la Fiera Letteraria - XI - n. 48 - 2 dicembre 1956

• Anno XI - . 48 SETTJMANALE DELLE LETTERE DELLE ARTI E DELbE SCIENZE Domenica 2 dicembre 1956 SI PUBBLICA LA DOMENICA Direttore VI CENZO CARDARELLI QUESTO NUMERO L. 60 1 > 1 H~;z10NE. AMMINISTRAZIONE· ROMA Via di Porta Castello 13 TelefonJ Redazione 550487 - Ammin1str 555158. PUBBLJCITA Amministr , LA FIERA LETTERARIA•· V di Porta Castello, 13 - Roma· TAR: Commerclall I... 150 ~:<1,torial· L 80 al mm · ABBONAMEN'il Ann110 L 2 700 SPmestre L I 400 - 1'r1mestre L 7~0 estero Annuo L 4 000 Copta arretrata L 100 • Sp~:.Ztone In conto corrente postale (Gruppo Il) - Conto corrente postale n. 1/31426 LA TESTIJHOJVIALVZA DEGLI INTELLETTlJALI lJNGHEB.ESI LO SCBITTORE DEVE DIRE LA VERITÀ! '' Le note che seguono sono !'obbiet– tiva disanima deUa postzione degli scrittori 11e! regime comunista un– gherese. La Rivoluzione è stata promossa e scatenata dagli inte!tettua!i appog– giati dagU opemi, come documen. tana i brani qui Tiportati, apparsi ne!La stampa comunista ungherese nel mesi di settémbre-ottobre, poco prima che si scatenasse la Rivo!u• zione. Scopo di quest'esame è di riferire come gli intet!ettuati ungheresi co– munisti (che per dieci anni hanno accettato così supinamente i dettami deUa « cultura sovietica») ~inno ar– rivati aUa decisione di ribellarsi. TRISTE FIACCOLA * di LAJOS TA.lJIASI Che la Rivoluzione fosse ormai la sola via d'uscita per gli intellettuali comunisti ungheresi è dimostrato in modo evidente dalla poesia che qui riportiamo (apparsa il 22 settembre scorso nell'organo ufficiale della Fe– derazione degli Scrittori: "I rodalmi Uisàg,,). * Offeso dal sospetto nel suo orgoiilio il popolo non fece chiasso, si guardò in faccia e, con gesto rassegnato alzò le spalle. Ccmtinuò a sbrigare il suo gran lavoro: curvo nelle nere miniere, battendo il martello, seminando la terra. Perché l'uomo deve pur vivere vivere ed agire ... Lavorava come al solito, né si riposava di più. La stupidità di tanti suoi capi con animo generoso cercava giustificare, solo il sospetto feriva il suo cuore, e, a poco a poco, si abituò alla muta [tristezza. E, sebbene talvolta il pianto solitario [scoppiasse il suo viso rimaneva immobile e disci– [plinato Nascondeva le proprie lacrime, ferite e . [ansie ingannando anche se stesso. Sorrideva mestam~nte e si vergognava [solo nell'udire le grandi frasi. Apprese dall'altrui bocca ch'egli • stava [benissimo •• e da altri udì col cuore stretto e d'essere [proprio felice •· E se talvolta nel profondo dell'anima [anelante la sfiducia e lo schianto esplodevano, si chiedeva perché tardava a risplendere la fiamma viva dell'umana Stella. Ahi, azzurro del cielo della libertà! non riesci più a trionfare nei cuori [ungheresi? Tanto sudore, pena e sogni, sarebbero rimasti dunque sterili? Cielo mancato, canto incompiuto, rivoluzioni gettate nell'immondezzaio, che vuol dire mai quest'ordine: rimanere per sempre un popolo mancato? Rassegnarsi, convincersi che é inutile tanto non ce la farà, perché , é' immaturo e- impreparato• per aver i diritti dell'uomo adulto. C::he deve v:rgognarsi dei aanbue suo (sparso e per aver sbagliato nel passato, rassegnarsi di esser messo alla gogna, peccatore tra tutti i popoli. Forse t--a: giorni io morirò P. non sarò più maledetto, né avrò più [gioia, ma mc;>rirò con le labbra amare, serrate, perché mai lo perdonero! La miseria é un'eredità crudele! Anch'io porto il peso delle pene, ma al povero che· risponderai quando hai spento la fiamma della sua [fede? E se adessd, ormai scaltrito, guarda con [occhi diffidenti ogni cenno e richiamo e più non ricev~ dli lui né 'il Dip celeste, · [rié' il Dio terrestre altro che gravi colpi? Nei solchi profondi delle rughe di mille [volti oscillando sfavilli, a:vvampi a stento ahi, triste fiaccola! Eppure sei foriera di nuove speranze di [nuovi squilli di tromba! Sboccia dal nostro sangue, sboccia alfine Rivoluzione! Tu, nostro eterno sogno! Sennò, saremo sparsi come cenere e solo il corvo gracchierà sopra i nostn fcorpi! LAJOS TAMASI Il 22 sett., un mese prima della RwoLU– zione, iL giovane Tamàsi scrive: « Forse fra giorni io morirò ...». Il poeta si prepa– ra gid a!la morte (perchè ha fatto troppo ed <>'"aspetta la sua condanna; oppure perché spera di cadere sul campo, nelle strade di Budapest ~n rivolta?). CONSONANZE In uno dei prossimi numeri avremo mo– do di offrire ai lettori un'analisi documen. tata del processo che ha condotto aUa ri– balta di ottobre gli intellettuali ungher"– si, qualchP. anno fa su una posizione « •ta– linista ». Questa volta ci !imiteremo a testimn. mare che !-O scoppio de/la ribellione non ebbe niente di occasionale o di tmpro,;. visato, come poté sembrare dapprincipio, ma fu invece ti risultato consapevole " necessario dt una crisi di coscienza chP. aveva oramai maturato e risolto una sua ama,rissima esperienza di delusioni ad ave1 gid affidato alle parole e agli scritti - ancor prima che ai fucili e alle bombe - la ferma decisione di wn disperato rt. scatto. Occasionale potrà, forse, essere giudica– to l'allucinante funerale di Rajk, traslato con tragica metamorfosi da un sepolcro che si volle fosse di infamia, a una tomba fatta disinvoltamente eroica; irn. provvisata, certo, fu la manifestazione studentesca che le fucilate crudeli e ·fret· tolose degli oppressori trasformarono nel,. la maniera epica di tutto il popolo un– gherese: però questi avvenimenti non a. vrebbero potuto essere, come sono stati, i segnali concreti della riscossa se non avessero echeggiàto in coscienze già dt• sposte, già pronte ad accogliere quei ·ri• chiami. Ed è, fra not, estremamente rincuorante, in mezzo a tante tristezze, sapere che so no stati proprio il coraggio e la lucida e disperata consapevolezze degli scrittori e degli intellettuali - stavolta, finalmente!. veri maestri, autentici condottieri - o costituire la base calda e operante della rivolta. Fu loro - degli scrittori - la prima, perentoria voce della riscossa.; raccolta, subito, dagli altri intellettuali e dagli stu– denti, ripresa, nei suoi termini più elemen– tarmente scanditi, dagli operai e dai con– tadini, da tutto il popolo. Proprio gli scrittori! Erano stati, è vero, dei falsi profeti; e– rano stati, è vero, degli appassionati pro– pagatori di una mostruosa mistificazione - ma ormai, attraverso un aute11tico pro. cesso di autocritica, si erano resi conto del male che avevano fatto. Per questo vollero essere i primi e più strénui bandi– tori della verità. Il significato del loro gesto ci commuo ve .. ci esalta e anche ci mortifica ... Del loro coraggio di chiarificazione, del· la loro neceuità di annunciare - costi "La vita, Je tradizioni letterarie, l'evoluzione sociale, l'interesse del popolo stesso, •mpon– di dire sèhiettamente e gono allo scrittore indugio Ja verità ,, senza quel che costi - i! nuovo messaggio cl.i verità, sono piene le pagine delle rivi– ste Letterarie ungheresi delle settimane eh.e immediatamente precedettero La rivolta. Nessuno, che si sappia, le ha finora tra. dotte e citate per i lettori itallani. E so– no, invece, dei documenti impressionanti! Sono studi circostanziati della loro crisi sono rapporti sul fermento crescente dei vari circoli intellettuali, sono saggi critici su testi « proibiti », sono proposte corag. giose, per La rinbi!ìtazione letteraria dt questo o quello scrittore messo al bando come eretico nei confronti de! real'ismo e del marxismo, sono conferenze, sono poe– mi ... che dicono quanto abbia potuto una cultura viva nella vita di un vero popolo. Anche noi della Fiera Letteraria ci sen• tiamo particolarmente riconoscenti agli scrittori ungheresi perché, proprio per me– rito loro, abbiamo vissuto e, ci auguriamo continueremo a vivere u11a esperienza. in ~ui !a nostra coscenza Letteraria ha potu– t.o dilatarsi a coscienza di vita. L'atteggiamento da essi tenuto nei con. fronti de!!'epopea ungherese ci ha procu– rato dei consensi che davvero non ci aspet• t.avamo, almeno così numerosi e commossi e caldi. Si è trovato che le nQstre post• zi~ni eran « fuori di ogni retorica»; un lettore che aveva disdetto l'abbonamento ne! 1953 perchè aveva giudicato i! nostro giornate legato a « una posizione troppo c!ericn!e n ci ha ridato spontaneamente La sua fiducia con parole gravide come quel– Le di un neofita; un altro .ha voluto di. chiararci che se molte volte « sul piano ar– tistico» i! giornale « ha lasciato a dP.•t· cterare » in questa circostanza "la dirP• ::ione hn dimostrato di aver r.rovntn <tm>– vero la via giusta». Ci per,nettiamo di citare questi con~ sensi che in altra circosta.nza avremmo te– nuti segreti perchè vengono a. confortare le pa·rticolari posizioni umane del nosliro * (LAJOS KÙNYA) giornale. Non di rad.o abbiamo dovuto re• sistere a sollecitazioni di varia tender..t<i clie potevano snaturare la nostra fisiono– mia e stringersi in una direzione piuttosto che in un'altra a secondo di certo soffiar di venti non propriamente letterari. Noi abbiamo sempre apposto una resisten.=a che ci veniva da!la volontà strenua di dare almeno un credito di « buona fede » alle diverse posizioni assunte dai letterati italiani. Anche quando non abbiamo con– diviso certi loro orienta menti , ci siamo però sempre astenuti dal fq.ci !e attacco de– risorio o d.a!la polemica -di p Cll1"te persua• si come eravamo che se i! momento di una vera resa dei conti (resa dei con tt di ognuno con la propria coscienza) fosse venuta, g!i scrittori italiani sarebbero sin. ti degni della loro personalità. I fatti ci hanno dato ragioni' gli scrit. tori ci hanno dato ragione, probabi!mentQ diremmo clamorosamente! La persuasione l'ha vinta ancora una volta sulla retorica. E non vogliam-0 concludere questa nota senza segnalare il « caso cl.i coscienza.» della scrittrice e giorna!i,sta Ne!ly Vuce– tich - ungherese di nascita, ma di nazio- 1u;!ità italiana - fino a qualche tempo fa comunista convinta e collaboratrice de. gli « u ffici stampa» deUa Repubblica po– pola.re Ungherese, che dall'amore per i caratte ri e gli uomini autentici della sua terr<tm.arto·riata ha saputo tTarre la fonte per una aperta ribe!!ione, per una corag. giosa denuncia. Così abbiamo ascoltato i! suo dolore, accolto i suoi ultimi dubbi umani di poter essere giudicata come un4 « traditrice n, e abbiamo ancora nelle o. reccltie i! suo ferrno propc~ito dt -vol,:,rla– vorare d'ora in poi per !n veritd, per ri– mediare ,;:ontutte le sue forze al mal fat· to. Dobbiamo a lei le note che qui sotto pubblichiamo. D. F. 1 DUE' MESl DI 'LOTTA Riassumiamo brevemente la lotta con– dotta dagli scrittori ungheresi negli ul– timi due mesi: dopo le note vicende del Circolo Petofl, conclusesi con licenzia– menti e l'espulsione di alcuni scrittori comunisbi di e provata fede•, la Federa– zione degli Scrittori torna all'attacco con rinnovaito vigore. IntaI!'to - e que&to fa onore agli scri,ttori ungheresi - gli espul– si non vengono affa.tto rinnegal:i dai loro cohl.eghl, ma la loro firm a con,tin ua ad apparire i:n tutte le rLviste lettera.ie , sfi– dando qualunque rimostranz a da par te del Partito. Ed ecco il numero del 22 settembre del– la "Gazzel'ta Letteraria" che contiene l se~enti articoli e liriche rivelatori: I Pètcr Veres RESOCO TO del congresso della Fede– razione degli Scrittori che ha avuto luo– go il 17 settembre, con brevi sunti degli interventi e il discorso integrale del pre– sidente della Federazione: Péter Veres. In questo discorso, tra l'al,tro, Veres cita una frase della S,toria della Letteratura Europea di Bab!ts (noto ed eminente let– terato, traduttore di Dante, scomparso nel 1941), che analizza le cause della deca– denza della letteratura greca dopo Pla– tone: ,, Certo che laddove compare ''il prinr.ipio co!lettivo", la fioritura della letteratura cede i! posto alla dec'adenza ... •· Veres protesta quindi apertamente con– tro ogni ingerenza da parte delle avtoi,ità e del Partito, nella creazione letteraria ed artistica, chiedendo che siano tolle· rate tutte le col'ren,ti e tendenze. Più oltre afferma: • li sistema socia– lista deve creare, ed lo sono fermamente convento che creerà una democrazia fun– zional.e, la quale, rispettando la sovran!ià rivoluzionaria, garanbirà per ogni citta– dino P. per ogni categoria, lvi compresa quella degli scrittori, i più elementari diritti civili ed umani, tra cui la libertà di pensiero e del Libero scambio di Idee, condizione preliminare e ind,ispensabile di ognii creazione arti~tlca ... •· Gyula Hay IL DRAMMATURGO GIULIO HAY (per molti anni esiliato nell'URSS, du– rante il fascismo) scrive un articolo: « Per La verità anche il marxista deve Lottare giorno per giorno!... •, in cui afferma: • Nello stesso momento in cui cessiamo di essere veri tiei·i, di,ventiamo scrittori mi– nori, e anche peggiori marxisti e peg– giori comunisti! •· 3 Lajos Kònya LAJOS KONYA, noto poeta (Premio Kossuth, comunista) pubblica un articolo estremamente audace sotto il titolo: e LO scrittore deve dire !a veritd! • l.11 cui innanzitutto deplora che I dirigenti sin– dacali degli Scrittori non siano stati elet. ti democraticamente ed aggiunge: « Nes– suna comunità si può obbligare a eleg– gersi per suol dirigenti elementi che &i erano messi contro gli interess,i dei suoi. membri, e che hanno inoltre dato prova - sistematicamente - della loro asso– luta i~capacità di assolvere il loro com– pito! ... •· Konya sottolinea che l'impellente ne– cessità del1a vita, delle tradiz,iond lettera– rie, dell'evolUZJione sociale, l'interesse del Tamàs Aczél, Premlo Sla.lin per la. lclteralura., a.utore di • I sopravvissuti• popolo stesso, impongono all9 scrittore di dire schiettamen-le e senza indugio la verità, piaccia o no. ' La. verità nuda, que!la. ,che « è, incompatibite con il co– dice di Zda.nov. •· Passa ,poi apertamente all'attacco del– l'organo u.fflaiaile del Partito "Szabad Nép" ("Popolo libero"), che ha preso la difesa di coloro che sono contro tale tesi. D1- clriara che • sebbene nell'autocritica degli sorittor,i é staia riconosoiuta che 1~ loro presa di posizione poteva urtare contro 1,a e disciplina del Partito •, tuttavia né lul, nè •i suoi colleghi intendono ritrat– tare la foro dichiarazione: e Non tradi– remo mai ae nostre aspirazioni ed i no– stri principi e lotteremo anche nell'av– venire in tutti i m odi per il rispetto della democrazia, della legald.tà , per la :ibertà . dell'uomo e della Jetterai tura, per tutti quei ·diritti per cui vale la pena di chia– marsi uomini e i;iell'interesse dei qua.li diritbi lo scrittore onesto deve opera re!...•· Tamàs Aczèl I! romanziere Tamàs Aczè! (Premio Sta– lin per la letteratura) nel suo scritto dal ti<tolo: • Amore appassionato della verttà• » . agita il problema del ritorno di lmre Nagy, progetto di cui si parla da tempo, ma che V>ienesempre accantonato. Riaffiorano nel suo, come pure negli scritti degli altri, accenni alla e corrente di destra • e e corrente di sindstra » (espres· sioni mai più usaite dal 1948 in _poi m Ungbe1·ia), ma senza punte polerrùche. Aczél deplora il Partito che tratta e la colpa• dello scrittore Déry (espulso dal Partito perchè reo di aver chiesto libertà d! stampa) alla stessa stregua di quella dell'ex min•istro della dHesa Michele Far– kas, accusato dell.'uccisione di Rajk e di numerosi altri crirrùni. Riporta un dialogo svoltosi tra !ud ed un dird.gente del Parbi.to che gli aveva chiesto in che punto sarebbe sbagliata la nuova linea politica del Partito. La risposta di Aczèl era stata: e Sopraitutto nella mancanza di un sincero ed appassionato slancio nella condanna degli errori e Ciiimini del pas– sato, cosa che invece é. vivamente attesa da tutti gli ungheresi e che potrebbe ancora ridare fiducia e fede a coloro che negli ultimi tempi le ebbero molto scos– se». Aczèl co i cònclude: « Se noi scrit– tori abbiamo raggiunto in questa lotta certi risultati concreti, ciò va attribui to al fatto cp.e abbiamo preso posi:r.ione aper– tamente ed inequivocabilme µie .in q uesti problemi•· 5 Zoltan. Zelk ZOLTAN ZELK (poeta, PTemio Kos– suth, comunista), nell'articolo • Perchè lottiamo?• dà una commovente testimo– nianza della sua lealtà, ammirazione e solidarietà nei confronti di quegli emi– nenti scrittori che sono stati ignorati negli ultimi anni, perché non conformisti (p. e. Laszlo Németh di cui Gananti pubblicò nel 1942 un ottimo rornanzo, o Kodolànyi, apparso anche per i tipi della AVE, ecc.), Zelk invita i propri. colleghi a fare un severo esame di coscienza e denunciare pubblicamente i torti fatti al danni di quegli ottimi scrittori boicottati dalla stampa, rei solo di anticonformismo. Zelk invita dnoltre le autorità del Par– tito a « non costringere in avvenire gli scrittori a partecipare a certe lotte poli– tico-letterarie eh.e ucci-dono in germe la letteratura, ma ad altre che creino piut– tosto il clima. idoneo per u= serena e giusta competizione artistica in cui pre– valgano unicamente le capacitò. P. la onestà!•· 6 Zaszlò Nemetb DA QUEST'ARTICOLO, tra l'altro, si viene a sapere che negli ultimi mesi le autorità di polizia ungheresi a vevano posto il ~to alla r appresenta:r.ione della "Tragedia dell'Uomo'' di Madàch, s crittore dell'B00, e del "Mandarino meravig1ioso" di Bartòk, nonchè per il 'Galilei" di Nè– meth; e che solo grazie alle energiche pro– teste della Fed~razione degli scrittol"i que– sti lavoro sono stati ripresi nuovamente. NELLY VUCETICH (continua. a. p&f, 2)

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