del regno. Il f~sc1sm-0 110;1 aveya interesse a E, rer i costituzionali sopratutto, far~1 conoscere pei- quello che è, nè le Statulo deYe essere la carta fon:. a tirarsi contro la pt,bblica opinio- damen!a le il cui risoelto ri~oroso è ne. che ~rn ~ien_a di i_llusorie aspet- I~ g;,ranzia per tutti i cittadint. lall\"e circa I nsultal: <iella Confc- Tavece dinnanzi alla. patluw,ia dei re·n7a. deputali minorenn.i fascisti ... la parIl GoYerno da parte sua aveva ie dei c0stituzionali è per ora risereonccntrato a Genoya e dintorni, ,·ala ai socialisti. oncultandoli abilmente, diecimila Grii uomini d'ordine, e in capo ad uomini per la garanzia dell'ordine essi gli ucmin_i del Governo, prefepubb1ico. Così i nostri ospiti, in un ri~cono ... allontanare l'amaro cali:::e ambiente Yolulamente tranquillo, e 1icorrono a quella consuetudine di rassicurati anche nei loro dubbi dalle pifr squisite manifestazioni di 0 _ d1à politica che è il rinvio d'ogni que:;lione scottante. spitalilà, possono aver riportato la impressione che le violenze del fa- :,1i.issolini, che conosce i suoi polli, scismo siano il prodotto della fanta- non perde, il suo teh1po in tentativi sia malata del sovYersiYismo ila- rl: 1,ole111ica. Egli ordina e minaccia. I . Ièri aYeYa giurato che « di blocchi ,ano. Ma bisognaYa invece, per giudi- non si sarebbe mai più parlato , . care obbiettirnmentc la situazione Oggi si riYolge ai partiti del blocco interna dell'Italia, potere, in inco.- costituzionale intimando loro di so- ~nito: stenere la com·alida dei deputati fa. Spirigersi nelle campagne marto- scisti minorenni. E minaccia fuoco riale del Polesine, della Lomellina, e fiamme. Se il Padamento si opdella Toscana; porrà alla sua volontà salterà in Visitare le cillà dove l'autorità ha aria il paese. Le squadre d'azione ceduto il comando al fascismo; sono pronte e ad esse potrebbero ViYere la vita degli umili lavora- aggiungersi le milizie nazionaliste di tori dei campi; 1 ecente costituzione. Senza -contare Raffrontare i palti di Jayoro di che saranno guai anche per il Min-iprima con quelli ogai imposti sotto stero perchè a quest'azione si acla violenza dt>l randello; compagnerà pure il ritiro dal GoverControllare per quali partiti sol- no degli elementi di destra. _ tani-o c'è la libertà di propaganda, Cosicchè la situazione è questa: di riunione, di organizzazione; che il 1Governo per non affrontare Osservare con quale tessera sol- la sollevazione violenta del Fascilanlo si può trovare lavoro; smo o rinvierà sine die la discussioEntrarc nei meandri della giusti- ne oppure indurrà la maggioranza zia e rilevare a quale ludibrio è ri- parlamentare a sanzionare la violadotta la legge, come si tengano in rione di legge ed a convalidare i decarcere le ,itlime e come si assol- putati ineleggibili perchè minorenni. vano sistematicamente gli incendi?- L'episodio caratterizza proprio la ri, i bastonatori, gli assassini. situazione della politica interna del Tutto questo bisognava poter fa- paese. · re, senza il contorno di cortesie di- In lutti i paesi civili c'è una legge plomaliche, di ricevimenti oi gala, e c'è un'autorità che vigila alla sua di lauti banchetti con profusione di applicazione e al suo rispetto. h In Italia invece la legge c'è, ma e ampagne... l' . . h d • • • autor1ta c e ovrebbe presiedere ~fa la situazione interna dell'Ha- aìla SUa applicazione s'è lasciata lia è caratterizzala da un episociio pre nd ere la mano da una fazione. della vita di Montecitorio. • La quale aumenta le sue prepotenze in ragione della supina acquiescenIntendiamo dire dalla questione za del Governo. dei deputati minorenni. E' un episodio che rivela la sud- E dopo ciò, se anche c'è in gird ditanza dell'autorità dello Stato, del- una diminuzione di randellature, st potrà dire che la violenza fascista è la legge, alla [azione po.litica del fa- una nostra ,fantasia o una nostra scio littorio. Il partito dei • menefreghisti ~ ha esagerazione, qua nd o invece tutti i P ortalo nelle elezioni del 1921 alla giorni, nei più intimi ingranaggi dell-0 Stato, si sostituisce colla minaccia ribalta della Yita politica una quan- o col ricatto l'arbitrio di questa fatilà di giovani La fine della guerra . d . aYeYa riYersato dalle retrovie, <lai zwne ai intti e alle garanzie dei cittadini? comodi uffici, (pochi dalle trinr,ee) TENA.X. L~1ltiquesli spostali, che non a vevll110 nè arte nè parte, e chef s'erano r,- 1,iluati al comando, alle vessazioni, Almanacco so iar1,st·a22 ~]la Yiolenza. La borghesia, tr•~m,~- bcnda cli un proletariato assetalo di legitiime rivendicazioni, acc:,J,;e quc:;ti spostali come liberato,1 e ne accettò ed esaltò i servigi. Per le Yie d'Italia - dell'Italia ufficiale, ben s'intende , fu lutto un inno alla giovinezza. Ardevano i roghi delle cose più sacre alla genle del lavoro? Si fondannavano all'esorcismo gli uomini che si erano consacrati all'opera di elevazione dei lavoratori? Si uccidevano colpi cli _randello gli umili contadini nelle proditorie invasioni notturne? Si esaltava sempre la giovinezza ilalica, esuberante di ardore palriot. lico, qualche volta un po' ... eccessiQuesta interessante ,pubblicazione dovrebbe essere in tutte le fam~lie pro- !etar-ie. E la stO'ria conte1nporanea di tutto il movimento operaio nazionale ed intemazionale. Presso la Biblioteca dell' « Avvenire » costa soltanto Fr. 3, franco di porto. COMBINAZIONE: ·L'Almanacco del 1922 e, quello del 1921, due volumi di oltre 600 pagine ciascuno, ricca.men.~ illustrati, per soli Fr. 4;50, pu,e franchi di porto. fn,viare le richieste coli' imPor-to anti.cipato, all'« Avvenire del Lavoratore• Z . • ungo, Conto Chèque N. VUl-3646.

ACQUE.FORTI La 2loriosaavànguardia. La Conferenza di -Genova è finita ; discorsi magnifici all' inaugurazione e alla chiusura; banchetti, che si dice siano riusciti splendidi sotto ogni rapporto; e prima di congedarsi, attivo scambio di i;tl'ette di mano e di sorrisi. Adesso è la volta dei bilanci. Ogni S11ato farà il suo; ogni giornale porterà il suo contributo; ed ecco qui, tra i primi, tra i più caratteristici, un bilancio belga~ Lo fa un .,.iornale di BruxeUcs, il X :S.: Siècle. Ed ~ degno che se ne tenga conto. Tri~temente degno. Il giornale bruxe!lese comincia, natura \mente, col dire che la Conferenza di Genova è stata un fiasco colossale per Lloyd George, che vi avrà trovato la tomba delle sue fortune elettorali e politiche. Poi - da buon alleato - venendo a parlare degli italiani, scrive che essi «, hanno, come :;empre, fatta b. parte del compare, del terzo ladrone e hanno ,dovuto anch'essi registrare un sonoro schiaffo». Nemmeno la Francia se la cava molto bene, giacchè essa • torna da Genova i;enza, grave danno, ma non avvant;iggiata nè ingrandita, dall'opportunismo di Barthou, che per poco non compromise ia fama di lealtà e la posizione mo1·a1e di ouesto oaese,. E solo il Belgio, soio i su-çlditi di re Alberto se la cavano con onore. Infatti • l'onore di marci:ire, all'avano-uardia fÙ riservato al Belgio; e il Belgio ritorna da Genova con l'aureola di una gloria novella; come nel 19~4 esso solo rifiutò di lasciar calpestare un sacro principio della nostra civiltà, il diritto di proprietà individuale ... ». Sì, è vero, il Belgio era proprio all'avanguardia. Quando la Confer. di Genova oarve essere sul punto d1 mettersi sulla buona ·.ria per un- accordo, fu proprio il Belgio che vi si oppc,se. Furono proprio i suoi delegati, antichi proprietari in Russia che si oooosero a un acc::>rdo con la' Russi-a so;i-ettista. Fu proprio. il Belgio, che incarnò in sè le _vog!ie del capitalismo imperialista. Ecco come 11 Belgio è all'avanguardia d'or;iore. I capitalisti belgi speculano ora sulle simpatie che gode quel piccolo paese, così come specularono su di esse nel 1914-15. E lo stesso XX Siècle lo confessa apertamente. Perchè tanto martirio nel 19~4? • Per la proprietà individuale •· Ma chi aveva quella proprietà da difendere, dava ad intendere al popolo lavoratore che si trattava della patria. LadisgraziadidueSanti. Domenica scorsa, 14 maggio, i fedeli milanesi, che si recavano a pregare nella chiesa di S. Vittore, potevano avere la beatifica consolazione di, venerare le spoglie di San V-ittore in persona, nonchè auelle del suo compagno di martirio, San Satiro: amico il primo e fratello il secondo di Sant' Ambrogio, il grande patrono di Milano. Altri fedeli, inv.ece, celebravano nello stesso momento quei due santi in un'altra chiesa, proprio nella basilica di S. Ambrogio, perchè anche 11 si conservano le reliquie sacre di quei due martiri ... Chi avrà avuto più fortuna? La vecchfa storia. Quante reliquie della stessa persona si trovano in diversi !uoghi ! E così è dei due santi Vittore e Satiro · sicchè oer essi ferve, già da gran terr:po, un'aspra lite tra il Capitolo di S. Ambrogio e quello di S. Vittore. Affe;:;ma, infatti, l'una parte che le reliquie autentiche sono quelle conservate nel tempio di S. Vittore; altri invece sosteno-ono che le reliquie autentiche sono ~uelle possedute da S. Ambrogio. E ognuna delle due parti va. da gran tempo, in cerca di documenti e fa fare scavi, e ha mandato persino · un archeologo a Londra a fare ricerche in antiche carte, e fu anche chiamata a decidere la suprema Congregazione dei Riti. Ma adesso è intervenuto il papa in persona. Pio XI, che fu molto tempo bibliotecario a Milano, si era già occupato in altri tempi della gravissima questione. E. ora ha fatto scrivere una lettera 2. molto severa al Capitolo di S. Ambrogio, nella quale si dice come qualmente i veri l!anti siano quelli custoditi a S. Vittore, e si invitano auindi i reverendi di S. Ambrogio a farla- finita con i loro litigi. I Sant'Ambrogiani invece non vogliono darsi per vinti. E i fedeli non sanno ora a chi rivolgere il loro supplice sguarùo, su chi concentrare la loro preghiera. E se la disputa continua ancora un poco, c'è pericolo che essi finiscano per on.andare ambedue i santi a farsi be- -1edire... Adorazione di reliquie! A questi chiari di luna! ·Quanto cammino ancora da fare per la no:;tra civiltà, per la nostra ignorante umanità. Ragazte perdute. Centomila ragazze, di cui i genitori fanno ricerche ;:iresso la polizia. In questa cifra spaventosa culminano le considerazioni e le constatazioni. che fa il corrispondente americano d'un grande giornale italiano. Badate, centomila ragazze nella sola città di Nuova York. Centomila ragazze.' che scappano di casa; tutte giovanis~ime. E queste sono le fuggiasche, di cui i genitori vanno poi a fare ricerche presso b. polizia. Ma quante altre fuggono, senza -i:he la famiglia più se ne occupi, senza. per conseguenza, che nemmeno le statistica ne possa tener conto! Orbene - quasi non occorre dirlo oer lo più si tratta di ragazze povere. Il corrispondente del giornale italiano, il quale si serve di comunicazi<Yni ufficiali, dice cbiarcmente: le ragazze che scappano. sono più spesso povere che ricche, sono in maggioranza ragazze della campagna o di cittadine piccole. E non· fuggono soltanto per quel fascino che esercita sulla loro fantasia, spesso ancora infantile, il nome di Nuova York, nella qual città sperano trovare la sognat:3. felicità. La ragione della fuga sta nel conti asto fra la certezza e l'incertezza; e la certeiza della casa paterna significa :ropp') sp~sso penuria, vita di stenti, vita grett:i material,mente e soiritualmente L~ rnlite cause. Miseria ·materiale e -ipiritualc. Fuggono quella miseria. Alcnrte si sv \ ano. salgono. Altre - la massima parte - scendono, scendono sempre più :n basso, fin nei postriboli, fin nelle carceri. E. senza andare in America, anche noi in Italia ne sappiamo qualcosa. La "Perseveranza ,, E' morta la vecchia Perse,·eranza la gottosa nonna conservatrice, l'organo, come si diceva, della consorteria lombarda. Ma ora si vede che nemmeno questa consorteria ne voleva più saoere. E in ciò sta forse il lato più intere~nte del decesso. •Oramai era ridotta a esercitare ben poca influenza. Viveva delle glorie pasc;ate. Organo degli italiani nella Lombardia, appena strappata all'Austria. Conservatrice, reazionaria per la pelle, sebbene &i chiamasse organo liberale. Gran brontolona, come sogliono brontolare tutte le vecchie contro ogni cosa nuova. E per noi socialisti, per tutto ciò che aveva sapore di rivoluzionario, aveva sempre pront2 1tnolta corda. Ma di queste cose non si vive. Per un giornale ci vogliono anche danari. E i conservatori, pardon. i liberali moderni della Lombardia hanno altre mire. Gli industriali, i banchieri, gli agrari hanno già altri giornali; e per la !;Ottosa « Perseveranza • tenevano chiuso il borsellino. Restavano i nobili, gli aristocratici. Buon Dio, sono cambiati anche loro. Patriottismo. monarchismo, sì, va bene_ Ma dare danari soltanto per queste idee? E la « Perseveranza • morì per mancanza di fondi. · Povera vecchia brontolona. Senza rancore, rcquiescant in pace. Il trionfodel cilindro. Dell'italianità di Trieste, o meglio, dei Gentimenli italiani della popolazione triestina, oramai non si può più dubitare. In 3 A.ppe111dlt'e dell' « Avvenire del J.avoratore,. BASSIFONDI di LEONIDAANDREIEFF • Cammtn,a,v.a. Il veiruto I-e -tunbànav:i d',a ttonno e .alll-~iduè igiLDILSe sul :po,rnte, ;•e si g,ettò icc.n vi·aiJ.enza conbro i'. 1Je>tto, ·irmnea-gell1/doleg.l,i .aTti,g,!,1id',a~ciai\J 11eil:la ~ uain'oe ifreòd-e.. Naitalilia V J.adim i,ra.vnia si ieronò, appo~gi.a"n1 do'Si diJsiper,aitaal ,parai;>eitno. J!l 1ba.ss,o 'll,llJa .piccola, pozza ,d'acqua mon g;e,l~•t.ai'osservava come -un ,oc, cliii.o mera e iosoo, profon,diss~mo, oorn tJll'Osguair<lo -e111igmwtioo e terrirbi:e. Alle -srne OJ1e'QOh Ì!e 11.es,beisse•pa.TOeli rrfaona:v ano ·sempre, insi,srente.meintc chi,amarnido,!.a:: - VL3! N:eimtsdnof, •la S'e.co11ld!caasa ÒQPO f a,n.g-01..0. iDapo esse.rsi ve~ito, Kijnakofi en ,1,on11aJato le,tt,o, 1dov.e s·era .a.v\'Olto fiino iagiTi•occhi jm u:n pars,tra111.0o,vattato, una rdel'le ultime ,nobe ohe g~i Timanesscro. ifiaioevai ined<l.o, ,nei!,!,acaime,r.a, ~-trati di gihi.aioc.iosi •fomna va,no n.e,__g.a:!nigo,li •umid~· ma: e,g~i •re·spim•v.a .nel ,bavero. gua,r1t1,\to•di pelle cli Astrakan. c !111csto g,li a ,procttr.ava ,u,nJagira<lcvo'.e sen,sazion,e di cah:>ne. iPeir m,to il giwn,o si era Jusingato, ,dioe111dosdi te doman1 ,au<lr,eibbe .a ce1roa r.e 1La:v0<11,0o1,men,dica:re 1Qua,!d1e socconso; ,3$pettam,do, immerso· ùn u,rta specie ,di 1beaU,tudine, 11011 •pensava ,a ijuulia e rnb:briv.idrva, oign,1VÙ'lta ,cJ1e~tn-a v,ocei 1 si leN.a.va 1 di>e.tro il mLLro o che l.1. ,po,T.tasi ·ohi,udeva con ror,za. ,Molto temI110,er.a -T~maisto così, :ur.ail11qu.ìhlqou,wndo hussairo,110 tim1da,mell!te a•Ha :porta d',in.- ,gresso a ool1>i i,niegu.a~i,velo'ci e brevi, ~o.me se picchi.assero. com il doTsù della mruno. !La ,sua, camera ,e,na !a ,più viòna all',ing,-;esso, e vo<lge,ndo i: ca,!}(). di,stinguev,a bre.vissi1no, f-\elr ha vetrata, quel che ,acoadeva q1e,l,corridoio . .Matiren.a si .avanzò, ,l•a :p.ùir,ta.s'aperse e si clùu,sie di•etro qua,lcuno chie ne eTa e,ntr.aico,,pOJ .s,e,g.Ltìm breve sile:n,zio. - iOhe volete? - 'Cloma:n,dò I.a vooe ;rauca ed ,o.sti(e .di .Matrena. Ed un.a voce ,ig.nota, 1dolce Ie rrott•J1 , r,isP'<)Se: - Desidero :ve-cl'cr Katì,a Netciaievn,a. • I o anco L'AVVl!;NIH DEL LAVORATOU occasione della visita dei reali d'Italia sono stati venduti 58 chilometri di stoffa tricolore, sono stati adoprati 170.000 metri di filo metallico per attaccare le lampadine per l'illuminazione, sono state vendute 90.000 lampadine, 4000 tmetri di seta alle signore, un numero incalcolabile di frack e di cilindri ... I cilindri ooi andavano veramente a ruba. Oggi ; Trieste non si trova più a comprare una tuba nemmeno a pagarla un occhio del capo ... Ah. quando si farà la storia del patriottismo triestino durante e dopo Ja guerra! Si, Trieste ha dato i suoi morti· mòlti sono generosamente caduti sui campo di battaglia. Ma quanti, che oggi sventolano il fazzoletto e il cilindro per Casa Savoia, li sventolavano già per gli Absburgo ! Quanti che ora agitano la bandiera tricolore, agitarono già quella gialla e nera. Quanti che oggi gridano « Viva l'Italia! • firmarono già - ,e non soltanto per forza, ma con entusiasmo - il prestito di guerra dell'Austria! E per costoro i nemici della patria siamo noi. GENOSSE. DottPlne marxiste La grande industria assolrebaeltrfeormdeiproduzione edaume1n1nt-aumedreosialariati Nel corso !della stori.'.I, s;a per il mento di lavoro s·impadronisce di progre sivo aumentare della popo- un dato ramo indus.rriale e quindi in !azione, s.ia per la graduale evoluzic-. rapporto a!le speciali condizioni di ne civile del!' uomo. d1e determinJ una daca località in confronto di alnelle abitudi,ni di questo continue tra- rre. In generale però vi è em.pre la srormazioni. vengono ini11terrott:1- tende za al concentramento, 0 ia mente maniiesranèlosi nuovi e sern- ,,,1 sorgere della g,rande indusrria. pre più f{ran,di bisogni, !)er il cui sul- clcll:l ial.;brica i11sornma, che as ·orbe dì faci111\;nto si rende necessario nn C'gni altr,a fo.rma cti produzione. ancorri pendente aumento della produ- che meccanica. se si eìfettu.a in piczionc in generale. c0li la:horatori e a domi0ili0. Sottù fi111pulso di qut:sli bi ognl Questo concentramento vi-ene il'ii:~egno umano va allora escogitan- noltre aiirertato dalle leggi stess-.: d·J forme di lavoro J}iù evolute e pro- sulle fabbriche che ocrnpano ·donne cJ.utti\'C, tali cioè da fronteggic1re. per e fanciulli. qu:1nt0 è possibile, le sopravvenute La rcgvlari.zzazione. impesta lenecessità. Al lavoro individuale iso- galmente. dema g-iornata di lavoro, 1:tto, ba<;tevob ai biscgni cruna so- r~~clusione dei ianciulli che ·11011 abtictà 11011 .molto progredita, success.e biano ;-aggiunto un:i certa età. ecc. quindi i I lavoro associato, os<;ia )a determinano il capitalista a moltiplicocper:a.zione cli diversi mestieri, c:on- care il numero delle macchine. a perco;-r;;nti neHa iabb,ricazione d'un pro- iezi:)narlc. ad ingr.andire lo stabilidotto ccmune; forma di produzione mento per cqui1librare con la magquesta che. dopo aver avuto per ol- gior p,roduttività cli nuovi strum::,nti tre due secoli il predominio nel cam- di lavoro. la perdita cagionata d1lpo produttivo. dovette poi a. sua voi- le swddette restrizioni legali. ta cedere il posto ali.industria mec- Le leggi inoltre che riguardano le canica. condizioni igiieniche delle fabbr:•2'he li la\·oro associato basato sull'abi- ia,·oriscono. ancor più, la oppreslità del mesti,xe aveva. <iiuirante il sione delle pi,ocole in-dusrri-:; in quanperiodo manifatturiero ridotto di mol- to queste. vivendo già in condizioni to rartt11:ia11ia1to senza però riuscire I'..-e~·:1rie _r,erchè premute cl,dla cenaci assorbirlo completamente. correnza dei grandi stabiliimemi, raL"industria meccaniica compì inve- ramentc si trovano in condizioni di ce una rivoluzione molto più vasta e poter sstemare i propri lc~.ali in mon1dicale. così eia ridurre ai minimi do d?. corri5pondere alle wescriziotermir.i il lavcro manifatturiero cd a ni legali senza grave sbilancio delrafar quasi sccm'parire l'artigiano iso- zienda che per u,ltim~. impcssibilitalato. E ciò potè compiere in poclle ta a sostenersi. è destin:ita a scomdecine d'anni mentre la manifattura parire. impiegò dei se.coli prima di giungere Tutro qu1i1ndi viene a contribuire alalle sue fc,rme più progredite e domi- l'ulteriore cé,ncc11tra111ento e svilup111re nel -campo della produzione in- po dela g,rande industria rc-nclendo dustriale. nerciò sempre maggiore il numero Ciò si spiega facilmente se si con- diei' salarati. Ma qmnto più grande \'a s·idera cl1é la manifattura non aveva facendosi questo esercito proletario facto altro che disciplinare le forze tanto più aumentano le sue forze di cli lavoro. riducendo i mestieri ad o- res:stenz.a. peraz:oni di dettaglio peT affina,rne l suoi me:tcdi di lotta contro il cale abilità convergendole poscia, os- pitale si moltiplic,a,no e si affinano: si.a associandole, nella fabbricazione cresce lo s,p.irito di solidarietà e con di un unico prodotto. Il rivolgimento e.s o la poss-bilità di agibzioni su del prc..:·esso di produzione non riu- lar11:a scala. montre sc.rge e si fa piì1 sd perciò ald effettuarsi che assai i11tensa la cr-s ·ienza di classe· milcnta1111ente. Ben altra cosa a.vvenne ranre a Q!lclla ccmpieb trasformacon l"introduzi•one della macchina z:one cli reg-irne che le stes e leggi ne'll'J~dustni~- _ che pre· iedettero allo vilL',pno del Qui abbiamo l,a trasfor1113.z1on~ si~tema capitalistico renderanno necielo strnmen1to di lavoro che sosti-· cessa ria ed ineluthbile. tuendo l'abilità dell'o,peraio veniva ad imporgili un nuovo e più fer-reo.çli- si• amo sciplinamento de.Ile sue forze. Nella ricchi! manifatttLra lo strumento di· lavoro, . . . \'utensile. era il se.rvo del lavoratore; . 1 gwn~al, Pf.!bblrcanoche se~ondo nell'industria meccanica il lavorn..to- 1 calco/! falli dal Dr. fahrlanc!er. . 1 ,1- cl t • · -1 la ,0 se9retar10 della Federa:1011e econo1ei ne ! 111us_-r~a m~canica 1 <'_-- mica di Basilea. il patrimonio della ra:,ore 1 dhvc~to li sei vo della m~cchi~ Sui::era che nel 1918 era di 34-mina. S_er~o 111 qua;1to_ la macchin~ ~ liardi e me::o, alla fine del 1919 era prcpneta del capitalista e ~uesti di salilo a 47 miliardi. In quest'ultima essa se ne seirve per maggic,rrnente data la Sui::.era cloueva all'estero 1 esei;citare il suo dominio e sfruttare miliardo e 600 milioni e l'estero alla l"Dpera,io ~lle su~ dipendenze. Syi::era 8 miliardi. Pertanto il paLa trasronnaz1one dello strumento lrimonio loia/e ciel/a Svi:zera che di lavoro, ovvero l'i111troduziooe idei- nel 1913 era di lt0 miliardi e 100 mila rnaochina, <lete.rmina un rivolgi- /ioni. ne/ 1919 era di 48 miliare/i e mento dei varii metodi di J}roduzio- /2()0 milioni. ne sociale, rivolgimento che si com- Ci sia)no arricchili, dunque, possiapie in svariate forme transitorie a mo gioire: peccato che non ci riesca stcorrda della celerità con cui lo stru- di nccorgercene! Abita QLÙ, Ka,iia Netci.aievna, 11011 è ( vero'? - Abita <le,r,la? -Ne ho è in casa? qui. Perclrè, .ctesj<len:te vea&Solutame,nte bisogmo. Noo1 rUino pa'Vent0 v,ibrò ,neMa Yoce. - !K,at,~aIè morta ... M!orr-ta. aJJl'Opcdal!e. Di! nuov,o seg,uì un ,!.un,g,o.sùlenzio, -così J,ung,o•ohe Kis.nako.fi ne pr\)vò Lm do'.,ore alla •m1-ca·,pe:roh:è mo-nosava vo~ge1rc i•I caipo, a'Viélintiche la coillversaziome ,1,er;-- min.as,se. AIJlOr.a fa v'Oce ig.110.ta disse, 1Dilain:0 cc.me tnn timbro cnza e pressione. - ,AldcL'io. 1 Ma, evidentemen,te, la 11,uova venuta ,non er.a riuscit"a, perchè Iun i tante dopo IMatren.a 1d01man11Clò: - ,Che iave•te co-stì'? Por.tavaire quallohe oo.sa a KaUa,? . ;sa Poi <li ,n,novo s,i fece 1rnLuni.go b],e,nzio, rotto da -1.11li1eve •numo.re di i11gihio.zzi .<lispcr,a.ti, ch,c ,par,'.1aviam,odi urta m:Yrta!,e sta.nahe.zz.a, <li um ,dolore inco,ns.o,!abi'.c. Sembrarva ,che u.na:mano estem,wa,tatoccasse se,nza forza u111acor,da mc,Jt,o te• a, l',tl'lbima di 1t111 i tru1T11e.ntoJ)neòos0, ,rotta !a quale. ùl uano del,icato e •t.ri,stc si sa•rcb'be S(Pento ,pe,r ,sempre. - ,Ma il'avclei ,qua, i omf,ooa,lo!- gridò ,M,atrein.a iir.ritala, 00<11 1 ;a sua voce hruta,'.e. Clte ,perusier,o vi 1 da!!ie diei ifi1g'.i! E' 1Possibi:J-e!,111ia,g0t,twre•tlJn,ba11nlbinoa quei'.1111od'0V?e,nitr.; 00011, me ... Ma è !POSsi'bilc ,e ere così Jn,espeirta? Questa v•ol,òa :1 silenzio si p,rc,ltt,ngò presso ha ~Jo.rta. K•~nakof.f -orhgliò aa-coriaJper uI11,poco, ,ricorioamdosi, ,felice che ,non fossero ve,nuti i,n •oame:r.a a cerca,r- +o ,e e n:ro g)reoocuP1arsi id' itnd-o;v Ln.a re QL~CJ,clh•e.noI- 11' aioca1d11to,g,Li riusci,va ìn00tmpi;e11slli~l·e. Ou,a'.-che oo a Lnfatti cwdde Sttl ,p.avim.ern.tù,i&fioram<lo •le gin1•ooolliadell'aff,it- Ki n.wk.olff oo,miinciav.a: g,ià .a se.11.t,ire tacamerre, e !•a voce kg.nota p,ronui!iciò, i!'.avvicirr~,arsi,deHa ,notte ed .av:retbbevo- •i,n frnLta: 1 luto ·che qualmnn,0' ,a-c<:eindesseil Jume. - P.nelidere: pr,e.ndete. pe;r <lmOr di l_a sua 1 tra111Quiuhtàdi ,spLrito s,i dite.gua~ Dio! P1remdete... Ed io, io. mc ne vado? va, ed e._~U si Slforzav.a di ,fermare i'. pei:i- - M:i co a {:! Qttcsto? siero: n.e,I•Pcls! ato, v'era il fan.sco. la caCongresso delfleaderazione ltinerdaegOllpeTreasisili ASSEMBLEA GENERALE DEI DELEGATI Sabato 17 e Domenica 18 Giugno 1922 al « Greifenbrau ,, HORBURG-KLEI BASEL ORDL\'E DEL GIORNO: l. Elezione della Commissione per il controllo dei mandati; 2. fissazione dj un regolamento per la discussione; 3. Elezioni dei segretari del!' assemblea e degli scrutatOri; 4. Lettura del verbale del!' ultima assemnlea generale dei delegati 1920; 5. Discussione sulla relazione morale e finanziaria 1920-21 (Rapporto della Cornmissione di vigilanza); 6. Discussione delle proposte sulla tattica e linea di condotta della fede· razione; 7. Revisione parziale dello Statuto (Fissazione delle Quote federali); 8. Discussione delle altre p'roposte presentate secondo le regole dello Statuto; 9. Relazione e proposta del Comitato Cenirale allargato sulla questione della riduzione degli impiegati; IO. Fissazione della sede centrale e de!J,asezione centrale; 11. Elezioni: a) del Comitato Centrale: b) del r,rcsldente centrale; c) del cassl~.-e centrale; d) della CommissioPe federale (fissazione delle tre sezioni eletti re): e) dei f-unzionari iederali (segretari centra!i); i) dei segre,iari circonctc?riali: - 12. Diversi. la serradtaeifalegnami In (fual.clze localitcì, la serrata dei falegnami incomincia a preoccuvare anche le auforita costituite, A Zurigo, 11. es., la Giunta 1nzmiciva!e ha creduto di dover interl'enire nel conflitto come vaciere. Ha chiesto ai contendenti se fossero dif)Osti ad intervenire ad un colloquio richiesto per la sua iniziativa. Le parti annuirono ed allora fa Giunta comunale incaricò l'Ufficio cittadino di conciliazione di tentare di indurre le parti ad una soluzione. Questo fu fatto sabato, 20 corr., e poichè le parti 11011 si accordarono, ognuna restando ferma alle sue richieste, l'Ufficio di conciliazione fece le seguenti proposte: 1. Riduzione del salario di IO cent. entro il 30 gicwno; altri 5 cent. dopo il I .o luglio. 2. Le riduzioni di salario effettuate dal primo di gennaio 1922 in poi vengono com.putate. 3. Dove il .salario medio è inferiore di fr. 1,30, la riduzione sarà soltanto di cent. 10. ./. Primrt che sia trascorso il 1922 110n si può effettuare alcun'altra riduzione di salario, a meno che 11011 subentri 1111 peg(J'ioramento nella congiuntura, come sarebbe p. e. la sospensione del/' importazione, ecc. I .J NIJJ/Jresenta11fidegli imwe,ulitori, che di sclifo a/'lermava110 di non essere autorizzati a prendere decisioni, dichiararono seduta stante. di respingere la proposta stessa. Lor signori' non credettero necessario nemmeno di sottoporre la proposta ai foro col!eghi. Temel'lmo forse che venisse accettata ? Anche (fuesto tentativo di conciliazione è fallito du11qu.eper la caparhietcì padronale. Gli operat vogliono e devono insistere acchè venJ!a fissato il termine di durata die/ nuovo salario. Quindi occorre resistere fin che i padroni rerranno a migliori consigli . PI 1ST duta, i,t •te.r,rore, ,ed an torrorc s:,m,ile J~asco11IdcvancLl'a vve,11ire. Si ,r.agig0tmire<ia 1v.a ,a poco a. pvco, tu-in- ,ge,n.<lole mar.i ei i ipje,cli sotto I.a coperta, qua.n<lo entrò 1D111nLasci.oah,e aveva i,r.- dio.s ato, .per usojre, ,tJ,n:t b',11sarosa. c,d ena un 1po' lbni'.ha.~e-de.t·~c.sul •lct,L,J.,libernmente, e giriclò battendo ,le corte maini: - ,Ah! .mio Dio - 1po.i.a.lzò ,la lesta V si mi.se .a .ride.re. - Ham,o porla.lo Lll1 bambino, piccino, ,picci.no! die ur.!a oome :i.1111 pl)lizio•r.to. Pa.ro,\a d'onore, come un po!iziott,o! iBestCirrnniò e con u,n fa.re ciivettuolo -diede %11 biui'>feitto 111q1.aso.a Kisr.akiofi. - Anlcfa•amo a veder-lo. ,P,a1r-0la,d',onore. •Cùsa ·c' ,è idi .c!,illlfi-ci,!e?ùo gua1rdeine1110, e tiunt,oarnirà Jì. 1MaiLrenaha vog,l,:a di 1 la-v,air.Joe ct·acco1J1dere if « samov,a,r ». Ab'l'a,mo Petrovic atrnzz,a rl foooo co,n Q1Inostivale - è <lliV'ertenti,ssi,mo! 6d ,iL mairmooohiv girid!a: U.aiu ! iU.a11.1 !. . 1D.un,~cia fece ,ua\a S11110r.f,oiahe SLtP- •PO.rteva,rassomi,g,l~ai e a queM,a,dc,l fancin~lo e trip,ebè.aInco.r.a>; tUl,av: olta: - Ua,u, 1Ua.tt!Oome un 1POlizio,b1,oP!arola ,d.ùino:rc! Su! •non VlttOi? Allora. che Unvaecchcioanoscenz Un avvertimento al muratori,minatori e manovali. Dobbi.arrno ùCOtWaroi nuov,aane;n,~cdella tristemente noia •ditta RodijJletz e Lit1:-,ha,r.d di Bema. -ill Ci!IPO idi que1.51ta .ditta, ,i: signor -ingegntJ e J?.c,,th1pJetzc,olon.r1101Lo de11' arma,ta ~vizzera, cons~gltere n,a.zton.ale, t:~..:., è ..:c.1:,csciutù dai no,stJ·i minawn come il r.::nic,,nario più arna.bbi.ato .come l' uomo ohe ~: op:po,ne IPÌÙ osti-~a,tamer..te e più re1ra,ce,mC1J1.a,tlele '.oro giuste aspir~1z:oni. di Ro-r,h/pfotz i ~ fàtta una t! istc iarna nei 1laivor-i-delle gait.ler.i'.eidei Lorsclrberg. ,dc.ve ,Pt!'nnon,o numero~i l,Lvoraitcr:, si ai,Lrò il' omo <lei' mimato:·1 adtlet,,i a'..:a galllenia dii Grenohtm-Moutier; si ài.si,ln e ,per oocctutaggi.rJe reaz:cnariia 1:e·1'.a\·e•rter..za se<r.ta ,tra 1a sua c:itta ed i min.ai~ùri a1ddcr«ù.ai i La1vOri di r;11:.a.raizio11\ce:,tc.la :g.a(ileiria lci'ètìl' tHa>ttenstctn. UtLr:u111:~ lo soic,pciro -dei m:.na,cori del vers.untc ·ud tdeila ecc,ntda gatte- • ia ,del ~canip,jo-r•e,un ma.novale Tomagr-cl-o ~.fcgò la su.a lira ,ccmLro IjJ tiram1:e'.lù w'u;el1/doLc alla te~l:1 ca,n un ma1,ico di bwae. Ora j; s:;çn-c1rRot.hr.~tz, o la diitta di cui cg',: è capo, I\ ueile a,ggiumgere .au:iro 1:.-mro a1b sc:<1gl.cria. I J1LLqv,a; iLc.ri li v1:c,,Jc0gl:,~re 1ne(a gaUL'rta •d•i WJiJ)ki-ngen. -tra Zur:zo 0d Oeiùkc11. Ou·i,vi la d:na e,,e,-:;u:sce ::I rinir.~. vame.lltc ,detl ,rivc:c,tl:-merJ.oc!eLJ::g1a. !lcriJ, less.a. PeT la bi_s;ai11.aha c~;-cato mu,r,aroiri, minaitoni e m:w,eiva'.,i wat;,ci di 1tar.I,ilavo,ri.. Della r:ce.r~a c}i 1,a·Jiopeir:::,i era .staito ~ncaric:ito andre w1 cerro RL1JbhA11rntonio detot P;emc.n.ie, ~.si:istenie pre.s o la 'cti:ta. Costui cerc,wa ~ipec~~iisti,facerntlo capire h~ b. d,:tta :avr,cbbe corri:,7>0s;, 1i s:i!:rri cle,Y:tti. oeorr~.po~oo un SUJ)p]eme11,toPc.r ,il ,!<21,·orona::turno, ~Jagato i~ c_:·brro cd i be.::cncci del'.e .lampade. ec:. Nai:1tra'.mer.te, di queste p,r,c1mese, fa.te, a d',l'è i' vero. i"n icirnna v.aga, ibi!.!fJ11a. n.• $uPa Yicnc maieirJitba. C~,i or,erai ci .soI:q. ,aib:lt. pna'!ici, s,pec'.alisti. ma !e paghe ... da _pco:atlisbi re-91.an10 un de:si.de1:i.o. !\o: murat0ri la citata <Etta c0.rri~onde c'rca fr. 1,50 .a~rCina; ne:,- _un ~1;ç,p·:,,111e1f,oper colcro che '.avora1 o duran,le '.1a1:0:tc, e .sor,o ,i pi,ù; ne·- su•n s11tP,P'leme,1~Ipt.eo,r ,!·e ora strr.aondlm.1rie. H carr:buro ed i beccucci ,cJie'!Je lampa•de v,ar..no ,a carie:) <legl•l ope,r,a;i, do.'! la 1.K,.-:aforn\sce ~I canb.uro stes o ma poi tr .1tùne ,a,ghi apcrai l' '.llr.Jl)c~-t.o di e~o .sul'.:a,p,aig-a. e quab,mo si ~aig,1La, .i rafl)pre ent:tir.ui ,dcMa dbtta r~,su)O.ndon.o, in rfC.)rmatutt' .aùnrù ohe conber,e, ohe se 1!0•11 è cclll\'n,fo può .anè.a:rsMe. La dnt•ta ha JPOi ei!aIbor.a•t0un reg0Lame1~rn ,di lruvoro ,eh~• puzza !.111 ,pochiì'.O idi caserm'.I. lin ess.o si :r-,arla di Te- ~PCU1iS'.!lbi!i,td.àegl,i cipe,r.a:i,di mu\te, di traitte.nure. ,e.cc. Lo stc..-:soTegci'.amer,to Sl'.aJb;l!isceé.110,l·~roche ~! alar;o ,deg,Ll or,cr.ai v:-:.1,gafi.siSOi'.ocas0 pe.r ca.so, emiro il r,rhmo g-jc,rin.odi IJ)a,g,a. 1Aiveta c..:upiw? La -ddtta Rc-tlwletz e Lien1iard e 111se:1rqpiccia dc,L'.e c:0indizionr ,di l:i•voro e di sa·Jarr:~o e,s,isten•ti1nel!a zona i,n cui e "a escgui,scc <le~ :a,vvri, non ,·.uole:;iL sarc a •pr~c.ri 1.m deltenmir.aito ~:.tl:.:rjo Ipe.r .gi!i Qperai, ma si .arrc.::n ,:1 ,èr1ritto di èe,tt.amroc~.s.a. secondo i ~-ur,: cri!•c,ri. Co1:r:is!p::>r-,de1,i,a:t1.Lralme,11tc, u•tt :,alai.io ~n-re-rio.re ,a q,ue1'òovi- ,gc.nt.• n~!i'-a zc,na •·•ncui si esegni-scono i o',::wori. E... hi .re.n è cc,nte,nto se ne v.ada! Sorh) ~: ,emi med:oe,v.ali ohe 1UJ1ta-no d imr.itamo. Tra ~ii ,c,pe,r.a.ideìba ditta ~en;)eg,.\('.t 1L11vivo 1T11akontcmo. che n-c,n 1-a,rdL'fà a ma.nifèsta:rsi im fo.rrna a- .ponta e vivace. PLtÒ ·d.ars.i che •la ditta a'l)b'ia ba!glia,to i 00111:ti.. se crede d~ {)Otcr vei';re a .d,,·,tt,arle,!('_{?b;i'e; che in que,J ,di Z.uinhgo. IFn.r.un t o. :111a,tte_ a ,dallo S!V%u,p,p) e ciel',o w,olgersi deg-Ri a,v.vc.n\menti. i ccmpa:~ni .c,r,,::ir,aidi ' ogirn: mestiere faranno 1bcn{.1aie!e-V'ibairei 1truvari del!a ga',le- .ria .d'i Wiu)ldn,gen. Leuu"eh l'lnlllrl del Lafflltltl " =™ i1l di•a 1 vo1 ,o ti 1p011!1tCi repa 111e,:oL1uaa nic, chia, .meila ge!afa ohe 410:11 sei .ailtro! iE se r·e ar.,dò .p:,roettando. Mezz'ora dopo, vadllando SL~llc debo'.i gambe 1.:' a-egg-endosi a.i 111u ro, Kijnako,ii, in·dcciso, spafancò la porta ide1!,acuot111,i. - ChitLdi, che v.ion,c ti i:-rc1ddo!- gri- <lò Albra.mo Pet,rovi~. Egli -e111trò,chiu,se la p0r,,a, ,gua:rd.andosi aitt.or,1!0con t'ar',a •di 111,1coJpev,ole; :ma 11,cs LIILOg:i baidwv.a e ripTese cosag- ,gio. 1111cuoi1?,a,jn v111lù dc,l camirno, :1 fumo si •\ev,av,a i,n dc'lliSi ,iiocd1i, sbri- .siciamdo s,ui 1111urfireiddi. ,M,a,trenf!la, co11 un1a, pecie <li 1 dlg1lliità cor,r.ucciata, ba- ·gnav.a i', fam,g,o i.n un catino, e ,con la 011ainop'.a~,alla, ,g.\i' fa-oe1va~pmzza,rc addo _o l'aoq,u,a esclamam,d,o: - Su, ,su, bimbo mio! vedrai come sair.a.rÒLa/llCO e 'J)Uil it<> ! Fiùir~ pe1rchiè ,la cucina er.a ohi.ara e gaia. o pcrchè l'acqurct •tiepida J'acca,rczza,v,a, i: fanciu.Iuo ,taioev,a, •piega1}do ii co,n1>ìcilno 'Come se rv.c,}~e stair.n.nUrC. iDi 1 s0ri:ira· bei s,pail1e,di ,Ma,trein,a:, Oiuùascia, g,u.ardava il oat~no, e, sceg,!ien.do il m0rme,nto ,prùpi,zio, ·oon tre dita fece 7.ampit!a,rc l"a.cqna ml famciul'.-0. {Con1i,111ua. )

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