Acpol notizie - Anno II - n. 9 e 10 - Luglio-Agosto 1970

mezzo di alienazione collettiva. Né la riforma voluta dai partiti del centro-sinistra, che è stata riaffermata nel recente convegno di Recoaro dell'UCSI per bocca del Ministro Piccoli e dell'Amministratore della RaiTv Paolicchi. Una riforma che, basandosi sull'artificiosa distinzione fra gestione e controllo, si limita ad introdurre come garanzia di "obiettività" e di "democrazia" un semplice "Comitato di garanti" di nomina parlamentare. Una riforma di questo tipo non farebbe altro che razionalizzare i rapporti di forza fra i diversi gruppi di potere all'interno· della classe dominante - con la connivenza di un'opposizione che fosse solo parlamentare - perchè essa si muove sostanzialmente all'interno del sistema senza intaccarne la logica. Bisogna anche esaminare criticamente quel le proposte di riforma come quelle presentate dall'ARCI-ARTA e da alcuni deputati comunisti, che, mentre da un lato sono da considerare positivamente perchè si propongono di recidere lo stretto legame fra potere esecutivo ed organismo radio-televisivo e di dare all'Ente una direzione collegiale rappresentativa di 'un vasto arco di forze sociali .e politiche, interne ed esterne alla RAI-TV; dall'altro presenta il rischio che questa stessa partecipazione si riduca ad una semplice mediazione burocratica, se non è collegata direttamente ai movimenti di massa e se non è capace di contrastare l'uso che della TV ha fatto la classe dominante. Noi crediamo che la riforma della RAI-TV debba prendere l'avvio soprattutto da un vasto movimento unitario di base e dal la presa di coscienza dei lavoratori sui condizionamenti a cui sono sottoposti nell'odierno sistema della società capitalistica. Un tale movimento dovrà essere in grado di dare un impulso nuovo ed unitario alla lotta per la riforma, che deve tendere a sottrarre il mezzo televisivo al_monopolio dei partiti di Governo per farne uno strumento di dibattito,· di elaborazione e di sperimentazione autenticamente al servizio del le classi popolari e, insieme, di trasformazione della realtà. Occorre poi inventare nuovi modi di gestione che non siano un semplice e formale allargamento del potere ai partiti e ai movimenti autonomi di opposizione, ma che trovino nuo)te forme di articolazione in grado di spostare i centri di decisione e di elaborazione, dai vertici alla base,' con la creazione di nuovi strumenti · alternativi imperniati sulla collaborazione tra dipendenti della RAI e lavoratori-utenti, capaci di portare la spin~ delle masse lavoratrici fin· dentro il cuore della pro,duzione televisiva. Una grande conquista potrebbe essere la vera responsabilizzazione e autogestione delle redazioni dei seral i CO vizi giornalistici della RAI-TV -=- così sottratte alle telefonate irate ed alle pressioni dei vari "bonzi" politici - garantite è stimolate da un controllo sociale di massa. Insieme con varie forze politiche e sindacali, a tale scopo, abbiamo elaborato le seguenti ipotesi operative che devono stabilmente coinvolgere tutte le forze popolari in un comitato di coordinamento che acceleri una presa di coscienza e mobilitazione di massa sul problema della RAI-TV. 1) Sul piano metodologico si propone l'awio a livello regionale (facendo particolare riferimento alla dislocazione di tutte le sedi della RAI) di: a) gruppi di studio; b) iniziative interne alla RAI · per uno stretto collegamento tra sindacati, associazioni professionali, gruppi di lavoratori interessati al problema della riforma; c) iniziative esterne alla RAI (assemblee di quartiere, di fabbrica, di facoltà, tavole rotonde, convegni ecc.); d) iniziative di collegamento tra forze interne ed esterne alla RAI tendenti alla costituzione di comitati permanenti di coordinamento. \ 2) Sul piano dei contenuti si propone lo studio, la diffusione, il dibattito per: a) principi della .comunicazione radio televisiva in una società democratica ed ipotesi organizzative di controllo democratico sulla comunicazione radio televisiva; b) ipotesi organizzative interne all'azienda atte a realizzare il controllo democratico sulla comunicazione radio televisiva; c) proposte di legge per la riforma della RAI. Ipotesi giuridico-istituzionali atte a realizzare il controllo democratico sulla comunicazione radio televisiva; d) esame delle recenti prese di posizione di partiti, associazioni sociali, culturali ecc.; e) iniziative contingenti da attuare da parte del gruppo fino al momento della riforma organica della RAI e della scadenza della convenzione. 3) Sul piano dell'informazione: awio di strumenti di contro-informazione che documentino puntualmente la disinformazione e la mistificazione della comunicazione radio televisiva. 15

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