L'Avvenire del Lavoratore - anno XXIII - n. 31 - 31 luglio 1920

ZURIGO, 31 LUGLIO 1920. ' SETTIMANALB DEL PARTITO SOCIALISTA ITALIANO NELLA SVIZZERA REDAZIONE :. AMMINISTRAZIONE: C-tal.ml 1t la ç,opla D>ato Chè4ue. ~1' iffilffiRO ARRETRATO CENTFSJM} ' N. Vlll-364' "L'AvvendierlLeavoratore,, 0 Znrtto Commissione EsecutdivealP.S. I. - ~}!,!~;:.?,, 1!3~ TllefOIIO 4471 AJJBONAMENTI PER LA SVIZZERA .l.uo fr. 1 - semem• Fr.2.st - Eatero fr. I Abbonamento poanlt, ccnt. 20 In plt. Al bivio lettera aperatallaOiredze.Pl artiSto cialista \Ii pare giunto il momento di rivolger- ·:1 questa mia per un doveroso senso di responsabilità e per l'affetto eh<! porto ail'ideale socialista ed al Partito, nel quale milito da molti anni. E sono indotto a scrivervi questa lettera, perchè penso che una inesatta valutazione della situazione politica nazionale ed internazionale induca i compagni a manifestazioni che non eisito di clìchiarare dannose. Fin dall'anno scorso, l'atteggiamento della maggioranza del nostro partito era assunto sul presupposto dell'esistenza di t1na situazione ri,·oluzionaria, che 11011 poteva che sboccare, rapidissimamente, 11.d una azione rivoluzionaria per l'abbattimento dell'ordinamento capitalistico e per la instaurazione della nittatura del proletariato, che avrebbe dovuto assommare in sè la gestione della collettività iino alla scomparsa di quegli clementi borghesi e reazionari che potessero frapporre ostacoli all'instauramento della repubblica socialista e del regime comuni- .$ta. E da questo errato presupposto derivarono, .dimenticando le diverse condit:ioni economiche e politiche fra noi e la Russia, i vari errori, che avrebbèro doYuto farci comprendere che le constata- :z:ioni e la credenza della maturità materiale e morale del proletariato non erano rispondenti a verità, mentre invece il ricredersi non si verificò. Si continuò a credere che il senso di ribellione, diffuso nella città e nella campagna contro l'attuale regime, fosse l'indice sicuro che la massa era con noi nella :,olontà precisa di far prevalere i nostri postulati. mentre quel senso di ribellione era dovuto piuttosto ad un istinto di reazione contro le coazioni, contro i disagi del lungo e sanguinoso periodo di guerra e veniva favorito dai disagi successivi alla guerra, dalla sfacciata ostentazione di ricchezza di male acquisto, raccolta nel angue e nei dolori di tutto il paese, dal desiderio vago. indeterminato, che occorreva un mutamento di indirizzo • che da questo sarebbe scaturito, come per miracolo, un assetto economico e politico che ponesse termine ai dissanguamenti, agli sfruttamenti, ai dolori, ai perturbamenti. I compagni dell'ala estrema del nòstro partito. ebbero, a mio avviso, il torto di ~edere in tutto ciò uno stato d'animo indice cli maturità rivoluzionaria. e spinti dal generoso impulso di aiutare la Russia soviettistica e l'Ungheria. che. raccogliendo per mano di Be 1a Kun l'eredità di Karoly, commctte,·a l'errore nostro di credere cioè giunto il momento p{'r il movimento comunista rivoluzionario, questo stato d'animo cercarono di esaltare. La generosa illusione fu smentit'a dai fatti e il partito si avvia. battendo falsa strada, ad un dolorosissimo impasse e a preparare con movimenti sporadici. ri- ~oltosi e non rivoluzionari, la reazione militaresca che ci farà, attraverso una orgia di sangue. perdere le posizioni conquistate con la nostra predicazione e con la irremovibile nostra avver!'-ione alla guerra. Che se non si vuole dire che prepari, per lo meno non si oppone a queste cao tiche ed indisc:iplinate manifeMazioni. E' l'errore tattico che andiamo commettendo ogni giorno col dire che le borghesie stanno crollando, che si tratta dell'ultima spinta. mentre le borghesie stesse dimostrano di avere ancora tanta forza da rcs'stere perfino alle conseguerrz<' della guerra da essa voluta, questo errore tattico dimostra, a mio :>arcre, cne battiamo ~trada falsa. E prendiamo come simiJitll'lin-:: la guerra. canone indiscusso che si devono sempre supporre i nemici forti ag~ucrriti ,,.d avveduti cd è pure canone indiscusso che al proprio esercito non si deve d:re che il t1.cmico sia vinto prima di rombattere, o debba dileguarsi al primo urto. ma che occorre lo sforzo, unanime, la disciplina la più ferrea, l'ocul.1t•7,za la più fine, per dominarlo cd abbatterlo. E d'altra parte è pure da ritenere come necessario e scrupolosamente doveroso da parte dei condottieri esam;narc s-:: nel proprio esercito vi sieno ragioni di èeholezza, fare ogni sforzo pe~r.hè anche le più piccole mende scompa:ano, il teme 0 e, perchè ciò ind11ce a scmprt" migliorare le proprie condizioni, che vi possano essere falle; il non aver es'tazioni e il non formarçi mai illu5ioni, tenere la mano al polc;o del proprio e~crcito, in modo che o~ni piccolo spo!'-tamcnto sia subito avvertito. e non iniziare il combattim,•nto se no11 quando ~i se·ita cli ess::re sicun dei propri soldati a1 qual' non si l:!evo:10 indulgere le indisciplinatezze e non si cl"vono consentire le clamoro,1· parate <li fro1,tc al fuoco 11cm1co. R sopra tutta qtll'Sta .,imi!ituciinc gulrresc;. occorre anch,. prima <li ingaggiare la lotta, esaminare se lo spargim<·nto del sangue sia necessario, e se l'uso della violenza sia inevitabile. Ora tutto ciò, da oltre un anno, non l': mai stato fatto ed è appunto per questo che ritengo clovcros(I esporvi il mio pensiero. La grande maggioranza del partito ha affermato che la \·iolcnza è l'unica arma che ci rimane per l'abbattimento d<'I regime capitalistico: la dimostrazione non c'è mai stata; offerta e argomenti si po- ! a bbcro _porre innanzi per ribattere l'a, !-< rzio1,e: ma diamo pure per am·1:c<,o che non \'i sia altro 1rtcno per ra ', , 1 tt·re lo scopo. ~fa allora la valutazicnc preliminare è qu<!sta: h nostra potcnz:al:tà (!; \·:oh·n:n i: suffici1·ntc per l'ahha:t:meuto cl<>'l'os,;:. colo? E qui m1 pare di tlo\'er rispondere ,r no. La ri,·oluzione socialista sarà internazionale o non sarà: se resiste in Russia, almeno per quello che ne sappiamo, si è perchè la Russia è in condizioni speciali tali da farcela considerare, in un certo senso, un mondo chiuso, che può, per un certo periodo di tempo, fare a meno dei ,rapporti con gli altri stati civili; noi nel resto cl' Europa non viviamo nelle stesse cond;zioni della Russia e siamo tributari per la nostra esistenza gli uni degli altri cd anche di nazioni civili fuori della stessa Europa e, a meno di pensare alla rivoluz:onc d2l romanzo di \V cls, non possiamo toglierci di dosso questo giogo !e non quando i proletariati delle altre nazioni abbiano accettato il nostro punto cli vista, che donebbc essere anche il loro. Ed ora guardate: volemmo lo sciopero generale politico nel Luglio del 1019 e noi non avemmo scioperanti i ferrovieri. nei quali si è risvegliata la coscienza proletaria quando si trattò di miglioramenti economici; non avemmo con noi. nella stragrande mag~ioranza. i contadini, senza dei quali non si fa la rivoluzione soc·alc; non ave-nmo con noi la Francia, che telegrafò all'ultimo momento di non poter attuare lo sciopero generale ed anche in Francia, più tard:. i ferrovieri s<:i"- pcrarono per ragioni economiche. L'Inghilterra scioperò, ~cconrlo il '-U0 modo di venere, come gli orsi fcrravilli:-- ni, e c:oè con pochi comizi in Hydc-Park. e Je, adesioni alla Terza Internazionale non fioccarono, tanto che il partito socialista si è scisso tra sezioni uscite dalla seconrla e non aderenti alla terza, seziom social-patriotte aderenti ancora alla se conda e altre aderenti alla terza: eppurl: si tratta sempre di prc 1etariato. Xon dimentichiamo che agli Stati Uniti, i tJOStri fornitori di materie prime indispensabili. Debs è in prigione, senza che la maggioranza se ne commuova ed è d1 ieri l'episodio dei deputati socialisti dello Stato di Kew York espulsi. Tacciamo della Spagna e dei paesi che restarono fuori del turlJine guerresco, la psicologia dei quali de,·e essere nec:es sariamcnte diversa dalla nostra. Avemmo le elezioni generali in tutti 1 paesi d'Europa usciti dalla guerra e, con il coril'or,o di tutti i massimnlisti dell'ultima ora, conq11istammo in Italia 156 qeg gi, m<.'ntrc la Germania, la Francia e la [ngbiltcrra non ebbero gli stessi successi e ciò per 'ngioni intuitive e cioè perchc i;oltanto noi era,·amo restati partito uni tario contro la guerra. e sf-uttammo i clolori delle donne, i disagi dei bambiID, le soffercnz,. dei trinceristi. sfruttammo cioè lo st:i.to di sofferenza e non lo stato di ma•ufrà. E più tardi vedemmo le agitazioni dl Torino arrivate ad una disillusione e in mezzo a tutto ciò la Dircz:one del partito, la Confederazione generale del Lavoro, il Consiglio :\"azionale, lo stesso & A vanti ! • che non si decidono ma· e che, col prcrnpposto del congresso di Bologna, ~i affan,ano a persuad,.re che non si tratta rii movimenti politici. ma economici. Qual'è la conseguenza da trarre da tutto ciò: è quella che sostenemmo sempre anche per l'addietro e che cioè non si può parlare della possibilità di sovvertire il regime attuale e che con la indi~ciplina e la immaturità imperante anBibliotecaGino Bianco che ,e ci si potcSS\: aff<:rmarc, 1101 no11 ~apremmo mantenere le posizionii con- •1uistate. pcrchè ci manca la forza di farlo. La dittatura dei proletariato presuppone una rigidezza d'azione per parte di tutti, che solo si può raggiungere quando si abbi~ la coscienza delle funzioni che si compie e invece nei contadini vi è il concetto di voler sostituirsi a.i padroni diventando alla loro volta padroni. negli operai della industria, salvo lodc,·oli eccczior,i, il pensiero che il regime comunista trasformi di punto in bianco il mondo ,lei paese di Bengodi. Perchè non diciamo 2.i nostri amjei operai che non si tratta di affrontare un brev~ periodo di pericolo e di morte, ma si tratta di un divenire faticoso e disagiato per raggiungere la mèta? Io non posso assolutamente aderire a quella propaganda facilona assicuratrice di applausi di verbosismo rivoluzionario. non posso comprendere che si debba ad ogni piè sospinto invitare a scendere in piazza, come se lo sfondamento di un cordone di carabinieri e la uccisione di una guardia regia instaurassero il regime nuovo, mentre ciò non produce altro che la esasperazione negli avversari e la insorgenza dei sentimenti •ncno buoni dei nostri, i quali, sia p_er la loro coltura. sia per la esasperazione dei disagi e dei ricordi della guerra. sia per il risveglio avvenuto dell'animo barbaro per opera della guerra. si lanciano ad atti riprovevoli e che fanno giudicare l'opera nostra ,. Ì•H-.:> m modo certamente non benevolo. In una parola il semplicismo delle folle non deve essere semplicismo di· noi che a queste folle ci rivolgiamo pcrchè ci seguano nella realizzazione del nostro ideale. Vi è un coraggio maggiore di quello di esporsi per un momento ai pericoli materiali ed è quello di dire alle masse alto il proprio pensiero e andarle anche contro, perdendo la popolarità cd il plauso quando si ritiene che essa abbia torto. La concessione :\Ialatcstiana, alla quale anche molti dei nostri si arre:1dono. che cioè si debba fare quello che la massa amorfa, disorganizzata veole, è la rinuncia a servirsi del proprio pensiero e a portare il proprio aiuto di esperienza; con questo concetto noi non avremmo mai dovuto andare a propagandare in mezzo alle folle una volta ostili: la massa voleva qualche cosa di diverso da quello che noi pensavamo e noi dovevamo acconsentire: ma invece, perchè credevamo di agire e di operare pc- il bene del proletariato pcrverrammo e il proletariato in parte è venuto a noi. Credete che si batta la buona strada oggi a non resistere? E in fine è bene notare che .ion è pos sibile vivere continuamente in .uno stato di eccitazione, di esaltaz· one, di eretismo morboso e che i proclami all'esercito che de,·e combattere si lanciano nel momento dell'azione e che allora occorre la semplicità ed anche il semplicismo, pcrchè &i tratta di determinare la massa all'azione ed è necessario servirsi del sentimento; ma nella vita quotidiana no: è un errore, perchè si sciupano le energie in conati infruttuosi, anzi dannosi. mentre occorrerebbe riservare tutto per l'eventuale urto finale, che dovrà verificarsi nelle migliori condizioni per noi. La differenza fra noi e i riformisti sta appunto in ciò: che noi non ncJ!hiamo che possa, malauguratamente, rendersi in un certo momento necessaria la lotta cruenta, mentre gli altri pensano che questa non si verificherà, ma la maggioranza attuale del nostro partito ha di converso assunta involontariamente una mentalità di guerra, uguale a quella rJi coloro che fecero le radiose giornate dj_ Maggio, che, cioè, sia inevitabile non la ~attaglia, ma la serie di battaglie sanguinose, tanto che pongono il problema di ,·iolenza e non di forza. Ed è in ciò che noi differenziamo. X on è possibile per noi tutti riconoscere i nostri errori e impedirr. che si vada contro. non la sconfitta finale, pcrchè questo non avverrà mai, anche se saranno perdL: · dèllc battaglie. ma contro delusioni · ,. ritardino il dive_nirc socialista o che, per i grandi dolori che il suo a\'- vcnire avesse a procurare, ritardasse la Pacificazione- degli animi per il raggiungimento del regno dell'amore. dell'unità, della giustizia? nuttiamo via da noi le scorie, purifichiamoci. che il desiderio di prernlenza di una fraz:one o dell'altra o, peggio ancon. la gretta ambizione del successo personale non ci faccia perdere di vista la mèta ndiosa. Ricord'amo chi siamo, nè potremmo essere diversi, che le no~tre idealità sono idealità di positivisti e che la retorica bolsa o l'irr peto lirico non po~sono creare i m·racoli, perchè 5iamo dei convinti antimiracolisti. Con questo, cari CorntJ,1,.:ni ,kila Dir· zionc, io vi domando se non s:a il caso di rettificare il tiro e sopratutto di essere s;nccri con noi stessi prima. e COf{lialtri poi, senza blandizie-, sc11za i11!ìngim(.nt1. u~ando della necessari:! rudena. Sarà, io credo, tanto cli ~uaclagnato p<!r l'avvenire, perchè 11011 ci potranno essere rinfacciate le delusioni, alle 4ua1i potremo andare incontro. ,Con la sicurezza che voi. 1 quali amate ~ ... :10_:ra -:a:1sa co~i come r.oi la :,rni~- mo, avrete il coraggio di confessare gli errori che difficilmente potevano essere evitati, io vi mando il mio fraterno saluto. Avv. ALESSANDRO TIRABOSCHI. L'articow del compagno T:raboschi non è per noi una rivelazione. Il male tli narura psicologica che esiste nel parlito potrà prer1dcre proporzioni spiacevolissime, se {l011 vi si porta rimedio a tempo opportiuw. Sfor. t1111atamentel',articolo del Tiraboschi è una prova soggettiva che gli uomini, i quali dovrebbero apportare questo rimedio al male, non sono ancora emersi <1a1 fo11do della 111assasocialista, intellettuale o operaia. Poichè, infine, la questione del partilo in Italia, è ili gran parte una questione di 110. mi11i, di dirigenti. La borghesia italiana 11011 trovò l'uomo della guerra, e i disastri suol furono 11011pochi e non lievi; se il partito socialista e le masse proletarie nvn trovano l'uomo della rivo:uzione, non sar,piamo come fi11iremo.Tirabosclli 1101s1i sente fatto per la bisogna rivoluzionaria e consiglia di rettificare il tiro. La sua è una ri111111dalt'ozio• ne insurrezionale, che si è fatta balenare <L!nanziagli occhi della classe operaia an. gariata, e che ancora oggi è u.'la tesi, non 111!1arto compiuto. Ma/grado le a/cune ragioni che vossa aver dimosl rato di (/\•ere il compagno articolista, g/i uomini a forte vo. lontà devono reagire energica111e11tceontro /o stato d'animo che porta il Tiraboschi e porterà molti altri «Ila rinuncia, alla rivolu. ?ione, chè nient'altro sign:fica nella fase a/. tuale una rettifica di tiro. A noi pare, che bisogna rettiiicare le inclinazioni romantiche di molti compagni 110. stri, che si adagiano su di 1111 eccessivo fatal'smo della rivoluzione, e che ha11110forse p<:rcepi/o a Più riprese la necessuà delta so/levazione, ma spiritua/mente male vrc~ parati e quindi mal preparando le masse, sono rimasti sbigottiti ed impotenti dl fron. te agli avvenimenti. Per oggi noi ci limitiamo dunque a que. sto rit:evo: la rinuncia del compagno Tira. boschi è pi/Ì una debolezza soggetriva, che una necessità oggel/iva imposta <folle cose. Le cose - se· la volontà del varti:o corrisr,ondesse meglio - sono per' ben altro che Per una reflifica di tiro. Rirerremo più, amr.iamente sulla questione, perchè è di gran. de importanza. Agli • operai In una adunanza tenuta in Pietrogrado tra i membri dei Soviet di Pietroo-rado ed i rappresentanti del proletariato inglese, francese cd italiano, fu diramato ai proletari di tutto il mondo un manifo~to, in cui è detto: & Oggi si aveva la fratellanza fra i delegati degli operai di diYersi paesi, di quegli operai che furono sinora divisi in eserciti avversi creati dai predoni imperialisti. La prima parola la volgiamo a voi, lavora.tori di tt.:tta la terra. Il paese dove ci troviamo radunati inalberò da cir ca tre anni la bandiera della rivolu zioné proletaria e la tiene con onore, malgrado l'assalto del capitalismo mondiale. E ci raccogliamo nella capitale nordica della Rcpubbica dei Soviet in un momento, in cui questa è esposta a un nuovo assalto dell'imperialismo occidentale. 4 L'esercito rosso degli operai e dei con tadini, creato dal popolo, ha sconfitto su tutti i fronti i generali della controrivoluzione, benchè fo!sero aiutati dalle t democrazie~ d'Occidente. Ottenuta la vittoria, la classe operaia si pose energicamente ;,I lavoro per salvare il suo paese dalh 1ame dal freddo e dalla rovina cconomin. i\la il capitalismo europeo non volle penncttere tale opera di ricostruzione, e scagliò contro di noi i reggimenti della ho, f{hcsia polacca: pcrchè il capitalismo c1:1 opco la Repubblica dei Consigli non ,leve vivere, ma perire. e Il Governo dei Soviet fece quanto era umanam('nte possibile per evitare la guer ra con la Polonia. Ma la borghesia internazionale voleva questa guerra, e l'ottenne. Senza l'aiuto del capitale dell'Intesa la Polonia non avrebbe potuto entrare in campagna; e i Governi dell'Intesa fornirono alla Polonia milioni, armi, viveri, mentre fingevano di voler allacciare amichevoli relazioni col Governo russo. Se una parte di quei Governi, sotto la pressione delle masse operaie, finge di voler accordarsi coi Sov:ct, in realtà tutti concorrono a rafforzare i nemici della Rus- &ia. Rabotnik E' il giornale dei social-tr<r4itori Polacchi. Ne/l'ora de/!o sfacelo non à che varo/e di, freddo ca/colo: 11011 una rampogna alla po. litica guerresca <le/la borghe,çia ,,o/acca) non 1111 accenno di fede socialista. Eccolo in Poche righe: Noi dubitavamo del soccorso dcli' Inghilterra, promesso alla Polonia in ca~o d, rìfiu:o da parte dei ovietv di accettan.: delle u-attative di pace .. perchè Lloyd George si è fortemente impegnato cogli accordi addivenuti con Krnssin <! gli operai ing-lesi domandano ad ogni co~to di conduder<: la pace. Le nostre supposizioni sono state confermate in tutta la lorn pienezza. Il governo inglese à fatto sapere al goYerno polacco, che la Polonia <leve rivolgersi css'a stessa ai Soviety con la proposizione di armistizio. E' in seguito al rigetto completo dcll' intervento inglese da parte dei Soviely, in merito a~li affari polo-russi, che ci arriva questa notizia. Il governo russo aggiunge ancora l'ironico rilievo ch'egli darebbe alla Polonia delle condizioni migliori c:hc quelle proposte dall' Inghiltern. scdice-ntc alleata della Polonia. Lloyd Gcorgc ha trangugiato questa pillola amara e ci ha inviato questo consìglio. Questa attitudine dell'Inghilterra non è infine un tradimento nè una prova ch'essa non n10l manten<'re le promesse che e: h;i fatto. -:-ìoi ricordiamoci pure delle parole <'he Lloyd George rivolse al si~nor Patcct..: a Londra colle quali affermò ch'egli interverrehbe ~e i Soviety rig-ctt?.sscro i suoi g-iusti reclami. consig-liando nel cnntr.mpo la Pc,lonia ad av- ,·iare- delle trattat:vc dirette tra la Polonia e la Russia. Sr. i dip!omatici pobcchi non avessero dato ronsìstenza di realtà Rl!c loro chimere. essi 11011 acc11~<'r-:bbcro nè Llovd Gcorgr nè Cicerin. ma rico1:osccrebbc"ro d'essere causa elci proo!··n male. pcrchè nessuno tra di cs<i ha \·oluto intcrorctarc le parol<· ckl min'stro inglese al loro giusto senso e si,:;nificato. Dunque L. Gcorg-e. B. Law e M~llerand ~ono coerenti rc!lc loro dichiarazioni quand'essi promettono di aiutarci. se I~ Russia de Soviety rigettasse una pàce giusta offcr•a chlla Polonia. Vi è in tutti questi consig-1i una pron. evidente che l'Intesa nè vuole nè può ricomi.nciare la g-ucrn e che tutte le spcra:izc del partito nazionale democratico so'lo dei castelli in aria. ~on vi è che una soluzione: rivolgersi direttamente alla R;1ssia con proposizioni di una p;ice democratica. del mondo • Prendano nota gli operai di tutti i pae si di questa politica traditrice e perfida delle loro dassi dirigenti. K cii sappiamo quanto beneficio abbia già recato alla causa comunista il contegno dei Ìavoratori, che in Italia, in Inghilterra, in Germania rifiutano di trasportare materiale bellico per l'esercito polacco. Gli operai norvegesi rifiutano di lavorare nelle officine che riforniscono la Polonia. E' un vero internazionalismo in opera, attivo, efficace, rivoluzionario. In quell'atto di solidarietà proletaria vediamo un pegno del fatto che la Terza Internazionale comunista diviene il fulcro della lotta di liberazione del proletariato mondiale. Siamo profondamente convinti che que sti atti veramente rivoluzionari degli operai inglesi, italiani, tedeschi, sono soltanto il principio della grande lotta mondiale che comincia adesso, e che questo appoggio alla Russia dei Soviet si farà di giorno in giorno più forte! • Inviti-amo i proletari di tutto il mondo a mostrare ai governi borghesi che nessuno di essi può condurre una guerra contro il governo operaio e contadino di Russia. La vittoria della Russia sulla Polonia diventerà così vittoria non soltanto dei lavoratori russi, ma di quelli di tutto il mondo, pcrchè dovuta anche al loro concorso. • Operai, alla forza si deve opporre la forza. X on con ordini del giorno potrete aiutare la Russia, ma impedendo alla borghesia di aiutare in qualsiasi modo la controrivoluzione"· Il manifesto è firmato: Per la delegazione italiana da Serrati, D'Aragona, Graziadei, Dugoni, Bianchi, Pavia11i, Colombino, Nofri, Bombacci e Vacirca. - Per gli operai francesi da L. De3limer. - Per Quelli inglesi da Tom Quelc e da Mac Lean. - E in nome dei Soviet di Pietrogrado da G. Zinovieff. - ---•v--------- Lto~ete "L'Avvemre tlel Lavoratore,, Lacontrorivoluzio (Servizio particolare detl'Aweru.re). Berlino, 23 lug{io- (G. f.) La perdita della guena determinò la vittotia della ,rivoluzione del novembre 1918. Ma Ja reazione, oa truta sulla piazza dal furore popo- ~are, si ritrassç ed affilò all'oscuro L: sue armi. li primo Governo dei ..;omrnissari del popolo avrebbe potuto spezzare pe.r sempre Je forze del militarismo e del semi-feudalismo prussiano, ove questo Governo fosse -;taro composto da uomini non corre- <;ponsabili della politica di gue.rra <lei precedente regime. Acca11to a Haase, Barth e Dittman. che la guerra avevano combattuta, vi erano Ebert, Scheidemann e Landsbe,rg che furono i rr.aggio1i sostenitori della guerra, perchè legarono te ,nasse operaie dei Sindacati e del Partito soci-al-democratico ail carro del Governo.' Cosl, quel primo Gove.rno, che doveva essere rivoluzionario, nel senso fattivo della parola, dovette sfasciarsi dopo un breve pe,riodo per l'uscita <lei tre commissari degli indipendenti. Le elezioni del.l'Assemblea Nazionale - --combattute da Liebknecht, fautore del potere nel!e mani ùei Con~;gJi degli operai e soldati -, e la susseguente costituzione d~I ministe,ro di coalizione fra social-democratici. dem.ocratici e cattolici, dimostrarono all'evidenza dei fatti il fallimento della politica di compromesso. Se la politica dell'Intesa servl mer.:ivigliosamentc al pa,rtito mili tare PLr tener desto nelle sue fi.ie lo spi· rito di révanche, e suscitare negli altri ceti della proprietà fondiaria e della borghesia industriak il malcontento contro la politica governativa, l'opera del compagno Noske. ministro della guerra, fu tutta volta a disarmare gli operai, ad escludere dall'esercito quei pochi ufficiali repubblicani, ad istituire la famos:i Einwohne.rwher (Guardia civica), oltre alla Polizia di sicurezza, corpo anche questo estremamente reazionario. L'esercito massacrava senza pietà alcuna gli operai ogni qualvolta questi si levavano in piedi pe,r le loro rivendicazioni economiche. .. Il corollario di quella politica fu il tentativo di dittatura militare d.(\ marzo scorso. L'insuccesso della banda Kapp-Lilttwitz fu dovuto alla classe operaia, che con lo sciopero generale impedì alle truppe del Baltico di instauare l'« ancien régime ». La controrivoluzione non si diede ancora per vinta. Continuò nel suo !avoro intesa ad accumulare armi e r,r~parare armati. Le ,regioni le più I eazi 1 Jnarie furono naturalmente ; cen~ri della organizz. per il contrabbando delle armi e delle munizioni. Queste a,rriva vano sotto forma di spedizioni di macchine agricole, strumenti di lavoro, ecc., chiusi ben bene m casse, nelle quali c'c,rano innce mitragliatrici, fucili, granate, ecc. 11 Governo, poveretto, non arrivò mai in tempo a sequestra.re alcuna di queste spedizioni, mentre i giornali socialisti docun:entavano, e documentano tutt'ora, il contrabbando che di tali armi venne e viene fatto dai contro.rivoluzionari. fntanto gli studenti. sciolti i loro « corpi di volontari», trasformavano questi co.rpi in società ginnastiche, 111aschcrando in tal modo il vero fine ùi organizzazioni militari al servizio dc!la controrivoluzione. La loro org.:inizzazione è estesa a tutta la Germania. Questi baldi gio- \ani sono anche disposti a sacrificarsi ncll'intcn:sc dell'economia nazionale: fanno i crumi,ri durante gli scioperi. Il nazionalismo scio, inistico degli st•1rlcnti si manifesta in qualunque occasione. Ad una riunione di pacifisti,

L A'v VENIRE DEL LAVORATO.RE ---------------------..::...---==.::..::=:.:;..;:..;:. __ :. _._;._._,_:_ __ _._.;_. nehla quale prese la parola anche il prof. Nicolai, l'autore delJa « Biologia della guer.ra », gli stu<ienti nazionalisti, essendo minoranza, al gri<lo: « i veri tedeschi abband::mino la sala:., uscirono rumorosamente, peir ritornarvi dopo in maggior numero e disturba.re l'adunanza. Come contrave· leno, il grappo degli stndenti socialisti deu·univcrsità di Berlino, aveva organizzato dei co.rsi serali per gli operai. Dietro pressioni dei nazionaLlst: il rettore del1'Univ. fece tali restrizioni, che .la maggior parte degli l)Perai intervenuti per as~oltare la parola del compagno deputato Ledebur non potè accedere all'aula- L'assoluzione degli studenti di Marbu,rgo, che, come sapete, avevano assassinato 15 operai, sollevò l'indignazione generale, meno i militaristi e gli studenti, si c1p:sce '. DOPO LA LOTTA DEI MURA TORI I:>isperdiamo l'ignobile crumiraggio I corsari dei CRnfieri Presenza di spirito I ntol)er;ibile veraoan;, CosP... di SRn Gn llo Che t signori capimastri avessero tutt• Qualche muratore italiano, arrivato ueUa dolce e fresca Svizzera durante Da serrata, sorpreso a lavorare un1.ici, dodici od anche tredici nre al giorno, a sgobbare nel lungo pomei iggio del saaato, tenta di giustificare il suo atto \·o:{!are ccn la scusa di « essere venuto in /svizzera per guadagnar soldi». e· è anche a Zurigo un gruppo dl muratori e manovali, che ha incominciato sabato scorso dovo pranzo a {avorara, con!Jariamente agl'interessi I CRUMIRI DI AARAU LAVORANO ~o. San,mrno con loro implacabili, come mobilitato contro i muratori e manova/J dlJx4, 15 ORE - BASSI SALARI - forse non lo fummo mai. rame la serrata, e cristiano-sociali e deNIENTE SABATO INGLESE - BE- ~la non di,pcriaino. Po,chè noi non mocratici liberali e spazzini e i più luridi siamo in Italia e in Lvizzc~a abbiamo STIE! della massa ed al rispetto della disciIl ministro dell'istruzione, essendosi manifestato poco favorevolmente nei riguardi degli studenti di Marburgo, dei colpevoli s'intende, la cnrporazio-- ne protestò violentemente, ed in un a,ppel\o diretto a g 1 i studenti di tutta la Ge,rmania chiama la studen- ~sca alla difesa <lella santa causa rlegli studenti di Marburgo, che è la causa di tutti! Gli operai di Marburgo indissero un comizio di protesta! vi inte.rvennero gli studenti provocando un conflitto. Teniamo pure conto di tutto: degli apPQggi palesi o larvati del Governo, della forza tutt'ora esistente del parrito militare, degli aiuti deUe classi possidenti, le quali si vedono minacciate dalla crescente marea delle forze rivoluzion:irie; sommiamo tutto insieme ed assegniamo a queste forze associate il loro valore; tuttavia conveniamo che i nostri avvérsa.rl hanno più audacia che noi (anche l'ultima dist'ruzione della tipografia dcli'« Avanti! ~ ci insegna qualche cosa) ed una organizzazione di gran funga Strperiore alla nostra. Se vogliamo approfondire la nostra indagine, vediamo che la forza contro-rivolu• ztonaria è la naturale conseguenza dello spirito di conservazione sociale delle classi possidenti, cui può aiutare in parte il tradizionale militarismo ed H patriottismo sciovinista. I partiti del:la conservazione vedono chiaramente il pericolo che li sovrasta, e sono disposti ad usare dl tutti i mezzi, nessuno escluso, per difendere j loro privikgi. E' umano. Per contro, te classi lavoratrici, dato ti lungo servaggio e la incultura, non hanno ancora la esatta percezione deHa nuova o.rg.anizzazione sociale che esse stesse debbono crearsi, e rper la quale occ0,rre fare oggi del sacrificL Se noi volgeremo la nostra azione ad educare la massa per questi fini, creeremo quel'.a mentalità veramente ,rivoluzionaria, la quale ci darà domani gl'im- ·:·:irc:ihi!i frutti. I muratori orgauizzaii e vigi!i non avrebbero milb d~t ridire a qu;1sti corsari dei cantieri, se il lnro af!ire restasse senza cons?guenze per gli r:.~tri operai. Ma è evidentissimo che, se il loro numero aumentasse ancore più, tutta la massa dei muratori. anche di quelli che non sono affatto usi a far le pecore, sarebbe po ta in tale situazione per cui dovrebbe generalmente lavorare orarl da bue. Per questa massa, che è domicria-- ta in /svizzera, sl preparerebbe inoltre un inverno magrissimo, con tutta la scìa delle sue miserabili ristrettezze economiche e sofferenze. Nessuno mette, dunque, in dubbio che per i corsari il conto torni a puntino: per resta-e in /svizzera più pochi giorni e risµanniare spese di vitto r. di alloggio lavorerebbero anche la notte, con gran fregamento di mani degli dei detronmpo padronale; ma il conto non torna affatto per gli altri. Noi vogliamo rivo!gere la nostra 1;•• na ODeraia. Noi che abbiamo ammirato la perseveranza, il coraggio e il sacr.'fìcio grande dei muratori di Zurigo vogliamo sperare che hasterà auesto b1eve richiamo per rimetterli sulla via della coerenza e delle so1idarietà di classe. Enormi danni per tutto il movimento edile ne deriverebbero se questo gruppo di murato1 i persistessero nel loro cattivo esempio. Lotte intestine e disorganizzazione, r,rom in Qt1.an.10 abbiamo asso/ufo bisogno di riun;re tutte le nostre energie, fin l'attimo del riostri fratelli proletari per sorpassare questo breve periodo dl crisi morale. Da Zurigo dev' es5ere luce di nobile esempio a propagarsi in tutte le città, in tutti i villaggi dove vive un solo muratore. Cosl Pltre si è dovrJto constatare che molti compagni dimenticano facilmente di domandare ai padroni l'aumento di salario stabilito negli accordi verba.'i• Che questi compagni hanno perduto fa loro presenza di Sf)irito? Muratori di Zurigo, siate sempre forti, coraggiosi e coerenti. E vigilate parola a tutti i muratori e manovali I traditori di z l1 O" arrivati in questi l{ltimi tempi dall' I- ~ talia, nel!a speranza che un resto di MO RAN DI, lavora di gei ore, il sabontà e di dignità possa deciderli a baio dopo pranzo. Interrogato perchè desistère dalropera ignobilissima che faccia il crumiro, risponde: « Sono vevanno compiendo, rovinatrice di tante· nuto in /svizzera per guadagnar solfamiglie operaie. Ne~ristesso tempo di,,. non mancheremo di rulestare tutta FRATELLI RIZZI, gid organizzati, l' attenzi(?ne dei struJacati svizzeri af- occupati presso la ditta Hauser, lavofìnchè essi, che possono, provvedano rano oltre r orario corrvenuto senza con ogni mezzo a por fine a questa fa si pagare il supplemento. Pregati insana ve~gogna, contro la q_uale,ap- di dare spiegazioni, rispondano che punto perchè propagata da operai ita- r organizzazione è un covo di ... ladri. Uani, noi siamo i primi a protestare. Vili calunniatori, traditori bugiardi! Renderemo anche conto del f_attacclo MONTI, lavora a contratto, obb:iga le organizzazioni itaJ,ianedi quel paesi i suoi pochi operai a non inscriversi donde i corsari sono partiti, perchè nel sindacato. E' un versipelle: se e q1iando. ritor~ano in ~ta!ia, ab-_ Daremo maggiori e più precise inhiano la lezzone unvlacabzle, che Sl dicazioru, perchè stano conosciuti meritano. ovunque e trattati come cani idrofobi. Al compagni organizzati, aJ, sindacati dì mestiere, noi raccomandiamo vivamente di comunicarci i nomi e il paese d'origine degli svergognati, che se continuassero iJ, vile tradimento, non hanno diritto a nessuna pietà. Compagni, oggi ptù. che mai bisogna che ci difendiamo con energia. r ,.. Pro mura tori serra ti Somma 11>recedente fr. LOSANNA - Sezione Socialista fr. 5 - G. Ferrero 1 - Ruga 1 - Pasqua G. 1 - Thonb I - A}Jiama 1 - Masti L 1 Meirotti G. 0.50 - Remo I 3269,>lO 12.50 Totale 1r. 32 2 30 PRETI CRUMIRI sono fischiati a Zurigo Sattoscrlzlona a r l' bbon~m11nto ferro,larla Somma precedente fr. 268,60 BIENNE - Sezie>11eSocialfc;ta 36,- GOSSAU - Sezione Socia:lista ~ 35.- Per 1 santi interessi della chiesa ed In nome di djo, i prell si aoconcia.no a far pure i crumiri, <lei che sperano di non aver Totale fr. 339,60 ~alll. lode nella valle di Giosafatte. Venerdl dell'altra settimana, nn iorte stuolo dJ a,utentici muratori e. manovali sl ù:camminò, dunque, P'-'r la via che ccmduet. alla bottega 111era dJ Wietikon. E' "-':aturale, che la massa operala, ritr0va11do">i sempre e molto iacilmèn-te per istrada, se parte iu numero di dieci, arriva a destinazione in 1rumero di cento o in mille. li caso è a<idirittura carino. Qualche comR, I • • · d ·f f pagno di Zurdgo seppe che I preti del'la IV ouz I ona n' rne I ae chiesa, cattolica di Wietikon, per riguada- « Ieri, mentre l compagnl, che con me \.l- gnare il temp-0 perduto durante la serrata. dtavarw la !ab/Irica dt Putiloff, sottoponeva- si era.no messi a fare i manovah e l mn- ,w ad una quantità dl minqje domande l'ln- ratori per aiutare alla costru"?.iom: della pro.. - Eh! Francesco, Ja. vai di irra11 passo, dove ti meni ? La situazione dc, 11:uraton e ruam:ali ad Aarau \a pe;:,.iorandosi gìo;·,10 per giorno a causa d, uno sfacciato e m·scrabilc: crumiraggio da parte di una banda di tollerati traditori, arrivata ora non i. molto dall'Italia. B 1sognn fare uno sforzo mentale pc, pensarc. e credere. che ·n Italia csistino ancor,, tanti e tar sciagurati indegni dl'l nome di « operai •· Co• mc non è mai accaduto. noi e.i clo:11:rndiamo - ch'ess' 110•1 '.~bbiano anno gii. iff Ttalia la lezione che si meritano. Immaginarsi. L'alba non ha ancora jncominciato a rischiarare la città che dorme, e già i primi gruppi di quc•ti incoscienti e misc:rabiF mercanti della pro pria carne e della propria <ligniti si a\- viano al laYoro. I p'.ldroni a quell'on, sono forse appena andati a letto, stanchi di tutte le orgie del i:;iorno. Essi possono lungamente dormi-,·. sicuri dei lauti guadagni che questi disgraziati loro assicurano col loro san!!UC e sudore. Dalle> ci:1que del mattino - cosi, per es., nei can• tieri della ditta Bertschinger - fin.o a mezzog-iorno, cioè già solo al mattino ~ette ore consecutive, è un lavoro di un sol fiato. Lavorano come bestie e po· come bestie si raccolgono in un preteso refettorio - una ,ecchia baracca. che serviva dapprima ad uso di stalla - a mangiare in fretta e in furia quello eh<' il padrone ha fatto preparare. Poi, senza sufficiente ripo~o, col boccone ancora fra i denti, si ria\·viano all'una per i cantieri. doYe forse rivedono il padrone. bello e· riposato. che li sbircia con occhi di pecoraio soddisfatto. Così dall'una fino alle cinque e - dopo un'oretta di interruzione per la cena - ancora fino alle 7 e mezzo o alle orto di sera - lavorano lavorano, lavorano. Se qualcuno credesse che i salari pagati ad Aarau meritassero tale sforzo sovrumano s'inganna a partito. I più bra\·i ed esperti muratori non guadag-nano più di r franco e 75 centesimi o al massimo I franco 80 all'ora; g-li altri 1,65 e L7o; i manovali 1.25 o r ,30 all'ora; per i portacalce il massimo i' di r franco e IO. Sono forse questi buoni salar: a par?. gone di quelli che vengono pagati in altre città ed in altri villaggi della Svizzera? . Toi vorremmo anche comprendere che quegli operai italiani di Aara11. indegni di appartenere a1 proletariato Italiano offerente giorno per giorno il suo sangue giovane alla causa della sua redenzione - vorremmo anche comprendere ch'essi facessero delle ore straordinarie facendosele pagare con i supplementi, che sono sempre stipulati n~i pn'- senti concordati fra padroni ed operai o addirittura stipulandone dei nuovi. l\! a di supplementi non esiste neanche il '1esi,lerio, a grande beneficio e gaudio ,1<-i signori costruttori e capimastri. I miserabili crumiri dicono di lavornre più a lungo che possono, perchè ~0:1 venuti qui per guadagnar soldi. E .;ia p1:rc. Ma il loro egoismo non deve oltrepassare una certa misura e non deve rend !,·li ciechi a tal punto, da non vedere qu.:ile critica situazione E:Ssi creano a se stessi - se resteranno in !svizzera - o lasccr:inno agli altri, se essi ritorneranno in Itali~ a godersi le poche manate di soldi ~is:>;..1 miati, tradendo ignobilmente: gl' Ì!la< rcss; di tutta la massa operaia. Già essi i;-11adagnano qualche fmnco in più, 111,, non tengono calcolo della m:i;::-g-ior so0,1ma !i ~uadagno che assicurano ai capimasu; di Aarau, che come quelli di tu1 ·., la. S·,i:1.- zera, sono i peggiori r~zio,i 1:, della nostra terra montagnosa. son:> qudli che hanno acculato a giorni di hm,' la mas~:i. edile per maggiormente poi slrurt:!l ,;,. pria bottega. Lo ia!llllo ancor o~,;gi. gegnere I? gli operai che cl accomnagnava. no io mi ero tratto in disparte. Quelle do- Fm Qui nulla di male, anzi tutto bene. .-,~nde ml parevano semplicemente ;;UJ)er- perchè quando i preti si ri.:Mdano dl Cri· nue. Nello stabilimento immenso - che è sto e si tolgono la stola. per prendere I.a uno dei tre O quattro più grandiosi del mon- pala, dàr.no un esemi>io di ooultà e di la.. lo, sebbene non troppo bene Or1ta11izzato -· boriosità molto raro nella cate~G•ria del lavoravano 1>rima della guerra dal quaran. ministri di dio. Ma non bisOl(Jla es~e.are laclnque ai cinquantamila operai. Oggt no11 per voler fare rutto in una voltai - Alla chiesa cattolica dJ Wietikon. E l'altro: Non contenti ancora di S~...lov 111: q o - Ci vengo anch'io. . 15 ore al giorno. per compr,1r lirr• òa Questo • ci vengo anch'io» sJ ripetette mandare in Italia in una sup·;cnH sc,c. .di ,ie errtrano che poche migllaia, in grande Quei bravi chiercuti voliere, invrce J);.."Ct><Jrlebamblni, .donne, vecchl Gli a/trl so~o care di eccesso. Non contenti di iare la soldatl al fronte. J comunisti per J primi. concorrenza, ai manovali, si erano messi a Appena si pone piede nello stabilimento lavorare giorno e notte. Era tCS.:!. <:he i mu- .i ha rimpressione dell'arresto quasi asso- ratori organizzati non potev::rn.:> tollerare tufo della vita in quel corpo di colosso. Po- c-011 simta rassegnazione, che non ha.-nu0 mili chi, rari camini soltanto mandano ol r.ie/1> posseduto. qualche òuffata di raro fumo. Pochi colpi Il Sindacato miorma.ro clello zeli, ec~s-. di martello, a quando a auando, echeggianr> siv<> d.J quei prcti cattolici, volle dar prova solitari attraverso i cerrto riparti; solo qual- di buona educazione, affrettand('SJ a <lomanche fresatrice ;a sentire él provrio fruscio ùare per iscritto I motivi di tanto strazio nella lavorazione del legno e pochi operai, del decantato. . . . amore del ,prossim0 a per lo più donne e blmbl. ci guardano con danno della numerosa classe r1e: murato,! occhi smarriti e curiosi. Tacciono i gra1ufl1 e manovali I preti cattolici di W1eti!rnn, ~be /JOSSenlimagli; sono ferme le gru dall'amvte,. come tutti i pre'i &1onhanno amorr.vvle rlrierborute braccia d' acciaio; i forni di fu- spetto che per santi e più a 1cc1 -~ per 1 ,ione sono spenti e crollati; le robuste zaml- 1;,nrti in gonnelJ:.. Jel paradiso cc:este, finnalrfci, use a pussa;c rrelle loro bocche tlì sero di non leggere e di non ser1tire da QUeluccùzio il ferro rovente e costringerlo ad ar. l'orecchio. E quanto seppero decidere h di rendersi sotto la str/ta nossente, sono iner- non rispondere a nessuno. Padronissimi ti ed irruginite. Dove echeggiavano gli ac- di regolare le loro faccende sec >n<k-l'insoiciai, stridevano i ferri fusi, rombava il ma- razione della trinità protettrice! glio, tra lo sprizzare di milioni di scintille ln ogni modo, i muratori e mariov:ili ored il bagliore ardente di mille fiamme. e' è v.anizzati di Zurigo non ragionano csattau,z s·tenzio dl tomba e tra le armature di me:ite come i chiercuti apt>siolici romani di ferro si rincorrono a volo i corvi, grac- Wietikon. In mancainza di una risçosta chlando e qualche uccello canta un canto scritta, decisero di andare personalmente a che vare u11<fileggio ed una sfida. prendersela, per ~ia diretta, dalla santa e (Dalla lettera di Serrati). pulita bo.cca dei zimarrati Bibl10 eca 1noBianco lungo tutta la via, siccl1~ quando lo stuolo denaro e un infame spirito di c~oismo arrivò alla chiesa era ,addirittura ingrossato dello stomaco fanno ancor.1 p11; e straripante. Ecco. E' il meriggio di sabato. Tutti I chiericuti lavoravano pacificamente, &'li operai, rimessi sia pure malam<'ntc. " pensando ai fururi in.cassi per cui bisogna.. nuovo, vanno per le vie d,·l!a città, pl'l va ac&!llare il compimento delb bottega. le vie dei boschi, liberi dopo una ~~•-i1.,a In giro in giro, non vi era ::mibra di po.. na di lavoro; le grassocce si.{norc dc: Uzlotto; ma gli sgherri vennero dopo, cht non mar.teano mai, per g-razia dj dio e della tronfi borg-hcsi fanno mostra dei loro repubblica elvetica. malguadagnati abbigliamenti; : n<'({Ozi La manifestazione ostile prorompeue impetuosa. La chiesa fu completamente assediata ed assa:lita. 11 lr <!Casso era indem0nia.to, ma ebbe la virtù di aprire 'e orecchie ai chiercuti di Wietikon. I qu:i.li, avendo ririutato di con1p1 e,~1fo~::. ,a r;igione per is.::n:. to, La compresero cli;1ramente in un .lCLOlTIpa.gnamen o Ji f.,c 1i, di utl, ,, d'altri ,m. p\imenti Però la ma,·, 1 non c.:.agcrò Le: c.t,$ivlc Clei crumiri in vc~1,; r,era r,011 furono wccate. Tantv :o;!r esse-re generosi! J p0Ji2i,,lti vennero m i0rv a,:.z:~. ma iurcno :ir,c:i'ei-si re'.atirnmen:e. ccrh!si. Ora sapp1amj c:1'.!!a leziQ.111h!a prodc11 J i suoi eiicttJ e l preti cattolici di Wk111<01i continuano a iare i manovali, ma secondo i precetti de!l'operaio, che non f ·' <:rJmiro al fratello di lavoro. Tanto cli guadagnato. leggetIe' ·1 Awenire d l Lavoratore ,, ~ono discretamente affollati, tutta la città rumoreggi.i per l'interruzione del rude lavoro, ogni cosa dice che il riposo e lo svago sono subentrati all'attivitiì produttrice è là. nel cantiere. separato chlla via da un alto parapetto di legno· le macchine vanno. stridono ancora. ,. uomini in lacere camicie, in abiti inzacch<:- rati, sudanti come cavalli imbrigliati :il "olc, l capelli arruffati, g-li occhi stanchi e smorti. curvi ancora sul piccone. sullt pale, lavorano, lavorano senza un g-l'ido di gioia. senza una parola di pace. Sono le besti" che 'I crumirasg-io produce, le bestie <kgne del massimo di- _sprezzo. ?\loi non avremo mai una parola di pietà per questi svergo~n:tt1 dcnig-r~. tori della classe opc:raia. Se noi fos~imo n Italia. nelle n,g-ioni donde essi sono partiti e dove un g-iorno ritorneranno, brutti giorni prepareremmo loro, senza un tremito solo. una titubanza, un rimorin parte le mani legale perchè ... siamo stranieri e bolscevichi, godenti di pochi diritti e molto pr,co di , u Ilo della E l,ertà, cercheremo di ~muo-. e- gl' altri, queJI: c'ic forse non hanno ancor vista questa grande: cd intollerabile v• rgogn:." E tutta la ragione ,-;1c ci 1•otremo dare. per tutte e vie co11 tutti ! mezzi, ce la daremo. con piacere immenso. ~01. I crumiri di Ror~rhach farisei, va bene, questo lo comprendiamo, ma che i poliziotti e i magistrali fossero cosi disposti a dimostrare - urbi ('.d orN - i due pesi e le due misure, mm si vensava ancora. Il comvagno Cesare Zamporlin e Gaetan• Piovan sono stati denunciati dal ga/oppin• della sezione capimastri signor Thaeni co. me contravventori alla libertà di lavoro, Petrolieri ed altri complimenti del genere. Interrogati dal Commissario di polizia t confrontatt coi crumiri, e risultalo luminoOra che la lotta edile è :erminata, gliamo iar conoscere al proletariato i che t!l3dirono i compag,ITi di sofierenza rante lo sciopero. vo- samente f'he t11fla /a indemoniala ultivlt#J vili de:. suddetti compagni consisteva nell'aver du- dezto, cammin tacendo, a certi crumiri, che Essi sono: Wehinger Bernardo, Rorschach - Duerliva.ngen U.:xlereggen Osterli, Steinach - Raviani, Staat - Mar:i, R<>rschach - Thanser, Goldach - Gsdi, Stei... n'3.ch - Stra.esslc Stcinach - Baum;nrt11er, R-0rschach - Si.eber. Horn - Kellem. herger, Horn - Hotze. Staat -- Cc!11n1ehi, Rarschar..h - Zach, Rorschtch - Gsehencl, Rorschach - Bassi, Rorchach (tutti m~ novali). Billiani Gio. Batui e R,ncati Giovanni di Rorschach; Schwarz di SI. Fid:>.n (quelih sono muratori). Quello che in più cl stava a cuore era di pubblicare i nomi di due muratori ital!aul, in tuctia la località, i quali JlO'll si vergogn.¾- rono cli compiere opera infame, Ma i nomi no:l sono siortunatamente da nessuno conosciuti. con esattezza. Vogliamo raccomandare ai molti compa.. gnl italiani d'intervenire i1umerosi alle a'>- semblee senza attendere inviti speciall E' questio:ie di agire insieme per 1-a difesa degl'interessi comuni. Quando i padroni vollero imporre u11nuovo orario, noo cl restava aJtro che combattere. Se avete lottato per pil) di due mesi ricordatevi che la lotta non è ancora, Unita. Dunque, è necessario essere sempre ass!- dui, e chi diserta le file è llill vile. Il Comitato. I crumiri di hl aooerswil Ecco i muratori e manovali che formano la vergogna, del prolètariatf) ooi.1-: d: Rap. perswil: GERVASINl GIUSEPPE e figli BONVIClNI GUGLIELMO BONVICINI EMILIO PAGANI CAMILLQ LANFRANCONJ A. e fratell,1 PESCHIERO N. VENINl GIUSEPPE TAHIS GIUSEPPE OCHSNER LOUlS MAGOUNI PIETRO. Operai coscienti ,Jm,ndetene nota e ric.ordateveue. Quelli di Arbon Raccoman,diamo vivamente all':itter.zione dei compagni e degìi opcraJ org:in:zza:I t seguenti pezzi grossi dè! r.:ni.!ì:.iragglo: RO'nN TOMASQ ZANOTA REAI-<ZC'.;,.Jp, a'ct~ BAITANTE GiGE1TO. <:;ooo crumiri di mestiern. Alla gogna! li Sindacato edile di Gin....-vr2 ringraz.la rutti i comp,a,gni che con slauclo fraterno ci aiutarono moralmente e finanziairlamenre nella lotta passata. Ai compagni tutri di Losanna ( ln!lacato e Sezione Socialista) a quelli di Friburgo, Vevey, Montreux e Moothey, vada n no6'tro ringraziamemo vivissimo, cosi pure a tutti quelli di Ginevra. ln,fine, preghiamo tutti i compagni e le Sezioni o J S~ndacati che hanno rJcevuto liste di soaoscrizlonc:, a spedirle anche se in bi-a.neo, al più presto. n Segretarlo. Da n1editare • Per /uro il comunismo e 1111po' la pri. miliva rivi11cita. C"erano prima i padroni. E' ~iusto che ci siauo Og![i gli operai. (Juesto scambio /acile nella me11tc bambi11a de{lu massa lavoraii-ice, è. szato anche re[a;/w1me11. ,e facile ad effettuarsi, appena gettato gin il vece/no regime, da varte dei comunisti. Le 1•i/le ci sono, 1 proprietari sono scappa1i, non <' difficile organizzare i11quei luoghi di delizie - già abitati dai gaudenti, qual( uno ap. pa1tiene anche a qualche nuovo ricco cli f[uerra -- la vita in comu11e.Si tratta. :n Fine dc:i conu, di co11sumare sol/a11to, non di produrre. E consumare è facile. E' vero che gli abitatori prece<lenli 11011 producevano neppure loro. Ma ora che la rivoluzione na aboliti i padroni, cioè coloro e/te pe/ vra. prio beTtesseri;, sapevano fore lavorare g/i olfri - sappìa la classe overaia russa tro. 1·arc ili se stes:sa, 11.ellc ;,ue e11ergle e uelln sua vimì, tali capacità da vrodurre, liicCro lo st:moto del pronrio interesse collettivo quanto produreva ieri o beneficio dei vroPri sfrultotorl. ()ue:sto il vrob!ema gravissimo. Vedremo nelle prossime lettere quanto si propon~o110 di fare i comunisti r:issi per raggiunge. re la soluzione. (Dalla lettera da Pietrog-rado :Il Serrati). lavorare quando gli altri operai sono serrati e accettare lavori {J.lnghi, non è trOPP• d.ig,ùtoso per degli :,omini cht possiedarw un vo' d1 cervello e non d2lta sega/urti. li allora, si capisce che la polizia non ha ere. duto di metterli a vedere, il sole a scacchi, ma li caricò delle spese dttcrmiuate dalla falsa denuncia. • • • Un'altra un po· Più marchiana. A Bruggen (presso San Gailo1, dimor• un certo signor Brusa Giuseppe, un pidoc. chielto rifatto di capomastro, già manova.. le, muratore, assistente, uomo, come ved9,. te, che se avrà la fortuna di vivere gli anni di Noè, sorprenderà tutti per mirabili imprese. Che Jddio lo mantenga sano! Costui, intraprendente e esperto, facevo eseguire dal suoi crumiri un muricciuo[o divisorio fra strada e giardino a San GaJ. lo W., vicino alla casa di 1111 nostro compagno, che ha avuto la s/ortuna di dover i11ciamparlo altre volte Per via d'inlortunia sul lavoro. ' Un mattino, due pali lungo un metro co11 un'assicella inchiodata di traverso, i quall dovevano servire per sostenere il filo • piombo, furono trovali rovesciati a terra, ridotti male, Forse da maoo sabotatrice. Il nostro tipetto dev'essere divenuto /Nido, furente/ Due pali a terra . .. un'ora di tavoro! I ragazzi, avrà detto fra sè, non devoM essere stati; sarà invece Covan Ulbrigo, che mi ha t,ascin.ato davami ai giudici perc/Jè mi sono rifintato di dargli il visto per l'in.. Fortunio, ed è capace di 1uJto. E corre trafelato dai depositari delle ma11ette. La domenica dopo il compaf{no viene interrogato ed afferma di essere estraneo al f alto. Una sèconda vo/Ca subisce un co11front11 con ulla vicina che, imbevuta di cattiva edlJcaziOTle,odia gli italiani senza qucttri.si. e con sua meraviglia ll comf/Ogno si sente dire che alta una dopo m.ezza11otte,!a don. nicciuo/a avesse visto il lume acceso neUa cucina di lui, epverciò sarebbe sospetto. Smentì il compagno e fece osservare che a quell'ora, non essendo nè femmina. nè ganzo, dormiva saporitamente; ma la femmina insistette. Furono infine /.O.sciati in pacE. Ora, quando meno .se l'asvettava, il com.. pag110ricevette un marulato di comparizio. ne e si senti dai signori giudici - partl lesa presente - condannato a sette gior. ni di carcere, 30 franchi di indennità cJl signor Brusa (troppo poco, pensate, due p<Ut divelti!), 20 lra11chi di muUa e le spese. . . verran110 dopo. Commentare la semenza ? A che pro ? /11sul1are il signor Brusa ? S0110 i compagni che dovranno vensare per ravvemre • questo bel tomo . .. .... Gld che hq la pe1ma in mauo, scrivo cuiche quesw: Trezza Adolfo è quel bel tomo che. non contento di essere assistente a{l'Obervaid lavorava dura11te lo sciopero dei piastrell<ti (lJ]punta come• .. pù1strellaio, s'intende dovo la sua regolare giorna,a di muratore. Per tale motivo fu dai nostri compagni boi. cottato. Volle la rivincita. Riesce aa vccu. varsi a UzwU vresso la ditta Neuveile.r, do. ve la,vorava da tempo anche il comvagno Florlan Pietro. Primo atto <li piccola vendetta: il licenziamento del compagno. J metal/urgici potrebb<>ro lare contro di {J.li aJ... fretla11to. Comunque lo raccomandia,rw a tutli. SI chlamCt Trezza Adolfo. il favorito fotogra. fa del r.011so/ato italiano. erri assistente alle dipendenze tlei capiniastri. E' una mascherina da tratiare coi guami. *** PEl< FINIRE. Sape/t che i sig11ori capimastri reclutarono dei crumiri rrel Tiro/o e 11elFriuli, al. lo scopo di sostituire i nostri elementi mir:liori che procurano loro sovente dei i:rat. tacapl. Ai poveri disgraziati è ora accadu. to di dover abbandonare il protettore lluzzi e/te, considerata la differenza del cambio; 11011credette di pagare secondo quello concordato co/ Si11dacato M. e M., e do,-;o ta11/e belle vromesse si sono visti riìiutare l'indispensabile acconto Per mangiare e ver di Più richiamare dalla polizia ver avere protestato contro il Padrone. Ora sono minacciati di rimpatrio, se non intendono vie. garsi ai voleri dei benefattori E voi dtm!U lasciatevi ac;alapp/are! Se non avessero sborsato i ma/vagi organizzafi_ 1111 ~o·. di quattrini, la proiezione di quei signori vi avrebbe ridotti a sfamurvi 1w1. r osteria dei. . . cani. EPE.

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