Acpol notizie - Anno I - n. 2 - Dicembre 1969

ESPONENTI D.C. RIVOLTA FRANCO "E' giustificato lo spirito rinnovatore che percorre ed abbraccia tutto il mondo· cattolico, ma è solo all'interno della D.C. che potrà chiarirsi come unica forza di rinnovamento sociale della comunità cristiana". "Altri organismi non creerebbero che una nuova forza burocratica per conseguire i medesimi fini. E' quindi s_olo e unicamente nel partito che si dovranno orientare tutte le forze vive che aspirano ad una nuova società cristiana". MESSA SERGIO - Segretario della D.C. di Dergano. Bisogna premettere che tentare di esprimere un giudizio, oggi, · a soli sei mesi dalla costituzione dell'Associazione di cultura politica (ACPOL) e senza che fatti concreti e valutabili siano seguiti a quella data, può essere velleitario o quanto meno un pò aprioristico. Certamente un'ipotesi di lavoro come quella che I'ACPOL si propone nasce da una reale esigenz~: creare attraverso canali nuovi qÙel pluralismo politico che l'attuale assetto partitico non.è in grado di soddisfare. Sarà I'ACPOL iri grado di operare efficacemente al conseguimento di questo risultato? Gli elementi di cui oggi disponiamo non sanno sciogliere il dubbio.• Mentre è legittimo esprimere aJcune riserve sull'utilità di impiegare energie atte a costituire una Associazione "culturale politica" che si prefigge, almeno a medio termine, l'assunzione di responsabilità politiche, quando una base operativa, già collaudata e bisognosa solo di una efficace spinta, è matura per conseguire gli stessi obiettivi e sicuramente con maggiori possibilità di successo: mi riferisco al movimento dei Sindacati e ·alla loro possibile nonchè auspicabile unificazione. fastrolabio ACPOL ASPETTANDO LE SCELTE Il movimento· studentesco, il cosiddetto dissenso cattolico, fenomeni di contestazione che ne sono seguiti non hanno forse raggiunto nè la dimensione nè l'importanza che analoghi avvenimenti hanno avuto in altri paesi occidentali. E tuttavia è indiscutibile che la loro influenza sulla vita e sulla politica italiana è stata maggiore che negli altri paesi. Un'intera stagione·""politica, quella che si era aperta con la Resistenza e con i governi di CLN, è sembrata chiudersi d'un colpo, con la problematica e i suoi equilibri, le sue polemiche e i suoi scontri, e cedere il ·passo a problemi nuovi che si affermavano ,jietro pressioni e spinte popolari e attraverso scontri di classe, diversi rispetto al passato non tanto per estensione e virulenza, quanto per contenuti e qualità (per rendersene conto basterà pensare alla durezza degli scontri che si verificarono nel '48 e agli inizi degli anni cinquanta o, più recentemente, a quelli che nel 1960 dovevano trovare sbocco politico, nei governi Fanfani e nel centro - sinistra) .. Sullapeculiarità di questi fenomeni e della loro incidenza sulla vita BI it 1Jaae aJ) o r,o abil e~ i f ito una serie di fattori: rigidità del sistema politico, dovuta a mancanza di alternative, rigidità delle strutture partitiche che hanno acquistato un ruolo di preminente importanza nel nostro sistema costituzionale, accumularsi e aggravarsi dei problemi sociali sia a· causa di un rapidissimo sviluppo economico sia a causa della assenzadi intervento da parte di governi che hanno attuato in Italia una politica conservatrice e di regime. Tutti questi fattori, preesistenti, hanno trovato un momento di drammatica evidenza nel fallimento del riformismo socialista e nella crisi del centr.o - sinistra, che hanno coinciso con l'esplodere della contestazione giovanile. Ma l'altra caratteristica, propria della situazione italiana, è data dal riaccendersi in forme nuove delle lotte operaie, dall'aprile - maggio 1968 (Fiat, Valdagno) fino alle attuali vertenze contrattuali, passando attraverso scontri settoriali e nazionali di eccezionale portata, (braccianti, zone salariali). Poco importa sapere che rilevanza ha avuto il collegamento studenti - operai o l'attività di gruppi che hanno la loro matrice nel movimento studentesco del '68. · Quel che è certo è che, per i fenomeni di democrazia diretta, di autogestione e di iniziativa dal basso che si sono determinate nelle fabbriche, le nuove lotte operaie sono omogenee al la contestazione. Il tema che il primo convegno nazionale dell' ACPOL ha affrontato a Milano dal 26 al 28 settembre - "Contestazione sociale e movimento operaio" - ha certamente voluto sottolineare questa omogeneità, questo comune elemento di novità, il fatto cioè che non esiste soluzione di continuità fra movimento studentesco, altri tipi di contestazione e di sviluppi di movimento operaio. Pe( l'Associazione di L~bor, alla sua prima prova ufficiale, questa affermazione comportava però, oltre le considerazioni sociologiche, un interrogativo: quale deve essere lo sbocco politico di questi fenomeni sociali, quale la risposta poi itica che essi devono trovare a sinistra; un interrogativo polemicamente (o dialetticamente) rivolto a tutta la sinistra, ma sul quale si giocano anche le ambizioni, le prospettive e il ruolo che I' ACPOL si propone di assolvere. Certamente la contestazione, se ha influito sull'intera vita poi itica del paese, ha in primo luogo interessato lo schieramento socialista accelerando la crisi del socialismo unificato e ponendo problemi nuovi alle forze tradizionali della opposizione di sinistra e ai sindacati. Le une e gli altri si sono sforzati di adeguare la toro politica.ai movimenti in atto nel paese e questi sforzi hanno indubbiamente avuto successo se i sindacati sono riusciti a mantenere il collegamento con il movimento operaio e i partiti delle opposizioni hanno aumentato la loro forza .elettorale. Si è trattato però di adeguamenti, di correzioni di linea, non di profonde trasformazioni e a questi adeguamenti sono seguiti a volte bruschi ritorni alla prassi precedente o nuove chiusure (le. più significative da questo punto di vista sono forse proprio le vicende interne del PSIUP, il partito che pure aveva tratto maggiori vantaggi dalla contestazione). 11meno che si possa dire è che i problemi nuovi posti dalla contestazione e dalla ripresa delle lotte operaie (concezione del partito e rapporti fra partito e classe; contenuti e strategia di una poi iticà alternativa) sono rimasti aperti. Di qui il fiorire accanto ai partiti, e a volte contro di essi, di iniziative autonome che non è possibile riassorbire o, come si dice, "egemonizzare"; di,qui la necessità per i sindacati di assecondare i nuovi movimenti nella fabbrica; di qui anche i ricorrenti tentativi di coordinamento delle nuove esperienze, le ricerche, le sperimentazioni, i dibattiti in direzione di una "nuova sinistra". 27

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